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    PAPA FRANCESCO - UN UOMO DI PAROLA

    Da Cannes 71 - Sezione Speciale - RECENSIONE - Dal 4 Ottobre

    "Gli esseri umani, pur essendo capaci del peggio, sono anche in grado di innalzarsi al di sopra di se stessi, optare nuovamente per il bene e ricominciare da capo... Preferisco una Chiesa ferita, dolorante e sporca perché è scesa nelle strade, piuttosto che una Chiesa malsana perché sta al chiuso, aggrappata alla propria sicurezza. Non voglio una Chiesa che vuole essere al centro e poi finisce per essere avvolta in una ragnatela di ossessioni e procedure... quando l'uomo pensa solo a se stesso e diviene preda degli idoli del dominio e del potere, apre la porta alla violenza, all'indifferenza e al conflitto"
    Papa Francesco

    "Il 13 marzo 2013 è stata una giornata molto emozionante. È stato eletto un nuovo Papa: il cardinale di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, è diventato il 266° pontefice della Chiesa cattolica, il primo Papa proveniente dalle Americhe, il primo dell'emisfero australe, il primo gesuita vescovo di Roma e, soprattutto, il primo papa ad aver scelto il nome di Francesco. San Francesco d'Assisi (1181-1226), da sempre uno dei santi più venerati della Cristianità, oltre che un grande 'riformatore', dedicò la propria vita alla povertà, e con il suo profondo amore per la natura e per tutti gli esseri viventi sulla Terra è ancora un esempio per tutti noi. Molte persone sul nostro pianeta, e non solo io, riponevano grandi speranze nel Papa che aveva scelto un nome che di per sé era già una promessa. Fin dall'inizio, 'Papa Francesco – Un uomo di parola' avrebbe dovuto essere, più che un tradizionale film biografico, un viaggio personale con Papa Francesco. Volevo che al centro di questo documentario ci fossero le idee del Papa e il suo messaggio, il suo lavoro di riforma e le sue risposte alle domande globali di oggi. Ho ideato il film, sia dal punto di vista visivo che narrativo, nella speranza di coinvolgere il pubblico in una sorta di faccia a faccia con il Papa, stabilendo un dialogo tra lui e, letteralmente, il mondo. Il Vaticano mi ha garantito che avrei avuto carta bianca e l’accesso privilegiato agli archivi, oltre al final cut del film. Ci hanno lasciato girare senza interferire. Abbiamo avuto quattro lunghi incontri/intervista con Papa Francesco, per quattro pomeriggi nel corso di due anni. Ne abbiamo girati tre al chiuso in vari luoghi del Vaticano e uno in un giardino, ma ancora all'interno delle mura vaticane. Abbiamo girato con diverse macchine da presa, la principale equipaggiata con un 'Interrotron' nella parte anteriore, una sorta di 'teleprompter invertito', che ha permesso a Papa Francesco di vedermi su uno schermo e guardarmi negli occhi mentre parlavamo, ma allo stesso tempo di guardare dritto nell'obiettivo e quindi negli occhi di tutti coloro che guarderanno il film: in questi quattro lunghi colloqui, Papa Francesco è stato assolutamente spontaneo, diretto e disponibile in tutte le sue risposte. In un'epoca di profonda sfiducia nei confronti dei politici e degli uomini di potere, in cui bugie, corruzione e fake news sono all'ordine del giorno, il film ci mostra un uomo che mette in pratica ciò che predica, conquistandosi così la fiducia di persone di tutto il mondo, di tutti i credi religiosi, culturali e sociali. Ecco perché penso che questo non sia solo un film per i cattolici o i cristiani. 'Papa Francesco – Un uomo di parola' contribuisce a liberarsi di certi pregiudizi e ad andare oltre le incomprensioni. Il Papa ha, letteralmente, spalancato le sue braccia verso tutti".
    Il regista e sceneggiatore Wim Wenders

    "Sapevo che Wim Wenders avrebbe saputo tradurre in immagini ciò che io potevo solo immaginare. Non volevo che Wim raccontasse la storia del Pontefice, ma piuttosto volevo che il Pontefice raccontasse la sua storia attraverso l'obiettivo particolare di Wenders... Dietro le quinte, Papa Francesco è esattamente come è quando è in pubblico, non c'è differenza, è un uomo di parola, esattamente come appare".
    Don Dario Viganò (ex prefetto della Segreteria delle Comunicazioni Vaticane)

    (Pope Francis: A Man of His Word; USA 2018; Documentario; 92'; Produz.: Centro Televisivo Vaticano/Célestes Images/Decia Films; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)

    Locandina italiana Papa Francesco - Un uomo di parola

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Papa Francesco - Un uomo di parola

