31 OTTOBRE 1993, FEDERICO FELLINI E' MORTO. 'VIVA FELLINI!'
31/10/2013
- (AGI) - Roma, 31 ottobre - Il 31 ottobre 1993, pochi mesi dopo aver ricevuto a Los Angeles dalle mani di SOFIA LOREN e MARCELLO MASTROIANNI l'Oscar alla carriera, moriva al Policlinico Umberto I di Roma FEDERICO FELLINI, uno dei piu' grandi cineasti di tutti i tempi.
In America FELLINI ha ricevuto la statuetta in una cerimonia commovente (ancor di piu' pensando che e' stata l'ultima per lui) in cui con uno stentato inglese ha ringraziato e poi, rivolgendosi alla moglie in lacrime, le ha detto: "Giulietta, please don't cry". FELLINI ha attraversato segnando in maniera indelebile quarant'anni di storia del cinema, realizzando pellicole in cui ha tradotto in immagini, le sue visioni rivelandosi un maestro assoluto nel dare corpo alla passione dei sogni che invadono lo schermo cinematografico, dove i confini dell'immaginazione vanno a coincidere con quelli della realta' senza tuttavia mai essere condizionati da questa.
E' stato premiato con cinque premi Oscar: nel 1957 per 'La strada' (1954), nel 1958 per 'Le notti di Cabiria' (1957), nel 1964 per '8 1/2' (1963), nel 1976 per 'Amarcord' (1973) e nel 1993 con l'Oscar alla carriera.
VIDEO: "GIULIETTA, PLEASE DON'T CRY", FELLINI RICEVE L'OSCAR ALLA CARRIERA
Dapprima giornalista e disegnatore umoristico, poi sceneggiatore - celebri le collaborazioni con Roberto Rossellini in 'Roma citta' aperta' (1945) e 'Paisa'' (1946) - e alla fine l'esordio alla regia nel 1950 dirigendo, in collaborazione con Alberto Lattuada, un episodio 'Luci del varieta''. Con 'Lo sceicco bianco' (1952), 'I vitelloni' (1953) e soprattutto 'La strada' (1954) e 'Il bidone' (1955) arrivo l'ampio successo internazionale. Successo confermato con i film successivi, che gli diedero lo 'status' di Maestro: 'Le notti di Cabiria' (1957), 'La dolce vita' (1959), '8 e 1/2' (1963), 'Giulietta degli spiriti' (1965), 'Fellini Satyricon' (1969), 'I clowns' (1970), 'Roma' (1972) e 'Amarcord' (1973), forse l'apogeo dell'autobiografismo felliniano, della sua memoria favolosa e rivelatrice. Con le opere successive - 'Il Casanova di Federico Fellini' (1976), 'Prova d'orchestra' (1979), 'La citta' delle donne' (1979), 'E la nave va' (1983), 'Ginger e Fred' (1986', 'Intervista' (1987) - le allegorie del presente si fanno piu' angosciate e si accentua la tendenza all'onirico, non senza un certo manierismo. Di certo il suo ultimo film, 'La voce della luna' del 1990, prodotto e poi rinnegato da Vittorio Cecchi Gori (che accuso' Fellini di avergli fatto perdere 11 miliardi di lire), e' un vero e proprio testamento artistico e culturale, in cui Fellini da' prova di preveggenza tipica dei grandi artisti descrivendo un mondo in cui la pubblicita' e lo spettacolo diventano elemento inscindibile dalla realta', fino a determinarla e segnarla come un metronomo.
LA REDAZIONE
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