RECENSIONE by Vittoria Scarpa ("Cineuropa") - Dal 22 SETTEMBRE - Dopo Gli equilibristi e I nostri ragazzi, Ivano De Matteo torna alla regia con una storia dâamore e di amicizia, di speranza e cambiamento, un racconto emozionante sullâItalia di oggi con due protagoniste straordinarie: Margherita Buy e Valeria Golino
"'La vita possibile' è un film sulla speranza, sulla forza delle donne, sulla capacitĂ di nascere e rinascere ancora. Anna e suo figlio Valerio scappano da un uomo che ha demolito lâamore con le sue mani, che ha reso suo figlio un ragazzo chiuso, fragile, pieno di risentimento. Anna sarebbe potuta finire tra le colonne di un giornale, una notizia tra le notizie, il corpo spezzato di una donna che va ad aggiungersi alle centinaia di corpi di donne che ogni anno cadono nelle nostre case, nelle nostre strade. Vittime dellâinganno di sentimenti malati. Ma Anna non sarĂ lĂŹ. La 'vita possibileâ esiste, la via dâuscita câè. Ribellarsi è non solo necessario ma anche doveroso. La possibilità è quella di trovare una folle e dolce amica che ti aiuta, una casa anche se piccola che ti accoglie, un lavoro seppur duro che ti sostiene. Un futuro. Magari ancora amore. Anna e Valerio lo sanno, sono convinti di poter tornare a vivere e lo vogliono con tutte le forze".
Il regista e co-sceneggiatore Ivano De Matteo
(La vita possibile; ITALIA/FRANCIA 2016; Drammatico; 100'; Produz.: Rodeo Drive/Barbary Films con RAI Cinema; Distribuz.: Teodora Film)
In fuga da un marito violento, Anna (Margherita Buy) e il figlio Valerio (Andrea Pittorino) sono accolti a Torino in casa di Carla (Valeria Golino), attrice di teatro e amica di Anna di vecchia data. I due cercano di adattarsi alla nuova vita tra tante difficoltĂ e incomprensioni, ma lâaiuto di Carla e quello inaspettato di Mathieu (Bruno Todeschini), un ristoratore francese che vive nel quartiere, gli faranno trovare la forza per ricominciare.
Commento critico (a cura di Vittoria Scarpa, Cineuropa)
La vita possibile: rinascere dopo la violenza - Ivano De Matteo torna a raccontare una famiglia in difficoltĂ nel suo nuovo film, ma vira stavolta sui sentimenti e la speranza. Una coproduzione italo-francese con interpreti Margherita Buy e Valeria Golino
Una via dâuscita câè, per chi subisce violenza, prima di veder distrutta la propria vita o finire sulle pagine di cronaca. Eâ quella che prova a raccontarci Ivano De Matteo in La vita possibile, suo quarto lungometraggio per il cinema, dove torna a parlare di famiglie in difficoltĂ , un tema molto caro al regista romano. Ma se nei suoi film precedenti, in particolare Gli equilibristi (in concorso in Orizzonti a Venezia 69) e I nostri ragazzi (Giornate degli Autori, Venezia 71), una famiglia apparentemente felice cadeva in pezzi, qui accade il contrario: si parte dalla distruzione per poi ricostruire, da una donna in fuga da un marito violento che cerca di
rifarsi una vita, in unâaltra cittĂ , con suo figlio tredicenne.
Ci si aspettava forse un film sulla violenza domestica, che ne approfondisse le dinamiche, e invece La vita possibile è piÚ un racconto sul dopo, una storia di coraggio, speranza e amicizia, ma anche di dubbi e sensi di colpa, quelli di una madre che decide di allontanare suo figlio dal padre, non senza dolore. Sebbene, infatti, il cast schieri due delle attrici italiane piÚ richieste, Margherita Buy e Valeria Golino, il vero protagonista del film è un ragazzino, Valerio (Andrea Pittorino, già visto in Amori elementari e Incompresa), e il suo difficile percorso di adattamento in una città che non è la sua (il film è girato a Torino), lontano dai suoi amici, dai suoi punti di riferimento, solitario e spaesato, senza un padre che, nonostante tutto, sembra amarlo.
Ospite con sua madre Anna (Buy) nel piccolo appartamento di Carla (Golino),
unâamica di vecchia data single, esuberante e malinconica che li accoglie a braccia spalancate, Valerio trova un surrogato di figura paterna nel ristoratore francese del quartiere Mathieu (lâattore franco-svizzero Bruno Todeschini) in fuga a sua volta da un passato dolente, e nutre un amore impossibile per la giovane prostituta Larissa (la bielorussa Caterina Shulha). Tra spiragli di felicitĂ e cocenti delusioni, il cammino di crescita del ragazzo passerĂ anche per il rifiuto di sua madre: âSembra assurdo, ma un minore può finire per odiare la madre ritenendola responsabile di averlo allontanato dal padreâ, spiega De Matteo, che per scrivere la
sceneggiatura con la sua sodale Valentina Furlan ha consultato una neuropsichiatra infantile, oltre ad aver ascoltato tante donne vittime di violenza, scoprendo oltretutto che âmolte di loro rimanevano bloccate proprio perchĂŠ questi uomini, in fondo, ai figli non avevano mai fatto nullaâ.
Uno sprazzo di denuncia, nel film, si ha
quando Anna cerca un sostegno psicologico per Valerio e le viene risposto che è necessario il consenso del padre (cosa impossibile, visto che è proprio da quellâuomo che madre e figlio sono in fuga). Per il resto, La vita possibile è soprattutto un racconto di formazione e una storia di solidarietĂ femminile, di solitudini che si incontrano, in cui lâamore vince sullâodio. Un film âneo neorealistaâ â per dirla con le parole di De Matteo â con un messaggio importante, ma che un poâ fa rimpiangere la vena piĂš provocatoria delle pellicole precedenti del regista (tra cui ricordiamo anche La bella gente).
La vita possibile è una coproduzione italo-francese di Rodeo Drive e Barbary Films con Rai Cinema, sostenuta dal Mibact e dalla Film Commission Torino Piemonte. Il film è uscito il 22 settembre, nelle sale italiane con Teodora Film in 71 copie.