    Titolo in lingua originale: Pope Francis: A Man of His Word

    Anno di produzione: 2018

    Anno di uscita: 2018

    Regia: Wim Wenders

    Sceneggiatura: Wim Wenders

    Soggetto: PRELIMINARIA - L’Interrotron:

    Ci sono voluti due anni per concettualizzare e trovare i finanziamenti per Papa Francesco – Un uomo di parola; all'inizio del 2016 Wenders e la sua piccola squadra tecnica, che comprendeva l’affermata direttrice della fotografia Lisa Rinzler, che aveva già collaborato con Wenders alla
    realizzazione di vari progetti precedenti (è stata lei a girare la parte di Buena Vista Social Club ambientata a New York) erano pronti a partire con le riprese. Una parte della produzione consisteva nel viaggiare al seguito del papa nel corso di una delle sue numerose visite internazionali. Per le scene in cui il Papa risponde alle domande – quattro interviste condotte nell’arco di due anni, tra il 2016 e il 2017 – i realizzatori si sono invece recati in Vaticano.

    Il film pone il pubblico faccia a faccia con il Pontefice nella Santa Sede, creando così un dialogo diretto tra il leader religioso e il mondo. Ispirandosi allo stile dell’apprezzato documentarista Errol Morris (The Fog of War, The Unknown Known), per realizzare Papa Francesco – Un uomo di parola Wenders ha scelto un approccio diretto e senza fronzoli, senza mai apparire nelle interviste ne essere udito mentre pone le domande. Per far si ha utilizzato la tecnica precedentemente impiegata dal vincitore dell'Oscar
    Morris, apportando una modifica alla macchina da presa nota come 'Interrotron'.

    Cast: Jorge Mario Bergoglio

    Musica: Laurent Petitgand

    Montaggio: Maxine Goedicke

    Scheda film aggiornata al: 22 Ottobre 2018

    Sinossi:

    Un viaggio personale in compagnia di Papa Francesco, più che un documentario biografico relativo alla sua figura. Gli ideali del Papa ed il suo messaggio sono centrali in questo documentario, che si prefigge di presentare la sua opera di riforma e le sue risposte riguardanti alcune questioni di livello globale. Il film si basa visivamente e narrativamente sull'interazione del pubblico face-to-face con il Papa, instaurando un dialogo tra lui e, letteralmente, con il mondo. Disponibile nel rispondere alle domande di persone provenienti da qualunque background, Papa Francesco risponde a contadini, lavoratori, rifugiati, bambini ed anziani, detenuti, a coloro che vivono nelle favelas e campi di rifugiati. Tutte queste voci e facce sono uno spaccato di umanità che partecipa ad una conversazione con Papa Francesco.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Un indimenticabile incontro con 'Papa Francesco', San Francesco e una 'cornucopia' di umanità, visibile ed invisibile, a tutto tondo. Un messaggio di portata 'ciclopica' indelebile, incorniciato ad arte, 'face to face', dalla geniale ecletticità di Wim Wenders

    Se al posto della recensione dovessi usare una sola parola, per descrivere il film, direi semplicemente 'folgorante'! Wim Wenders (Il cielo sopra Berlino, Buena Vista Social Club, Pina 3D, Il sale della terra), ha superato se stesso nella superba orchestrazione registica. Per Papa Francesco poi, beh, non ci sono parole! Che sensazione si prova a trovarci inchiodati alla poltrona, con tutti i muscoli rappresi e le lacrime che spuntano ad ogni svolta di fotogramma?! Perché, può succedere una cosa del genere al cinema?! Si può succedere se a parlare è la Verità. La Verità è indiscussa protagonista in Papa Francesco un uomo di parola di Wim Wenders, palpitante di fotogramma in fotogramma, mentre

    si fa largo tra spezzoni di repertorio, icone esemplari di problematiche linfe esistenziali, brani di cinema in bianco e nero con San Francesco - film nel film secondo il geniale tocco di Wim Wenders - scorci di storia dell'arte, voci fuori campo e, soprattutto attraverso la Sua Voce, nell'autentica madre lingua, sottotitolata in italiano. Una Verità che ci ritroviamo improvvisamente seduta accanto, mentre Papa Francesco, sguardo dritto in macchina, si rivolge ad ognuno di noi, seduti sulla propria poltrona, riuscendo a disarmarci da ogni schermo protettivo, da ogni difesa nei confronti di quel richiamo ineludibile, inequivocabile, a vivere la nostra esistenza e a come viverla. Una sintesi che abbraccia l'insieme, non le parti, e che ci consegna le uniche chiavi in grado di aprire le porte di un'esistenza vera, autentica, concretamente partecipata e doverosamente condivisa. Non c'è nervo scoperto che la 'parola e le opere di Papa Francesco' non siano

    andate a raggiungere, non c'è posto al mondo che non abbia variamente raggiunto in sei anni di pontificato: dai penitenziari alle periferie, agli ospedali, ai feriti dalle guerre dell'uomo e quelle atmosferiche, dai campi profughi alla piazze gremite, festose ma spesso anche 'piagate' e sempre commosse, fino alla singola casa di un bambino malato di cancro terminale, e... molto altro ancora. La voce di un'umanità spesso gravemente mortificata e ferita a più livelli che qui si leva alta e chiara attraverso sguardi, primissimi piani, sorrisi, lacrime e... silenzi. In mezzo a loro, e tra noi, Papa Francesco si fa voce di verità e speranza come mai prima, guardandoci negli occhi. Non è facile sostenere quello sguardo e neppure contenere l'emozione.

