I âRECUPERATIâ di âCelluloidPortraitsâ - RECENSIONE - Leonardo Pieraccioni torna alla commedia con un ottimo soggetto che vede coinvolti, oltre allo stesso Pieraccioni, Nino Frassica, Chiara Francini e Giulia Bevilacqua - Dal 18 Gennaio
âQuesta storia è liberamente ispirata ai fratelli Michele e Gianni Bugli che nel 1982 partirono con il padre malato in roulotte e gli fecero credere di essere arrivati a Parigi. Viaggiarono non uscendo quasi mai dal loro podere. Il film è dedicato a loro. E a tutti i sognatoriâ.
Il regista, co-sceneggiatore e attore Leonardo Pieraccioni
Sceneggiatura:
Filippo Bologna e Leonardo Pieraccioni
Soggetto: Il film è ispirato a una storia vera, quella dei fratelli Michele e Gianni Bugli che nel 1982 partirono con il padre malato in roulotte e gli fecero credere di essere arrivati a Parigi, non uscendo quasi mai dal loro podere.
Makeup: Francesca Rossi (makeup); Italo Di Pinto (acconciature)
Scheda film aggiornata al:
07 Maggio 2024
Sinossi:
Per esaudire il desiderio, ormai rimpianto, che ha un vecchio e malatissimo padre (Nino Frassica) di non aver fatto un viaggio a Parigi con i figli (Leonardo Pieraccioni, Chiara Francini, Giulia Bevilacqua) ecco che i tre fratelli che non si parlano da cinque anni, fingeranno di partire con lui da Firenze a bordo di un camper, che non uscirĂ mai dai confini di un maneggio di cavalli. Quel viaggio, messo in scena perchĂŠ ai figli è stato proibito di allontanare il padre dalla struttura ospedaliera che glielo ha affidato, diventerĂ una paradossale, avventurosa e irresistibile occasione per tentare di far riavvicinare i fratelli e cercare di riconciliarsi con il loro papĂ . Con il motore dellâimmaginazione si possono fare migliaia di chilometri: se non si può andare a Parigi, Parigi può venire da noi! Dopotutto anche se fai il giro del mondo ritorni sempre nel solito punto, no?
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Con tutte le migliori intenzioni di portare sul grande schermo una storia vera, struggente come questa, Pare parecchio Parigi âpare parecchioâ deludente. Il soggetto - vedi la trama alla voce 'Sinossi' della scheda film - non lo avrebbe forse consentito, ma la nuova pellicola di e con Leonardo Pieraccioni, che co-firma anche la sceneggiatura con Alessandro Riccio - e pure lo stesso soggetto con Filippo Bologna - azzarda la commedia nel consueto dialetto fiorentino, ma senza premere mai troppo sullâacceleratore. Anzi, sembra che ci sia il limite dei 30. Diciamo che resta una commedia, ma quasi con la vergogna di esserlo, e per questo tira il freno a mano. Una commedia talmente rattenuta che, a parte la promettente premessa, crolla narrativamente su sĂŠ stessa, pure zigzagando qua e lĂ - il racconto in prima persona di Leonardo Pieraccioni sullâaereo nellâimprobabile condizione di avere come interlocutori i due piloti e lâassistente
di volo - man mano che il falso viaggio 'on the road' alla volta di Parigi (nella illusoria fantasia) prende piede. E non si rimpiange tanto il fatto che si siano lesinate le risate, le gag comiche, piuttosto la mancanza di unâimpalcatura narrativa piĂš solida, degna di questo nome, capace di catturare lâattenzione, invece di arrampicarsi sugli specchi che, come ben si sa, per loro stessa natura, alimentano la scivolata facile.
Tornano pure certi argomenti che, francamente, sono qui quasi un fuori tema, anche se in teoria motivo fondante della lontananza mantenuta per cinque anni tra padre e figli: come la sorella di Bernardo (Leonardo Pieraccioni), la Ivana di Giulia Bevilacqua, imprenditrice edile, che - rivelazione delle rivelazioni! - si scopre lesbica. Vuoi mettere allora la verve e il cotĂŠ di Barbara Enrichi in Fuochi dâartificio sullo stesso registro? Lo stesso Leonardo Pieraccioni, che non si discosta mai da Leonardo
Pieraccioni, neppure con questo Bernardo, colto di sorpresa con una notizia bomba a carico dei suoi natali, fa il disinvolto, mentre sembra pattinare sul ghiaccio arrancando. Quanto agli altri componenti di un onorevole cast, almeno sulla carta, l'impressione è che abbiano fatto buon viso a cattivo gioco pur di condividere la buona azione di dedicare questo film ai veri protagonisti della storia narrata, ma il risultato, con una sceneggiatura lacunosa e âarruffataâ come questa, non poteva certo condurre a rimirar le stelle! A cominciare dal prof. Arnaldo di Nino Frassica - padre disastrato, fisicamente ma forse anche psicologicamente, pur non avendo modo di esprimerlo come avrebbe dovuto, per seguire con lâaltra sorella, la Giovanna di Chiara Francini, estetista con la passione per i âtoy boyâ, cui sono toccate le gag piĂš boccaccesche, oltre alla scena di sesso, imbarazzante e di cattivo gusto, come manifesto del suo personaggio. E che dire
poi del cameo allargato di Massimo Ceccherini, messo alle corde da un personaggio marginale come il vicino di casa e della madre che fu âdi facili costumiâ? Soprassediamo sul medico in costante allenamento con mezzi di fortuna persino in ospedale. Roba da commedia, peccato che, soprattutto nel corpo centrale del film, âla sia cosĂŹ smorta, tiepida e pallidaâ, ovvero, priva di nervo, da rasentare la noia. E dire che la durata è giĂ contenuta di per sĂŠ, ma, d'altra parte, se c'è poco altro da dire, è inutile tirar l'elastico per allungare il brodo. Quel che conta non è la quantitĂ , è il sapore!