"A quei tempi, secondo quello che si racconta, l'eroina veniva venduta tra i 50.000 e i 60.000 dollari al chilo con una purezza del 50 - 60 per cento. Frank aveva trovato quella pura al cento per cento per 4.200 dollari al chilo e la vendeva sulle strade ad un prezzo inferiore a quello della concorrenza, Nonostante il maggior grado di purezza. Fate voi il calcolo. Ha fatto un'incredibile quantità di denaro che, ad un certo punto, aveva raggiunto, secondo le sue stime, il milione di dollari al giorno... (Ma) Quello che mi interessava della storia non era glorificare uno spacciatore di droga e l'ho spiegato a Frank (Lucas) quando ci siamo incontrati".
L'attore Denzel Washington
Yul Vazquez (Detective Alfonso Abruzzo) Roger Bart (Avvocato) Ruby Dee (Mama Lucas) KaDee Strickland (Avvocato di Richie) Clarence Williams III (Bumpy Johnson) Gavin Grazer (Mike Sobota)
Drama tells the true juggernaut success story of a cult hero from the streets of 1970s Harlem in American Gangster.
Nobody used to notice Frank Lucas (Oscar winner Washington), the quiet driver to one of the inner city’s leading black crime bosses. But when his boss suddenly dies, Frank exploits the opening in the power structure to build his own empire and create his own version of the American Dream. Through ingenuity and a strict business ethic, he comes to rule the inner-city drug trade, flooding the streets with a purer product at a better price. Lucas outplays all of the leading crime syndicates and becomes not only one of the city’s mainline corrupters, but part of its circle of legit civic superstars.
Richie Roberts (Oscar winner Crowe) is an outcast cop close enough to the streets to feel a shift of control in the drug underworld. Roberts believes someone is climbing the rungs above the known Mafia families and starts to suspect that a black power player has come from nowhere to dominate the scene. Both Lucas and Roberts share a rigorous ethical code that sets them apart from their own colleagues, making them lone figures on opposite sides of the law. The destinies of these two men will become intertwined as they approach a confrontation where only one of them can come out on top.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
PRELIMINARIA:
La leggenda dello spacciatore di eroina/uomo di famiglia/distributore di morte/leader civico Frank Lucas venne raccontata per la prima volta in un articolo del giornalista Mark Jacobson apparso sul "New York Magazine" sette anni fa. Nel 2000, il produttore esecutivo Nicholas Pileggi—co sceneggiatore di Quei bravi ragazzi e Casino insieme a Martin Scorsese—ha presentato Jacobson a Lucas, dando inizio ad un viaggio in cui Lucas ha raccontato al giornalista la sua oltraggiosa ascesa e la sua successiva caduta. Dall'aver assistito all'omicidio del cugino ad opera del KKK a La Grange, nel North Carolina, al guadagno di cifre da capogiro con lo spaccio della droga fino alla condanna all'ergastolo, la vera storia di Lucas lascia senza fiato.
Il conseguente The Return of Superfly di Jacobson raccontava la complessa storia di un mezzadro disperatamente povero che si trasferisce ad Harlem e lentamente scavalca i boss locali della scena della droga e
arriva a dirigere l'impero dell'eroina di New York. Nonostante venda un prodotto più puro ad un prezzo più basso a migliaia di tossico dipendenti del periodo dalla guerra del Vietnam, Lucas ammassa una fortuna calcolata in decine di milioni—ma richiama anche l'attenzione della legge. Se non avesse spacciato una sostanza illegale, nuova e letale, Lucas sarebbe sicuramente stato ricordato come uno degli uomini d'affari più attenti e di successo della decade, se non del secolo, per la sua impresa a conduzione familiare.
Cresciuto senza mezzi in una piccola città del sud degli Stati Uniti, Lucas è arrivato a New York nel 1946 come, nelle sue stesse parole, "un figlio di puttana diverso dagli altri". Per due decadi ha lavorato al fianco di Ellsworth 'Bumpy' Johnson (che ha ispirato il personaggio del 'padrino' nero nei film Shaft degli anni 70), come suo braccio destro fino alla morte di Johnson nel 1968—istruito alla
maniera dei gangster tipo Frank Costello e Lucky Luciano. E alla morte di Johnson, Lucas ha preso in mano le redini, ha cambiato le regole del nuovo business dell'importazione dell'eroina ed ha immediatamente dato una sua impronta alla città —mettendo una pistola alla tempia di chiunque osasse contraddirlo.
COMMENTO CRTICO:
UN THRILLER TANTO CLASSICO QUANTO PERFETTO IN OGNI DETTAGLIO. ECCELLENTE DA OGNI PUNTO DI VISTA: REGIA, SCENEGGIATURA, MONTAGGIO E PERFORMANCES, LA’ DOVE SPICCANO I DUE PROTAGONISTI, RUSSELL CROWE - SEMPRE PIU’ SPESSO DIRETTO DA RIDLEY SCOTT - E DENZEL WASHINGTON, FORSE NEL RUOLO MIGLIORE DELL’INTERA CARRIERA. IL REGISTA RIDLEY SCOTT IN PARTICOLARE, CONFERMA QUI LA SUA FAMA DI GRANDE ‘MAESTRO DELL’ESTETICA’, MAGISTRALMENTE CALIBRATA CON I COMPLESSI UNIVERSI INTROSPETTIVI DEI PROTAGONISTI, COSI’ COME CON OGNI ALTRA COMPONENTE DEL FILM.
