'Questa notte è ancora nostra' - INTERVISTA a NICOLAS VAPORIDIS (A cura dell’inviata CATERINA D’AMBROSIO)
15/03/2008 -
ROMA, Cinema Adriano, 14 Marzo 2008 - QUESTA NOTTE E’ ANCORA NOSTRA di PAOLO GENOVESE E LUCA MINIERO - INTERVISTA a NICOLAS VAPORIDIS - (A cura dell’inviata CATERINA D’AMBROSIO)
Dopo il noir Cemento Armato troni a fare commedia e questa volta nei panni del leader di una rock band….
“Io amo molto la commedia. E’ una cosa che a noi italiani riesce molto bene e, francamente, non capisco tutto lo snobismo sul tipo di lavoro che facciamo. Se ci pensate la commedia ha dato i natali a grandi attori: Sordi, Mastroianni e Totò sono passati da questo genere e hanno
fatto anche film diversi e drammatici più avanti negli anni: penso a Un borghese piccolo piccolo, ad esempio. La commedia, inoltre, riesce a raccontare con leggerezza anche spaccati di vita sociale, come in questo caso l’integrazione fra due etnie molto diverse tra loro. Noi abbiamo raccontato Roma, una città che non è solo dei romani ma è soprattutto di chi ci vive”.
La critica che ti si oppone spesso è che fai film per adolescenti…
“Sì, mi dicono che faccio film per 25enni. Ma è la mia età! Non sarei assolutamente credibile nei panni di un padre di famiglia. Vorrei continuare a fare commedia, fin quando mi consentono di farlo. Ciò non toglie che vorrei fare anche cose diverse, recitare ad esempio con Sorrentino. Chissà…”.
Il riferimento ai Blues Brothers è chiaro. Come mai i siete ispirati proprio a loro?
“Non è stato casuale ovviamente. Abbiamo pensato molto ai Blues Brothers, soprattutto per la fisicità, mia e di Massimiliano Bruno. Poi è evidente che non è possibile fare un paragone. Il nostro è un riferimento puramente estetico. Il nostro è un film che parla di due cialtroni che tentano di sfondare nel mondo della musica, ed è senza dubbio più corale rispetto ai Blues Brothers”.
Che rapporto hai con la musica?
“Non potrei vivere senza. Mi alzo la mattina ascoltando la musica. Per strada cammino e ho l’I-Pod, in macchina ascolto sempre qualcosa. Non riuscirei a farne a meno”.
Che tipo di musica ascolti?
“Tutta. Non ho pregiudizi di sorta. Ovviamente ho delle preferenze. Adoro il rock: dai Rem ai Radiohead, ma mi capita anche di ascoltare Bocelli, perché no? La musica, la buona musica, mi piace tutta”.
Come è stato avere Daniele Silvestri per maestro?
“Nel film vesto i panni di un cantante ma vi assicuro che non è stato facile. Se sono riuscito a cantare è solo grazie a Daniele che si è dimostrato paziente e generoso ma ci ho messo almeno un paio di giorni solo per trovare la giusta direzione e amalgamarmi con i musicisti. Non è facile ma mi sono divertito anche se credo che non vestirò una seconda volta i panni di Dan Aykroyd”.
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