Dal 10 Aprile - RECENSIONE - Dal 42. Torino Film Festival - Film di Apertura il 22 Novembre - Nuovo Thriller per Ron Howards con Sydney Sweeney, Vanessa Kirby, Ana de Armas, Jude Law e Daniel Brühl tra gli altri.
"Mi sono sentito connesso all'attualità : stiamo vivendo tempi di incertezza, sfiducia nella società e la sensazione che la civiltà ci stia soffocando. Vivere 'fuori dalla rete' è uno dei temi più visitati su Reddit. Queste persone hanno vissuto decenni fa tra le due guerre mondiali, ma le loro paure, la loro rabbia e le loro speranze suonano e sembrano molto simili alle nostre, perciò ho sentito che era il momento giusto. Quello che queste persone cercavano è molto comprensibile, molto riconoscibile anche oggi. In realtà , sogno di realizzare questo film da 15 anni. Durante il periodo del covid ho iniziato a sentire che il pubblico avrebbe potuto identificarsi strettamente con questi personaggi, e non solo vederli come partecipanti marginali di un mistero bizzarro, ma come persone che vivevano una situazione a cui potessero relazionarsi. È stato allora che ho sentito che questo film avrebbe potuto portare il pubblico in un viaggio. Ci sono persone che lo hanno fatto, ed Eden è la storia scioccante che si è svolta. La metà delle persone che hanno fatto quel passo sono morte o scomparse"
Il regista Ron Howard
"Il thriller non è un genere nuovo per Ron. Molti dei suoi film, specialmente quelli basati su eventi reali come 'Apollo 13', 'A Beautiful Mind', 'Thirteen Lives', e persino elementi di 'Rush' e 'Cinderella Man' trattano questioni di vita o di morte. Tuttavia, questo film è diverso da qualsiasi altro che abbia mai fatto. Quindi penso che il pubblico sarà sorpreso dal modo in cui il film inizia come un thriller di sopravvivenza e si trasforma in qualcosa di ancora più letale e criminale"
Lo sceneggiatore Noah Pink
Soggetto: Il film è basato sulla storia realmente accaduta di alcuni coloni europei che giunsero ad abitare sull'isola di Floreana.
Cast: Sydney Sweeney (Margaret Wittmer) Vanessa Kirby (Dora Strauch Ritter) Ana de Armas (Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn) Jude Law (Dr. Friedrich Ritter) Daniel Brühl (Heinz Wittmer) Toby Wallace (Robert Phillipson) Felix Kammerer (Rudolph 'Rudy' Lorenz) Richard Roxburgh (G. Allan Hancock) Jonathan Tittel (Harry Wittmer) Tim Ross (Il primo ufficiale di Hancock) Paul Gleeson (Stampa) Nicholas Denton (Ray Elliott) Ignacio Gasparini (Manuel Borja) Thiago Moraes (Capitano) Antonio Alvarez (Governatore delle Galapagos)
Musica: Hans Zimmer
Costumi: Kerry Thompson
Scenografia: Michelle McGahey
Fotografia: Mathias Herndl
Montaggio: Matt Villa
Effetti Speciali: Brian Cox (supervisore)
Makeup: Quinton Wallace
Casting: Nikki Barrett
Scheda film aggiornata al:
22 Aprile 2025
Sinossi:
In breve:
Il dottor Friedrich Ritter e sua moglie Dora Strauch sono due europei idealisti che fuggono dalla Germania nel 1929, rinnegando i valori borghesi che ritengono stiano distruggendo la vera natura dell'umanità , per trasferirsi sull'isola disabitata di Floreana, nell’arcipelago delle Galà pagos.
Tuttavia la loro cercata solitudine dura ben poco.
A loro si uniscono dapprima Margaret e Heinz Wittmer, coloni seri e capaci, e successivamente la baronessa Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn seguita dai suoi due amanti, un servitore ecuadoriano e un piano per aprire un hotel di lusso sull’isola.
Il maltempo, la fauna selvatica e la totale mancanza di comfort e civilizzazione rendono la loro convivenza molto problematica, ma la più grande sfida sarà quella di coesistere con vicini disperati e pronti a tutto pur di affermare se stessi.
In dettaglio:
Ispirato a due versioni completamente diverse della stessa storia, Eden indaga su uno dei più antichi e affascinanti misteri umani. Otto persone si trasferiscono su un'isola e meno della metà sopravvive.
Dr. Friedrich Ritter and his wife Dora Strauch flee their native Germany in 1929, repudiating the bourgeois values they believe are corroding mankind’s true nature. On the isle of Floreana, Friedrich can focus on writing his manifesto, while Dora resolves to cure her multiple sclerosis through meditation. Their hard-won solitude, however, is short lived.
