Cinema sotto le stelle - Estate 2024 - RECENSIONE - Dalla 18. Festa del Cinema di Roma 2023 - Grand Public - Dal 23 Novembre
“... il protagonista del film, Antonio Riva, è una delle tante vittime dei crack bancari. Storie di ordinaria avidità , che hanno travolto le esistenze di centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori su e giù per la penisola. Quello che Antonio subisce è un tradimento. In quella provincia operosa dove è cresciuto, della banca del paese ci si è sempre fidati. Per tutti la banca è sempre stata il confessionale: conosce vita, morte e miracoli di tutta quella comunità . Ne ha accompagnato la crescita, finanziato il desiderio legittimo di avere una casa propria. Per questo, alla scoperta del raggiro, la prima reazione di Antonio è di incredulità . Poi subentra lo smarrimento e l’angoscia di chi è stato tradito proprio da chi si fidava, la vergogna di non aver intuito quanto stava accadendoâ€
Il regista e co-sceneggiatore Antonio Albanese
(Cento domeniche; Italia 2023; drammatico; 94'; Produz.: Palomar e Leo in collaborazione con Vision Distribution; Distribuz.: Vision Distribution)
Antonio, ex operaio di un cantiere nautico, conduce una vita mite e tranquilla: gioca a bocce con gli amici, si prende cura della madre anziana, ha una ex moglie con cui è in ottimi rapporti ed Emilia, la sua unica e amatissima figlia. Quando Emilia un giorno gli annuncia che ha deciso di sposarsi, Antonio è colmo di gioia, può finalmente coronare il suo sogno regalandole il ricevimento che insieme hanno sempre sognato potendo contare sui risparmi di una vita.
La banca di cui è da sempre cliente sembra però nascondere qualcosa, i dipendenti sono all’improvviso sfuggenti e il direttore cambia inspiegabilmente di continuo. L’impresa di pagare il matrimonio di sua figlia si rivelerà sempre più ardua e Antonio scoprirà , suo malgrado, che chi custodisce i nostri tesori non sempre custodisce anche i nostri sogni.
Nell’immaginario collettivo la dominante è comica, anche se nella sua nutrita carriera attoriale e di regista non mancano ‘riflessioni in celluloide’ di denuncia sociale, e dunque di matrice drammatica. Ecco, questo Cento domeniche è un film decisamente drammatico: un film sommesso, sussurrato, ma decisamente dichiarato, di e con Antonio Albanese, su una vita dedicata al lavoro mandata in frantumi dall’oggi al domani, sulla scia del - purtroppo ben noto - fenomeno dei crack bancari. Anzi, direi che, con la parte finale con cui raggiunge il suo climax, è un vero colpo al cuore, di quelli che non ti aspetteresti, o che almeno non ti augureresti. E
L’ambientazione in un paese di provincia dove tutti si conoscono e dove tutti si fidano di una banca che ha come impiegati alcuni concittadini, anche giovani, legittima la cifra intima e dimessa del film: una storia pacata che si avvia con
i ricordi di un padre come Antonio (Antonio Albanese), ex tornitore in pensione, ma ancora attivo come volontario in cambio del bonus su alcune spese, come ad esempio l’affitto dell’orto e la gestione di un pollaio non di sua proprietà . Sono i ricordi al rallenti della comunione della figlia Emilia, ormai ventisettenne (Liliana Bottone) ad avviare questa struggente storia ispirata da fatti di cronaca. Da separato, con un’amante sposata e cinicamente interessata solo al sesso, Antonio/Albanese deve accudire, con un aiuto relativo, una madre anziana (Giulia Lazzarini) con le canoniche falle da vecchiaia - la visita dall’otorino diventa comica - quando di lì a poco la figlia gli annuncia che vuole sposarsi. Il sogno di una vita, regalare alla propria figlia un bel matrimonio, ma Antonio/Albanese ha risparmiato una vita per questo, così come del resto molti altri compaesani, che hanno confidato nella banca di paese quale cassaforte del territorio:
il titolo ‘cento domeniche’ si riferisce proprio a questo, al sacrificio pure della domenica - ben cento, appunto - per lavorare e maggiorare i profitti per quel tanto che basta da star tranquilli in futuro, a fine corsa. E invece…
una certa ingenuità , ma la fiducia gli deriva dal fatto che anche il padre ha avuto la sua stessa banca, così come gli altri compaesani per generazioni. E poi, le banche hanno crisi momentanee ma non falliscono. E invece…
Ma l’aspetto più tragico di tutta la vicenda è scoprire che il suo stesso datore di lavoro di cui è amico, come altri di maggior conto, avevano ricevuto un avviso preliminare tale da metterli in condizione di salvare i loro beni in tempo, mentre i cosiddetti ‘ultimi’ sono stati lasciati naufragare, ignari della realtà delle cose. Un inganno perpetrato anche ai danni degli stessi dipendenti, e degli stessi direttori, esecutori di ordini dall’alto, di fatto complici consenzienti della truffa in atto. Ecco, in un ‘loop’ come questo, dove è di scena lo smarrimento di quest’uomo che come unico cruccio ha quello di non poter far nulla per il matrimonio della propria figlia
Voce off: Mio padre mi dice sempre che lei è stato il più bravo tornitore dell'azienda.
Antonio (Antonio Albanese): Sono andato in pre-pensionamento, sai lavoro non ce n'era più tanto.
Antonio: Senti di più dall'orecchio sinistro o dal destro?
Sara (Giulia Lazzarini): Sì, benissimo.
Emilia (Violante Placido): Senti papà , io e Chicco volevamo dirti una cosa!
Antonio: Mi devo preoccupare?
Margherita (Sandra Ceccarelli): Tu non ha investito i tuoi soldi in azioni, non sarai stato così pazzo?!
Antonio: Io ho firmato come sempre, Margherita. Non avevo capito, io mi fidavo.
Antonio: Possiamo fare a meno di tante cose, ma non del matrimonio di mia figlia.
Antonio: Io non ho mai messo niente in azione, non sapevo niente di azioni. Io mi fidavo, m i son sempre fidato. Tutto quello che ho è in quella banca, è il lavoro di una vita.
Emilia: ti sei occupato di me tutti i giorni della mia vita per 27 anni e adesso posso aiutarti.