RECENSIONE in ANTEPRIMA - Russell Crowe detective della omicidi in pensione affetto da Alzheimer che torna su un caso irrisolto - Uscito negli Usail 22 Marzo, ancora inedito in Italia
Roy Freeman (Russell Crowe) è un detective della omicidi ormai in pensione e affetto da Alzheimer. Dopo essersi sottoposto a un protocollo terapeutico all'avanguardia per alleviare i sintomi della malattia, riesamina un caso irrisolto vecchio di dieci anni - il brutale assassinio di un professore universitario - ed è come se stesse indagando sul caso per la prima volta. Ma mentre le prove portano alla luce dei segreti legati al suo passato dimenticato, lui arriva a una verità agghiacciante: a volte è meglio non svegliare il cane che dorme.
(Sleeping Dogs; Australia, Usa 2024; Noir; 110'; Produz.: Film Victoria, G2 Dispatch in associazione con: Gala Media Capital, Gramercy Park Media, Highland Film Group (HFG), JaiD7 Pictures, Nickel City Pictures, SD Productions, Screen Australia)
Sceneggiatura:
E.O. Chirovici, Bill Collage, Adam Cooper
Soggetto: La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo Il libro degli specchi di Eugen Ovidiu Chirovici. Il titolo del film Sleepig Dogs si riferisce al proverbio "non svegliare il can che dorme".
Cast: Russell Crowe (Roy Freeman) Karen Gillan (Laura Baines) Marton Csokas (Joseph Wieder) Tommy Flanagan (Jimmy Remis) Harry Greenwood (Richard Finn) Thomas M. Wright (Wayne Devereaux) Elizabeth Blackmore (Dana Olsen) Lynn Gilmartin (Diane Lynch) Pacharo Mzembe (Isaac Samuel) Paula Arundell (Susan Avery) Kelly Greyson (Emily Dietz) Lucy-Rose Leonard (Lulu) Ming-Zhu Hii (Dr. Margaret Xu) Jane Harber (Catherine Finn) Zara Michales (Yelena) Cast completo
Simon Maiden (Eddie Finn) Jasper Bagg (O'Toole) Ryan O'Grady (Ufficiale Mitchell)
Musica: David Hirschfelder
Costumi: Zed Dragojlovich
Scenografia: Penny Southgate
Fotografia: Ben Nott
Montaggio: Matt Villa
Casting: Nathan Lloyd
Scheda film aggiornata al:
14 Maggio 2024
Sinossi:
In breve:
Roy Freeman (Russell Crowe) è un detective della omicidi ormai in pensione e affetto da Alzheimer. Dopo essersi sottoposto a un protocollo terapeutico all'avanguardia per alleviare i sintomi della malattia, riesamina un caso irrisolto vecchio di dieci anni - il brutale assassinio di un professore universitario - ed è come se stesse indagando sul caso per la prima volta. Ma mentre le prove portano alla luce dei segreti legati al suo passato dimenticato, lui arriva a una verità agghiacciante: a volte è meglio non svegliare il cane che dorme.
Deadline:
An ex-homicide detective (Russell Crowe) with memory loss is forced to solve a brutal murder, only to uncover chilling secrets from his forgotten past.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
E’ sorprendente quanto un interprete di grandezza incommensurabile come Russell Crowe possa sfruttare certi effetti collaterali dell’età per tornire a puntino un suo personaggio. E questo suo Roy Freeman, un detective della omicidi ormai in pensione e affetto da Alzheimer è uno dei più complessi che abbia mai incarnato. Ed è drammaticamente celestiale! Primo protagonista quasi assoluto di questo avvincente Sleeping Dogs, sorprendente debutto alla regia di Adam Cooper (già sceneggiatore di Assassin’s Creed, The Divergent Series: Alegiant, Exodus-Dei e Re, The Transporter Legacy, Ammesso, Una pazza giornata a New York). Fin dai primissimi fotogrammi il suo personaggio si scopre tra vibranti primissimi piani, scorci memorabili dei segni della malattia, tradita da tutti quei nastri con indicazioni varie, scritte a supporto di una memoria che non c’è più. L’intermittente montaggio ne cadenza la portata durante una seduta in cui a Roy/Crowe vengono poste domande test che vanno tragicamente a dimostrare
la sua devastante condizione: non sa rispondere difatti al nome della madre, del padre, alla data di nascita e qualsiasi altro banale interrogativo cui in uno stato di salute mentale normale chiunque saprebbe farlo. Con Roy, Crowe porge il suo volto in celluloide più iconico di tutta la sua carriera, il più ‘cerebrale’, mentre serve quel che di lì a poco decollerà come un thriller di marca noir dalle affascinanti venature hitchcockiane. Thriller di cui già il titolo, ammiccante al ben noto proverbio, ‘non stuzzicare il can che dorme’, tradisce una verità sottesa che non ci si aspetterebbe e che forse sarebbe stato meglio cercare di non dissotterrare dal passato.
