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    Home Page > Movies & DVD > The Substance

    THE SUBSTANCE

    Ritorno al cinema il 6 Febbraio - RECENSIONE - Da Cannes 77. - Un 'Body Horror' per Demi Moore, Dennis Quaid e Margaret Qualley (C’era una volta… a Hollywood) per la regista francese Coralie Fergeat (Revenge) al suo debutto in un lungometraggio statunitense: si vocifera di un "esplosivo approccio femminista" al genere horror - Dal 30 Ottobre

    "I corpi femminili. 'The Substance' è un film che parla di corpi femminili. Di come siano sempre oggetto di scrutinio, fantasie e critiche all’interno dello spazio pubblico. Di come noi, in quanto donne, siamo portate a pensare di non avere scelta se non essere perfette/sexy/sorridenti/magre/giovani/belle per avere valore nella società. E di quanto ci risulti impossibile sfuggire a questa logica, per quanto istruite, intelligenti e indipendenti possiamo essere. Perché da oltre 2000 anni i corpi femminili sono plasmati e controllati dal desiderio di coloro che li osservano. Ovunque intorno a noi, nelle pubblicità, nei film, nelle riviste vengono messe in mostra versioni di noi che sono frutto della fantasia di altri. Versioni sempre belle. E magre. E giovani. E sexy. Sono la 'donna ideale' che attrae amore. Successo. Felicità. E se osiamo distaccarci da quei canoni, che sia per l’età, il peso, le curve, la società ci dice che siamo finite. Nessuno vuole più vederci. Nessuno ci vuole più sugli schermi. Nessuno ci vuole più sulle copertine delle riviste. Veniamo cancellate dallo spazio pubblico. Non valiamo più il tempo e l'attenzione della società. E i social media hanno acuito la gravità della situazione per le nuove generazioni. Credo fermamente che questa sia la nostra prigione. Una prigione che la società ci ha costruito intorno e che è diventata uno strumento potentissimo di controllo e dominio. Una prigione che crediamo di volere. Questo film, invece, ci dice che è ora di far saltare tutto per aria. Perché com’è possibile che sia il 2024 e viviamo ancora in questa situazione? Non conosco nemmeno una donna che non abbia una relazione complicata col suo corpo, che non abbia avuto un disturbo alimentare a qualche punto della propria vita, che non abbia odiato ardentemente il proprio corpo e sé stessa perché non è come la società le dice di essere. Alla soglia dei miei 40 anni mi ha pervaso una grande tristezza perché pensavo che fosse la fine. Che la mia vita fosse finita. Non sarei più piaciuta a nessuno, non avrei avuto più alcun valore, nessuno mi avrebbe più amata, notata, trovata interessante. Mi avevano fatto credere che la mia vita fosse finita a soli 40 anni. Ho studiato scienze politiche, sono femminista, eppure… queste cavolate si erano infiltrate nella mia testa, in un qualche modo. Ero convintissima che a una certa età non avrei avuto più alcun valore. Allo stesso modo in cui, da giovane, ero convintissima che se non avessi avuto un corpo magro e perfetto, non
    avrei avuto alcun valore. Assurdo, no? Perciò ho deciso di scrivere questo film. Per affrontare la cosa. E per fare una dichiarazione politica: queste idee devono scomparire. I film di genere sono politici. Per me, in quanto regista, sono un ottimo mezzo per affrontare questioni politiche e personali attraverso la lente dell’intrattenimento, del divertimento e dell'eccesso. Sbilanciandomi verso l'eccesso, voglio sguinzagliare il mio mostro interiore. O meglio, quello che la società mi ha fatto credere che fosse un mostro: quella parte imperfetta, che invecchia e cambia di me stessa che mi hanno insegnato a nascondere perché una 'donna' non deve essere/comportarsi/pensare così. Perciò presento questa storia. Ed è una storia che riguarda la distruzione del corpo femminile per liberarsi da quelle catene che imprigionano le donne da tempo immemore. Da sempre ci dicono di controllarci e darci un contegno. È ora di fare l’opposto. In questo film i corpi vengono tiranneggiati, ridicolizzati, distrutti allo stesso modo in cui la società distrugge le donne ogni giorno con tutte le regole che ci hanno insegnato tacitamente a seguire. Sarà un bagno di sangue. Ma farà anche sbellicare dalle risate. Perché non conosco arma migliore della satira per mostrare al mondo l’assurdità delle proprie regole. E soprattutto credo abbia un tempismo perfetto. D'altronde il film riguarda proprio questo, una liberazione. Una presa di potere
    "
    La regista e sceneggiatrice Coralie Fargeat

