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    L'INTERVISTA

    I'VE SEEN FILMS - INTERNATIONAL FILM FESTIVAL - PRESS CONFERENCE (A cura dell'inviata CARLA BERGAMINI)

    07/10/2010 - Milano, Terrazza Martini, 30 settembre - Sono intervenuti:

    Rutger Hauer - Presidente e Fondatore di I’ve Seen Films
    PierPaolo De Fina - Coordinatore e Direttore Artistico di I’ve Seen Films
    Giancarlo Zappoli - Direttore Artistico di I’ve Seen Films
    Massimiliano Finazzer Flory - Assessore alla Cultura del Comune di Milano
    Novo Umberto Maerna - Assessore alla Cultura e Vice Presidente della Provincia di Milano
    Johan S. Kramer - Console Generale del Regno dei Paesi Bassi
    Silvana Molino - Responsabile di Microcinema Digital Network S.p.A.
    Olivier Descotes - Direttore del Centre Culturel Français de Milan e Presidente EUNIC
    Alberto Contri - Presidente Lombardia Film commission
    Emidio Mansi - Direttore Commerciale del Pastificio Lucio Garofalo S.p.A.
    Alessandro Caccamo - Direttore Marketing di 20th Century Fox
    William Beccaro - Direttore di Redazione di CNR Media

    Giancarlo Zappoli: “Buon giorno a tutti. Come vedete le persone sedute a questo tavolo sono molte, ma ce ne sono altre che sono in attesa. Sarà una conferenza stampa affollata perché sono molte le realtà istituzionali e non che hanno contribuito e che contribuiscono alla realizzazione di questa manifestazione. Manifestazione che da quest’anno inserisce anche i lungometraggi però visto che siamo in tanti io chiedo a tutti i presenti di adeguarsi alla maggioranza delle cose che proietteremo e cioè i corti, cioè di essere brevi. Dò la parola in apertura all’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Massimiliano Finazzer Flory”

