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    Home Page > Ritratti in Celluloide > L'intervista > ALICE IN WONDERLAND - INTERVISTA alla costumista COLLEEN ATWOOD

    L'INTERVISTA

    ALICE IN WONDERLAND - INTERVISTA alla costumista COLLEEN ATWOOD

    03/06/2010 - COLLEEN ATWOOD, costumista americana nata a Washington, è una celebrità nel suo settore con una lunga lista di premi tra cui otto nomination agli Oscar e due premi vinti. La sua lunga collaborazione con il regista visionario TIM BURTON è iniziata con EDWARD MANI DI FORBICE e continua fino ad oggi – insieme hanno collaborato ad otto film incluso l’ultimo ALICE IN WONDERLAND, che esce in Blu-Ray e DVD il 1° giugno 2010.

    'Alice in Wonderland' di Tim Burton si svolge in vari mondi diversi. Come costumista, qual è stato il tuo approccio creativo nel rendere tutti questi mondi?

    COLLEEN ATWOOD: "Si tratta infatti di un progetto complesso in quanto il mio lavoro si è svolto in tre parti: creare i costumi del mondo vero al quale appartiene Alice, l’Inghilterra vittoriana; disegnare i costumi del Paese delle Meraviglie e dei suoi abitanti e infine collaborare alla creazione dei vestiti dei personaggi animati".

    Quali sono stati il tuo approccio e la tua ispirazione nel disegnare i costumi del personaggio di Alice?

    C. ATWOOD: "L’avventura di Alice inizia ad una festa di adulti durante la quale lei si accorge che il futuro che immaginava non è il suo vero destino. Per l’abito di Alice in queste scene ho utilizzato il tradizionale color celeste con una silhouette vittoriana. Ho aggiunto ricami a forma di coniglio sull’orlo del vestito che preannunciano quello che sta per accadere più avanti nella storia. Il vestito è un omaggio ai grandi illustratori Arthur Rackham e John Tenniel.
    Una volta che Alice cade nel buco del coniglio, il mondo è quello tipico di Tim Burton. Alice cambia dimensioni ma, a differenza delle precedenti incarnazioni di Alice, in questo film i suoi vestiti non cambiano con lei. Quando si accorcia, Alice usa la sua sottoveste legandosela attorno come un vestito. Quando diventa grande, invece, esplode dalla stessa sottoveste. Lungo il cammino, le vengono dati nuovi vestiti dalla Regina Rossa e dal Cappellaio Matto. Alla fine indossa addirittura un’armatura datale dalla Regina Bianca".

    Per quanto riguarda il costume di Johnny Depp nel ruolo del Cappellaio Matto, qual è stato il tuo approccio?

    C. ATWOOD: "Abbiamo fatto molte ricerche per il costume del Cappellaio Matto, che si basa su un modello originale degli anni 1860. Durante queste ricerche, abbiamo anche scoperto che il mercurio utilizzato nei cappelli di feltro all’epoca era molto tossico e causava danni al cervello e ai capelli. Nel disegnare il costume, abbiamo usato tanta fantasia, in particolare nei dettagli, come i cuscinetti di spilli e i ditali che fanno rumore quando lui si trova a disagio. Tutti questi dettagli sono poi stati sfruttati da Johnny nell’interpretazione del suo personaggio. Il colore del cappotto si ispira ad un cosidetto 'mood ring', un anello che cambia colore a seconda dell’umore, con una molteplicità di colori, a volte animati, in un solo tessuto.
    La forma del suo cappello ricorda invece un’illustrazione d’epoca. Abbiamo scelto di realizzarlo da un pezzo di pelle che sembra mangiato dai vermi. Poi lo abbiamo ricamato con un filo d’oro e decorato con una fusciacca eccentrica".

    Come hai creato i costumi di Helena Bonham Carter che interpreta la Regina Rossa?

    C. ATWOOD: "La Regina Rossa é stata una vera sfida in quanto la sua testa cambia dimensioni ma il suo corpo rimane sempre lo stesso. Abbiamo scolpito un collare di organza di seta che rende il suo collo più lungo e più stretto. Siamo tuttavia stati attenti a non dare l’impressione che abbia un collo di 40 centimetri. Le abbiamo anche dato un vitino di vespa che fa sembrare la sua testa ancora più grande. Ho tratto ispirazione dalla carta da gioco della Regina Rossa con i quattro colori tradizionali: rosso, nero, oro e bianco. Per i membri della corte della Regina Rossa, abbiamo creato dei costumi dalle forme esagerate che danno a tutti una certa somiglianza. Poi abbiamo usato del trucco per renderli un po’ più umani".

    Il tuo approccio è stato diverso per la Regina Bianca?

    C. ATWOOD: "La Regina Bianca é una versione 'Beverly Hills' della Regina Rossa. E’ più vicina alla fatina buona delle fiabe per bambini. Ma c’é una somiglianza quasi fraterna tra le due, sia nella silhouette che nella forma e nella tessitura degli abiti, in modo da farle apparire legate. Il suo vestito ha molti strati di tessuto con fiocchi di neve di seta e stampe di fogli metallici per dargli un brillio leggermente spento. Ha anche molti gioielli che le danno più lustro".

    Come hai fatto per creare questo mondo di fantasia senza che tutto diventasse troppo 'irreale'?

    C. ATWOOD: "Per tutti i costumi del film, inclusi quelli dei personaggi animati con il computer, abbiamo usato un approccio di sartoria classica, pensando al tessuto, ai bottoni e al taglio del vestito. Per Tim era proprio importante che non si notasse alcuna differenza tra i personaggi reali e quelli animati.

    LA REDAZIONE

    Nota: Si ringrazia Mathias Noschis (Way to Blue)


     
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