    "Mi sono ritrovata a fare i conti con le mie paure e ad accettare il mio corpo anche attraverso i difetti. Il film mi ha fatto capire che devo apprezzarmi così come sono. Sto ancora scrivendo la mia vita, la mia storia non viene dettata in base alla mia età... Mi sono ritrovata a fare i conti con le mie paure. Prima di cominciare le riprese, ho regalato la mia autobiografia alla regista (Coralie Fargeat) perché nel libro parlo del rapporto con il mio corpo e ai tanti trattamenti di bellezza a cui mi sono sottoposta per anni. Non avevo paura di affrontare l'argomento, le cose che ti spingono fuori dalla tua zona di comfort sono anche quelle che ti danno la maggiore opportunità di crescita... Una delle più grandi idee sbagliate su di me è che ho amato il mio corpo. La realtà è che devo ringraziare il mio lavoro, che mi ha dato l'opportunità di superare le insicurezze, come le copertine che ho realizzato per Vanity Fair. Ho cercato di liberarmi dalla condizione di schiavitù in cui mi ero messa da sola"
    L'attrice Demi Moore

    (The Substance; Regno Unito, Usa 2023; 'horror eclettico'; 140'; Produz.: Solas Mind, Universal Pictures, Working Title Films; Distribuz.: I Wonder Pictures)

    Locandina italiana The Substance

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    Storyline

    Titolo in italiano: The Substance

    Titolo in lingua originale: The Substance

    Anno di produzione: 2023

    Anno di uscita: 2025

    Regia: Coralie Fargeat

    Sceneggiatura: Coralie Fargeat

    Soggetto: Lo spunto di The Substance paga pegno ai classici temi di David Cronenberg - oltre che di John Carpenter e del mito di Frankenstein - che la regista francese Coralie Fergeat usa come spunto per una storia che porta a riflettere sull'ossessione contemporanea per la giovinezza e la bellezza a tutti i costi, e su come questa sia figlia di uno sguardo e di un desiderio prettamente maschili, ancora imperanti.

    Preliminaria - Riconoscimenti e Premi:

    ✦5 GOLDEN GLOBE AWARD NOMINATIONS✦

    BEST PICTURE (MUSICAL OR COMEDY)
    BEST DIRECTOR, CORALIE FARGEAT
    BEST SCREENPLAY, CORALIE FARGEAT
    BEST ACTRESS, DEMI MOORE
    BEST SUPPORTING ACTRESS, MARGARET QUALLEY

    ✦7 CRITICS CHOICE AWARD NOMINATIONS✦

    BEST PICTURE
    BEST DIRECTOR CORALIE FARGEAT
    BEST ORIGINAL SCREENPLAY CORALIE FARGEAT
    BEST ACTRESS DEMI MOORE
    BEST SUPPORTING ACTRESS MARGARET QUALLEY
    BEST HAIR AND MAKEUP
    BEST VISUAL EFFECTS

