RECENSIONE - Dal 15 Dicembre su Disney+ - ANTEPRIMA ITALIANA il 23 Giugno al 69. Taormina Film Fest, 23 giugno-1° luglio 2023 - Da 76. Cannes (16-27 Maggio 2023) - Palma d'Oro Onoraria ad HARRISON FORD - Tra i più attesi!!! - E così è arrivato il primo film di Indiana Jones, con Harrison Ford per la quinta volta - e a quanto pare ultima - a non essere diretto da Steven Spielberg, ma da James Mangold - Dal 28 Giugno
"... Sarà la storia di 'un eroe al tramonto' senza la cupezza della pellicola del 2017 interpretata da Hugh Jackman: sono sempre interessato all’idea dell’eroe al tramonto. Cosa fa un eroe quando, al mondo, non c’è più spazio per lui? Trovo sempre molto interessante cercare di osservare gli eroi classici attraverso il prisma delle nostre scontrose attitudini contemporanee. Ma lì dove Logan è stata una storia intenzionalmente e volontariamente molto cupa e molto seria Indiana Jones sarà differente. Non ho mai neanche lontanamente pensato che il mio lavoro fosse quello di fare un Indiana Jones senza umorismo e più simile a un lamento funebre. Quello che stiamo cercando di fare è trovare l’equilibrio nel bilanciamento della valutazione realistica del dove si possa trovare questo personaggio in questa fase della sua vita e di fare tutto questo in modo onesto e, allo stesso tempo, cercare di portare avanti la promessa fatta dal titolo del nostro film che è un gioco fatto di azione e cavalleria, fughe spericolate e soluzioni ingegnose per problemi diabolici. Insomma, è un film d’Indiana Jones... Indiana Jones è un personaggio che riesce sempre a sorprenderci. Può essere egoista, può essere empatico, può essere coraggioso, può essere un codardo. E Harrison riesce a mostrare tutti questi elementi contraddittori contemporaneamente. Indiana Jones non è un eroe greco del monte Olimpo: è un personaggio estremamente umano. Credo che tutte le sue eccentricità , le sue ansie, le sue nevrosi e le sue debolezze facciano parte del suo fascino. Ma
ha anche un superpotere: è incredibilmente fortunato... Volevo che, all’inizio del film, il personaggio di Harrison fosse il più lontano possibile dall’Indy che conoscevamo, in modo che il pubblico si sentisse elettrizzato quando le circostanze lo avrebbero costretto a indossare nuovamente quel cappello. Il 1969 è un periodo in cui nessuno crede più negli eroi come Indiana Jones. Da molti punti di vista, l’avventura che abbiamo ideato è una resa dei conti tra un eroe vecchio stile e il mondo moderno, che è ambiguo e anche più cinico di lui... Non appena ho capito che il film sarebbe stato incentrato sul tempo, sulle opportunità perdute, sulle scelte compiute, sugli errori irrimediabili, mi sono posto questa domanda: ‘Qual è l'unica
cosa che ci consentirebbe di riparare il tempo stesso?’. Alcune ricerche in cui mi sono imbattuto ipotizzavano che la macchina di Anticitera, che si dice fu inventata da
Archimede, fosse una sorta di bussola temporale".
Il regista e co-sceneggiatore James Mangold
"'I predatori dell'arca perduta' era uno dei miei film preferiti e trasudava quello stile del periodo d'oro dei serial degli anni '40 - e questo elemento è presente anche nel quinto film. Stanno recuperando lo stile originale del primo e del secondo film, l'Indy delle origini, qualcosa di epico" Mads Mikkelsen
(Indiana Jones and the Dial of Destiny; USA 2013; commedia d'avventura; 142'; Produz.: Amblin Entertainment, Lucasfilm in associazione con Paramount Pictures; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)
Lucas ha iniziato a ricercare potenziali espedienti per la trama già nel 2008, anche se poi il progetto si è bloccato per anni. Ha passato il progetto alla produttrice Kathleen Kennedy nel 2012, quando è diventata presidente della Lucasfilm. I progressi su un quinto capitolo della saga sono rimasti inattivi mentre la società lavorava alla trilogia di sequel di Guerre stellari. David Koepp è stato infine assunto per scrivere il quinto film nel 2016, con una data di uscita fissata per il 2019, anche se questo è stato ritardato più volte a causa delle riscritture della sceneggiatura. Jonathan Kasdan è stato assunto per sostituire Koepp nel 2018 e Koepp stava lavorando di nuovo alla sceneggiatura nel 2019, prima di abbandonare il progetto. Spielberg avrebbe dovuto dirigere il film, ma si è dimesso nel febbraio del 2020, rimpiazzato da Mangold. Le riprese sono incominciate nel giugno del 2021 per concludersi nel febbraio del 2022. Le location della pellicola includono Regno Unito, Italia e Marocco.
