Indiana Jones e il quadrante del destino (2023) di James Mangold, un crocevia di citazioni a grappolo: peschiamone intanto un paio. Tanto per cominciare!
(A cura di PATRIZIA FERRETTI)
01/07/2023
- Tra le innumerevoli citazioni che conta il quinto atto, Indiana Jones e il quadrante del destino a trazione James Mangold, molte in seno allo stesso franchise di Indiana Jones, se ne possono pescare intanto un paio, provenienti da altro cinema, di retroguardia, per così dire:
La scena di Indiana Jones-Harrison Ford a cavallo che attraversa una affollatissima e ‘cromatica’ parata in festa, prima di ‘inforcare’ la più improbabile delle direzioni, giù per le scale della metropolitana di New York, inseguito da una moto, è chiaramente ispirata dal celebre True Lies (1994) di James Cameron, in cui l’agente segreto in incognito Harry Tasker, indossato dal ‘muscolare’ Arnold Swarzenegger, si ritrova in azione per l’appunto nel cuore di un’analoga sequenza.
Sequenza shakerata con toccata e fuga in cavalcata, in seno alla festosa parata di cui sopra: il contesto ideale come docet Il fuggitivo (1993) di Andrew Davis, in cui
lo stesso Ford, allora nelle vesti dell’ingiustamente perseguitato ed innocente Dottor Richard Kimble, beneficiava per far perdere le sue tracce, tallonato dall’instancabile mastino di funzionario federale incarnato alla grande da Tommy Lee Jones.
Un mix di citazioni-omaggio consapevoli - tra quelle sganciate dai precedenti Indiana Jones, a cominciare da I predatori, pure presenti in questo V° atto - rivisitate e corrette per essere reinviate al mittente di un nuovo pubblico decenni più tardi, quasi come a riaffermarne l’intramontabile fascino. Tutto merito di uno smalto che non solo non ha perso né luce né colore, ma che si direbbe aver fatto il miglior cinema di intrattenimento degli anni Novanta.
Ma, come ben sappiamo, Ford non ama tanto mostrare i muscoli, bensì le variabili espressive che da impareggiabile artista quale si conferma ancora oggi, riesce a dipingere sul suo volto. E prima o poi, per quanto spesso e volentieri dominato da un’azione
in corso, costringe la regia a rivolgere l’obiettivo su uno scorcio, mai banale, in cui far baluginare il suo sguardo, eloquente delle circostanze e del genere di emozione cui si lega in quel preciso momento il personaggio. E questo vale anche per Indiana Jones: quello dei tempi andati, così come di quelli attuali! Prosit al cinema di sguardi!
(A cura di Patrizia Ferretti)
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