Dall'XI. Festa del Cinema di Roma (13-23 Ottobre 2016) (*) - RECENSIONE - Dal 6 Aprile
"È un romanzo incredibilmente lirico, scritto in modo magnifico, più in linea con un'opera di Samuel Beckett che con una sceneggiatura cinematografica in realtà . La sfida è stata tradurre in immagini sullo schermo una storia che nel libro si svolge nella mente della protagonista. Rose viene internata in un ospedale psichiatrico da un sacerdote (Padre Gaunt) e lì trascorre moltissimi anni della sua vita durante i quali si dedica alla scrittura del suo ‘testo sacro’. Dal punto di vista drammaturgico, il problema è che si tratta di un personaggio piuttosto passivo"
Il regista e co-sceneggiatore Jim Sheridan
(*) Il film è stato presentato in anteprima mondiale il 10 settembre 2016 al Toronto International Film Festival. Nell'ottobre 2016 è stato presentato anche al London Film Festival.
(The Secret Scripture; IRLANDA 2016; Drammatico; 110'; Produz.: Irish Film Board/Apollo Media/Ferndale Films; Distribuz.: Lucky Red)
Soggetto: Il film è un adattamento cinematografico de Il segreto (The Secret Scripture) di Sebastian Barry e racconta la storia di una donna anziana confinata in un ospedale psichiatrico, ripercorrendo la sua vita tormentata tra gli sconvolgimenti politici e religiosi della Irlanda durante gli anni 1920.
Cast: Vanessa Redgrave (Roseanne McNulty anziana) Rooney Mara (Roseanna McNulty giovane) Eric Bana (Dr. William Grene) Jack Reynor (Michael Eneas) Theo James (Padre Gaunt) Aidan Turner (Jack McNulty) Susan Lynch (Infermiera) Adrian Dunbar (Dottor Hart) Tom Vaughan-Lawlor (McCabe) Pauline McLinn (Anne McCartney) Aisling O'Sullivan (Eleanor Prunty) Brian Fortune (Psichiatra) Lesa Thurman (Infermiera O'Donnell) Omar Sharif Jr. (Daniel O'Brien) John Connors (Joe Brady)
Musica: Brian Byrne
Costumi: Joan Bergin
Scenografia: Derek Wallace
Fotografia: Mikhail Krichman
Montaggio: Dermot Diskin
Casting: Frank Moiselle
Scheda film aggiornata al:
20 Aprile 2017
Sinossi:
In breve:
Lady Rose è una anziana signora che vive in un ospedale psichiatrico da oltre 50 anni. Malgrado il tetro ambiente che la circonda, c'è una luce nei suoi occhi che niente potrà mai spegnere. Il Dottor Stephen Grene è incuriosito da lei e sente il bisogno di far luce sul suo passato e di aiutarla a conquistare la libertà . Grazie all'autobiografia di Lady Rose, emerge una vita caratterizzata da un amore straordinario e da una profonda ingiustizia che rivela quella che un tempo era una giovane coraggiosa e straordinaria, il cui unico crimine è stato quello di innamorarsi. Sullo sfondo di un periodo di forti tensioni in Irlanda e di conflitti a livello internazionale, scopriamo il suo trionfo finale.
In Dettaglio:
L'anziana Roseanne McNulty (Vanessa Redgrave) è confinata da oltre 50 anni in un ospedale psichiatrico di Roscommon, Irlanda, seguita quotidianamente dal suo psichiatra il dr. Grene (Eric Bana). Segretamente Roseanne sta scrivendo una sua biografia, in cui ripercorre la sua vita di giovane donna (Rooney Mara) tormentata durante la guerra civile irlandese, ripudiata dal marito, innamorata del pilota Michael Eneas (Jack Reynor), e segnata da una vita di solitudine e povertà fino all'accusa di infanticidio che le aprì le porte dell'ospedale psichiatrico. Anche il dr. Grene sta scrivendo un diario sulla sua paziente e le sue ricerche non coincidono con i racconti dell'anziana donna, facendo emerge a poco a poco una sconvolgente verità .
A woman keeps a diary of her extended stay at a mental hospital.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETI)
"Tutto ciò che vedi con amore è la verità , il resto è fumo"
Un melodramma d'altri tempi, il film The Secret Scripture - scialbato nel titolo italiano Il segreto - che Jim Sheridan (il regista de Il mio piede sinistro, Nel nome del padre, In America-Il sogno che non c'era, Brothers) ha tratto dalle pagine di Sebastian Barry. Un melodramma patinato come un fotoromanzo, con tutto il cuore dolce amaro che può trovare una storia d'amore in tempo di guerra nell'Irlanda occidentale: quando nel marasma di bollenti schieramenti e correnti politiche, l'ingrediente più piccante, dietro il vessillo di moralismi predicati bene e razzolati male, volatili come le parole, era rappresentato dall'intransigenza clericale più bigotta. Il Magdalene di Peter Mullan e il Philomena di Stephen Frears ne hanno già affrescato le tinte più torbide, pescando nei fondali di una marea pronta ad inghiottire e ad insabbiare negli oscuri 'penitenziari' di espiazione della
'colpa' - il frutto di amori consumati fuori del matrimonio - le povere malcapitate ragazze, compagne di avventura-sventura. Potevano essere lavanderie interne a monasteri, quando andava bene, ma potevano evidentemente essere anche cliniche psichiatriche, quando andava peggio. Ma le 'carceriere' erano tristemente sempre donne, per quanto in abiti religiosi, e da loro non c'era da aspettarsi nessuna pietà e men che meno compassione solidale.
"Il mio nome è Rose McNulty, non ho ucciso mio figlio"
Allo spirito forte e marcatamente indipendente di Roseanna (Rose) McNulty sembra essere andata peggio. E' quel tetro e sinistro corridoio che ci introduce nella storia a svelare lo scoglio del naufragio personale su cui si sono infranti i sogni della protagonista. La vera forza del film è proprio il grande fardello di responsabilità caricato quasi interamente sulle sue spalle. Protagonista assoluta, si direbbe, cui lo sdoppiamento cronologico offre la condivisione del primo piano a due interpreti in
grado di fare la differenza: la Rose in età giovanile ad un'intensa e sensuale Rooney Mara, e la Rose in età senile ad una incomparabile Vanessa Redgrave in balia delle sue sabbie mobili mentali, tra rigurgiti di memorie e visionari annebbiamenti, alimentati dai reiterati elettroshock adoperati su di lei negli anni per addomesticare la sua volontà . Si direbbe con la stessa crudele noncuranza con cui si tirano le redini per domare e indirizzare un cavallo indisciplinato. Le due Rose convivono in un trionfo di sofferta e variegata interiorizzazione, cavalcando gli anni della memoria e le ore contate nei pochi giorni che la separano dal trasferimento forzato in un altro istituto. E il racconto si dipana, frangendosi sugli scogli arrotondati di personaggi di fronda, mai messi a fuoco a dovere, così come lo stesso conflitto bellico relegato sullo sfondo, mentre conquistano il primo piano le parole di quella 'scrittura segreta' tenuta
"Io non ho ucciso mio figlio, un giorno verrà a prendermi..."
La compressione della struttura narrativa non evita semplificazioni ed ingenuità scenografiche occhieggianti qua e là , incastonate in una sostanziale linearità che non riserva sorprese se non per un certo colpo di
mai spento. Un amore di cui è stata vergognosamente derubata, non una ma due volte. Come non lasciare campo libero ad un protagonismo tanto potente quanto lirico?
Perle di sceneggiatura
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Lucky Red e Alessandra Tieri (Ufficio Stampa Lucky Red)