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    IL GRANDE E POTENTE OZ - L'ILLUSIONE DIETRO ALL'ILLUSIONISMO (Saggio tecnico a cura dell'inviato FRANCESCO ADAMI)

    Effetti visivi a grappolo e una particolare elaborazione tecnica delle immagini servono la storia valorizzandone atmosfere e scenografie.

    07/03/2013 - Il Grande e Potente Oz, diretto da Sam Raimi, presenta numerosi effetti visivi e una elaborazione d'immagine costruita ed elaborata, la parte tecnica che favorisce lo sviluppo della storia è un aspetto molto importante per questo genere di film. Nella precedente versione della storia di Oz, ossia Il Mago di Oz diretto da Victor Fleming, l'incipit del lungometraggio presenta una elaborazione delle immagini seppia, fin quando non si arriva al mondo di Oz, dove si esibiva uno dei tentativi moderni del colore attraverso la tecnologia Technicolor, con il procedimento sottrattivo a tre colori a trasferimento di coloranti, denominato processo 5. Allo stesso modo Il Grande e Potente Oz , inizia mostrando immagini in bianco e nero girate con un aspect ratio, 1:66 ossia un rapporto 4:3, per poi passare alle immagini del mondo di Oz, dai colori moderni rielaborati digitalmente con un aspect ratio 2:40, ossia Cinemascope. Ogni ambientazione del mondo di Oz, è curata da una dominante cromatica specifica presente in determinati luoghi, ad esempio si passa dalla calda atmosfera della Città di Smeraldo, passando per la colorata vegetazione del Bosco Bizzarro, fino ad arrivare alla atmosfera fredda e bianca del Paese di Porcellana.

    L'atmosfera del film è pienamente coinvolgente e svolge una funzione drammaturgica attraverso elementi colori ed oggetti che connotano attraverso la loro visione un particolare aspetto del mondo di Oz. La produzione di Il Grande e Potente Oz ha avuto luogo interamente presso gli Studi di Raleigh Michigan, in un impianto di 250.000 metri quadrati, nei quali sono stati ricreati in modo meticoloso molti spazi di Oz, grazie all'ispirazione del maestro scenografo Robert Stromberg (Avatar, Alice in Wonderland, Master and Commander). Stromberg ha curato in particolare le scene della 'Strada dei Mattoni Gialli' e la 'Città di Smeraldo', progettando e supervisionando alla realizzazione di oltre trenta set, come per la 'Stanza del Trono della strega', il 'Bosco Bizzarro', la 'Foresta Oscura' e il 'Paese di Porcellana', dove gli abitanti sono interamente di porcellana. Per gli attori è stato un valido aiuto poter interagire fisicamente in un ambiente reale, non in una realtà interamente digitalizzata, così da poter avere, non solo una visione interiore e immaginaria del luogo nel quale si svolge l'azione, ma una tangibile. Anche per i 700 specialisti dell’animazione computerizzata, che hanno lavorato alla postproduzione, è stato utile l'aver potuto vedere la consistenza dei mattoni, in modo da poter continuare la creazione di quel mondo e finalizzarne l’aspetto. Essendo anche un ammiratore delle creazioni e degli elaborati filmici della Disney, Stromberg ha voluto ricreare alcune situazioni tipiche del mondo Disney: ad esempio per il castello di Glinda ha elaborato elementi di un castello tradizionale con quello Art Nouveau. Ci sono dei riferimenti anche per il film Disney Biancaneve, dal quale lo scenografo ha preso spunto per alcuni alberi e li ha fatti rivivere sul set del Bosco Bizzarro. Ogni singolo albero è stato scolpito manualmente da artigiani e veri scultori che hanno iniziato lavorando su enormi blocchi di gommapiuma e strati di gesso, scolpendoli come si fa con l’argilla. Tra i più appariscenti progetti di Stromberg ci sono il 'Ponte per lo Splendore di Evanora' che Raimi ha in seguito enfatizzato grazie agli effetti computerizzati; gli interni del castello di Glinda, una magnifica libreria ed una camera da letto; il laboratorio degli Stagnini; e il Paese di Porcellana, dove vi è anche la teiera, un’enorme abitazione a forma di tazza e piattino, incorniciate da uno schermo blu su cui gli animatori hanno creato il paesaggio di un villaggio di porcellana distrutto, in cui Oz trova la Fanciulla di Porcellana.