    Il film diventa allora un qualcosa che va ben oltre il genere documentaristico per assumere le sembianze di uno straordinario viaggio interiore congiunto alla Verità incontrovertibile e straordinariamente condivisibile da ognuno

    di noi, al di là dell'appartenenza religiosa, sociale, politica, etnica. Un faro nella notte e nel giorno delle nostre esistenze, con tutte le risposte ad ogni domanda racchiuse nel suo raggio di luce. Non solo un film dunque, piuttosto una finestra aperta sull'umanità, e per l'umanità, da cui porgere le chiavi dell'eredità spirituale e terrena tutta da vivere. E ci si potrà pure sentire scomodi, o per meglio dire, a disagio, chi più, chi meno, a dispetto della poltrona in cui sediamo. Perché un Papa a tutto campo racchiuso in uno spaccato temporale compresso in novantasei minuti - tant'è la durata del film - per uno tsunami viscerale di questa portata, non l'abbiamo mai visto, né sentito. E vi assicuro che non solo ci raggiunge fin nel profondo delle nostre retrovie interiori, ma sprigiona un terremoto in grado di smuovere ogni muro o paratia di scuse o giustificazioni personali, dalle

    fondamenta. In altre parole, non abbiamo scampo, di fronte al poliedrico volto rivelato da quel che Papa Francesco definisce la "cultura dello scarto". Dal canto suo Wenders tallona con le immagini più spiazzanti, raccolte in riprese magistrali, l'intima profondità del messaggio in tutta la sua autenticità, con un'estetica purista spogliata da ogni sottoveste retorica o buonista: il discorso sul 'mercato delle armi' condotto all'assemblea congressuale degli Stati Uniti a Washington ha suscitato ripetute ovazioni ed applausi proprio per l'incontrovertibile logica 'matematica', per così dire. E la percentuale rivelata, secondo cui l'80% della ricchezza è in mano ad un 20% dell'intera umanità, traduce in numeri sconvolgenti la povertà reale che affligge il nostro pianeta, 'malamente sfruttato' tanto da produrre una simile diseguaglianza. E non sono difficili da immaginare gli effetti collaterali del conseguente squilibrio, perché ce li ritroviamo davanti agli occhi ogni giorno, per quanto si faccia per non vedere.

    Quella offerta

    da Papa Francesco la si potrebbe dunque quasi definire 'un'equazione socio-esistenziale' che passa per calcoli oggettivi e provati, ricavati dalla realtà contemporanea, facendosi, paradossalmente, prestare la calcolatrice direttamente da San Francesco, da cui ha tratto nome e ispirazione, ovvero le radici di una spiritualità senza limiti e confini, ma anche la capacità di tradurre in modo concreto pensiero e opere per una giustizia morale non inquinata da compromessi né corruzione. "Se un governo sbaglia io devo dire no". La nostra voce e dunque la 'vox populi' deve farsi sentire e l'indifferenza non è contemplata. E poi c'è la soglia minima di dignità dell'uomo che Papa Francesco distingue sotto il comun denominatore delle "tre T": Terra, Tetto (casa) e Trabaco (lavoro). Ma è praticamente impossibile restringere ad un misero racconto la portata del Papa di Francesco - un uomo di parola di Wim Wenders, che è poi la portata di Papa

    Francesco stesso, congiunta alla multietnica umanità del Pianeta Terra che Lui ha già incontrato, sporgendosi ben oltre le razze, oltre le religioni, oltre ogni ostacolo possibile. "Un uomo di parola", appunto, che amorevolmente ma con assoluta determinazione ci richiama tutti, nessuno escluso, dal buio tunnel del nostro 'smarrimento'.
    E Wim Wenders, con estremo, 'miracoloso' equilibrio, ricostruisce la colonna vertebrale portante, in spirito ed opere, di questa parabola francescana che vive ancora nell'odierna Parola di Papa Francesco, 'coltivatore diretto' del tralcio che mantiene indissolubile il legame tra spirito, preghiera ed azione, facendo affiorare il significato più pieno di quanto riassume il sottotitolo del titolo stesso del film: Un uomo di parola. Le radici sane e benedette di San Francesco sono cresciute attraverso i secoli, attendendo il momento giusto per generare frutti in grado di nutrire fino a sazietà spirito e corpo. La stupenda sequenza in cui Wim Wenders muove, in una sovrimpressione

