MOSSE VINCENTI: PAUL GIAMATTI AVVOCATO SCALCINATO E ALLENATORE DI WRESTLING DI UNA SQUADRA LICEALE PER IL REGISTA DE 'L'OSPITE INATTESO' THOMAS MCCARTHY
I âRECUPERATIâ di âCelluloidPortraitsâ - RECENSIONE - Dal 29. Torino Film Festival (25 Novembre-3 Dicembre 2011) - 'Torino 29' e dal Sundance Film Festival - Dal 9 DICEMBRE
"'Whatever the fuck it takesâŚ' ovvero 'qualunque c***o di cosa occorra fare'. Eâ stata proprio quella battuta a farci avere negli USA il divieto ai minori. Ă una cosa bizzarra. Questo film è cosĂŹ semplice, ma basta una parolaccia e viene esclusa parte del pubblico. Si può dire soltanto un âfuckâ, al secondo arriva il divieto âRâ. La cosa interessante è che tutti i personaggi del mio film applicano questo motto alla loro vita. Ognuno di loro, alla fine, fa tutto ciò che occorre per andare avanti (il wrestling) Lo praticavo quando ero giovane. Ă uno sport cosĂŹ forte, ma al cinema non lo vediamo tanto spesso. Siamo riusciti a essere credibili grazie al nostro giovane protagonista, Alex Shaffer, che lo ha praticato professionalmente"
Il regista Tom McCarthy
(Win Win; USA 2010; Commedia; 106'; Produz.: Everest Entertainment/Fox Searchlight Pictures/Groundswell Productions/Next Wednesday Productions; Distribuz.: 20th Century Fox)
Cast: Paul Giamatti (Mike Flaherty) Amy Ryan (Jackie Flaherty) Bobby Cannavale (Terry Delfino) Alex Shaffer (Kyle) Burt Young (Leo Poplar) Jeffrey Tambor (Stephen Vigman) Melanie Lynskey (Cindy) Margo Martindale (Eleanor) David W. Thompson (Stemler) Mike Diliello (Jimmy Reed) Nina Arianda (Shelly) Marcia Haufrecht (Gina Flaherty) Sharon Wilkins (Judge Lee) Clare Foley (Abby) Penelope Kindred (Stella)
Musica: Lyle Workman
Costumi: Melissa Toth
Scenografia: John Paino
Fotografia: Oliver Bokelberg
Montaggio: Tom McArdle
Makeup: Joelle Troisi
Casting: Kerry Barden e Paul Schnee
Scheda film aggiornata al:
08 Dicembre 2021
Sinossi:
In breve:
Mike Flaherty (Paul Giamatti) è uno scalcinato avvocato che trova la sua realizzazione lavorando anche come allenatore della squadra di wrestling di un liceo newyorchese. Mike viene nominato tutore legale di un suo anziano cliente, ma quando la nipote di quest'ultimo, fuggita da casa, si rifugia dal nonno, la sua vita e quella dei ragazzi che allena subiranno delle brusche modificazioni.
SHORT SYNOPSIS:
Disheartened attorney Mike Flaherty (Giamatti), who moonlights as a high school wrestling coach, stumbles across a star athlete through some questionable business dealings while trying to support his family. Just as it looks like he will get a double payday, the boy's mother shows up fresh from rehab and flat broke, threatening to derail everything.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
âWhatever the fuck it takesâŚâ ovvero, âqualunque c***o di cosa occorra fareâ. Ecco le âmosseâ da mettere in campo per âvincereâ
Win Win o Mosse vincenti che dir si voglia, in entrambi i titoli si mira al solito messaggio: vincere! In ogni modo e con ogni mossa possibile, vincere e basta! La motivazione è tutto, si sa, per ogni tipo di combattimento, sportivo o nella vita di tutti i giorni, in ogni famiglia e per ogni individuo. Ora, se a divulgare questo genere di messaggio câè un regista e sceneggiatore come Tom McCarthy (Il caso Spotlight, La ragazza di Stillwater) beh, possiamo dire di essere a cavallo. Per questo Win win (Mosse vincenti) è un film deliziosamente piacevole e oltremodo divertente. Lâumorismo è pronto ad investirci come una brezza marina ad ogni angolo e tutto il cast è assolutamente complice nellâoperazione. Il modo vincente, per lâappunto, di parlare di problemi seri
e raggiungerne il cuore.
Il primo ad entrare in scena è il padre di famiglia Mike Flaherty di Paul Giamatti: ritratto di spalle nel bel mezzo di una sessione di jogging, lo riconosciamo subito, giacchĂŠ, sfiatato, si volta con unâespressione di disappunto. A casa, la prima a pronunciare quel che si profila come una sorta di mantra in famiglia - âFuckâ (merda) - è la piccola Abby (Clare Foley), quando si sveglia perchĂŠ è caduta una decorazione che si è rotta. Poco dopo si assiste alla seguente conversazione con la madre (la Jackie di Amy Ryan), ancora a letto:
âDovâè papĂ ?â
âSta correndoâ
âDa cosa scappa?â
Beh, sono questi i toni spumeggianti della sceneggiatura che supporta tutto il film, mentre succedono cose che non si direbbe possano accadere ad ogni angolo di strada: non almeno se non si ha un cuore grande e non se lâonestĂ non è al primo posto. PerchĂŠ, al di
lĂ di quel che possa sembrare, lâavvocato scalcinato e in bolletta Mike/Giamatti, allenatore di wrestling per diletto (di una squadra giovanile piĂš scalcinata dellâufficio), il cuore grande ce lâha davvero. E questo per quanto, allâinizio, la sua generositĂ possa apparire alquanto interessata: vedi il caso dellâanziano Leo (Burt Young) che il giudice voleva affidare ai servizi sociali. Anziano di cui diventa il tutore ma che non lascia a casa propria, per collocarlo in una casa di riposo ed acquisire la sua retta mensile. Un aiuto alla sua famiglia poco lecito ma per Mike/Giamatti funzionale a sbarcare il lunario. Le cose si complicano però quando si incontra con Kyle (Alex Shaffer), il nipote dellâanziano di cui è tutore. Eâ da qui che si apre una nuova finestra familiare con un orizzonte inaspettato: un ragazzo venuto dallâOhio in New Jersey, giĂ campione sportivo in combattimento, ma sul momento sbandato tanto quanto la
madre tossica (la Cindy di Melanie Lynskey) in riabilitazione, che comparirĂ piĂš tardi sulla scena, con tanto di avvocato al seguito (la Eleanor di Margo Martindale).
Insomma, le cose si risolveranno nel migliore dei modi per tutti, anche se un prezzo da pagare câè sempre. Resta comunque lâimpronta di quel cuore grande che, al di lĂ degli inequivocabili errori, lascia il segno anche e soprattutto, in quel giovane sbandato di cui diventa il padre che non ha avuto. Ragazzo che, dâaltro canto, grazie a lui è tornato sui banchi del liceo cosĂŹ come a combattere, e che, a sua volta, è in grado di risollevargli la squadra e guadagnare un nuovo amico, rinvigorito al di sopra delle proprie insicurezze. Quel che si dice, una bella storia, con un finale agrodolce figlio delle conseguenze che ogni impudenza comporta. Ma se vogliamo che la veritĂ e lâonestĂ alla fine vincano sempre, a
qualcosa bisogna pur rinunciare. Magari si guadagna qualcosâaltro, e non è detto che sia peggiore.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)