A BIGGER SPLASH - INTERVISTA al regista LUCA GUADAGNINO (A cura dell'inviata ELISABETTA VILLAGGIO)
21/11/2015 -
Roma, 20 Novembre 2015 - Incontriamo LUCA GUADAGNINO, a Roma, alla proiezione del suo quarto lungometraggio, A BIGGER SPLASH, già presentato all’ultimo festival di Venezia. Il film è un adattamento de La piscine, del 1969, di Jaques Deray, con Alain Delon e Romy Schneider:
Il suo è un remake non fedele, cosa ha preso e cosa tolto dall’originale?
"Ho visto il film 25/30 anni fa e non mi appassionò. Quando me l’hanno proposto, dopo averlo rifiutato più volte, mi ha convinto il fatto di parlare di un quartetto, di coppie. Lo sceneggiatore ha lasciato gli stessi nomi
e qualche battuta ma è tutto rispetto all’originale che tra l’altro non ho voluto rivedere".
Il film ha una colonna sonora molto presente
"Si anche se Marianne, in quanto rockstar, viene dopo. Il fulcro intorno al quale si sviluppa la storia è Harry, il produttore musicale che prova nostalgia verso un amore che ha perso e non è riuscito a riconquistare. Mi piace l’energia del rock and roll. I personaggi sono trasgressivi e forti e la musica per eccellenza nell’ambito del rock non poteva essere che quella dei Rolling"
Come è andato l’approccio con i Rolling Stone?
"Avevamo bisogno della loro autorizzazione e quando hanno letto la sceneggiatura l’hanno approvata, gli è piaciuta e ci hanno aiutato con alcuni dialoghi. Il loro sostegno è stato molto importante e ci hanno fatto anche uno sconto sul prezzo delle musiche".
Lei è siciliano. La scelta di Pantelleria è dovuta anche a questo?
"Sono un figlio crudele della mia terra, me ne sono andato a ventidue anni e non è un posto dove torno. Ho pensato che quest’isola perduta nel Mediterraneo potesse dare molto l’idea di queste quattro persone a loro volta perdute"
Quando e in quanto tempo è stato girato il film?
"Lo abbiamo realizzato tra luglio a settembre del 2014 per sei settimane a Pantelleria più una di flashback"
Come mai è passato così tanto tempo dal suo film precedente? (Io sono l’amore del 2009 ndr)
"Sono sempre stato affascinato dai registi iper produttivi mentre io tendo a costruire le cose in maniera precisa. Ammiro Soderbergh che dice che vadano fatti sempre molti film. Dopo il successo internazionale di “Io sono l’amore” mi hanno offerto molti progetti ma ci ho voluto pensare a lungo. Questo film mi sembrava la cosa che volevo raccontare. Nel frattempo comunque ho realizzato un lavoro su Bertolucci e altri progetti, opere forse oscure ma alle quali sono legato".
Un cast di grande rilievo internazionale. Come l’ha scelto?
"Con Tilda c’è la grande passione di provare delle cose, di sperimentare. Poi è una cineasta così suprema che è un onore accendere la macchina da presa su di lei. Fiennes ho iniziato ad ammirarlo in Schindler List e da lì l’ho sempre amato. L’ho incontrato a Los Angeles, gli ho dato la sceneggiatura. Poi lui mi ha chiamato e mi ha chiesto di incontrarlo a New York. Ci siamo visti e lui mi ha domandato come sapessi come fosse fatto lui! Corrado Guzzanti l’ho scelto perché anche in film drammatici come questo ci sono poliziotti buffi. Ammiro molto il suo lavoro, io apprezzo chi fa commedia perché è molto difficile. Dakota è arrivata in seconda battuta, avevo scelto un’altra attrice ma le date di un altro suo film si sovrapponevano non con il nostro. Così ho incontrato Dakota e l’ho trovata di un’intelligenza molto prensile, con un volto cinematografico. Sono felice di averla scelta".
Che rapporto ha con la critica?
"Amo il mestiere del critico, ho scritto, insomma sono stato dall’altra parte. Ho partecipato più volte al festival di Venezia con la tessera di critico all’inizio degli anni ‘90. Non ho fatto scuole di cinema ma mi sono formato guardando film e leggendo libri.
Quello che è un problema è il giudizio tanto per farlo. A me non interessa sentirmi dire: il film è brutto o bello, mi piacerebbe sentire un pensiero".
Progetti futuri?
"Ad agosto girerò il prossimo film per uscire nel 2017. E’ un remake di Suspiria, il cast non è finito ma ci saranno Dakota e Tilda. Si svolge a Berlino nel ’77".
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