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    Home Page > Movies & DVD > Ex Machina

    EX MACHINA

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - VINCITORE di 1 Premio OSCAR ai 'MIGLIORI EFFETTI SPECIALI' (MARK WILLIAMS ARDINGTON, SARA BENNETT, PAUL NORRIS e ANDREW WHITEHURST) - Dal 30 LUGLIO

    "La gente è paranoica nei confronti dell’intelligenza artificiale e dei computer in generale, sono nei suoi pensieri e questo è normale. Io mi avvicino a questa questione da un’angolazione leggermente diversa, perché non ho paranoie a riguardo. In 'Ex Machina' la mia simpatia va al robot... Il test di Turing è stato messo a punto decenni fa, alla nascita dei computer, quando Alan Turing capì che a un certo punto le macchine sulle quali stavano lavorando sarebbero potute diventare pensanti, e non solo calcolatrici. Capì che sarebbe stato difficile sapere se una cosa stesse veramente pensando o solo facendo finta di pensare"
    Il regista e sceneggiatore Alex Garland

    (Ex Machina; GRAN BRETAGNA 2014; Thriller drammatico Sci-Fi; 108'; Produz.: DNA Films/Film4; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)

    Locandina italiana Ex Machina

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Ex Machina

    Titolo in lingua originale: Ex Machina

    Anno di produzione: 2014

    Anno di uscita: 2015

    Regia: Alex Garland

    Sceneggiatura: Alex Garland

    Cast: Domhnall Gleeson (Caleb)
    Oscar Isaac (Nathan)
    Alicia Vikander (Ava)
    Sonoya Mizuno (Kyoko)
    Corey Johnson (Jay)
    Claire Selby (Lily)
    Symara A. Templeman (Jasmine)
    Gana Bayarsaikhan (Jade)
    Tiffany Pisani (Katya)
    Elina Alminas (Amber)
    Chelsea Li (Ragazza d'ufficio) (Non accreditata)
    Ramzan Miah (Segretaria) (Non accreditata)
    Caitlin Morton (Impiegata) (Non accreditata)
    Deborah Rosan (Manager) (Non accreditata)
    Johanna Thea (Impiegata) (Non accreditata)
    Cast completo

    Musica: Ben Salisbury e Geoff Barrow

    Costumi: Sammy Sheldon

    Scenografia: Mark Digby

    Fotografia: Rob Hardy

    Montaggio: Mark Day

    Effetti Speciali: Richard Conway (supervisore effetti speciali); Andrew Whitehurst e John Lockwood (supervisori effetti visivi)

    Makeup: Sian Grigg (capo dipartimento makeup e acconciature)

    Casting: Francine Maisler

    Scheda film aggiornata al: 15 Aprile 2024

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Caleb, un programmatore 24enne della più grande società internet del mondo, vince una competizione il cui premio è trascorrere una settimana in un rifugio di montagna che appartiene a Nathan, il solitario CEO della società. Ma quando arriva in questo luogo remoto, Caleb scopre che dovrà partecipare a uno strano e affascinante esperimento nel quale dovrà interagire con la prima vera intelligenza artificiale del mondo, contenuta nel corpo di una bellissima ragazza robot.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Correva l’anno 2015 quando lo scrittore e sceneggiatore Alex Garland esordiva alla regia con l’apprezzato Ex Machina. Dopo i kilometri di celluloide che la fantascienza si è già lasciata alle spalle, chiunque si riallacci al genere, corre seri rischi: di ripetersi, di eccedere nell’azione, o di calcare di nuovo la mano sul pericolo di prevaricazione della ‘macchina’ ai danni del genere umano. Ma già all’epoca, Garland non era certo uno sprovveduto, e dalla sua aveva pure una solida formazione di scrittura, il che è decisamente una buona partenza: tra i suoi pregressi letterari (già citati nella scheda del successivo film Men) merita una menzione speciale la sceneggiatura di Non lasciarmi di Mark Romanek.

    Così, facendo tesoro delle fonti più illuminate, Garland offre un affresco del tutto personale sul genere, intessuto con le acquisizioni più contemporanee della nostra sudditanza ai motori di ricerca e alla tecnologia in generale, in grado di invadere

    i nostri microcosmi: Tra le fonti più illuminate cui Garland ha indubbiamente fatto ricorso e omaggio, citiamo solo alcune tra le più eclatanti: da Stanley Kubrick per le ambientazioni inevitabilmente metafisiche - ma al bianco e l’azzurrino coniuga interni con cromie neutre se non proprio calde - all’inevitabile Blade Runner, sulla scia del test di Turing per gli interrogativi più scottanti - ma invertiti di segno in un test reciproco in cui anche la ‘machina’, il robot interroga l’umano. E ancora, A.I. Intelligenza artificiale di Steven Spielberg - costeggiando per certi versi anche La pelle che abito di Pedro Almodovar, in punta di identità e riconoscimento - per la pseudo pelle che si sbuccia come un frutto lasciando trasparire l’entità meccanica della specie, e così via. Ma è solo la strada percorsa per arrivare a una nuova scultura, più tornita, all’ombra di forme artistiche interattive con il cinema: il teatro,