    Massimiliano Finazzer Flory: “Grazie. Devo dire che questa conferenza stampa sembra davvero realizzarsi il giorno dopo quella dell’altro anno, perché l’altro anno avevamo auspicato, io stesso avevo auspicato che, vi fosse la possibilità di allargare questa offerta culturale anche a una sezione speciale che potesse in qualche modo riconoscere, raccogliere insieme, rappresentare le istanze che vengono dal mondo culturale laddove queste non sono provenienti dal mondo cinematografico. Mi riferisco alla poesia, alla letteratura, all’architettura ecc. E subito questo è avvenuto, quindi ringrazio tutti coloro che hanno capito che era comunque importante far dialogare il cinema con altre arti. Uguale è la motivazione e uguali sono i mezzi di questa operazione. La prima questione è che questo Festival internazionale è davvero internazionale. Molto spesso si dice che i Festival sono internazionali ma poi hanno pochi Paesi coinvolti e soltanto pochi Paesi occidentali. Questo invece è un Festival internazionale. La seconda questione è che si articola attraverso un’offerta culturale che non contrappone la fiction con i documentari, i documentari con lo sperimentale, ma vi è un continuum artistico ed estetico che vede coinvolta di volta in volta la forma più congeniale per porsi alcune domande importanti. La terza questione non meno importante è il coinvolgimento attraverso le tecnologie oggi di giovani, l’attenzione ai giovani, che possono cimentarsi e sperimentare quest’esperienza estetica. Il settore del cinema è in mano a pochi e grandi gruppi mediatici dove è difficile far nascere nuovi registi, nuovi attori, nuove produzioni e nuovi temi. Vi è quindi un’offerta un po’ ingessata nel settore cinematografico occidentale e credo che questa sia la motivazione interiore che ha spinto Rutger Hauer quando si è imposto l’impegno di questa direzione. Ancora un’osservazione per dire l’importanza di questo Festival. Mi riferisco ai corti anche se c’è la sezione dei lungometraggi. E’ un salto in avanti, un salto in lungo e non un salto nel buio. Sono corti che partono dai 3’ fino ad arrivare ai 16’ , ai 23’. Questa è un po’ la fascia, per intenderci. Che problema pone il cortometraggio? Il fatto che è possibile pensare all’arte come un algoritmo creativo che riduce spazio, ma che aumenta il nostro bisogno di tempo. Questo è magico, misterioso. La stessa magia secondo cui è possibile scrivere una poesia come un sms sul telefonino. E’ possibile lavorare su un atto creativo con pochi mezzi. E quindi la nostra sfida è di fare del bello riducendo gli spazi. E’ una riduzione di taglio economico, ma anche antropologico. Cosa significa ridurre spazio? Significa concentrare lo sforzo sull’arte e far perdere una serie di derivati spesso inutili, frutto di raccomandazioni di amici degli amici arrivando all’essenziale, allo statuto artistico dell’evento. Questo mi sembra che sia quello che il Festival voglia. Questo è un Festival politico questo, prima ancora che artistico. Perché pone la domanda agli altri Festival: ma c’è bisogno di avere tutto quello che voi offrite? Concludo parlando di alcuni temi che sono collegati a Milano. Perché questo Festival doveva essere a Milano? Perché questo Festival doveva continuare fino al 2015. Perché alcuni temi, che già quest’anno vengono trattati, sulle condizioni climatiche, sullo spreco dell’acqua, sull’uso delle risorse sono esattamente i temi dell’Expo del 2015. Quindi creare una congiuntura favorevole a dei temi sull’agenda internazionale, perché anche il cinema, anche gli artisti, anche i filmmaker possono dare il loro contributo a cambiare questo mondo. E’ una cosa seria, è un impegno serio, vero. Ecco io credo che questi sono gli elementi su cui questo Festival può fare molto e chiudo ringraziando perché si parte con un film di un Paese così bello, che ha una storia così straordinaria (le conoscete le vicende dell’Iran?!), che ha fascino, estetica, simboli, cultura e non di un Paese rovinato, distrutto. Si prega di leggere questo film in chiave culturale, non politica. E’ un grande contributo ai diritti civili, alla democrazia e al livello artistico. Partire da questo tema significa partire anche dal fatto che questo è l’anno dei Paesi arabi a Milano. Quindi vogliamo ragionare davvero attraverso la cultura, per avere una migliore partecipazione e un maggiore pathos nella nostra vita”

    Giancarlo Zappoli: “Ringraziamo l’Assessore Finazzer Flory e ora passo la parola al rappresentante di un Paese che ci è stato vicino fin dalla prima edizione, al console generale del Regno dei Paesi Bassi”.

    Il console Johan Kramer: “Conosco il mio eroe, Rutger Hauer, da quando era bambino, da quando era giovane quando era già un idolo per tutta la comunità e quindi ora gli sembra una cosa incredibile di potersi sedere vicino a lui in questa occasione. Non sta a me intromettermi nelle problematiche del Festival e comunque ringrazio tutti coloro che l’hanno reso possibile... auguri per un buon Festival!”

    Giancarlo Zappoli: “Allora visto che noi siamo felici come il console di avere qui Rutger, la parola va al fondatore e Presidente di 'I’ve seen films', Rutger Hauer”