Che la sceneggiatura dovesse essere eccellente ce lo potevamo anche aspettare: quando c’è Steven Zaillian (Schindler’s List, Risvegli, Gangs of New York) al timone
della scrittura di un film, il prodotto non potrà che essere DOC, ovvero di ‘denominazione di origine controllata e garantita’. Poteva allora far difetto la regia? Ma stiamo scherzando? Se personalmente abbiamo già provveduto a rimarcare nel suo profilo introduttivo uno tra i motivi firma che lo rendono famoso quale indiscutibile ‘maestro dell’estetica’ qui, con American Gangster ne possiamo trovare una dimostrazione piu’ che concreta che lo conferma. Stiamo parlando di Ridley Scott naturalmente, e anche questo, più che sorprenderci ci appaga. Basta solo pensare come è rimasta nell’immaginario collettivo la megalopoli di Los Angeles del 2019 in Blade Runner o la Roma antica di Massimo (con tutte le licenze del caso) nel pluripremiato Il gladiatore, per apprezzare lo stile di American Gangster, reso pulsante fin nelle ricostruzioni che vanno a ricreare l’universo dei due personaggi protagonisti Richie Roberts e Frank Lucas, ad esempio nella Harlem dei primi
ridondanza così come non si trascura niente, si largheggia sui primissimi piani ma non se ne abusa, mentre si adotta, quando necessario, una sintesi spettacolare, forte di un magistrale montaggio, efficace e puntuale come il naturale sincronismo di un orologio svizzero. A questo proposito l’esempio forse più significativo è quel che Ridley Scott riesce a fare con l’intermezzo ad intreccio di fotogrammi con cui comprime ogni singola fase di distribuzione della droga, dal mittente al destinatario. E non manca certo di cogliere spaccati personali appuntati sui devastanti effetti collaterali, magari virando la fotografia dal colore al bianco e nero, o al monocromo. Un esempio per tutti la devastazione fisica di una giovane madre morta sul letto con il suo bambino che le piange accanto. Movimenti rapidi ma incisivi, magari intercalati da un primissimo piano appuntato sugli occhi del ‘leader’, o, in altra occasione, da una carrellata a scorrere sulla fatiscenza
di un edificio condominiale, là dove la droga è di casa non solo per il consumo ma anche quale laboratorio di confezionamento. Ogni rivolo che percorre le dinamiche interattive di questo ‘infestante traffico’, inclusa la dilagante e massima corruzione della squadra narcotici, in quel preciso momento ‘storico’ coinvolta per tre quarti, trova qui il suo legittimo spazio e viene sistematicamente messo a fuoco in modo da lasciare allo spettatore l’oppotunità , imperdibile, di arrivare alla visione d’insieme di un affresco indimenticabile. Va detto che, a rendere indimenticabile questo affresco, concorrono non poco anche le straordinarie performances di Denzel Washington nei panni del boss Frank Lucas - forse il ruolo migliore di tutta la sua carriera - e di Russell Crowe - si direbbe ormai il pupillo di Ridley Scott che ricorre a lui sempre più spesso - in quelli del poliziotto Richie Roberts. Due personaggi indagati a fondo nelle rispettive vite
personali: c’è la vita di Lucas (Washington), che dopo aver sofferto povertà , soprusi e gavetta ad Harlem, non solo riesce a riscattarsi in un modo incredibile, purtroppo nella malavita e nel traffico di droga pesante, ma coinvolge l’intera famiglia, cui peraltro è molto legato, in particolar modo alla madre, e, anche se potrà sembrare un paradosso, resta fedele alle tradizioni così come alle osservanze religiose; e c’è poi la vita di Richie (Crowe), tanto rigoroso e integerrimo nel lavoro di poliziotto e nelle amicizie quanto una frana nella vita privata degli affetti, marito e padre alquanto inadeguato per eccesso, troppo assente e troppo fedifrago.
Come faranno i due a trovarsi alla fine sulla stessa lunghezza d’onda ve lo lasciamo scoprire da soli, invitandovi calorosamente a non mancare l’appuntamento con questo film al cinema.
Perle di sceneggiatura
FRANK LUCAS (DENZEL WASHINGTON): "La mia società vende un prodotto che è migliore di quello della concorrenza, ad un prezzo inferiore a quello della concorrenza".
RICHIE ROBERTS (RUSSELL CROWE): "Giudici, avvocati, poliziotti, politici… se smettono di portare la droga in questo paese, circa 100.000 persone resteranno disoccupate".