FAMIGLIA ALL'IMPROVVISO - ISTRUZIONI NON INCLUSE - INTERVISTA all'attrice CLÉMENCE POÉSY
20/04/2017 -
FAMIGLIA ALL'IMPROVVISO - ISTRUZIONI NON INCLUSE di HUGO GÉLIN - INTERVISTA all'attrice CLÉMENCE POÉSY:
Cosa ti è piaciuto e cosa ti ha colpita della sceneggiatura?
"Il rapporto tra il padre e la figlia è divertente e tenero. Peraltro mi era già piaciuto moltissimo 'Comme des frères', il precedente film di Hugo Gélin, che univa momenti di vera comicità a una grande sensibilità".
Come spieghi il gesto di Kristin? Anche se nel film non emerge chiaramente, hai avuto bisogno di costruirti delle motivazioni?
"Sì, ho cercato per conto mio di trovare un motivo per cui per lei quel gesto fosse inevitabile,
e la spirale che ha creato in seguito e dalla quale finisce coll'uscire".
Si dice spesso che è necessario difendere i personaggi che si interpretano anche se i loro comportamenti appaiono qualche volta imperdonabili. sei riuscita a trovare delle attenuanti?
"Le ho trovato delle circostanze! Ho provato a comprenderla come meglio potessi – ma non è stato sempre facile. Ho passato molto tempo a dire a Hugo che in alcune scene non capivo bene quale fosse il mio posto, e lui ha passato molto tempo a dirmi che, giustamente, era proprio quella la mia posizione: una sensazione
di disagio quasi permanente".
Hai esitato ad accettare il ruolo? Avevi dei timori?
"Sì, un bel po' di timori: è un ruolo complicato perché poche cose lo giustificano – lo definiscono – e, a tratti, ho finito col vederlo in modo un po' metaforico, perché non era facile attaccarsi a qualcosa di concreto. Ma mi sono detta che era comunque un'esperienza nuova come attrice".
Come hai arricchito o modificato il personaggio? Quali sono state le tue proposte?
"Hugo, Mathieu [Oullion, lo sceneggiatore] ed io, abbiamo cercato di far perdere a Kristin un lato da maestrina che era ancora presente nel copione quando sono entrata a far parte del progetto. Ho anche
cercato di fare in modo che alcune situazioni lasciassero poche scelte al personaggio e la spingessero a dei comportamenti che altrimenti sarebbero stati difficili da capire".
Parlami del tuo rapporto con Omar Sy. Avete fatto delle prove insieme prima delle riprese?
"Non abbiamo fatto delle vere prove: abbiamo solo parlato un po', e d'altronde era meglio che non ci conoscessimo bene al momento di girare le prime scene del film. Poi è stato davvero meraviglioso vederlo in azione sul set: è un lavoratore instancabile, pieno di umiltà e divertente allo stesso tempo".
E con la piccola Gloria? Come trovare un equilibrio tra intimità e distanza?
"Gloria è meravigliosa. Mi sono lasciata andare al piacere di osservare la sua intelligenza, la sua vivacità, la rapidità con la quale afferrava la parte, e il suo ruolo nel gruppo e nella storia, come è riuscita a rilassarsi e a lasciarsi andare giorno dopo giorno, e la sua grande disponibilità".
Come dirige gli attori Hugo? È estremamente preciso? Lascia agli attori un margine di manovra?
"Hugo è molto preciso: le sue indicazioni sono generalmente molto chiare e, allo stesso tempo, lascia un ampio ventaglio di scelte possibili".
Il fatto di girare a Londra, che conosci particolarmente bene, ti ha aiutata nella costruzione del personaggio?
"Non so se mi abbia aiutata a costruire il personaggio ma, siccome abbiamo girato in un quartiere che conosco bene e vicino a dove abito, questo mi ha almeno permesso di immaginare in parte la vita del mio personaggio".
Ricorderai queste riprese come difficili?
"Sicuramente come speciali. E deliziose, perché ho avuto modo di fare degli incontri estremamente preziosi, ma anche complesse perché non è stato sempre facile trovare il modo di raccontare il personaggio di Kristin".
LA REDAZIONE
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