    Rutger Hauer: “Voglio escludere dal discorso tutto ciò che è già stato detto con parole più splendide dagli altri partecipanti, in particolare dall’Assessore. In questa città mi sento sempre come a casa mia. Milan l’è un gran Milan! Thank you Milan e voi milanesi! Benvenuti alla presentazione del Festival dei corti. La manifestazione 'I’ve seen film' si sta muovendo in direzioni entusiasmanti, mentre stiamo esplorando nuovi modi di osservare e guardare i film. I filmmakers di tutte le parti del mondo ci arrivano tramite internet. Selezioniamo le loro opere, le promoviamo e le esponiamo sul nostro sito. E’ un’idea semplicissima ed è un’energia fresca, nuova, perché si riescono a contattare milioni di persone e c’è un pubblico vero che dà la propria opinione. Questa settimana diventiamo reali dopo che la cosa era virtuale. E’ una cosa importantissima non per l’Italia, non per l’Olanda, non per la Turchia o qualunque altro Paese, è importante per tutti quelli che vogliono vedere e sapere. Dopo i tagli al budget e a quelli di tipo politico che hanno ucciso il Festival di Montecatini cinque anni fa, questa è diventata una nuova formula per fare un Festival e per questo noi condividiamo la nostra libertà ritrovata e ci piace tantissimo. I filmmakers si stanno cimentando in un periodo di cambiamento e i nostri stumenti si sono sviluppati e sono diventati più economici. Questo è un vero centro di talenti. I filmmakers degli anni passati stanno sviluppando altri lavori anche insieme, in studio fanno cose insieme. Una nota a margine: Noi qua siamo vecchi, però quelli che stanno arrivando sono giovani... Sono contentissimo ed onorato di lavorare con i colleghi come Roberto Faenza, Anton Corbijn, Miranda Richardson e gli altri. I loro occhi e il loro modo di pensare sono il nostro diamante, la nostra identità. Ci hanno dato il loro aiuto e capiscono l’importanza dei corti. Questa è un’affermazione generosa in un momento di grande caos internazionale. Microcinema Digital Network e l’Agenzia aerospaziale europea ci stanno aiutando tecnologicamente con degli esperimenti e quest’anno ad esempio lo slogan è 'the sky has no limits', un'affermazione riferita ai lungometraggi e non più ai cortometraggi, che significa che 'il cielo non ha limiti'. Ci saranno 12 lungometraggi e li vedremo sicuramente su internet e sono molto felice di questo perché non si vedranno da nessun'altra parte. Non posso ancora dire chi vincerà quest’anno ma posso già dire che sarà un grande cinema. Stiamo crescendo come identità, molto rapidamente e la nostra battaglia per ricevere supporto economico è sempre molto difficile. Abbiamo bisogno di più mani, più cuori e più palle. E spero che anche voi sentiate il bisogno delle stesse cose. Scusate se non sono così breve, ma lo faccio solo una volta all’anno e il più delle volte mi incasino da solo. Sono riconoscente agli amici partner che ci permettono di celebrare la serata di premiazione nel Palazzo Reale. Non posso non ringraziare come si deve tutti. Vi presento Pierpaolo DeFina che è il Direttore e la mente digitale del Festival”