Preliminaria - la musica:
Nel giugno 2016, Spielberg ha confermato che John Williams, autore della colonna sonora dei film precedenti della serie Indiana Jones, sarebbe tornato a comporre la musica per il quinto film. Nel 2022, Williams ha dichiarato che sarebbe stata la sua colonna sonora finale, a seguito dei piani per il ritiro. Williams ha presentato in anteprima una delle sue composizioni, Helena's Theme, all'Hollywood Bowl il 2 settembre 2022, su richiesta di Mangold. Nel febbraio 2023 al Super Bowl uno spot di 30 secondi.
Preliminaria - L'età di Harrison Ford alias Indiana Jones:
Harrison Ford avrà 80 anni al momento dell'uscita di questo film (due settimane prima del suo 81° compleanno), il che lo rende la persona più anziana ad aver interpretato un ruolo principale in un film Disney. Il precedente detentore del record era Richard Farnsworth, che aveva 79 anni al momento dell'uscita di Una storia vera (1999).
Preliminaria - Un personaggio ispirato alla realtà :
Come noto, il film diretto da James Mangold proporrà un frenetico esordio ambientato nel 1944, negli stessi anni dei primi tre film della saga che si svolgevano un po’ prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale, in cui un Harrison Ford ringiovanito digitalmente si ritroverà in un castello gremito di nazisti.
Qui conosceremo il personaggio interpretato da Mads Mikkelsen, che risponde al nome di Voller ed è ispirato a una persona realmente esistita, Wernher von Braun, nazista poi diventato ingegnere della NASA.
Martin McDougall (Durkin) Andy M Milligan (Nazista delle SS) Nasser Memarzia (Luca) Corrado Invernizzi (Luigi) Rachel Kwok (Studentessa universitaria)
Musica: John Williams
Costumi: Joanna Johnston
Scenografia: Frank McGowan e Adam Stockhausen
Fotografia: Phedon Papamichael
Montaggio: Dirk Westervelt
Effetti Speciali: Roy K. Cancino, Hanin Ouidder, Alistair Williams (supervisori); Daniel Acon (supervisore Italia)
Makeup: Frances Hannon (direzione); Karen Cohen, Angie Mudge (supervisori); Bill Corso (per Harrison Ford)
Casting: Nina Gold
Scheda film aggiornata al:
23 Maggio 2024
Sinossi:
In breve:
Nel 1969, l'archeologo e avventuriero statunitense Indiana Jones (Harrison Ford) vive sullo sfondo della corsa allo spazio. Jones è a disagio per il fatto che il governo degli Stati Uniti d'America abbia reclutato ex nazisti per aiutare a battere l'Unione Sovietica nella corsa allo spazio. La sua figlioccia, Helena (Phoebe Waller-Bridge), lo accompagna nel suo viaggio. Nel frattempo, Jürgen Voller (Mads Mikkelsen), un membro della NASA ed ex nazista coinvolto nel programma di allunaggio, desidera rendere il mondo un posto migliore come meglio crede.
Durante il periodo del Nazismo, Indiana Jones (Ford) si è imbattuto in qualcosa di estremamente curioso e importante: un meccanismo inventato niente meno che da Archimede, capace di far viaggiare nel tempo. Tutti vogliono impossessarsene, ma nelle mani di chiunque sarebbe un pericolo.
Più di vent’anni dopo, il mondo è inchiodato davanti al piccolo schermo, mentre osserva ammaliato lo sbarco sulla Luna di un piccolo manipolo di uomini. Indiana Jones è ormai un professore dell’Hunter College di New York, frustrato e dispiaciuto del poco interesse per la sua materia, da parte degli studenti. Inoltre vive con il senso di colpa per la morte del figlio e per la fine del suo matrimonio.
Quando, improvvisamente, gli piomba in casa la figlioccia Helena (Waller-Bridge), Indy è, suo malgrado, costretto a tornare in azione...
In dettaglio:
È il 1969 e Indiana Jones è pronto per andare in pensione. Avendo insegnato per più di dieci anni all’Hunter College di New York, lo stimato professore di archeologia si sta preparando ad andare in pensione nel modesto appartamento in cui, in questo periodo, vive da solo. Le cose cambiano dopo una visita a sorpresa da parte della figlioccia che non vedeva da anni, Helena Shaw (Phoebe
Waller-Bridge), che è alla ricerca di un raro manufatto che suo padre aveva affidato a Indy anni prima: il famigerato Quadrante di Archimede, un marchingegno che si presume abbia il potere di individuare fenditure nel tempo.
