"Sapevo che Wim Wenders avrebbe saputo tradurre in immagini ciò che io potevo solo immaginare. Non volevo che Wim raccontasse la storia del Pontefice, ma piuttosto volevo che il Pontefice raccontasse la sua storia attraverso l'obiettivo particolare di Wenders... Dietro le quinte, Papa Francesco è esattamente come è quando è in pubblico, non c'è differenza, è un uomo di parola, esattamente come appare". Don Dario Viganò (ex prefetto della Segreteria delle Comunicazioni Vaticane)
Ci sono voluti due anni per concettualizzare e trovare i finanziamenti per Papa Francesco – Un uomo di parola; all'inizio del 2016 Wenders e la sua piccola squadra tecnica, che comprendeva l’affermata direttrice della fotografia Lisa Rinzler, che aveva già collaborato con Wenders alla
realizzazione di vari progetti precedenti (è stata lei a girare la parte di Buena Vista Social Club ambientata a New York) erano pronti a partire con le riprese. Una parte della produzione consisteva nel viaggiare al seguito del papa nel corso di una delle sue numerose visite internazionali. Per le scene in cui il Papa risponde alle domande – quattro interviste condotte nell’arco di due anni, tra il 2016 e il 2017 – i realizzatori si sono invece recati in Vaticano.
Il film pone il pubblico faccia a faccia con il Pontefice nella Santa Sede, creando così un dialogo diretto tra il leader religioso e il mondo. Ispirandosi allo stile dell’apprezzato documentarista Errol Morris (The Fog of War, The Unknown Known), per realizzare Papa Francesco – Un uomo di parola Wenders ha scelto un approccio diretto e senza fronzoli, senza mai apparire nelle interviste ne essere udito mentre pone le domande. Per far si ha utilizzato la tecnica precedentemente impiegata dal vincitore dell'Oscar
Morris, apportando una modifica alla macchina da presa nota come 'Interrotron'.
Cast: Jorge Mario Bergoglio
Musica: Laurent Petitgand
Montaggio: Maxine Goedicke
Scheda film aggiornata al:
22 Ottobre 2018
Sinossi:
Un viaggio personale in compagnia di Papa Francesco, più che un documentario biografico relativo alla sua figura. Gli ideali del Papa ed il suo messaggio sono centrali in questo documentario, che si prefigge di presentare la sua opera di riforma e le sue risposte riguardanti alcune questioni di livello globale. Il film si basa visivamente e narrativamente sull'interazione del pubblico face-to-face con il Papa, instaurando un dialogo tra lui e, letteralmente, con il mondo. Disponibile nel rispondere alle domande di persone provenienti da qualunque background, Papa Francesco risponde a contadini, lavoratori, rifugiati, bambini ed anziani, detenuti, a coloro che vivono nelle favelas e campi di rifugiati. Tutte queste voci e facce sono uno spaccato di umanità che partecipa ad una conversazione con Papa Francesco.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Un indimenticabile incontro con 'Papa Francesco', San Francesco e una 'cornucopia' di umanità , visibile ed invisibile, a tutto tondo. Un messaggio di portata 'ciclopica' indelebile, incorniciato ad arte, 'face to face', dalla geniale ecletticità di Wim Wenders
si fa largo tra spezzoni di repertorio, icone esemplari di problematiche linfe esistenziali, brani di cinema in bianco e nero con San Francesco - film nel film secondo il geniale tocco di Wim Wenders - scorci di storia dell'arte, voci fuori campo e, soprattutto attraverso la Sua Voce, nell'autentica madre lingua, sottotitolata in italiano. Una Verità che ci ritroviamo improvvisamente seduta accanto, mentre Papa Francesco, sguardo dritto in macchina, si rivolge ad ognuno di noi, seduti sulla propria poltrona, riuscendo a disarmarci da ogni schermo protettivo, da ogni difesa nei confronti di quel richiamo ineludibile, inequivocabile, a vivere la nostra esistenza e a come viverla. Una sintesi che abbraccia l'insieme, non le parti, e che ci consegna le uniche chiavi in grado di aprire le porte di un'esistenza vera, autentica, concretamente partecipata e doverosamente condivisa. Non c'è nervo scoperto che la 'parola e le opere di Papa Francesco' non siano
andate a raggiungere, non c'è posto al mondo che non abbia variamente raggiunto in sei anni di pontificato: dai penitenziari alle periferie, agli ospedali, ai feriti dalle guerre dell'uomo e quelle atmosferiche, dai campi profughi alla piazze gremite, festose ma spesso anche 'piagate' e sempre commosse, fino alla singola casa di un bambino malato di cancro terminale, e... molto altro ancora. La voce di un'umanità spesso gravemente mortificata e ferita a più livelli che qui si leva alta e chiara attraverso sguardi, primissimi piani, sorrisi, lacrime e... silenzi. In mezzo a loro, e tra noi, Papa Francesco si fa voce di verità e speranza come mai prima, guardandoci negli occhi. Non è facile sostenere quello sguardo e neppure contenere l'emozione.