    Pierpaolo DeFina: “Grazie Rutger, buon giorno a tutti, devo dire un sacco di cose, scusate se leggo ma se non lo faccio dimentico delle parti. Intanto come ha appena detto Rutger si apre oggi una manifestazione che in soli due anni di vita, anche se questo in effetti è il terzo, è riuscita a raggiungere la ribalta internazionale portando il nome della nostra città in molti angoli del mondo. Infatti quest’anno hanno risposto al bando di concorso più di 3500 autori con rispettivi film provenienti da più di 92 Nazioni. Molti di questi sono giovani filmmakers. Abbiamo ricevuto iscrizioni da tutt’Europa ma anche da Israele, Iran, Iraq appunto, Palestina, Siria, Russia, Stati Uniti, Brasile, Singapore. Il nostro sito ufficiale conta ormai un milione e mezzo di contatti provenienti da oltre 100 Nazioni. Ringrazio di nuovo per il supporto l’Assessore e quest’anno anche L’Assessore alla Cultura della Provincia di Milano, Umberto Novo Maerna che ci ha concesso un’altra location del Festival: lo spazio Oberdan, che si affianca alla struttura del Comune di Milano, lo Gnomo Milano cinema e al Centro Culturale francese che anche quest’anno ci ospita con film francesi o francofoni. Abbiamo inoltre come citava Rutger, la possibilità di fare la serata di Gala, di premiazione, che quest’anno non coincide con la serata finale del Festival, ed è venerdì 8 ottobre nella prestigiosa Sala delle otto colonne di Palazzo Reale. Questa cosa si collega anche alla sezione del Festival che è appunto dedicata all’arte e Palazzo Reale è a Milano il luogo deputato alle Mostre di arte. Il nostro Festival ha un’impronta del tutto innovativa anche grazie all’occhio di riguardo alle nuove tecnologie digitali ovvero le proiezioni in alta definizione. Questo già dal primo anno del Festival ovvero dal 2008. Grazie al know how dei nostri tecnici esperti il Festival riesce infatti a preparare i contenuti digitali idonei alla diffusione dei film via satellite. Per il secondo anno consecutivo il circuito Microcinema Digital Network ci permette di diffondere i nostri lavori in oltre 100 sale cinematografiche italiane. Per non menzionare anche alcune location estere. Microcinema è oggi in Italia la punta di diamante della distribuzione e diffusione di opere culturali nel circuito cinematografico, non solo digitale ma anche live all’interno delle sale. Tutti questi sono vantaggi importanti e non solo per la nostra manifestazione dato che costituiscono un ottimo veicolo di promozione per l’Italia e per l’immagine di Milano, della sua Provincia, della sua Regione. Sarebbe bello se Milano potesse diventare con Roma uno dei veri punti di riferimento del cinema, ma per conseguire questo risultato crediamo importante l’apporto sinergico di tutte le Istituzioni sul territorio del Nord Italia e quest’anno mi sembra che ci stiamo avvicinando a quest’obiettivo con un coinvolgimento a livello oraganizzativo della Provincia di Milano e un appoggio anche della Regione Lombardia. Continua ad appoggiarci anche il Presidente della Repubblica che ci ha inviato, oltre ad augurarci per il terzo anno consecutivo il successo della manifestazione, una bellissima medaglia che rappresenta l’Italia turrita che reca la sua firma che è un premio che verrà assegnato alla migliore opera cinematografica a tema sociale. L’autore vincitore di questa categoria riceverà inoltre un’opera dell’artista Dario Brevi che potete vedere alla mia sinistra. No, non Rutger. Colgo l’occasione per ringraziarlo personalmente per questa donazione. E’ un’opera che l’artista ha donato alla Rutger Hauer Starfish Association e che ha rappresenta il profilo di una donna sognante, lo vedete nell’incavo fra la base e la parte superiore, un ricciolo di capelli che si trasforma in un cielo stellato dove la terza delle tre stelle rappresenta il logo dela Rutger Hauer Starfish Association. Già dalla prima edizione siamo riusciti a portare nel nostro Paese, nella nostra città autori in concorso da tutto il mondo. Sono tutti autori e registi che hanno deciso di valorizzare la propria immagine scegliendo il Festival come vetrina. Le nostre capacità tecniche ci permettono di portare l’offerta tecnica di alto livello usando veramente limitatissime risorse finanziarie. L’ingresso alle proiezioni è completamente gratuito in tutte e quattro le location compreso Palazzo Reale, offrendo così la possibilità a tutti i tipi di pubblico di poter godere al meglio del cinema indipendente internazionale senza vedere intaccate le proprie disponibilità finanziarie. La cultura deve poter essere accessibile a tutti senza discriminazioni di sorta. Ci sono varie chicche nel nostro programma di quest’anno di cui vi parlerà più avanti il Condirettore artistico del Festival che è Giancarlo Zappoli. Vorrei però dare un benvenuto anche a Pasta Garofalo che, nell’ambito del progetto ‘Garofalo firma il cinema’, permetterà il primo cortometraggio diretto da Valeria Golino 'Armandino e il madre' e che distribuirà al pubblico alcuni prodotti Garofalo, cosa che ha già fatto oggi con il sacchetto della Conferenza Stampa in cui trovate già questo omaggio. Inoltre il cantautore Francesco Baccini festeggerà con noi il suo cinquantesimo compleanno, che è il 4 ottobre, oltre a festeggiare anche il ventesimo anniversario della sua carriera. Ci farà scoprire un altro atto della sua poeticità fantastica. Con Francesco offriremo al pubblico dei bei momenti di intrattenimento fra cultura-musica e cinema anche a Palazzo Reale. Ogni edizione di 'I’ve seen films' segue immediatamente l’edizione precedente. Infatti questa viene pensata ancora prima che quella in atto abbia termine. A fine ottobre avremo infatti il nuovo bando di concorso della quarta edizione del Festival. Concludo l’intervento ringraziando anche il nostro Mediapartner che provvederà durante le giornate del Festival, come l’anno scorso, a divulgare tramite i propri canali, tv, radio, internet, tutte le notizie più aggiornate e significative della nostra manifestazione. A questo punto lascio la parola all’altro Direttore Artistico, che è Giancarlo Zappoli”