    ✦CANNES FILM FESTIVAL WINNER✦

    BEST SCREENPLAY, CORALIE FARGEAT

    ✦2 FILM INDEPENDENT SPIRIT AWARD NOMINATIONS✦

    BEST FEATURE
    BEST LEAD PERFORMANCE, DEMI MOORE

    Cast: Demi Moore (Elizabeth Sparkle)
    Dennis Quaid (Harvey)
    Margaret Qualley (Sue)
    Joseph Balderrama (Craig Silver)
    Oscar Lesage (Troy)
    Gore Abrams (Oliver)
    Olivier Raynal (Alan)
    Tiffany Hofstetter (Stilista)
    Tom Morton (Dottore)

    Musica: Raffertie

    Costumi: Emmanuelle Youchnovski

    Scenografia: Stanislas Reydellet

    Fotografia: Benjamin Kracun

    Montaggio: Jerome Eltabet, Coralie Fargeat, Valentin Féron

    Effetti Speciali: Pierre Hugueny, Jean Miel (supervisori)

    Makeup: Oriane Cattiaux, Lucky Nguyen

    Casting: Laure Cochener, Léa Moszkowicz

    Scheda film aggiornata al: 07 Febbraio 2025

    Sinossi:

    In breve:

    Si racconta la storia di Elisabeth (Demi Moore), un'attrice hollywoodiana finita nel dimenticatoio, che è stata licenziata dal programma di aerobica che conduceva per avere superato i 50 anni di età. La donna decide di rispondere a un annuncio in cui cercano persone su cui sperimentare un misterioso siero che ringiovanisce. Una volta che le è stata somministrata la sostanza, Elisabeth si rende conto che il siero agisce in maniera differente da come lei si aspettava, perché la porta a dare vita per partenogenesi a una versione più giovane e bella di lei di nome Sue (Margaret Qualley).
    Le regole prescritte dal siero sono molto chiare: le due donne dovranno alternarsi ogni settimana, cosicché una sia ibernata, mentre l'altra è in circolazione. In questo modo Elisabeth potrà percepire nello stato di ibernazione ogni cosa che Sue farà e rivivere tramite la giovane la propria giovinezza e i benefici che ne conseguono.
    Quando Sue inizia a diventare sempre più ribelle, decidendo di restare "attiva" più del limite stabilito, inizierà a prosciugare la linfa vitale di Elisabeth...


    In dettaglio:

    Licenziata dalla trasmissione di aerobica che conduceva poiché ha raggiunto i cinquant'anni di età (e per il suo datore di lavoro Harvey questo è imperdonabile), Elisabeth, un'attrice di Hollywood ormai dimenticata, resta vittima di un incidente stradale. In ospedale, un infermiere che ne analizza il corpo la considera perfetta per un misterioso trattamento e le consegna una chiavetta USB, contenente i dati relativi a un misterioso siero sperimentale di ringiovanimento, noto come The Substance: esso promette di generare una versione più giovane e perfetta di chi se lo inocula. Una volta testato il liquido, Elisabeth scopre che questo funziona in maniera diversa da come immaginava: dal suo corpo nasce per partenogenesi una sua versione più aitante e bella, che sembra avere venticinque anni e sceglie di chiamarsi Sue.

    Le regole del procedimento sono chiare: il siero è inoculabile una sola volta e le due donne dovranno alternarsi ogni settimana, l'una andando in "ibernazione" e l'altra restando libera di girare per il mondo, sostentata fisicamente dalla prima. Così facendo, Elisabeth potrà rivivere per interposta persona la propria giovinezza e tutti i suoi benefici, percependo nello stato d'ibernazione tutto quello che Sue avvertirà in sé. L'esperimento funziona se Sue si inietta giornalmente piccole dosi del liquido cefalorachidiano della sua "matrice" Elisabeth, il quale si rigenera quando l'ex attrice viene risvegliata.