    di sagome, fiumane di persone sulla gradinata della Basilica di San Francesco ad Assisi, mentre San Francesco al centro scende i gradini insieme a loro - quello cinematografico in bianco e nero che meglio poteva rendere l'antico ed autentico richiamo - non è che la visionaria e geniale illustrazione del legame tra San Francesco e la contemporaneità. Legame tra cui Papa Francesco si pone come ponte ed elettivo portavoce in Terra oggi. Quella madre Terra cui guarda con occhio amorevole, protettivo e responsabile, invitandoci a sentire l'urgenza di correre ai ripari sui danni perpetrati dall'uomo nei secoli, allontanando l'insistita sconsideratezza. Le proiezioni sulla facciata della Basilica di San Pietro, iconiche delle più macroscopiche piaghe esistenziali tra cui l'alienazione giovanile, sfociata nel ben noto caleidoscopio di 'dipendenze' sono un altro passaggio tra i più sensibili e di grande impatto visivo ed emotivo.

    Ma forse l'aspetto più spiazzante è la chiave di

    volta che Papa Francesco ci offre su un piatto d'argento per poter affrontare il tutto. Ed è un elemento a cui tiene moltissimo e che straordinariamente fa parte integrante di quella 'logica matematica', oggettiva, oltre che di cuore e di spirito, che proprio non ci si aspetterebbe. Tra le righe era già comparso in un sermone rivolto alla curia cardinalizia che non poteva permettersi di avere l'atteggiamento dei 'musi lunghi' - tralasciando il problema più grosso affrontato in altri passaggi per cui vale la 'tolleranza zero' - nello svolgimento del proprio ruolo in seno alla Chiesa. Poi quello stesso motivo torna a tirare le fila di questo inedito, sconvolgente e meraviglioso 'tete a tete', o, 'face to face', come più si preferisce definire, questo incontro 'diretto' con Papa Francesco, favorito anche dalla tecnologia usata da Wenders con l'interrotron (vedi in proposito la dichiarazione del regista). E questo motivo si appunta

    sul 'sorriso', che Lui stesso definisce 'il fiore del cuore', e sul 'senso dell'umorismo', nutrimento indispensabile per corpo e anima dell'uomo. La divertente citazione di Papa Francesco dal verso di un certo San Thomas (...) "Signore, dammi una buona digestione ma anche qualcosa da digerire", mentre muove al sorriso, si fa d'altra parte anche preghiera come antidoto alla fame da povertà. Ma Papa Francesco è 'uomo di parola' nel senso pieno del termine. A tradire la sua effettiva pratica del senso dell'umorismo concorre anche un simpatico dietro le quinte raccontato da Alessandro Lo Monaco, uno dei produttori del film:

    "Dopo la sua seconda intervista, papa Francesco ha anche scherzato con tutta la squadra dei realizzatori. Ci ha detto che quello che stavamo facendo era molto importante, e che le sue risposte a tutte le nostre domande erano come semi che desiderava piantare in tutto il mondo. Se diffusi correttamente avrebbero potuto

    germogliare e produrre bellissimi fiori. Altrimenti, ha aggiunto, ‘che vi si possa rompere la macchina da presa! ‘Ovviamente lo ha detto scherzando e ci ha fatto ridere tutti. Ha un meraviglioso senso dell'umorismo e ama fare battute spiritose".

    Implicito il ringraziamento di Papa Francesco allo stesso regista Wim Wenders mentre, tra il bouquet dei fiori di cui invita calorosamente a prendersi cura - come il dialogo, il saper ascoltare, la complementarietà tra uomo e donna - spezza una lancia anche in favore della cultura e dell'arte: "un artista è un apostolo della bellezza". E non vi è ombra di dubbio che Wim Wenders lo sia a tutti gli effetti. Con Papa Francesco - un uomo di parola è riuscito a mandare in onda la più inedita diretta del Papa con il mondo. E Papa Francesco, dopo le citate, canoniche encicliche, questa volta ha scelto il cinema come balcone

    preferenziale per porgere il suo messaggio al mondo. Un miracolo infinito, se pensiamo all'auspicabile uscita del film in Home video, provvidenziale, considerata la portata di contenuti, indubbiamente sacrificata se limitata alla sola visione cinematografica.

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di PAPA FRANCESCO - UN UOMO DI PAROLA

    Links:

    • Wim Wenders (Regista)

    • Il miglior cinema dell'anno 2018/The best movies of 2018 Year (CineSpigolature)

    • Papa Francesco - Un uomo di parola (BLU-RAY + DVD)

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    Papa Francesco-Un uomo di parola - trailer (versione originale) - Pope Francis: A Man of His Word

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