    per la dominante forma dialogica, il minimalismo ridotto a tre personaggi principali e le claustrofobiche ambientazioni, senza finestre, individuate dai circuiti di telecamere interne; la pittura, che interviene in diretta con il quadro di Jackson Pollock quale strumento interattivo con le argomentazioni di concetto nel film; e la stessa scultura, con le protomi facciali a un diverso stadio di elaborazione, appese in un niveo corridoio. Protomi che attirano l’attenzione dei protagonisti in campo per invitare lo spettatore a fare altrettanto, perché quella parete, è già, di per sé, una pagina di filosofia esistenziale, un manifesto che celebra, mentre mette in discussione, l’identità. E le innumerevoli pareti riflettenti o gli stessi specchi le fanno eco.

    Tutto ha inizio con un concorso - che poi scopriremo essere solo una trappola per un reclutamento calcolato - per il giovane programmatore informatico, il Caleb dell’irlandese Domhnall Gleeson, in cui si aggiudica il primo premio. Già

    questa sequenza, senza sonoro, a parte la musica sovrastante, in un mix di stupore e applausi dei colleghi, cui fa seguito la partenza verso una location imprecisata, sede di un Centro di ricerca, dà il là ad un tocco stilistico che odora di grande cinema. Quando poi il pilota dell’elicottero lo lascia nel bel mezzo di una vasta radura verdeggiante, con la sola indicazione di seguire il fiume, e Caleb/Gleeson scopre, parecchio oltre, una sorta di grigio e asettico bunker a cui non ha idea di come accedere, la storia entra nel vivo, sull’onda del contrapposto tra ambientazione zen (norvegese) e il blocco cementizio dello stesso Centro di ricerca: una voce ‘artificiale’, fornendogli una carta telematica gli indica la via, e lì, dopo l’iniziale spaesamento, incontrerà il suo capo, un personaggio ‘palestrato’ dedito ad allenamenti sostenuti, con qualcosa di sinistro che filtra dalla sua amabile cordialità e umorismo preconfezionato. La

    scrittura è, del resto, l’altro piatto forte del film. Si tratta del convinto scienziato, nonché ‘deus machina’ in delirio di onnipotenza, Nathan di Oscar Isaac. Qualcuno che Caleb scoprirà nella sua reale identità, con al suo attivo un operato eticamente a dir poco discutibile, attraverso i ripetuti ‘black out’ della struttura, o, per meglio dire, grazie al suo status serale di forte ubriachezza, tale da sottrargli la personale carta telematica di accesso per aree a lui precluse, noché piene di ‘sorprese’: è proprio il caso di dire, i canonici ‘scheletri nell’armadio’. I diversivi, strada facendo, appuntati sul siparietto musicale da discoteca che accomuna in balli coreografati ad hoc, la graziosa ‘machina’ e il suo creatore Nathan/Isaac, volgono ad illustrare un altro genere di interazione possibile ed è normale così. Quello che non è normale, tantomeno etico, è programmare di spegnere l’hardware di un prototipo a favore di uno più evoluto.

    E’

    dichiarato il mito di Prometeo (colui che riflette prima) a cui aderisce come un guanto la fascinosa ed eterea Ava (Alicia Wikander), che avrà cura, arguzia ed abilità sufficienti per nascondere nel modo più elegante e, sinuoso, la sua vera identità: un’anima meccanica ultra cosciente che in nome dell’amicizia con Caleb/Gleeson - per la quale necessitano per l’appunto conoscenza e condivisione reciproche - riesce, con una gentilezza che non esclude la determinazione, non solo a provare e a manifestare sentimenti, formulare opinioni ed interrogativi etici imbarazzanti per il nostro umano, a regola titolare del test, ma a fingere di provare sentimenti e pensieri altri, al punto da raggirarlo proprio mentre cerca di scavarle dentro, pensando di esserle superiore: ‘più umano dell’umano’, appunto, come Blade Runner docet. Un processo di interazione questo, tra umano ed ‘essere computerizzato’, che richiede diverse sessioni, scandite numericamente come capitoli della stessa storia. Una storia basata

    e dominata dalla parola, quale respiro di una dialettica che riflette, a step, sulla filosofia esistenziale oltre i confini prettamente umani, così come siamo comunemente abituati a pensarli. Anzi, paradossalmente, a finire sotto la lente è proprio l’umano e non il contrario.