    Inizialmente le cose sembrano funzionare, ma Sue comincia ad avere sempre maggior successo in ambito televisivo e con gli uomini e, inebriata dalla gloria personale, decide di "restare sveglia" oltre il limite stabilito, prosciugando oltremisura la linfa vitale di Elisabeth. Quest'ultima, nei pochi periodi in cui Sue accetta di risvegliarla, vede il suo corpo invecchiare fino a deturparsi, raggiungendo irrimediabilmente i limiti della deformazione; non riesce però a trovare la forza di interrompere l'esperimento di The Substance perché il desiderio di sentirsi bella e accettata prevale sulla ragione, e così rimane succube del suo aitante e ribelle alter ego.
    Nonostante abbiano a tutti gli effetti la stessa coscienza, le due donne si disprezzano a distanza: Elisabeth vive momenti di grave sconforto, che sfociano in abbuffate culinarie e atti vandalici verso la sua abitazione, mentre Sue condanna i comportamenti della sua "matrice" e la relega sempre più in secondo piano. Peraltro, l'ex diva scopre che anche l'infermiere che le aveva consigliato The Substance è in realtà l'alter ego di un uomo anziano che voleva provare nuove esperienze.

    Quando le viene proposto di condurre il programma televisivo di Capodanno, Sue decide di rimanere nei suoi panni per sempre, risucchiando quasi tutto il liquido cefalorachidiano di Elisabeth. Questa si può finalmente risvegliare, malridotta a livelli improponibili, quando il corpo della giovane Sue inizia a dare segni di squilibrio perché le scorte di linfa vitale sono terminate. Elisabeth trova la forza di interrompere l'esperimento, ma si pente poco prima che abbia fine e interrompe la procedura di reversione. Prova quindi a rianimare Sue e interrompe il loro equilibrio simbiotico; la giovane si sveglia, capisce che la donna stava per "ucciderla" e la massacra a morte.

    A Capodanno, mentre si fanno le ultime prove per la grande serata, Sue comincia ad avere gravi problemi nel corpo: perde i denti, poi le unghie e infine un orecchio. Per curare gli effetti collaterali delle sue folli decisioni opta per un altro trattamento con The Substance, ma contravviene nuovamente alle regole utilizzando il siero già precedentemente usato dalla sua matrice, mandando in collasso l'esperimento che la uccide durante la nuova metamorfosi: la versione che ne nasce si rivela infine una creatura mostruosa, che mescola parti di Elisabeth e di Sue e si trascina sul palco della trasmissione televisiva, causando panico e orrore nel pubblico.
    Dopo aver rimesso sugli spettatori grossi getti di sangue in modo incontrollato, uno di loro la decapita ed essa scende in strada, sgretolandosi lentamente. L'unica parte rimasta intera è il volto di Elisabeth, che il mostro portava sulla schiena e che scivola lentamente sulla stella della Walk of Fame, che in passato era stata dedicata alla diva.

    Storyline:

    On her 50th birthday, Elisabeth Sparkle, a once-celebrated but now-faded Hollywood movie star, is abruptly dismissed from her long-running aerobics TV show by the producer, Harvey, due to her age. A distraught Elisabeth crashes her car while distracted by a billboard of herself being taken down. At the hospital, a young nurse covertly gives her a flash drive advertising "The Substance", a black market serum that promises a "younger, more beautiful, more perfect" version of oneself.

    Elisabeth, intrigued and desperate, orders The Substance and injects the single-use activator serum. She convulses as her body generates a younger version of herself, Sue, who emerges from a slit in her back. The two bodies must switch consciousness every seven days without exception, with the inactive body remaining unconscious and fed intravenously with a weekly food supply. Daily injections of stabilizer fluid, extracted from the original body, are necessary to prevent Sue from deteriorating.

