A historical drama that depicts the relationship between Dietrich von Choltitz, the German military governor of occupied Paris, and Swedish consul-general Raoul Nordling.
Commento critico (a cura di GABRIELE OTTAVIANI)
Parigi non è una città come tutte le altre, evidentemente, non solo per la sua bellezza, ma anche per tutto quello che rappresenta nell'immaginario collettivo, francese e mondiale. Ha un valore simbolico, oltre che tangibile, che va al di là dei suoi abitanti, dei monumenti, del ruolo di capitale politica e d'arte.
La notte fra il 24 e il 25 agosto del 1944, quando la seconda guerra mondiale oramai stava finalmente volgendo al termine, è quella nella quale si decide il destino della Lutetia gallica: i tedeschi la occupano da anni, gli alleati sono alle porte, il piano nazista, delirante e strategicamente immotivato, gratuitamente perverso, è, dopo averla minata fin nelle fondamenta, di farla saltare in aria. Uno schiaffo alla bellezza, quella di cui secondo la scuola filosofica di Francoforte, non ha più molto senso parlare dopo Auschwitz, se non cambiando letteralmente il vocabolario. L'antica arte della retorica, però, può
essere d'aiuto, e la luce della ragione ha la possibilità di farsi valere tra le nubi dell'oscurantismo cieco di chi ha contezza della sconfitta, ma non è disposto ad ammetterlo, e non ha interesse all'avvenire.