Affermata truffatrice, Helena ruba il Quadrante e fugge subito dal paese per vendere il reperto al miglior offerente. Costretto a seguirla, Indy rispolvera il cappello e il giubbotto di pelle per un’ultima avventura. Nel frattempo, la vecchia nemesi di Indy, Jürgen Voller, un ex nazista che ora lavora come fisico nel programma spaziale statunitense, ha altre idee per il Quadrante, un
piano terrificante che potrebbe cambiare il corso della storia del mondo.
molto saggiamente, scacciando ogni malinconica, inevitabile, comprensibile, tentazione di continuità , l’ormai ottuagenario Harrison Ford è riuscito a staccare la spina al suo amato ‘Indy’. E ha fatto bene!
Quell'inarrivabile trittico!
Un trittico, per sua stessa natura, basta a se stesso: tre è il numero perfetto e Indiana Jones non fa eccezione. Così se vogliamo ritrovare il cuore pulsante del personaggio, ben assestato nell’assetto narrativo più vitale, cogliendone la lezione originale, dobbiamo tornare ai primi tre, illuminati film, coniati dal tandem più collaudato della storia del cinema: George Lucas e Steven Spielberg. Stiamo ovviamente parlando de I predatori dell’Arca perduta (1981), di Indiana Jones e il tempio maledetto (1984) e di Indiana Jones e l’Ultima crociata (1989). Un trittico almeno memorabile, se non perfetto, con un illustre co-protagonismo, e con un alto senso della misura, che poi fa parte integrante dello stile. Con gli altri due capitoli, Indiana Jones e il regno del
Teschio di Cristallo (2008), e l’attuale Indiana Jones e il quadrante del destino (2023), pur con i migliori intenti ed una spina dorsale narrativa solida, sembra di essere stati rimandati a settembre e di aver bisogno di ripetizioni nella materia, mal acquisita nel corso dell’anno scolastico. Così, come già Steven Spielberg nel 2008 (nel V° atto è produttore esecutivo con George Lucas), anche James Mangold cade nell’analogo errore: rincarare la dose laddove non ce ne sarebbe stato bisogno e dilatare la durata dell’ennesima avventura, inducendo lo spettatore ad una indigestione forzata - una vera e propria ‘sbornia’! - a base di azione ridondante, quando non persino ripetitiva. E se pure la qualità non brilla di luce propria, allora può davvero essere un grosso problema!
Il tempo l’asse portante vincente della nuova narrazione
Non è un caso se sui titoli di testa troneggia in sottofondo il ticchettio di un orologio. Come vedremo, il
tempo regola la ‘temperatura’ del personaggio di Indiana, di pari passo con il suo interprete Harrison Ford, e si introduce in seno alla narrazione impadronendosi del nuovo McGuffin: per l’appunto Il quadrante del destino, ovvero ‘macchina di Antikythera’, un manufatto creato da Archimede con il potere di individuare gli ingressi ad alcuni portali temporali, così come di lì a poco scopriranno i contendenti sul campo. Per inciso, l’ambitissimo reperto attorno a cui ruota la storia, il Quadrante di Archimede, sembra ispirato ad un manufatto realmente esistente, la macchina di Anticitera, appunto: congegno meccanico che si pensava venisse utilizzato nell’antica Grecia per calcolare e mostrare informazioni sui fenomeni astronomici e che è stato descritto come il più antico esempio conosciuto di computer analogico. E il tempo è dunque pure il primo protagonista ad entrare in gioco riavvolgendo il nastro al 1944, con un Harrison Ford ‘ringiovanito’ digitalmente - miracolo della manipolazione
Mikkelsen, interprete talmente ligio al ruolo, anche nel tipico accento, da risultare, alla lunga, persino stucchevole, quasi tanto quanto l’Agente Irina Spalko di Cate Blanchett in Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Così, in un’aura vintage cui si adeguano scenografie e la stessa fotografia, in un castello gremito di autentici nazisti, ne troviamo uno farlocco: lo stesso Indy indossa una divisa nazista come copertura, circostanza che dà ad Harrison Ford l’opportunità di avviare diversi siparietti alquanto divertenti. Dopo una mala parata iniziale, con l’aiuto del collega, geniale archeologo professor Basil (Toby Jones), Indy/Ford inizia le sue canoniche scorribande in preda ad una frenetica fuga, tallonato da Voller/Mikkelsen e dai suoi scagnozzi affiliati. Ma già all’altezza di questa sorta di prologo si intravede la volontà di esagerare, mentre occhieggiano le prime falle qualitative, proprio in seno all’azione.