    Sue quickly becomes an overnight sensation as Elisabeth's replacement on the TV show, and is eventually offered the chance to host the network's prestigious New Year's Eve Show. While Sue lives a confident and hedonistic life, Elisabeth becomes a self-hating recluse. Nearing the end of one allotted weekly cycle, Sue parties and brings a man home for casual sex, delaying the switch by extracting additional stabilizer fluid, causing Elisabeth's right index finger to suddenly age. Elisabeth contacts the supplier, who warns her that disobeying the switching program leads to irreversible aging of the original body. Despite their shared consciousness, Elisabeth and Sue begin to view themselves as separate individuals and grow to despise each other; Elisabeth resents Sue for her frequent disregard of the switching schedule, which further exacerbates her aging, while Sue is disgusted by Elisabeth's constant self-loathing and binge-eating. Following a particularly destructive episode as Elisabeth, Sue stockpiles stabilizer fluid and refuses to switch back.

    Three months later, the day before the New Year's Eve telecast, Sue runs out of stabilizer fluid and contacts the supplier, who informs her that she must switch back to replenish the fluid. When they switch, Elisabeth finds herself horrifically transformed into an elderly hunchback. Determined to stop Sue, Elisabeth orders a serum designed to terminate her. Craving the admiration that Sue's celebrity status provides, she stops before fully injecting the serum and resuscitates Sue, leaving both of them conscious. Realizing Elisabeth's intent, Sue attacks and kills her before leaving to host the New Year's special.

    Without Elisabeth, Sue's body begins to rapidly deteriorate. In a panic, she attempts to create a new version of herself using leftover activator serum, despite the single-use warning. This results in the creation of a grotesque mutated body, "Monstro Elisasue", with both Sue and Elisabeth's faces. Monstro Elisasue, dressed up in a mask cut from a poster of Elisabeth, limps onto the stage during the live broadcast. The mask falls off, causing the horrified audience to erupt into chaos and attack her. A man decapitates her, only for an even more mutated head to grow back, and one of her arms to snap off and drench both the audience and studio in torrents of blood. Elisasue flees the studio, but collapses and explodes into viscera. Elisabeth's original face detaches from the gore, crawling onto her neglected star on the Hollywood Walk of Fame. She smiles as she hallucinates being admired before melting into a puddle of blood, which is cleaned up by a floor scrubber the next day.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    “Ci vuole giovane, sexy e ci vuole subito… Mi importa un c…o se ha vinto l’Oscar!â€

    Cosa potrà mai succedere ad una star che ha visto giorni di gloria tanto da vincere un Oscar e che adesso è migrata sul piccolo schermo a fare trasmissioni di fitness aerobico per sbarcare il lunario? Lo fa da anni ma per il suo cinquantesimo compleanno non avrà gli auguri speciali del suo produttore, bensì il ben servito, con un libro di cucina come regalino di addio! Dallo sconvolgimento, vedendo per strada che viene stracciato il poster promozionale con la sua immagine, Elizabeth Sparkle avrà un incidente, ma in ospedale, insieme alle cure di primo soccorso, avrà anche un’impensabile opportunità, dapprima scartata e poi, sull’orlo della disperazione, ripresa in mano come ultima spiaggia: “hai mai pensato ad una versione migliore di te stessa?â€

    Folgorante capolavoro! La regista e sceneggiatrice francese Coralie Fargeat, qui con The Substance

    alla sua seconda prova dopo Revenge - in realtà al suo debutto in un lungometraggio statunitense - tradisce un tocco straordinariamente unico nel realizzare una storia per il grande schermo: aspramente critica, altrimenti non vale il biglietto! E lo fa attingendo a piene mani dall’inesauribile cornucopia di simbolismi, allegorie e metafore, oltre alla rivisitazione di classici horror, tali da poter essere considerata degna e promettente allieva di David Cronenberg - letterali citazioni di certi passaggi de La mosca - ma non solo: vedi ad esempio il metafisico, classico sound, già incorporato da Stanley Kubrick in 2001 Odissea nello spazio, richiamato in causa come metafora di trasformazione. Il simbolismo dei corridoi angusti e lunghi in odore di horror poi, fanno tanto Shining. Ma anche l’universo carpenteriano sembra non essere affatto estraneo al bagaglio culturale della regia.

