I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Da Venezia 80. - Con il suo nuovo dramedy romantico Woody Allen mette in luce il ruolo che il caso e la fortuna giocano nella nostra vita - Dal 6 Dicembre
"Questo è il mio cinquantesimo film. È stato un grande privilegio averlo realizzato a Parigi ed è un grande onore presentarlo a Venezia".
Il regista e sceneggiatore Woody Allen
(Coup de Chance; Francia, Regno Unito 2023; Dramedy romantico; 96'; Produz.: Gravier Productions, Dippermouth, Perdido Productions, Petite Fleur Productions, World Wonder Ring Stardom; Distribuz.: Lucky Red)
Parigi e dintorni. Fanny (Lou de Laâge) e Jean (Melvil Poupaud) sembrano la coppia ideale: sono entrambi professionalmente affermati, vivono in uno splendido appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi e sembrano innamorati esattamente come quando si sono conosciuti. Ma quando Fanny si imbatte per caso in Alain (Niels Schneider), un ex compagno di liceo, viene travolta. I due iniziano a frequentarsi e si avvicinano sempre di più...
Una storia d'amore burrascosa fatta di passione, tradimenti finendo per sfociare nel crimine.
In altre parole:
Coup de Chance parla dell’importante ruolo che il caso e la fortuna giocano nelle nostre vite. Fanny e Jean sembrano la coppia di sposi ideale: sono entrambi realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi, e sembrano innamorati come la prima volta che si sono incontrati.
Ma quando Fanny s’imbatte accidentalmente in Alain, un ex compagno di liceo, perde la testa. Presto si rivedono e diventano sempre più intimi...
In dettaglio:
Fanny (Lou de Laâge) e Jean (Melvil Poupaud) hanno tutto della coppia ideale: realizzati nella loro vita professionale, vivono in un magnifico appartamento nei quartieri alti di Parigi e sembrano innamorati come il primo giorno. Ma quando Fanny incrocia, per caso, Alain (Niels Schneider), un ex compagno di liceo, la situazione si capovolge. Si rivedono e si avvicinano molto velocemente. Alain, divenuto scrittore, non fa mistero di essere sempre stato innamorato di lei. Al tempo stesso nelle serate mondane del marito, il quale, nel suo mestiere, «fa diventare più ricche persone già ricche», la donna si trova sempre più a disagio.
Fanny e Alain cominciano così un'intensa relazione extraconiugale, al punto che lei sembra decisa a lasciare il marito. Questi, insospettito da alcuni dettagli, contatta degli investigatori privati per sapere se la consorte ha un amante, venendo confermato nei suoi timori. Così, ingaggia due malavitosi di fiducia per sbarazzarsi di Alain. Dopo l'omicidio Fanny, non reperendo più l'amante e trovandone l'appartamento vuoto, si convince che Alain l'abbia abbandonata per mancanza di coraggio. Si riavvicina al marito, con il quale pensa di mettere al mondo un figlio.
Fanny and Jean have everything of the ideal couple: fulfilled in their professional life, they live in a magnificent apartment in the beautiful districts of Paris and seem to be in love as on the first day. But when Fanny crosses, by chance, Alain, a former high school friend, she is immediately capsized. They see each other again very quickly and get closer and closer.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Bisogna essere pazienti ed attendere che l’impasto inizi a lievitare. Ma questo si verifica solo nella seconda parte. Woody Allen si prende tutto il tempo, incespicando in quisquilie romantiche, un po' appiccicate al motivo delle coincidenze della vita. C’è chi ci crede, così come pure alla fortuna, e chi no, pensando che occorra piuttosto provocarla. Insomma, la storia tra Fanny Moreau sposata Fournier (Lou de Laâge) che incontra casualmente per strada un compagno di liceo, l’Alain di Niels Schneider, pronto all’istante a confessarle di essere da sempre innamorato di lei, è veramente tirata per le corna. Proprio quelle che di lì a poco spunteranno sulla testa del marito di lei, Jean Fournier (Melvil Poupaud), tipo possessivo e ossessivo, con un lavoro misterioso che ‘rende i ricchi ancor più ricchi’ e ci guadagna pure lautamente. Se a questo si aggiunge la scomparsa improvvisa e senza apparente motivo, nel passato, di
un ex socio, evento da cui Jean/Poupaud ha ovviamente guadagnato, il sospetto è la scintilla che Woody Allen fa scoccare presto, ma che lascia decantare come il vino d’annata prima di farcelo assaporare con sviluppi imprevisti. La frequentazione dei due amanti Fanny/de Laâge e Alain/Schneider si va intensificando tanto quanto i sospetti del marito Jean/Poupaud che ingaggia addirittura un investigatore privato per verificare la tresca presunta.
Il fare insolente e certe dinamiche a soluzione ‘lapidaria’, per così dire, di questo marito Jean/Poupaud che ama far sfoggio di una ‘moglie trofeo’, fanno venire in mente il cult Delitto perfetto di Andrew Davis, in cui era di scena il magnetico trittico di Michael Douglas e Gwineth Paltrow, con il terzo incomodo dell’artista bohemien Viggo Mortensen come amante. Anche Alain/Schneider è in certo senso un artista bohemien, scrittore che vive in una mansarda a Parigi dopo aver viaggiato in molti altri Paesi a
del film - fiore all’occhiello di un finale davvero esilarante - non avrebbe potuto raccontarlo. Anche se la sospensione narrativa - ed è questo un altro piccolo pregio - non le concede la ribattuta.