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    CENTO DOMENICHE

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dalla 18. Festa del Cinema di Roma 2023 - Grand Public - Dal 23 Novembre

    “... il protagonista del film, Antonio Riva, è una delle tante vittime dei crack bancari. Storie di ordinaria avidità, che hanno travolto le esistenze di centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori su e giù per la penisola. Quello che Antonio subisce è un tradimento. In quella provincia operosa dove è cresciuto, della banca del paese ci si è sempre fidati. Per tutti la banca è sempre stata il confessionale: conosce vita, morte e miracoli di tutta quella comunità. Ne ha accompagnato la crescita, finanziato il desiderio legittimo di avere una casa propria. Per questo, alla scoperta del raggiro, la prima reazione di Antonio è di incredulità. Poi subentra lo smarrimento e l’angoscia di chi è stato tradito proprio da chi si fidava, la vergogna di non aver intuito quanto stava accadendoâ€
    Il regista e co-sceneggiatore Antonio Albanese

    (Cento domeniche; Italia 2023; drammatico; 94'; Produz.: Palomar e Leo in collaborazione con Vision Distribution; Distribuz.: Vision Distribution)

    Locandina italiana Cento domeniche

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Cento domeniche

    Titolo in lingua originale: Cento domeniche

    Anno di produzione: 2023

    Anno di uscita: 2023

    Regia: Antonio Albanese

    Sceneggiatura: Antonio Albanese, Piero Guerrera

    Cast: Antonio Albanese (Antonio Riva)
    Liliana Bottone (Emilia)
    Bebo Storti (Maurizio)
    Sandra Ceccarelli (Margherita)
    Maurizio Donadoni (Umberto)
    Elio De Capitani (Carlo Bonacina)
    Sandra Toffolatti (Anna)
    Martin Chishimba (Martin)
    Alessandro Piavani (Federico)
    Stefano Braschi (Direttore Gilardi)
    Nicola Rignanese (Nuovo direttore)
    Marianna Folli (Maddalena)
    Federica Fracassi (Moglie di Carlo)
    Giulia Lazzarini (Sara)
    Donatella Bartoli (Egle)

    Musica: Giovanni Sollima

    Costumi: Carola Fenocchio

    Scenografia: Marco Belluzzi e Anna Ranci Ortigosa

    Fotografia: Roberto Forza

    Montaggio: Davide Miele

    Effetti Speciali: Franco Galiano (supervisore)

    Makeup: Frédérique Foglia (makeup); Alessio Pompei (acconciature)

    Casting: Chiara Polizzi

    Scheda film aggiornata al: 17 Aprile 2024

    Sinossi:

    Antonio, ex operaio di un cantiere nautico, conduce una vita mite e tranquilla: gioca a bocce con gli amici, si prende cura della madre anziana, ha una ex moglie con cui è in ottimi rapporti ed Emilia, la sua unica e amatissima figlia. Quando Emilia un giorno gli annuncia che ha deciso di sposarsi, Antonio è colmo di gioia, può finalmente coronare il suo sogno regalandole il ricevimento che insieme hanno sempre sognato potendo contare sui risparmi di una vita.
    La banca di cui è da sempre cliente sembra però nascondere qualcosa, i dipendenti sono all’improvviso sfuggenti e il direttore cambia inspiegabilmente di continuo. L’impresa di pagare il matrimonio di sua figlia si rivelerà sempre più ardua e Antonio scoprirà, suo malgrado, che chi custodisce i nostri tesori non sempre custodisce anche i nostri sogni.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Litania di un dolore!

    "Negli ultimi anni decine di miliardi di euro sono andati in fumo nei crac bancari. Pochi privilegiati sono riusciti a mettere al riparo i loro soldi. Centinaia di migliaia di persone non ci sono riuscite. Questo film é dedicato a loro"

    Nell’immaginario collettivo la dominante è comica, anche se nella sua nutrita carriera attoriale e di regista non mancano ‘riflessioni in celluloide’ di denuncia sociale, e dunque di matrice drammatica. Ecco, questo Cento domeniche è un film decisamente drammatico: un film sommesso, sussurrato, ma decisamente dichiarato, di e con Antonio Albanese, su una vita dedicata al lavoro mandata in frantumi dall’oggi al domani, sulla scia del - purtroppo ben noto - fenomeno dei crack bancari. Anzi, direi che, con la parte finale con cui raggiunge il suo climax, è un vero colpo al cuore, di quelli che non ti aspetteresti, o che almeno non ti augureresti. E

    invece…

    Anche dal punto di vista stilistico, l’uso del tergo silente, inesorabile, simbolo elettivo di un annientamento senza alcuna possibilità di appello, è da manuale. La dedica finale accorata poi, conferma la linfa cinematografica nel segno dell’affetto e della solidale comprensione, più che della denuncia e dell’affresco tridimensionale. Molti aspetti, soprattutto dei personaggi coprotagonisti, mancano di un reale spessore e profondità, forse per scelta, perché sono semplicemente al servizio di questa storia, di una tra le tante persone comuni truffate da un sistema istituzionale bancario che, di legale non ha nulla, ma che la fa da padrone, rivalendosi sull’ingenuità e la semplicità della povera gente. Quando dovrebbe tutelarla, e invece…