    A dirla tutta, in mezzo ad un oceano di body horror in chiave splatter che

    più splatter non si può, per contrasto, qua e là campeggiano scenografie di un candore brillante, prettamente metafisico. Ma la Fargeat si dimostra ferrata anche in campo più artistico in senso stretto, anello culturale tradito qua e là da passaggi degni di video arte o di assembramenti visivi di pittura contemporanea: in un particolare momento, il carattere voluttuoso della bocca femminile dipinta col rossetto rosso, diventa seriale e prende posto in un quadro, laddove è più che evidente lo specifico richiamo alla pittura di Andy Warhol (che in punta di serialità aveva anche utilizzato Marilyn Monroe, icona sexy per eccellenza, e, per l’appunto, star del cinema). Del resto la trasformazione di immagine è sempre dietro l’angolo nella soggettiva maschilista messa qui alla berlina a più riprese in modo anche comico, senza nulla togliere alla valenza drammatica: vince l’Oscar per il servizio prestato in proposito, al meglio di sé, il produttore

    televisivo Harvey di Dennis Quaid. Harvey! Ogni riferimento al molestatore Weinstein non credo sia puramente casuale!

    Ma chi, sull’escalation orripilante delle varie età che sfociano nella graduale e sempre più devastante mostruosità deformante, dovrebbe davvero vincere l’Oscar, è Demi Moore che - forte di un’esperienza diretta sul campo, come star di Hollywood, del fitness e del reiterato ritocchino - si spalma con estrema generosità sul personaggio di questa star, anche mettendosi ripetutamente a nudo, così come si adegua al ‘gioco’ l’alter ego più giovane del suo stesso personaggio, Margaret Qualley con Sue.
    Elizabeth/Moore è star non tanto realmente fuori gioco, quanto piuttosto rifiutata, dai cartooneschi produttori e dirigenti della rete televisiva, tutti estremamente attempati e oltremodo kitsch, mai sazi abbastanza di carne fresca, giovane, sorridente ed accondiscendente. Sulla loro voluttuosità - per la carne fresca s’intende! - troneggia, particolarmente esemplare, la sequenza del colloquio principe tra Harvey/Quaid ed Elizabeth/Moore, mentre lui

    sta pranzando e ciondola gamberetti e salsa rosa ovunque. Parlano da soli i primissimi piani metafora appuntati sul suo discorso avviato a bocca strapiena mentre se ne esce con la considerazione che “a 50 anni non è più…â€. La domanda retorica “Non è più… cosa?†rivoltagli da Elizabeth/Moore cade nel vuoto, perché anziché rispondere, si alza dal tavolo con una scusa, lasciando peraltro un vero macello di sporcizia sul tavolo. Quando si dice la raffinatezza! La classe non è acqua!

    Ovvio che Coralie Fargeat ci vada giù duro con quel genere di uomini e con i loro parametri di reclutamento di giovani aspiranti cabarettiste. Ma per rincarare la dose, la regia introduce il siparietto del vicino di casa che è tutto un programma e, soprattutto, eloquente della mentalità becera di certi soggetti. E se le battute sessiste si sprecano, le immagini le sovrastano. E’ difatti all’universo visivo, esacerbato nel sanguinolento come

    non mai, che Fargeat si affida roteando la macchina da presa come fosse un saltimbanco, spesso tallonando con quella a mano il personaggio sul campo, prima di deflagrare nel mattatoio in punta di rabbiosa ‘revenge’. Non solo la sua ma, anche e soprattutto, a cavalcioni della conflittualità crescente tra le due parti della stessa persona: succede che Sue/Qualley, “la versione migliore†di Elizabeth/Moore, percepita dall’universo maschilista come ‘Sparkle’ (scintillante) di nome, ma non di fatto, in coda all’esigenza di restare sul campo più di quanto consentito dal regolamento - sette giorni ciascuna, a turno - trasgredisce la tempistica nella somministrazione dei fluidi di nutrimento, stabilizzazione ed alternanza, così da far saltare l’equilibrio dell’esperienza che verrebbe da definire ‘ai confini della realtà’. D’altra parte, aveva per altri versi già fatto strada Frankenstein sul crinale del raggiungimento dell’immortalità.