quel caso, in cui un uomo nel braccio della morte rivendica la sua innocenza in un modo alquanto convincente. Del resto, il compito richiesto prometteva bene come terapia post operatoria di tener attiva la memoria, finora alimentata da un puzzle, la cui immagine finale svelerà il suo risvolto metaforico, per l’appunto legato al titolo del film e al suo significato. Il caso in questione riguarda Isaac Samuel (Pacharo Mzembe), un ragazzo di colore che ha voluto incontrare Roy/Crowe per sapere come ci si sente ad essere responsabile nel mandare a morte un innocente, giurando di non essere stato lui ad uccidere il prof. Joseph Wieder (Marton Csokas). Da questo momento in poi, come nel più complicato dei rebus, Roy/Crowe inizierà a dipanare, filo per filo, una matassa a dir poco ingarbugliata, in cui a un certo punto si ha l’impressione di smarrirsi come in un vero e proprio labirinto. A
tratti, la confusione mentale in cui, molto lentamente inizieranno a farsi largo schiarite di ricordi, in grado di permettere a Roy/Crowe di condurre certi collegamenti, tra fatti e persone, incomprensibili fino a poco tempo prima, diventa anche quella dello spettatore, come risucchiato, con il protagonista, in questo rompicapo in cui lui stesso sembra avere qualche interessante ma non chiaro collegamento. Emblematica l'immagine del poster, giocata sulla distorsione e rottura del ritratto del personaggio, in un doppio riflesso a specchio: e l'allegoria sull'identità è servita!
Strada facendo, tra le molte pedine di una scacchiera che sembrano non portare mai il nostro protagonista a fare scacco matto, Roy/Crowe incontra più volte l’amico ed ex collega Jimmy Remis (il Tommy Flanagan già al fianco di Russell Crowe ne Il gladiatore, nelle vesti di Cicero). Ma centrale nella vicenda è anche la conturbante ricercatrice Laura Baines di Karen Gillan, affascinante e spregiudicata, quanto intelligente
ed ambiziosa donna in carriera, dalla doppia valenza da tipico personaggio hitchcockiano. Così come il ragazzo con cui intesse una relazione (per quanto non certo esclusiva) Richard Finn (Harry Greenwood): il suo manoscritto proprio sull’omicidio, Il libro degli specchi - che è anche il titolo del romanzo di Eugen Ovidiu Chirovici da cui è tratto il film - nelle mani di Roy/Crowe diventa lo strumento principe da cui attingere per ricostruire l’intera vicenda, in cui, come mosche attirate nella tela del ragno, nuovi personaggi si scoprono invischiati. Tra altri, più marginali ma funzionali alla soluzione del dilemma, tanto quanto basta a fare la differenza, sono il veterano della guerra in Iraq Wayne Devereaux (Thomas M. Wright) e Diane Lynch (Lynn Gilmartin). E mentre per Roy/Crowe i percorsi neurali si stanno riattivando e dunque la cura sta funzionando, i progressi nelle ricerche diventano sempre più palpabili, eppure ancora senza soluzione, per