    Da evidenziare anche l'aspetto creativo e gli effetti visivi utilizzati per ricreare la creatura Finley, una scimmia volante elaborata con precisione nei movimenti e dotata di una magnifica intensità espressiva. Per la creazione del personaggio di Finley, interpretato da Zach Braff, si è presentata la necessità che Sam e Scott Stokdyk, creatori degli effetti visivi, sviluppassero un nuovo modo per far interagire gli attori con i personaggi animati. Effetti visivi elaborati con due metodi: nel primo, l'attore indossa una tuta blu per confondersi con lo schermo, e manovra un pupazzo che ha la dimensione esatta di Finley e il suo aspetto definitivo. Naturalmente, in post produzione il pupazzo viene rimosso e sostituito con il personaggio animato; nel secondo metodo, chiamato ‘video-pupazzo’, l'attore entra in una cabina video con una cinepresa puntata sul volto, mentre sul set gli attori vedono un monitor e l'immagine dell'attore nella cabina e ne ascoltano la voce attraverso un minuscolo auricolare. In questo modo, l'interpretazione veniva ripresa, per consentire agli animatori di ricreare le espressioni della scimmia imitandone la mia mimica facciale. Dalla combinazione di queste due diverse tecniche, i direttori dell’animazione sono riusciti a raccogliere le informazioni sufficienti ad animare Finley in modo credibile. Mentre per ricreare il personaggio della Fanciulla di Porcellana, interpretata da Joey King, è stata realizzata una marionetta dal leggendario burattinaio Philip Huber, famoso per le sue opere teatrali e cinematografiche, in particolare per il classico di Spike Jonze del 1999, Essere John Malkovich. Huber ha progettato in ben 400 ore, per dare più flessibilità ed espressione alla marionetta, una testa removibile, che ha alleviato il peso in cima alla marionetta, consentendo una manipolazione più semplice della Fanciulla di Porcellana. La marionetta della Fanciulla di Porcellana è stata animata attraverso 21 fili, usati per effettuare movimenti speciali che il personaggio richiedeva. Sia la bambola di porcellana alta 45 centimetri che la scimmia alata, alta un metro, dovevano interagire con gli altri personaggi, per questo sono stati inseriti all'interno di una cabina di recitazione, denominata per l'appunto "cabina del burattino". Una cabina a prova di suono situata in una roulotte ma collegata via audio e video con il set, nella quale vi era una bacchetta lunga tre metri, al cui capo era attaccato il monitor, in modo da consentire al burattinaio di mettere il monitor proprio alla corretta altezza dello sguardo dell'attore, a sua volta facilitato nella recitazione interattiva con il personaggio.

    Il lungometraggio infine è stato girato con una cinepresa digitale, ossia la Red Epic, e con l'effetto stereoscopico 3D, ricreato attraverso la moderna tecnologia della 3Ality Technica Atom 3D Rig con SIP (Stereoscopic Image Processor). Il SIP, progettato per ambienti di produzione, post-produzione e distribuzione, fornisce una serie di funzioni finalizzate ad ottimizzare la stereoscopia dell'immagine. La semplice interfaccia fornisce all'utente, sia che si tratti di uno stereografo per una ripresa dal vivo, o di un montatore in una casa di post-produzione, di operare e trasmettere informazioni complete per ogni scatto. Le caratteristiche del dispositivo includono una misurazione completa, fornendo sullo schermo consigli su convergenza, impostazioni di interasse, e misura del punto all'infinito. Inoltre il processore di immagine fornisce un'analisi capillare della profondità del piano dello schermo, in modo da agevolare al massimo la visualizzazione, attraverso un grafico a barre di facile lettura che rivela la distribuzione totale della profondità dell'immagine.

    In Conclusione, Il Grande e Potente Oz rende reale l'immaginazione visiva attraverso una tecnica elaborata che funziona anche a livello drammaturgico e pertanto sorprende divertendo.

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