    La connessione tra cibo e desiderio sessuale, poi, tra immagine perfetta e degradata sul

    piano dell’abuso, sembra una sorta di filo di Arianna che serpeggia per tutta la trama del film. Ad ogni modo, se i primissimi piani, meticolosamente minimalisti, diventano qui la prima lingua parlata, i piani sequenza iniziali, il metodo di ripresa, con la predilezione dall’alto verso il basso, aprono subito ad una visione viscerale mirata a far presa nel profondo.
    Avvio folgorante, con quell’uovo, nucleo primigenio della nascita, che, dopo l’iniezione si scinde in due. E’ il biglietto da visita dell’argomento che ci si prepara ad affrontare nel modo più luminosamente eccentrico di raccontarlo: con l’utilizzo di immagini a doppio senso, ammiccanti nella premessa-promessa di un’evoluzione. E l’evoluzione, in The Substance (la sostanza), vive entro un circuito filmico circolare: si avvia con un lungo piano sequenza sulla stella di Elizabeth Sparkle nella Walk of Fame e si chiuderà in un suggestivo finale, a doppio fondo, con la stessa stella, sulla scia di

    memorie di gloria in extremis prima che si trovi rilavata da una macchina idro pulitrice. La genialità della decapitazione che migra come il residuo di una mostruosità aliena prima di adagiarsi proprio sulla stella, per esprimere un ultimo, agonizzante, desiderio, in ricordo della fama andata, ha la configurazione di una sorta di Medusa: figura mitologica a sua volta dal doppio significato, oltre che dalla doppia sembianza - da orripilante a bellissima - per l’appunto secondo l’evoluzione figurativa antica.

    Un altro esempio di connessione cibo-desiderio si ha con la sequenza in cui una Elizabeth/Moore, invecchiata per l’egoismo di Sue/Qualley, va su tutte le furie e inveisce con “la versione più giovane di sé†intervistata in TV. L’ironia della giovane sul suo ex programma definito ‘fitness giurassico’ le scatena una rabbia che riesce a malapena ad arginare con la realizzazione delle pietanze illustrate nel libro di cucina omaggio: la si vede furibonda mentre

    manipola un tacchino - mercificazione della carne - quando vede Sue/Qualley reticente nello svelare il suo segreto di bellezza. Ma in fondo, si sa, la ‘replica’ chiede sempre più tempo, invidiosa dell’originale, reclamando patria potestà sull’essere. Qui l’amletico dilemma si estende alla dimensione estetica, essere giovane, o sé stessa, accettando il tempo che passa? Le conseguenze di cotanta infausta ‘sfida’ contro il tempo a colpi di iniezioni di una non ben definita ‘sostanza’ chimica, daranno l’impietosa risposta, in cui non c’è sconto che tenga.

    “tu sei la matrice, tutto viene da te… si tratta solo di una versione migliore di te stessaâ€

    Se la sequenza della scissione è un vero e proprio parto dalla schiena di Elizabeth/Moore - eredità carpentariana? - quanto alla ricucitura, alquanto ‘primitiva’ e rudimentale, condotta dalla nuova Sue/Qualley, beh … stomaco forte e nervi saldi perché si tratta di una delle prime tappe declinate sul ripugnante! Originali e

    suggestivi gli effetti speciali intermedi alla trasformazione, tra cui ad esempio la moltiplicazione delle iridi oculari prima della stabilizzazione, fase conclusiva preceduta dall’attivazione e susseguita dall’alternatore: il kit di packaging è poi un gioiellino di manufatto, sia dal punto di vista tecnico che cromatico. Uno tra i tanti segni di attenzione minimalista di questa regista che da ora in poi sarà nostra premura tenere d’occhio.