    Giancarlo Zappoli: “Molte cose sono già state dette e che non sto a ripetere visto l’invito che ho fatto a tutti lo devo fare innanzitutto a me. 3.482 film arrivati da 98 Nazioni ne avremo in proiezione 239 nella sezione cortometraggi e 12 nella sezione lungometraggi da più di 70 Paesi. I luoghi sono già stati citati, li ricordiamo: lo Gnomo Milano Cinema, lo Spazio Oberdan, lo Centre Culturel Francais e il Palazzo Reale per la serata di chiusura. L’Assessore ha ricordato in apertura che iniziamo con dei corti iraniani che sono un po’ il fiore all’occhiello, il nostro biglietto da visita e cioè che lavoriamo su un cinema anche sommerso, un cinema che fa fatica a farsi vedere, ma che c’è, che è vivace ed è rappresentativo di una società e di altre società che sanno andare avanti, anche, nonostante. Abbiamo più di 100 prime tra italiane ed europee e abbiamo fatto una grande fatica, sono tantissimi 239 corti, a tagliare perché avevamo materiale per farne un altro di Festival, però evidentemente di dobbiamo contenere. Questo è interessante perché vuol dire che comunque questa vivacità culturale è trasversale e che ci porta ad un importante numero di premi, che sono: il Miglior Lungometraggio, il Migliore Lungometraggio documentario, il Miglior Cortometraggio, Miglior fiction, opera prima, documentario, sperimentale, animazione, videoclip, Miglior Attore, Migliore Attrice ed entra quest’anno su input dell’Assessore dell’anno scorso, Miglior Opera a tema arte e Miglior Opera a tema sociale. E in più, ricordiamo, ci sono i premi dell’internet contest perché questo Festival parte adesso in sala ma è già partito da tempo in rete. E anche lì c’è un premio alla migliore opera del concorso in internet assegnato dalla Giuria e un premio alla migliore opera del concorso in internet assegnato dal pubblico. Giuria che Rutger ha cominciato a presentare e a cui aggiungo gli altri nomi: Tak Kuroha, giapponese film maker esperto anche di videoclip, Bill Bristow, una colonna di questa manifestazione presente fin dall’inizio, regista non solo cinematografico ma anche teatrale, Flavia Costa, esperta di cinema che ha collaborato con diverse realtà cinematografiche, Grazyna Torbicka, direttrice di un Festival in Polonia e Cesare Vergati, che è responsabile cinema del Centro culturale francese. Hanno lavorato tanto, il verdetto c’è già ma non ve lo possiamo dire. Quest’anno appunto salto in lungo: ci siamo mossi anche sui lungometraggi, ma perché? Perché anche gli altri due anni quando non avevamo dichiarato che questo non era un Festival di lunghi, ne arrivavano e a questo punto, visto che la qualità c’era, ci siamo aperti anche a questo tipo di realtà. Noi apriamo stasera con un documentario che lavora su una realtà in parte nascosta che è quel luogo idealizzato che è la Scandinavia. Ci hanno pensato i gialli a ricordarci che la Svezia non è solo un luogo di perfezione e di dinamiche sociali inalterate e perfette nel tempo. Bene, questo film parla anche di quello. Se guardate al programma vi accorgete che abbiamo fatto una sorta di leggenda delle tematiche che i vari corti vanno ad affrontare. Sono tantissime, sono interessanti. Ne cito una per i cinefili perché non resisto. C’è un corto che risponde alla domanda che forse non vi sarete mai fatti: chi era che fischiava negli spaghetti-western di Sergio Leone? Un documentario spagnolo il fischiatore degli spaghetti-western con Clint Eastwood di Sergio Leone racconta di sé. Lo vedrete l’ultimo giorno, quindi chi vuole togliersi la curiosità può venire a vederlo”.

