RECENSIONE in ANTEPRIMA - Dal 14 Dicembre - Dalla 79. Mostra del Cinema di Venezia - Il film, con First Reformed e Il collezionista di carte va a completare una trilogia sulla redenzione dei protagonisti.
Soggetto: Master Gardener va a completare un trilogia di film, con First Reformed e Il collezionista di carte, che fanno propria la tematica della redenzione come esigenza portante dei personaggi primari.
Cast: Joel Edgerton (Narvel Roth) Sigourney Weaver (Norma Haverhill) Quintessa Swindell (Maya) Esai Morales (Agente Oscar Neruda) Eduardo Losan (Xavier) Victoria Hill (Isobel) Amy Le (Janine) Erika Ashley (Maggie) Jared Bankens (R.G.) Matt Mercurio (Sissy) Rick Cosnett (Agente Stephen Collins) Samuel Ali (Giardiniere)
Makeup: Ashley Kent (direttrice makeup); Myeisha Wade (direttrice acconciature)
Casting: Matthew Morgan
Scheda film aggiornata al:
04 Gennaio 2024
Sinossi:
In breve:
Al centro le vicende di Narvel Rot, un orticoltore della storica dimora di Gracewood Gardens che, spinto dalla padrona della tenuta, dovrà assumere e formare la giovane nipote della donna, una ragazza dei quartieri poveri.
E' dunque la storia di Narvel Roth (Joel Edgerton), un meticoloso orticoltore che cura i giardini e i terreni della magnifica e storica tenuta di Gracewood Gardens. Oltre a occuparsi degli esterni della proprietà , l'uomo cerca anche di assecondare sempre i bisogni della sua datrice di lavoro, la signora Norma Haverhill (Sigourney Weaver), una ricca vedova. Quando quest'ultima gli chiede di prendere la sua ribelle nipote Maya (Quintessa Swindell) come nuova apprendista, la tranquilla e mite esistenza di Narvel precipita nel caos, portando a galla oscuri segreti provenienti da un passato che sembrava sepolto per sempre...
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Arriverà mai al cinema? (*). Per adesso è passato fuori Concorso alla 79. Mostra del Cinema di Venezia, ed è cronaca il fatto che questo Master Gardener vada a completare una trilogia sulla redenzione dei protagonisti, con First Reformed (2027) e Il collezionista di carte (2021). Trilogia a firma del premiato con il Leone d’Oro alla Carriera Paul Schrader (American Gigolò, The Walker,The Canyons, Il nemico invisibile, Cane mangia cane). Ma se è indiscutibile il tratto autoriale di gran parte dei suoi film, in merito alla trilogia in questione, è ancor più certo che la redenzione di questi protagonisti, in storie ovviamente ben diverse l’una dall’altra, non passa al setaccio della moralità , o almeno sembra non curarsene troppo. Basta voltar pagina insomma, non importa come. Ed è ovviamente opinione personale che in questo trittico ideologico-redentivo la spunti il First Reformed con Ethan Hawke e Amanda Seyfried, più costruttivo e
Tocco d’autore che è palpabile già in apertura sui titoli di testa: dal fondo nero, mentre affiorano sulla sinistra interpreti e firme a vario titolo coinvolte nella produzione, sulla destra prendono vita dei corti animati di floricoltura, laddove sbocciano fiori di varia natura. E subito si fa largo la voce fuori campo maschile del protagonista che declama quel che va scrivendo da tempo e con regolarità in un diario personale. Un tipo riservato e dedito ad un giardino elettivo, una sorta di parco, che abbraccia una villa storica altrettanto elettiva,
la storica dimora di Gracewood Gardens. Elettiva quasi quanto la padrona snob che la abita: la signora Norma Havervhill di Sigourney Weaver, di cui avremmo voluto sapere di più, conoscere meglio quelle zone d’ombra del suo passato cui si accenna soltanto. Invece, il suo cameo si espande quanto basta a delineare un personaggio arrogante, insidioso e puntiglioso, pronto a prendersi quel che ha deciso che le spetta di diritto, con tutta l’amarezza di fondo che trasuda, a dispetto dell’ostentata fierezza. Un personaggio il suo che sfuma i suoi contorni per copione fino a scomparire, a tutto vantaggio del primo protagonista: il capo mastro giardiniere appunto, il Narvel Roth di Joel Edgerton, in un’interpretazione abbastanza piatta ed asfittica, ben poco interessante, se non fosse per quelle schegge di background che affiorano negli incubi notturni o in qualche flashback, distillati in gocce qua e là , mentre dominano le sue riflessioni nella dilagante
voce fuori campo. Una persona quieta che è stata il suo opposto, come tradisce anche la sconcertante mappa di un corpo integralmente tatuato, non certo con messaggi di pace. La sceneggiatura lega in modo sofisticato certi tratti di alcuni fiori, con caratteri e sfumature umane, nell’intenzione di dare un senso più profondo alla scoperta del personaggio stesso.
A scompaginare la dimensione emergente di questo orticoltore, che scopriremo essere lì secondo un piano di espiazione di colpe pregresse, è lo sconfinamento - a comando - nel letto della signora Norma/Weaver ma, soprattutto, l’arrivo, sempre per volontà della stessa, di una pronipote di sangue misto poco più che ventenne, rimasta orfana. Realtà che lascia trapelare il conflittuale rapporto condotto dalla prozia con la figlia, madre della ragazza. Le intenzioni della signora Norma/Weaver sono quelle di insegnare alla giovane Maya (Quintessa Swindell), vista solo anni prima, i rudimenti basilari del giardinaggio, in collaborazione
malgrado, viene da trovarci in sintonia con la visione della ben poco simpatica signora Norma/Weaver quando in merito al loro rapporto - più in linea con un impulso del momento che come una relazione sostanziale a lungo termine - lo considera, “osceno!â€. Come darle torto?!
(*) Beh, adesso possiamo dire di si (9 Dicembre 2023).