    Un aspetto sconcertante, e forse anche un limite, alla luce dei tempi odierni, è il fatto che il ‘robot’ in questione, sia sempre, ogni volta, inesorabilmente donna: anche i vari prototipi da cui di lì a poco attinge Ava/Wikander per sostituire un arto danneggiato e la pelle, appunto, e prima ancora per agghindarsi con trucco, parrucco e abiti femminili, sono donne. Così come è donna l’inserviente asiatica Kyoko (Sonoya Mizuno), trattata pure malamente da Nathan/Isaac perché responsabile di aver rovesciato il vino sugli abiti del suo ospite (Caleb/Gleeson). Donna peraltro particolarmente sottomessa, salvo poi reagire come non ci si sarebbe aspettati. Una ventata di emancipazione surclassata dall’altra spina nel

    fianco tematica del film, che si concentra sul condizionamento interinale dei motori di ricerca adoperato sull’uomo ancor più che sulla ‘machina’ stessa. Una situazione che attiva dinamiche di un’apertura totale della mente umana: una finestra aperta sul mondo, pronta a far entrare quell’aria inquinante nella convinzione che sia pulita. L’uomo è così diventato alla stregua di un libro aperto con pagine ancora da scrivere, ma non come autore libero, piuttosto vincolato ed ancorato alle sue stesse preferenze. L’interrelazione ‘creata’ tra Caleb/Gleeson ed Ava/Wikander volge a dimostrare proprio questo.

    Paradossalmente è il titolo stesso del film a tradire lo sconcertante finale: Ex Machina non lascia adito a dubbi sul destino ‘auto ricreato’ della ‘machina’. E che dire dell’aderenza fisionomica della nuova Ava, con la stessa interprete Alicia Wikander? Con questa sofisticata sottigliezza, Alex Garland offre la sua più spiazzante risposta ad ogni enigma e postulato su confronto e rapporto tra mecca ed

    umano. Chi è il più ‘meccanico’ e chi il più ‘umano’ tra i due elementi? Il quesito ne include naturalmente un altro che riecheggia come un monito di allerta preventiva: quale evoluzione e quale uso dell’elemento tecnologico? E quali limiti ci dobbiamo porre per non esserne inghiottiti e definitivamente annientati? E’ già tardi per un’inversione di marcia? Sempre che ci sia una qualche volontà per un’inversione di marcia! E dire che le riflessioni in proposito non sono certo mancate, e non solo in celluloide. Basta pensare a chi - il mitico Isaac Asimov - molto tempo fa, aveva già trovato l’antidoto indicandolo nelle tre fondamentali leggi della robotica:
    1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
    2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto

    alla Prima Legge.
    3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
    Più facile a dirsi che a farsi, evidentemente, soprattutto quando, com’è evidente, persino una ‘machina’, portata ai più alti livelli, non può evitarsi quell’insopprimibile desiderio di libertà - Uno (Robin Williams) ne L'uomo bicentenario docet - che abbiamo considerato fino ad oggi, erroneamente, solo appannaggio umano.

    Pressbook:

    PRESSBOOK COMPLETO in ITALIANO di EX MACHINA

    Links:

    • Alex Garland (Regista)

    • Oscar Isaac

    • Domhnall Gleeson

    • Alicia Vikander

    • Sonoya Mizuno

    • Gana Bayarsaikhan

    • GEMMA BOVERY - INTERVISTA alla regista ANNE FONTAINE (Interviste)

    • FAMIGLIA ALL'IMPROVVISO - ISTRUZIONI NON INCLUSE - INTERVISTA al regista HUGO GÉLIN (Interviste)

    • Ex Machina (BLU-RAY + DVD)

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    Galleria Video:

    Ex Machina - trailer ufficiale

    Ex Machina - trailer ufficiale (V.O.)

    Ex Machina - spot 'Componente umana'

    Ex Machina - spot 'Il più grande evento scientifico'

    Ex Machina - spot 'Lei è incredibile'

    Ex Machina - spot 'Tu devi aiutarmi'

    Ex Machina - spot 'Tutti dovrebbero vederlo'

    Ex Machina - clip 'Ava'

    Ex Machina - clip 'Che mi succederà?'

    Ex Machina - clip 'Il test di Turing'

    Ex Machina - clip 'L'hai programmata per flirtare con me?'

    Ex Machina - clip 'Nathan balla con Kyoko'

    Ex Machina - clip 'Stai male per Ava?'

    Ex Machina - featurette 'intervista al regista Alex Garland (sub ITA)

    Ex Machina - featurette 'intervista a Domhnall Gleeson 'Caleb' (sub ITA)

    Ex Machina - featurette 'intervista a Oscar Isaac 'Nathan' (sub ITA)

    Ex Machina - featurette 'intervista ad Alicia Vikander 'Ava' (sub ITA)

    Ex Machina - featurette 'La creazione di Ava' (sub ITA)

    Ex Machina - featurette 'Il cast' (sub ITA)

    Ex Machina - featurette 'La storia' (sub ITA)

    Ex Machina - featurette 'Il design della casa di Nathan' (sub ITA)

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