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    L'INTERVISTA

    SOTTO ASSEDIO - WHITE HOUSE DOWN - INTERVISTA all'attore CHANNING TATUM

    28/09/2013 - SOTTO ASSEDIO - WHITE HOUSE DOWN INTERVISTA all'attore CHANNING TATUM

    E’ vero che a) sei la controfigura di te stesso e che b) vorresti avere Jamie Foxx come presidente?

    "Beh, chi non vorrebbe Jamie Foxx come presidente? Non credo di essere il solo. E sì, a me piace fare la mia controfigura. Vado spesso al cinema e riconosco i tagli – quando la faccia di un attore sparisce improvvisamente fuori dalla finestra non posso che pensare “ma dai, tanto è vetro finto, non ti fa nulla!”. Purtroppo è abbastanza raro che lascino che gli attori facciano scene in cui devono attraversare pareti di vetro o cose del genere. Ma devo dire che mi diverto sempre molto quando posso farlo.
    Ritornando a Jamie Foxx, credo proprio che avrebbe il mio voto".

    Quali sono, secondo te, i lati più interessanti del tuo personaggio?

    "Uno dei miei film preferiti degli anni ’80 è “Red Dawn” che parla proprio di attacchi terroristici internazionali. Prima di leggere il copione, ero convinto che anche in questo caso si trattasse proprio di questo. Invece no! Qui si tratta di cittadini americani che attaccano altri cittadini americani. Ho pensato al nostro paese che non è mai stato così diviso come in questo preciso periodo storico, e mi sono subito reso conto di quanto questa trama fosse centrata. Poi mi sono concentrato sul personaggio: il patriottismo e il grande amore per sua figlia sono tutto per lui. Una volta capito questo, qualsiasi decisione lui prendesse mi diventava perfettamente chiara. Ogni scelta, ogni decisione era per sua figlia. Questo mi ha veramente fatto comprendere il film e mi ha permesso di riassumerlo in un’unica frase. E poi sia il cast che il copione erano fantastici".

    Quanto è stato “adrenalinico” interpretare questo ruolo?

    "Quando hai davanti a te Roland Emmerich che ti lancia qualsiasi cosa addosso, l’adrenalina è l’ultima cosa a cui pensi. Sei più preoccupato di trovarti nel posto giusto al momento giusto per non essere beccato! Una carica incredibile dall’inizio alla fine! Mantenere alto il tasso adrenalinico non è stato sempre facile. Passavo da momenti di energia pazzesca a momenti in cui avrei voluto stare un po’ più tranquillo. In questo film sono riuscito a fare cose che non avevo mai fatto prima come cadere da un’altezza di 4 metri su una lastra di vetro. E’ stato fantastico, molto divertente".

    Come ti sei sentito nel vedere esplodere la Casa Bianca?

    "Beh è stato strano… considerando tutto quello che sta succedendo nel mondo! Questi dovrebbero essere solo film. Si va al cinema per vedere qualcosa che sia fuori dall’ordinario. Si va al cinema per vedere qualcuno riuscire a risolvere situazione che nella vita reale difficilmente si risolvono. Questo è un film, l’ho sempre considerato solo questo".

    Come sei riuscito ad entrare nel personaggio? A convincerti del fatto che potessi sconfiggere i terroristi?

    "Roland Emmerich aveva la pistola puntata ed io, non so come, sono riuscito ad evitare tutte le pallottole. Il mio personaggio non rispettava assolutamente lo standard richiesto agli Agenti Segreti. Quei ragazzi vengono motivati e spronati sin da piccoli; così tanto che arrivano a voler assolutamente entrare nei Servizi Segreti. Ma per il mio personaggio non è stato così. Alla fine eravamo solo due ragazzi, non più il Presidente e l’Agente Segreto, che tentavano di scappare da nemici pericolosi. Dipendevamo l’uno dall’altro".

    Com’è stato lavorare con Jamie Foxx?

    "Dunque, com’è lavorare con Jamie Foxx? Ti senti particolarmente inadeguato. Ti ritrovi in situazioni in cui il presidente è lì che suona melodie di Mozart o Chopin al pianoforte e ti viene veramente da pensare 'dovrei prendere qualche lezione di pianoforte!'. Ma, in fondo, è proprio questo il bello. Riesci ad imparare qualcosa da ognuno di loro".

    Tu e Jamie sembrate avere un’intesa molto particolare sul grande schermo. Vi conoscevate già?

    "Credo di aver incontrato Jamie ad una festa a Cancun mentre faceva il Deejay lì l’anno scorso. E se non sbaglio io e mia moglie abbiamo ballato fino alle 2.30 di notte ed eravamo talmente sudati che sembrava che fossimo appena usciti dall’acqua. Io sono un grandissimo fan di chiunque abbia lavorato in questo film e non vedevo veramente l’ora di arrivare sul set ogni giorno".

    Ti sei prefissato degli obiettivi per la tua carriera?

    "Sinceramente non ho mai pensato ad un vero e proprio piano. Sto prendendo quest’esperienza come un viaggio dell’anima. Credo che il prossimo step, per la società che ho con il mio partner Reid Carolin, sia di passare alla regia. Vorremmo assolutamente cercare di intraprendere questa strada il prima possibile per migliorare costantemente. Quando ho iniziato a recitare, il mio insegnante mi diceva spesso 'ti ci vorranno 10 anni prima che diventi un bravo attore'. Beh, questo è il mio decimo anno e in effetti solo ora sto iniziando a capire veramente quello che faccio. Il prossimo passo è la regia per riuscire a creare qualcosa di bello. Non mi importa molto se sono personalmente nel film, se lo produco io e lo dirige qualcun altro, se incassa tanto o poco. Vorrei solo essere ricordato per aver fatto qualcosa di cui essere fiero. E di questo film sono proprio fiero".

    LA REDAZIONE

    Nota: Si ringraziano Warner Bros. Entertainment Italia e Silvia Palermo (QuattroZeroQuattro)


     
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