    La macchina da presa danza infine letteralmente sulle ‘curve’ sexy e seminude in movimenti che potremmo definire degni di un ‘fitness hard’ sulle frizzanti note musicali: le uniche distensive di contro alla cupezza dark dell’intero assortimento, a cura del musicista britannico Raffertie (alias Benjamin Stefanski). E non si dica che l’insistenza della macchina da presa sulle parti più basse ed intime nel bel mezzo di movimenti sexy per la trasmissione di fitness dance è da imputare a qualche cedimento di superflua reiterazione, perché l’intento sembra piuttosto

    quello di rendere al meglio l’idea dell’ossessione sessista, così come viene percepito da chi preposto al reclutamento nello spettacolo ‘de borgata’, o ‘Tv spazzatura’, se più si preferisce: il concetto è il medesimo. Il risultato è un ciclonico rigurgito di quell’ossessione, tradotto in una faida sanguinolenta dell’essere, sia pure sdoppiato, che, passando per la sopraffazione temporanea, non ha scampo alcuno, e nessuna alternativa rispetto all’annientamento totale. Un fiume in piena nel bel mezzo di un uragano impressionante, dal potere ammaliante tale da restare incollato addosso.

    L’aspetto più triste è la mancata accettazione di essere sé stessa da parte di Elizabeth/Moore che, volente o nolente - vedi i due episodi dell’incontro con un vecchio compagno di scuola Fred che non ha problemi ad accettare che il tempo passato ha lasciato il segno - in qualche modo sottoscrive la formula della bellezza e giovinezza ad ogni costo. Non solo la persegue, ma si

    lacera nell’impietoso confronto proprio con la “versione migliore di sé stessaâ€, cadendo nella disperazione e gettando la spugna dopo essersi truccata e struccata più volte: rinuncerà difatti all’appuntamento dandosi per vinta. Quanto alla giovane Sue/Qualley, dal canto suo esprime volentieri il target dell’oca giuliva, in nome del successo e dell’acclamazione di cui si mostra tanto avida da non rispettare più le regole temporali di scambio, aggravando così le inevitabili, catastrofiche, conseguenze: materiale eccellente per attivare il cuore del ‘body horror’ del film. Particolarmente inquietanti, per non dire orripilanti, certi risvolti iconografici incastonati negli incubi in cui incorrono le due versioni della stessa matrice. Verso l’epilogo ci si lascia andare davvero ad eccessi che non starò a descrivervi, ma la cosa più sorprendente è che non solo riescono ad avere senso accrescendo il loro significato, ma sanno rivestirsi di un affascinante magnetismo. E non è affatto scontato un tocco magico di

    regia di questo tipo, che riesce a concludere con un finale ad effetto, talmente ricco e significante, da rendere superfluo ogni commento: sono ancora una volta le immagini a parlare in una sequenza a dir poco indimenticabile!

    Riproduzione riservata © Copyright CELLULOID PORTRAITS

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di THE SUBSTANCE

    Links:

    • Demi Moore

    • Dennis Quaid

    • Margaret Qualley

    1 | 2 | 3

    Galleria Video:

    The Substance - trailer ufficiale

    The Substance - teaser trailer ufficiale

    The Substance - trailer ufficiale (V.O.)

    The Substance - spot 'Cominciamo'

    The Substance - spot 'Hai mai sognato una versione migliore di te?'

    Il giudizio della critica

    The Best of Review

    International Press

    “An epic, audacious masterpiece†– IndieWire

    “Coralie Fargeat arrives fully realized as a singular auteur†– The Playlist

    ★★★★

    “If Moore’s extraordinary, best-of-career performance doesn't kick off a full Demi-aissance, there is no God†– Rolling Stone

    ★★★★

    “Pure cinema, anchored by astonishing, fearless performances†– Tribune News Service

    Italian Press

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