Amy Adams, che interpreta il ruolo di Mickey, afferma che i sentimenti di Mickey nei confronti di suo padre hanno una qualità universale:
"Le figlie desiderano sempre l’approvazione dei padri. Quindi è normale che Mickey cerchi l’approvazione di Gus; vuole che lui sia orgoglioso di lei, ma lui, così come accade a molti padri, non riesce a manifestarlo. Quindi nel corso degli anni, la donna ha alzato delle barriere e il dialogo fra loro è diventato, a dir poco, polemico". Amy Adams
"Ho un’età per la quale riesco a identificarmi con il trovarsi in un dato punto della propria vita in cui si diventa molto riflessivi e si comincia a valutare le scelte e a pensare alle conseguenze di queste scelte. Ho capito questo aspetto di Susan, oltre al suo sentirsi esausta dell’artificio e della finzione. Non è davvero mai riuscita a superare il conflitto tra la persona che voleva essere e la persona che ha scelto di essere. Ho pensato che con questo personaggio avrei avuto l’opportunità di sperimentare. Sul set, Tom lasciava che la cinepresa filmasse fissa per tempi lunghi. A volte puoi sentirti in imbarazzo, ma poi devi affrontare il disagio e sforzarti per trovare la tua strada verso qualcosa di meraviglioso. Troppo spesso i registi urlano ‘stop’ quando vedono un attore avere delle difficoltà, ma Tom sapeva che questo ci avrebbe portato a momenti profondamente emozionanti" Amy Adams
"Hannah è la figlia di Louise e per lei è molto speciale, quando il pubblico incontra per la prima volta Louise, la vede che tenta di elaborare il lutto per la morte della figlia, confrontandosi con l’amore e la perdita di quella persona tanto amata da lei... Sebbene anche il mio personaggio parli un paio di lingue, studia il significato antropologico delle lingue e delle culture, come la gente parla tra di loro e come le lingue hanno origine. Ho letto molto sull’argomento e mi sono resa conto che non potrei mai essere una buona linguista, ma sono rimasta affascinata e divertita da quell’aspetto. Non capivo proprio, da un punto di vista sociologico, cosa facessero i linguisti e cosa fosse la linguistica, perciò mi sono divertita parecchio ad apprendere le basi. Adesso capisco molto meglio come sia riuscita a decifrare il loro linguaggio". Amy Adams
"Non era solo il fatto di interpretare Lynne tra i suoi venti e i settanta anni, ma avevo bisogno di creare empatia con l’anima del personaggio e la sua ambizione... Lynne mi ha ricordato mia nonna che è cresciuta a Provo, nello Utah, una città agricola non molto diversa da Casper, nel Wyoming. Non era apparentemente una persona affettuosa. Ma lei era una che ce l’aveva fatta e ho compreso perfettamente quella voglia di riscatto che prova Lynne, che era cresciuta senza molte opportunità. Poi, attraverso la sua scrittura, ho davvero apprezzato il suo intelletto e il modo in cui si è fatta da sé. Era una studentessa diligente e fondamentalmente riusciva a ottenere tutto ciò che voleva, mentre allo stesso tempo affiancava quell'uomo che lei stava aiutando a raggiungere il potere. Mi è piaciuta la sua faccia tosta... Era più un controllo. Non era semplicemente il desiderio di potere. Se non hai il controllo, significa che ce l’ha qualcun altro. Inoltre, Lynne aveva degli ideali. Amava l'America. Amava la storia americana e questo è il punto di vista attraverso il quale mi sono avvicinata a lei" Amy Adams
"Penso che i temi di questo film siano molto universali. Che si tratti di traumi generazionali, sia che si tratti solo di esaminare da dove veniamo per capire dove stiamo andando e chi siamo, penso che l'universalità dei temi del film trascende di gran lunga la politica". Amy Adams
"Sappiamo che ciò che caratterizza Giselle in 'Come d'Incanto' è la sua evoluzione personale. Per me era dunque interessante scoprire a che punto della sua maturazione si trovasse adesso la mia Giselle, dopo dieci anni. Si tratta di un processo attraverso il quale il mio personaggio ha potuto imparare a credere nei suoi sentimenti, senza per questo perdere quella purezza e ingenuità che tanto la caratterizzano. Il mio intento era dunque quello di mantenere intatto tutto ciò che amavo della Giselle del primo film. Tornare nei suoi panni dopo 15 anni è stato bellissimo, ma nulla sarebbe stato lo stesso se non avessi avuto al mio fianco non solo i miei fedeli compagni di avventura, ma anche dei nuovi arrivati capaci di portare ulteriore gioia a questo progetto". Amy Adams
"Ho letto le bozze prima della pubblicazione e mi sono identificata profondamente con questa allegoria della maternità come perdita di identità e trasformazione. Ho subito chiesto a Mari di trasformarlo in un lungometraggio e mi ci sono buttata a capofitto... La chiave per me è stata avere una comunità intorno: amici, parenti, luoghi in cui incontrare persone affini. La politica e la società devono prendersi più cura delle donne, offrendo supporto senza dare per scontato nulla. L'amore e la gioia per i figli non vengono senza una certa sofferenza e uno sconvolgimento totale. Per me, è stato importante riflettere su questa ambivalenza. La monotonia è sfiancante, ma in prospettiva diventa memoria, ricordi. Cosa non darei adesso per addormentarmi con mia figlia e cantarle la ninna nanna cinque, sei, volte di seguito!" Amy Adams
Amy Adams, che interpreta il ruolo di Mickey, afferma che i sentimenti di Mickey nei confronti di suo padre hanno una qualità universale:
"Le figlie desiderano sempre l’approvazione dei padri. Quindi è normale che Mickey cerchi l’approvazione di Gus; vuole che lui sia orgoglioso di lei, ma lui, così come accade a molti padri, non riesce a manifestarlo. Quindi nel corso degli anni, la donna ha alzato delle barriere e il dialogo fra loro è diventato, a dir poco, polemico".
Amy Adams