    L’ambientazione in un paese di provincia dove tutti si conoscono e dove tutti si fidano di una banca che ha come impiegati alcuni concittadini, anche giovani, legittima la cifra intima e dimessa del film: una storia pacata che si avvia con

    i ricordi di un padre come Antonio (Antonio Albanese), ex tornitore in pensione, ma ancora attivo come volontario in cambio del bonus su alcune spese, come ad esempio l’affitto dell’orto e la gestione di un pollaio non di sua proprietà. Sono i ricordi al rallenti della comunione della figlia Emilia, ormai ventisettenne (Liliana Bottone) ad avviare questa struggente storia ispirata da fatti di cronaca. Da separato, con un’amante sposata e cinicamente interessata solo al sesso, Antonio/Albanese deve accudire, con un aiuto relativo, una madre anziana (Giulia Lazzarini) con le canoniche falle da vecchiaia - la visita dall’otorino diventa comica - quando di lì a poco la figlia gli annuncia che vuole sposarsi. Il sogno di una vita, regalare alla propria figlia un bel matrimonio, ma Antonio/Albanese ha risparmiato una vita per questo, così come del resto molti altri compaesani, che hanno confidato nella banca di paese quale cassaforte del territorio:

    il titolo ‘cento domeniche’ si riferisce proprio a questo, al sacrificio pure della domenica - ben cento, appunto - per lavorare e maggiorare i profitti per quel tanto che basta da star tranquilli in futuro, a fine corsa. E invece…

    La drammatica scoperta di non disporre più del denaro che aveva da sempre pensato di impiegare per il matrimonio della figlia, è graduale, e sempre più incredula per Antonio: un Albanese al top di una cupa introspezione tra smarrimento e tardiva presa di coscienza, fine alle lacrime amare. La scoperta, per giunta, di una truffa consapevole: quando uno tra i volatili direttori della suddetta banca gli fa credere di non toccare le obbligazioni - di fatto già trasformate in azioni - perché stanno rendendo alla grande, e di attivare piuttosto un prestito, con rate facilmente estinguibili con i proventi del tasso di interesse delle azioni stesse. Si può imputare ad Antonio/Albanese

    una certa ingenuità, ma la fiducia gli deriva dal fatto che anche il padre ha avuto la sua stessa banca, così come gli altri compaesani per generazioni. E poi, le banche hanno crisi momentanee ma non falliscono. E invece…

    Ma l’aspetto più tragico di tutta la vicenda è scoprire che il suo stesso datore di lavoro di cui è amico, come altri di maggior conto, avevano ricevuto un avviso preliminare tale da metterli in condizione di salvare i loro beni in tempo, mentre i cosiddetti ‘ultimi’ sono stati lasciati naufragare, ignari della realtà delle cose. Un inganno perpetrato anche ai danni degli stessi dipendenti, e degli stessi direttori, esecutori di ordini dall’alto, di fatto complici consenzienti della truffa in atto. Ecco, in un ‘loop’ come questo, dove è di scena lo smarrimento di quest’uomo che come unico cruccio ha quello di non poter far nulla per il matrimonio della propria figlia

    - potrà solo immaginarlo, sognarlo ad occhi aperti, al rallenti, così come in precedenza la comunione - perché fattualmente non in grado, colpisce una sequenza intimista e toccante che vede l’anziana madre, normalmente non proprio in testa, prodigarsi in un abbraccio consolatorio silente, all’indirizzo del proprio figlio Antonio/Albanese. Una madre sa e sente a pelle anche il non detto, e non necessita di memoria per risvegliare il naturale istinto di un legame indissolubile. E in quell’unico fotogramma il regista Antonio Albanese ha racchiuso un mondo intero. Altro momento di cinematografia da manuale. Lo spettatore, dal canto suo, quando dopo ripetute volte, Antonio/Albanese, ormai rabbiosamente fuori di sé, torna in banca per riprendersi i suoi soldi, spera in un risvolto in qualche modo riparatorio in extremis, se non proprio un miracolo. E invece…

    Perle di sceneggiatura

    Voce off: Mio padre mi dice sempre che lei è stato il più bravo tornitore dell'azienda.

    Antonio (Antonio Albanese): Sono andato in pre-pensionamento, sai lavoro non ce n'era più tanto.

    Antonio: Senti di più dall'orecchio sinistro o dal destro?
    Sara (Giulia Lazzarini): Sì, benissimo.

    Emilia (Violante Placido): Senti papà, io e Chicco volevamo dirti una cosa!
    Antonio: Mi devo preoccupare?

    Margherita (Sandra Ceccarelli): Tu non ha investito i tuoi soldi in azioni, non sarai stato così pazzo?!
    Antonio: Io ho firmato come sempre, Margherita. Non avevo capito, io mi fidavo.

    Antonio: Possiamo fare a meno di tante cose, ma non del matrimonio di mia figlia.

    Antonio: Io non ho mai messo niente in azione, non sapevo niente di azioni. Io mi fidavo, m i son sempre fidato. Tutto quello che ho è in quella banca, è il lavoro di una vita.

    Emilia: ti sei occupato di me tutti i giorni della mia vita per 27 anni e adesso posso aiutarti.

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di CENTO DOMENICHE

    Links:

    • Antonio Albanese (Regista)

    • Antonio Albanese

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    Galleria Video:

    Cento domeniche - trailer ufficiale

    Cento domeniche - prima clip

    Cento domeniche - seconda clip

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