RECENSIONE - Dalla Berlinale 2025 - Special Gala - Dal 6 Marzo - Un ritorno alla fantascienza speculativa per Bong Joon-ho, che è diventato stratosferico con la sua satira psicologica vincitrice dell'Oscar Parasite
(Mickey 17; Usa, Regno Unito 2024; Dramma Sci-Fi; 139'; Produz.: Kate Street Picture Company, Offscreen, Plan B Entertainment, Warner Bros.; Distribuz.: Warner Bros. Italia)
Cast: Robert Pattinson (Mickey Barnes) Naomi Ackie (Nasha Adjaya) Steven Yeun (Berto) Toni Collette (Gwen Johansen) Mark Ruffalo (Hieronymous Marshall) Anamaria Vartolomei (Kai Katz) Thomas Turgoose (soldato bazooka) Daniel Henshall (Preston) Steve Park (Agente Zeke) Chelsea Li (Detective) Spike White (Presidente di Commissione) Liam Edwards (Ufficiale di polizia) Stuart Whelan (Detective) Holliday Grainger (Red Hair)
Robert Pattinson veste i panni di un dipendente sacrificabile di una spedizione umana, inviata a colonizzare il mondo di ghiaccio di Nifheim. Una volta giunto, l'uomo si rifiuta di lasciare il suo posto al suo clone sostitutivo, identico in ogni aspetto all'originale, perfino nella memoria e nei ricordi.
Storyline:
To stop his substitute clone Mickey8 from supplanting him, Mickey7, an expendable robot, is dispatched to an icy planet to settle it.
A return to speculative sci-fi fantasy for Bong Joon-ho, who went stratospheric with his Oscar-winning psychological satire Parasite. Adapted from the novel Mickey7 by Edward Ashton, this stars Robert Pattinson as an "expendable" - a disposable crew member on a space mission, selected for dangerous tasks because he can be renewed if his body dies, with his memories largely intact. With one regeneration, though, things go very wrong.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Eppure i temi non sono necessariamente inediti! Con Mickey 17 Bong Joon-ho non solo torna al suo vecchio amore per la fantascienza - già esplorato con Snowpiercer e Okja - ma si imbarca in una rivisitazione futuribile del ‘replicante’: Blade Runner docet. Replicante qui chiamato ‘multiplo’, in quanto replicante di una stessa unità , per ribadire il concetto di ‘sacrificabile’, inaugurando, d’altra parte, un’assoluta novità : la ‘stampante umana’. Insomma, il povero Mickey - un Robert Pattinson qui nel suo ruolo migliore! - dovrà morire un sacco di volte, ben consapevole della faccenda, così come tornare ogni volta in vita in una nuova versione, ‘numerata’, in progress. Il film inizia per l’appunto con la versione n. 17 di se stesso, in coda ad una rovinosa caduta in una spelonca innevata, così come racconta in prima persona, in voice over. Il primo focale episodio di un’incredibile vicenda: a cominciare dalla motivazione per cui
Mickey/Pattinson si è imbarcato in questa ‘gita fuori porta’, dal pianeta Terra fino all’approdo presso una meta aliena in tutti i sensi, ma, soprattutto esentasse, ossia, fuori dal raggio d’azione di fisco e debitori.
Quel che si dice, l’isola di fortuna dei falliti, compresi i folli criminali che promuovono tale missione spaziale: a onorare l’ingrato ruolo dei villain di turno è la coppia del politico che non ha sfondato alle elezioni, con la cinica e feroce consorte: rispettivamente il Hieronymous Marshall di Mark Ruffalo e la Gwen Johansen di Toni Collette. Un esemplare prototipo di tecno politico epurato da scrupoli etici, accoppiato con una istigatrice, pari complice nella manipolazione, e con la fissa di trovare nuovi ingredienti da usare in cucina, per le sue macabre salse sperimentali. Con loro è di scena la manipolazione fatta persona, l’inganno in nome della proliferazione di una specie umana superiore. Ogni riferimento al passato
Ma a scardinare il pericolo della banalità a cavalcioni della storiella fantastica di turno, concorre un umorismo serpeggiante ovunque, iniettato in una tragedia già raccontata, in altro modo, dalla Storia di un tragico passato ben noto a chiunque. Così, persino l’elemento fantastico che non manca di certo, alimenta tutto ciò che serve per screditare e gettare nel ridicolo la follia fatta carne senz’anima, mentre si rivendica giustizia per i crimini commessi: in tal senso giocano un ruolo determinante i cosiddetti ‘striscianti’, specie aliena locale che sembra tratta dai vermi della sabbia di Dune, ma che, al contrario di loro, mostrano un’intelligenza e, persino una morale, in grado di scartavetrare il truce opportunismo di certa umana specie.
al Mickey n. 1, ma il Mickey di qualsivoglia versione, scoprirà a sue spese, che la paura di morire non scompare mai, neppure quando sai per certo di tornare, in qualche modo, in vita. Per questo non può esserci risposta esaustiva alla domanda “Che cosa si prova a morire e ad essere ristampati?.â€
Alla fine, ovviamente, il protagonista siglerà il suo racconto come Mickey Barnes, l’unica e irripetibile persona che va ad azzerare ogni precedente ‘versione’: un generoso regalo del n. 18, mentre il 17 contribuisce ad eliminare la stampante umana per sempre. Debellati gli insopportabili villain anche con il supporto degli ‘striscianti’, una nuova era di pace si profila all’orizzonte, temporanea nella realtà , ma presumibilmente duratura almeno nel film. Così Mickey 17 diventa il nostro premio di consolazione in mezzo alla miriade di storture reali con cui tocca invece convivere.