Sull’onda dei contrapposti di Indy così come del film
Se Harrison
Ford ha sempre dotato il suo Indiana Jones di contrapposti caratteriali ed emotivi, in cui non mancano fragilità che lo distaccano nettamente dal mondo dei supereroi, proprio il tempo gioca ora a contrapporre il passato dell’archeologo professore ‘amato’ soprattutto dalle studentesse, a quello di un presente che lo vede invecchiato, ad un passo dalla pensione, ed emotivamente un po' malconcio. La trovata di Ford di cavalcare l’età con l’immagine ‘decadente’, di un Indy un po' giù di corda, poteva risultare nella norma, se non gli fosse venuto in mente di celebrare il contrapposto temporale del personaggio scoprendo l’anziano Indy in mutande, seduto in poltrona, addormentato di fronte al televisore rimasto acceso fino al mattino. Occasione in odore di un altro gustoso siparietto quando si sveglia di soprassalto a causa della musica ad alto volume e del frastuono provenienti dall’appartamento del vicino. Furioso di una rabbia non certo repressa, si presenta
capacità a stabilire empatia con il pubblico. La sua Helena è un’antipatica supponente ed arrivista per il novanta per cento del tempo che resta in campo, e per quanto perfettamente in grado di stare al passo con l’azione a go-go, con ogni mezzo possibile a sua disposizione, per quanto praticamente socia con il nuovo ‘Shorty’ della situazione, che questa volta si chiama Teddy (Ethann Isidore), anche lui pieno di risorse e certamente ben più simpatico di lei, la sua Helena non riesce a farsi breccia nel cuore di chicchessia, restando ancorata alla sua maschera di sfrontata insolenza dipinta su un volto, sostanzialmente anonimo. Almeno fin quasi sulle sponde dell’epilogo, dove cambia decisamente registro, d’altra parte senza mai riuscire ad intaccare un coinvolgimento ad alto impatto.
La nuova regia di James Mangold
E’ già stato rilevato che il regista James Mangold (Quando l’amore brucia l’anima-Walk the Line, Logan-The Wolverine, Le Mans ’66-La grande
scialbati come il ritorno di Sallah (John Rhys-Davies) o il cameo liquido e sfuggente, oltre che ininfluente, di Antonio Banderas (Renaldo). A fare da salvagente sono semmai l’umorismo pungente messo a punto da una buona sceneggiatura e le citazioni a grappolo - tra cui le anguille giganti assimilabili ai serpenti, le orripilanti creature striscianti sulle pareti e inevitabilmente sul corpo dei presenti nelle profondità delle grotte, affiancate incomprensibilmente da coccinelle - talvolta riciclate con variabili sul tema, da creare altri divertenti siparietti: è il caso della sequenza in cui Indiana Jones di fronte ad uno stuolo di nazisti schiocca la frusta mentre tutti gli altri in coro gli puntano contro la pistola. Sequenza rievocativa di Indy e il saracino, scimitarra contro pistola, appunto. E tutti ben conosciamo l’origine della risoluzione di quella scena. Apprezzabile anche la discrezione della canonica colonna sonora di John Williams, più misurata del solito. Dell’ambìto ‘realismo
emotivo’ sembra farsi carico primario Harrison Ford per il suo Indiana Jones, riportato in azione proprio dalla figlioccia Helena, sul filo di evidenti contrapposti di visione sull’obbiettivo. Occhio che quando è contrariato Indy/Ford ha un nuovo intercalare: “Diamine!â€. Del suo ‘realismo emotivo’ fanno certamente parte un background emergente rivelato al punto di domanda: “Che cosa cambieresti se tu potessi tornare indietro?â€. Non avrebbe permesso al figlio di arruolarsi, così da evitare la sua morte, con la conseguente incapacità da parte sua, ad arginare il dolore di una madre inconsolabile, evento che ha pesato anche sul loro matrimonio.
Jürgen Voller (Mads Mikkelsen): Hitler ha sbagliato e con il quadrante correggerò i suoi errori!
Indiana Jones: Tu l'hai rubato!
Jürgen Voller: Poi l'hai rubato tu!
Helena: E poi l'ho rubato io, si chiama capitalismo!
Helena: Hai fatto di tutto, hai commesso errori... e adesso il trionfo finale!
Indiana Jones: Nella vita ho visto diverse cose, mi hanno torturato con il voodoo, sparato nove volte, una volta mi ha sparato anche tuo padre, ma questo l'ho cercato per tutta la vita.
Sallah (John Rhys-Davies): Mi manca il mare e svegliarmi ogni mattina, chiedendomi quale meravigliosa avventura ci porterà il nuovo giorno.
Indiana Jones (Harrison Ford): Quelli sono giorni passati ormai.
Sallah: Può darsi... oppure no!
Indiana Jones: Non credo nella magia, ma talvolta nella mia vita ho visto delle cose che non riesco a spiegare e ho capito che non è a cosa credi il punto, ma con quanta forza ci credi!