    Rutger Hauer: “E’ vero che avete bisogno di soldi, ma i soldi non sono tutto. Ci vuole la gente e l’arte e ce n’è tanta!”

    Luca De Gasperini per 'Microcinema Digital Network': “Microcinema è un’azienda che offre tecnologie e servizi alle sale cinematografiche italiane. Noi inviamo e connettiamo via satellite 170 esercizi cinematografici italiani e per il secondo anno abbiamo il piacere di inviare via satellite alle sale che fanno parte del nostro Digital network i cortometraggi in concorso di 'I’ve seen films'. Due parole sull’esperienza dell’anno scorso. Le sale hanno programmato molto i corti in testa alle normali proiezioni cinematografiche. In molti casi il pubblico ha apprezzato. Noi quest’anno abbiamo cominciato già ad agosto a ricevere richieste da parte degli esercenti che collaborano con noi per i nuovi cortometraggi e quindi siamo contenti di poter partire adesso. Anche quest’anno in collaborazione con Esa inviamo via satellite i cortometraggi anche in alcune sale africane e questo è un elemento interessante. La nostra concezione del Digitale è quella dell’apertura per i contenuti verso il pubblico e di apertura verso le sale locali di paese, le sale parrocchiali che grazie al digitale possono ampliare la propria programmazione e acquistare competitività, quindi rimanere aperte. Noi crediamo molto nel digitale che è la chiave per un’apertura e una visibilità a realtà importanti. Da un lato riguardano le produzioni, quindi cortometraggi d’autore, dall’altro sale con una loro storia in grado d’accogliere questi contenuti. Per sapere in quali sale Microcinema Digital Network proietterà i cortometraggi di 'I’ve seen films', venite sul nostro sito e vi troverete tutte le informazioni”.

    Giancarlo Zappoli: “Sei tu in rappresentanza? Ok allora del Centre Culturel Francais di Milano, Cesare Vergati, il responsabile cinema”