They are joined by Margret and Heinz Wittmer, who prove to be earnest, capable settlers. Next comes Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn, a self-described Baroness and the "embodiment of perfection," who arrives with two devoted lovers, an Ecuadorian servant, a wardrobe full of evening gowns, and plans to erect a luxury hotel. Between inclement weather, unruly wildlife, and a total lack of amenities, all three groups find life on Floreana arduous. But nothing will test their mettle more than the challenge of coexisting with desperate neighbours capable of theft, deception, and worse
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
L’isola dei famosi, e non, in un Eden tra i più improbabili! Ma se c’è un qualche essere umano nei paraggi, l’inferno in terra è assicurato!
Ron Howard ne ha fatta di strada! Sia come attore che come cineasta, ruolo che pare aver preso il sopravvento. Ultimamente si direbbe affascinato da storie vere ai limiti della sopravvivenza: le storie ideali per una trasposizione sul grande schermo. Così dopo Tredici vite, ecco farsi strada questo eccentrico ‘survival movie’ dal titolo sarcastico: Eden è difatti un miraggio, un’aspirazione illusoria dell’essere umano che, potrà fuggire da qualsiasi tirannia o guerra, e portarsi alla fine del mondo per questo, per ricreare un’altra dimensione, ‘paradisiaca’, ma non riuscirà a scamparla da se stesso. E’ giurato che prima o poi riporterà tirannia e guerra sul luogo dove è approdato, mentre tenta di neutralizzare, fino ad annientare, i pochi altri elementi della sua stessa specie. E’ un po'
questo il messaggio che si ricava da un’incredibile storia: troppo assurda per poter essere vera, ed è per questo che Ron Howard, per convincerci, ne ha corredato l’epilogo con spezzoni di filmati d’epoca, dove campeggiano i veri protagonisti, attivi proprio là , in svariati modi. Le didascalie supportano il calendario dei fatti e il destino dei sopravvissuti, ormai anch’essi deceduti, tra cui la ultranovantenne Margaret Wittmer, cui si deve una delle due, opposte, testimonianze scritte sull’intera vicenda.
Basato sulla storia realmente accaduta di alcuni coloni europei che giunsero nel 1929 ad abitare sull'isola di Floreana, nelle Galapagos, il film ha difatti alla base della sceneggiatura, firmata a quattro mani dal regista con Noah Pink, la stessa vicenda reale, raccontata però da due punti di vista diversi, per l’appunto nei libri delle sopravvissute: Satan Came to Eden: A Survivor’s Account of the ‘Galapagos Affair’ di Dora Strauch Ritter da una parte, e
Floreana: A Woman’s Pilgrimage to the Galapagos di Margaret Wittmer dall’altra. Come Ron Howard si sia districato nel dipanare il dilemma a quale delle due campane accordare maggiore fiducia non è dato di sapere, ma è certo che sia riuscito, ancorato a tutta la forza generata da un cast eccellente, a ricrearne tensioni, dissidi, ambizioni e manipolazioni varie: quelle che hanno poi portato alla disfatta generale del progetto e della maggior parte delle persone coinvolte. Così, se ne esce fuori una sorta di ‘survival movie’, non è tanto per le difficoltà stesse di sopravvivenza in un luogo in cui la stessa acqua è un lusso da conquistare, ma per le insidie di una convivenza impossibile dal momento in cui, ai due primi pionieri iniziano ad aggiungersene altri, ognuno con diverse motivazioni. Da quel momento in poi, a rivendicare la china narrativa del film, è piuttosto una sorta di thriller che,
per certi versi, potrebbe svelare venature parallele ai gialli di Agatha Christie.
Di quel ‘paradiso terrestre’, sito nell’Oceano Pacifico al largo dell’Ecuador, reso infernale da quel disparato manipolo di pionieri, indipendenti l’uno dall’altro in comunità obbligata, oggi è rimasto almeno qualcosa di parzialmente incontaminato, a dispetto dell’egoistico disfattismo di chi vi era approdato in precedenza con le sue, più o meno nobili, più o meno deprecabili, intenzioni. E’ comunque proprio là che, nel lontano 1929, il biologo e filosofo tedesco Friedrich Ritter (Jude Law), con la compagna e discepola, l’artista Dora Strauch (Vanessa Kirby), approdarono per primi e per scelta: volendo fuggire da un mondo a loro avviso destinato alla catastrofe, per vivere in totale solitudine. La ‘voice over’ di Friedrich/Law mentre scrive i suoi pensieri esistenzialisti, evoca lo scopo della vita con annessi e connessi. Ma se quella pace è destinata ben presto a frantumarsi, non si può addebitare solo
alla fine, persino ridicole ed infantili. Un intervento sulle scene divertito e divertente, mentre in altri momenti si sfodera il rigore, con il siparietto delle riprese sull’isola - a beneficio stampa - in bianco e nero in stile cinema muto, con tanto di cornicetta decorativa a contornare il fotogramma. Sofisticatezze da cineasta doc, anche se, forse, appena appena decentrate dal punto di vista cronologico! Ma trattandosi di cinema documentaristico amatoriale, forse è anche giusto così. Insomma un’avventura al vetriolo intinta nel noir, altro che paradiso!