"Quello che mi è piaciuto di 'Everest' è stato il grande protagonista ed antagonista: l’Everest stesso. Mi piaceva l'idea di questo ignoto incommensurabile. Si arriva con grandi intenzioni - e forse anche con una dose di arroganza, una certa voglia di evasione, o incapacità di affrontare i problemi familiari o le questioni personali - e poi ci si trova di fronte qualcosa che è molto più grande di qualsiasi altra che si possa concepire. Eppure non si sa davvero di cosa si tratta, fino a quando non ci consuma... Ho avuto la sensazione che avesse trovato una sorta di pace e tranquillità in seguito a quella spedizione, o avesse trovato quel che da tempo cercava, e quindi era soddisfatto. Non posso parlare al suo posto, ma era come se non gli importasse più di tornare a scalare... Il pensiero della sua famiglia lo ha tenuto in vita. Come abbia potuto resistere, è totalmente inspiegabile! Come ha fatto a sopravvivere esposto a condizioni climatiche impossibili, con un vento che soffiava a 80 miglia l’ora ed a temperature sotto lo zero per 18 ore?!. Non potrò mai capirlo" Josh Brolin
"Eddie è disponibile 30 ore al giorno. Non si ferma mai. Ma non è un problema: nonostante lo stress, per lui le batterie si alimentano con il lavoro, nella necessità di essere contemporaneamente in un milione di posti diversi. Che succede? Qual è il prossimo guaio da risolvere? Adora essere occupato. Quando si tratta di affari non c’è motivo di fermarsi... È una straordinaria figura paterna. Ha la capacità di dare un’incredibile sicurezza, così come un buon padre è in grado di fare. Nel suo privato è pieno di debolezze, ma quando lo vedi muoversi in pubblico, sui set cinematografici, mentre si adopera per gestire questi monelli debosciati, la motivazione che lo spinge ad andare avanti è lo spirito di lealtà per lo studio e per il suo capo, Nick Schenk, che gli ha dato la possibilità di iniziare. Fa tutto il possibile per non farsi sfuggire nulla dalle mani... Gli attori sanno perfettamente che sarà sempre presente al loro fianco, e riuscirà a mantenere intatta la bolla dello studio. Ma se uno di loro decidesse di uscire dal confine, allora diventa scorretto e non fa più parte della famiglia. È la classica mentalità mafiosa, che ricorda il passato di Eddie come buttafuori nei locali notturni... Alcune persone sono a loro agio nelle situazioni di stress, se ne nutrono. Adorano l’idea di risolvere i problemi, per questo sembra quasi che siano sempre a caccia di problemi. In poche parole il mondo del cinema, con tonnellate di persone che sono solo alla ricerca di stress. L’aspetto più divertente è che non fanno altro che lamentarsi, ma non saprebbero come vivere senza. Esattamente come Eddie Mannix" Josh Brolin
"Quello che mi ha attratto in 'Una vita in fuga' è stato sia la sceneggiatura molto ben scritta sia la mia amicizia di lunga data con Sean. Sapevo che sua figlia Dylan avrebbe interpretato la protagonista che attraversa una straordinaria traiettoria fluttuante, ricca di emozioni forti, evidente già sulla carta. Con uno come Sean al timone, sapevo che sarebbe stato molto intenso. Mi hanno sempre interessato soprattutto le storie personali e mi piaceva molto l'idea di poter fornire una qualche forma di sostegno agli attori che qui condividevano un vero e proprio tessuto connettivo personale con la storia. Sono molto felice di aver preso parte a un progetto che mi ricorda il motivo per cui mi piace raccontare delle storie in primo luogo: il riflesso della condizione di fallacia umana in tutto il suo elettrizzante
splendore" Josh Brolin
"Quello che mi è piaciuto di 'Everest' è stato il grande protagonista ed antagonista: l’Everest stesso. Mi piaceva l'idea di questo ignoto incommensurabile. Si arriva con grandi intenzioni - e forse anche con una dose di arroganza, una certa voglia di evasione, o incapacità di affrontare i problemi familiari o le questioni personali - e poi ci si trova di fronte qualcosa che è molto più grande di qualsiasi altra che si possa concepire. Eppure non si sa davvero di cosa si tratta, fino a quando non ci consuma... Ho avuto la sensazione che avesse trovato una sorta di pace e tranquillità in seguito a quella spedizione, o avesse trovato quel che da tempo cercava, e quindi era soddisfatto. Non posso parlare al suo posto, ma era come se non gli importasse più di tornare a scalare... Il pensiero della sua famiglia lo ha tenuto in vita. Come abbia potuto resistere, è totalmente inspiegabile! Come ha fatto a sopravvivere esposto a condizioni climatiche impossibili, con un vento che soffiava a 80 miglia l’ora ed a temperature sotto lo zero per 18 ore?!. Non potrò mai capirlo"
Josh Brolin