    Cesare Vergati: “Anche perché qua non ce n’è altri… Buongiorno a tutti. Il direttore vi invia grandissimi saluti. In genere si dice così, ma questa volta è la verità perché ha avuto un impegno importantissimo e quindi ha inviato me, responsabile del cinema, dato che l’oggetto del nostro incontro è il cinema, credo che possa ben rappresentarlo. Quest’anno il direttore è anche direttore di questo gruppo dei Centri culturali stranieri in Italia e quindi in qualità di direttore saluta anche tutti gli altri Centri e sarà responsabile , si impegnerà a sviluppare le varie dinamiche culturali tra i vari Centri. Il Centro è al suo secondo anno di collaborazione e ha un’attività cinematografica estremamente impegnativa: ci sono oltre 80 film all’anno. Avremo tre incontri al Centro e questa sera avremo già una serie di corti che proietteremo a partire dalle ore 20 e sabato Hauer verrà al Centro per un incontro con noi e con il pubblico e sarà anche disponibile per firmare eventualmente autografi per chi lo desidera su fotografia e altro materiale. Ci sarà anche un premio di cui ci occuperemo noi e soprattutto vorrei ricordare che da noi ci sarà anche la proiezione di un lungometraggio, sabato per l’appunto. Inoltre vorrei dire che i cortometraggi sono opere d’arte. In Francia questo concetto per loro fortuna molto sviluppato e ha portato molti registi anche poi ad avere l’occasione di diventare anche registi di lungometraggi. Occorre dire che se è possibile un’analogia i cortometraggi sono come i racconti rispetto al romanzo. Vi faccio tre nomi Edgar Allan Poe, Maupassant, che sono tre grandi autori di racconti. Quindi il mio invito è quello di considerare e sviluppare il concetto del cortometraggio come opera d’arte perché in Italia abbiamo qualche difficoltà ad intenderlo. In realtà vorremmo promuoverlo e questa è l’occasione per sottolinearlo e per eventualmente dare un’ulteriore possibilità di sviluppo del concetto. Grazie a tutti, buona visione e a presto!”

    Emilio Massi: “Abbiamo scelto consapevolmente il cortometraggio perché siamo molto d’accordo sull’idea che sia un’opera difficile da fare perché è difficile racchiudere in un inizio e una fine breve una storia. Noi abbiamo iniziato con questa iniziativa e siamo stati orgogliosi in quanto grandissime aziende ci hanno seguito in questa strada di investire nel cinema, quindi facendo cortometraggi. Abbiamo fatto il terzo cortometraggio quest’anno, un’opera prima di Valeria Golino che si è cimentata nella regia, e tra l’altro è curioso vedere che nel cortometraggio e nel titolo c’è arte perché 'il Madre' è il museo d’arte contemporanea di Napoli, un museo meraviglioso. Quindi ringrazio ancora per la presenza che ci avete concesso”.

    Giancarlo Zappoli: “E ora invito Alessandro Caccamo, Direttore Marketing di 20th Century Fox”

    Alessandro Caccamo: “Buon giorno a tutti, sono il Direttore Marketing di 20th Century Fox Home Entertainment e sosteniamo questo Festival dall’inizio. Mi sembra ieri quando tre anni fa ci siamo incontrati e siamo rimasti molto colpiti dall’idea che c’era dietro a questo Festival: la possibilità che tutti potessero partecipare, internet… per cui c’erano dei valori dietro che noi volevamo assolutamente sostenere. Questo Festival ora è cresciuto per cui ringrazio l’organizzazione, ringrazio Rutger Hauer e chiudo con una nota personale: anche io ero ragazzino quando Rutger Hauer ci raccontava di 'aver visto cose' e posso garantire che era anche l’eroe di moltissimi italiani e non solo olandesi. Quindi siamo molto contenti dal punto di vista professionale, ma se penso dal punto di vista personale che è il terzo anno consecutivo che sto accanto a questo signore, mi tremano le gambe. Grazie a Rutger Hauer, grazie a tutti!”

    Rutger ha visto tutti i 239 corti?

    Rutger Hauer: “No. Li vedrò in un’altra vita. Ho visto gli ultimi 250”

    Come la sposa di Kill Bill che lavorava nel negozio di musica, ascoltava musica, parlava solo di musica, lei tutta la vita ha vissuto nel cinema, ha fatto cinema e ha pensato al cinema, quando è uscito dalla dimensione più narcisistica del divo e ha capito che poteva impegnarsi perché il cinema diventasse qualcosa di più?

    Rutger Hauer: “C’è stato un momento, 15 anni fa, quando ho pensato di fare qualcosa di più. La condivisione è la cosa migliore con cui iniziare i progetti con l’Aids e con il cinema. E’ stato comunque il mio cuore a spingermi, non c’è stato nessun avvenimento esterno”.

    (*) Le foto sono a cura di CARLA BERGAMINI.


     
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