Il film diventa allora un qualcosa che va ben oltre il genere documentaristico per assumere le sembianze di uno straordinario viaggio interiore congiunto alla Verità incontrovertibile e straordinariamente condivisibile da ognuno
Francesco stesso, congiunta alla multietnica umanità del Pianeta Terra che Lui ha già incontrato, sporgendosi ben oltre le razze, oltre le religioni, oltre ogni ostacolo possibile. "Un uomo di parola", appunto, che amorevolmente ma con assoluta determinazione ci richiama tutti, nessuno escluso, dal buio tunnel del nostro 'smarrimento'.
E Wim Wenders, con estremo, 'miracoloso' equilibrio, ricostruisce la colonna vertebrale portante, in spirito ed opere, di questa parabola francescana che vive ancora nell'odierna Parola di Papa Francesco, 'coltivatore diretto' del tralcio che mantiene indissolubile il legame tra spirito, preghiera ed azione, facendo affiorare il significato più pieno di quanto riassume il sottotitolo del titolo stesso del film: Un uomo di parola. Le radici sane e benedette di San Francesco sono cresciute attraverso i secoli, attendendo il momento giusto per generare frutti in grado di nutrire fino a sazietà spirito e corpo. La stupenda sequenza in cui Wim Wenders muove, in una sovrimpressione
di sagome, fiumane di persone sulla gradinata della Basilica di San Francesco ad Assisi, mentre San Francesco al centro scende i gradini insieme a loro - quello cinematografico in bianco e nero che meglio poteva rendere l'antico ed autentico richiamo - non è che la visionaria e geniale illustrazione del legame tra San Francesco e la contemporaneità . Legame tra cui Papa Francesco si pone come ponte ed elettivo portavoce in Terra oggi. Quella madre Terra cui guarda con occhio amorevole, protettivo e responsabile, invitandoci a sentire l'urgenza di correre ai ripari sui danni perpetrati dall'uomo nei secoli, allontanando l'insistita sconsideratezza. Le proiezioni sulla facciata della Basilica di San Pietro, iconiche delle più macroscopiche piaghe esistenziali tra cui l'alienazione giovanile, sfociata nel ben noto caleidoscopio di 'dipendenze' sono un altro passaggio tra i più sensibili e di grande impatto visivo ed emotivo.
Ma forse l'aspetto più spiazzante è la chiave di
volta che Papa Francesco ci offre su un piatto d'argento per poter affrontare il tutto. Ed è un elemento a cui tiene moltissimo e che straordinariamente fa parte integrante di quella 'logica matematica', oggettiva, oltre che di cuore e di spirito, che proprio non ci si aspetterebbe. Tra le righe era già comparso in un sermone rivolto alla curia cardinalizia che non poteva permettersi di avere l'atteggiamento dei 'musi lunghi' - tralasciando il problema più grosso affrontato in altri passaggi per cui vale la 'tolleranza zero' - nello svolgimento del proprio ruolo in seno alla Chiesa. Poi quello stesso motivo torna a tirare le fila di questo inedito, sconvolgente e meraviglioso 'tete a tete', o, 'face to face', come più si preferisce definire, questo incontro 'diretto' con Papa Francesco, favorito anche dalla tecnologia usata da Wenders con l'interrotron (vedi in proposito la dichiarazione del regista). E questo motivo si appunta
sul 'sorriso', che Lui stesso definisce 'il fiore del cuore', e sul 'senso dell'umorismo', nutrimento indispensabile per corpo e anima dell'uomo. La divertente citazione di Papa Francesco dal verso di un certo San Thomas (...) "Signore, dammi una buona digestione ma anche qualcosa da digerire", mentre muove al sorriso, si fa d'altra parte anche preghiera come antidoto alla fame da povertà . Ma Papa Francesco è 'uomo di parola' nel senso pieno del termine. A tradire la sua effettiva pratica del senso dell'umorismo concorre anche un simpatico dietro le quinte raccontato da Alessandro Lo Monaco, uno dei produttori del film:
"Dopo la sua seconda intervista, papa Francesco ha anche scherzato con tutta la squadra dei realizzatori. Ci ha detto che quello che stavamo facendo era molto importante, e che le sue risposte a tutte le nostre domande erano come semi che desiderava piantare in tutto il mondo. Se diffusi correttamente avrebbero potuto
germogliare e produrre bellissimi fiori. Altrimenti, ha aggiunto, ‘che vi si possa rompere la macchina da presa! ‘Ovviamente lo ha detto scherzando e ci ha fatto ridere tutti. Ha un meraviglioso senso dell'umorismo e ama fare battute spiritose".
Implicito il ringraziamento di Papa Francesco allo stesso regista Wim Wenders mentre, tra il bouquet dei fiori di cui invita calorosamente a prendersi cura - come il dialogo, il saper ascoltare, la complementarietà tra uomo e donna - spezza una lancia anche in favore della cultura e dell'arte: "un artista è un apostolo della bellezza". E non vi è ombra di dubbio che Wim Wenders lo sia a tutti gli effetti. Con Papa Francesco - un uomo di parola è riuscito a mandare in onda la più inedita diretta del Papa con il mondo. E Papa Francesco, dopo le citate, canoniche encicliche, questa volta ha scelto il cinema come balcone
preferenziale per porgere il suo messaggio al mondo. Un miracolo infinito, se pensiamo all'auspicabile uscita del film in Home video, provvidenziale, considerata la portata di contenuti, indubbiamente sacrificata se limitata alla sola visione cinematografica.