64 Mostra: Lido di Venezia 30 agosto 2007 ROUND TABLE & DINTORNI: LUST, CAUTION (LUSSURIA - SEDUZIONE E TRADIMENTO) per la regia di ANG LEE
30/08/2007 -
Presenti il regista ANG LEE e gli attori TONY LEUNG e TANG WEI.
Perché è voluto tornare in Cina per questa storia ?
ANG LEE: “Perché la Cina rappresenta le mie radici culturali e poi perché ero veramente ossessionato dal racconto breve di questa autrice, che è una delle scrittrici più importanti della Cina contemporanea e appartiene alla generazione dei miei genitori. Io sono cresciuto a Taiwan e ho conosciuto la Cina tramite i racconti, la voce e l’esperienza dei miei genitori. Quindi per me la Cina era un mondo di fantasia, di sogno, come narratomi da loro. Attraverso questa autrice è
come scoprire l’altra faccia della medaglia rispetto all’esperienza in cui sono cresciuto. Poteva dare l’altra angolatura e l’altra visione, perché dava il punto di vista di una donna e anche della sessualità pertanto, di una donna, che guarda ad un mondo estremamente patriarcale e con figure maschili molto forti. Quando io sono cresciuto, c’era questa idea forte che mi veniva data del patriottismo, del comunismo, c’erano tutte queste ideologie molto forti e questo rappresentava un altro spaccato, un altro mondo. All’inizio questa storia l’avevo come respinta, rifutata, però tornava ad ossessionarmi e si faceva sentire con una forza immensa dentro
di me. In un certo senso affrontare questa storia è stato come affrontare le mie paure più profonde, più celate, più nascoste. E questo corrisponde anche alla mia idea di fare film, che è quella di andare a toccare la verità con il film e io credo di aver toccato la verità nell’oscurità”.
Curiosa la scelta dei protagonisti. Ha portato sul set la star asiatica maschile per eccellenza mentre per l’interprete femminile che poi è quella che conduce tutto il film ha scelto una debuttante. Come è arrivato ad una scelta di questa tipo?
A. LEE: “Non si è trattato di decisione
quanto piuttosto di sopravvivenza. Questo dipende dalla situazione dell’industria cinematografica attuale. Ho scelto Tony Leung che è un attore veterano e a mio giudizio non c’è attore migliore oggi in Cina. Si adattava inoltre perfettamente alla descrizione del personaggio nel racconto, e da sempre avrei voluto lavorare con lui, ed ero alla ricerca di un progetto che ci permettesse di farlo. Dare a lui questa parte è stata dunque la realizzazione di un sogno coltivato da lungo tempo. Per quanto riguarda le ragazze e la ragazza in particolare, non c’è una star di quell’età in Cina, a parte Chang Lee che io non vedevo però nella storia, che conosco bene ma che non mi sembrava un ruolo adatto a lei, quindi mi sono scusato con lei, gliel’ho detto e non conoscendo nessuno che potesse andare bene per quella parte ho cominciato da zero, facendo provini e vedendo diecimila ragazze. E quando ho visto per la prima volta Tang Wei mi sono detto ‘è lei, è quella giusta’, anche per il tipo di volto che aveva, con i sei punti che sono presentati anche nel racconto, perché aveva un modo di fare, di porsi che è tipico della generazione dei miei genitori. Inoltre vi riscontravo molti tratti del mio carattere, anche molto liberale, aperta di mente come lo sono io, e in molti casi in lei rivedevo me stesso”.
In America ci sono molti articoli sul fatto che il film ha avuto il rating di censura a – 17 che è una cosa per il circuito cinematografico pressocchè drammatica, perché equivale a porno e molti tra gli esercenti non lo vogliono. Penso che tutto questo sia surreale… In questo però lei ha avuto l’appoggio della Focus, ossia della produzione che di solito tiene l’atteggiamento opposto, in questi casi
A. LEE: “Il fatto che abbia ricevuto questa forma di classificazione non vuol dire che io debba modificare il film o non farlo come intendevo farlo. Il fatto è che gli Americani vedono la violenza come un fattore casuale che entra nei film, mentre invece il sesso viene altamente proibito. Il fatto di avere la NRC 17 non è di per sé necessariamente una cosa negativa, il fatto negativo è che le sale cinematografiche si rifiutino di metterlo nella loro programmazione e che lo equivalgano a una definizione di film pornografico, di film solo per adulti. Sono rimasto molto sorpreso e allo stesso tempo anche onorato, perché so che perderò molto da questo ma allo stesso tempo questa possibilità mi permetterà di mostrare come stanno realmente le cose: che le scene in sé non sono pornografiche e che va molto bene che gli Americani si trovino degli standard per proteggere i loro bambini ma al contempo gli adulti devono avere la possibilità di vedere film fatti da autori e film di un certo tipo. Certo, i produttori generalmente ti obbligano a tornare sui tuoi passi, a rivedere certe scene e a tagliare per avere una classificazione adatta… il produttore di tutti i miei film che per contratto non potrebbe produrre film con quel livello di censura (17) mi ha chiesto se c’era qualcosa da cambiare e mi ha spiegato quali sarebbero state le conseguenze se non avessi apportato nessun taglio. Io gli ho detto che non c’era nulla da cambiare nel film e lui ha capito perfettamente che quello era semplicemente quello che andava fatto e ha accettato e ha detto ‘va bene, perderò il lavoro, e con questo, non importa…”.
(SEGUE)
(A cura di PATRIZIA FERRETTI)
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