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    Il cinema di Johnny Depp

    The Johnny Depp Touch

    SCHEGGE DI STILE IN CELLULOIDE

    (A cura di MARTA SBRANA, Canada)

    SCHEGGE DI STILE IN CELLULOIDE:

    La co-protagonista FAYE DUNAWAY ("Premiere", Febbraio 1995):

    "La sua infanzia ci informa su chi e’, ma la scelta dei suoi ruoli ci rivela chi vuole essere come artista" // "His childhood informs who he is, but his choice of roles is where he wants to live as artist"
    JOHNNY DEPP ("USA Today", 29 novembre 1999):

    "La gente dice che faccio delle strane scelte, ma dal mio punto di vista non lo sono. La mia ‘malattia’ e’ che sono affascinato dal comportamento umano, da cosa c‘e’ sotto la superficie, dagli universi (interiori) che sono dentro le persone" // "People say I make strange choices, but they're not strange for me. My sickness is that I'm fascinated by human behaviour, by what's underneath the surface, by the worlds inside people"
    JOHNNY DEPP ("London Times", 7 Febbraio 2002)

    "In un certo senso c’e’ un filo conduttore tra tutti i personaggi che ho interpretato, sono degli outsiders. Son persone che la societa’ dice che non sono normali e io penso che si debba lottare per persone di questo tipo" // "In some sense there is a monofilament running through the guys I've played. They are outsiders. They're people that society says aren't normal, and I think you have to stand up for people like that"

    Data di pubblicazione: (22 febbraio 2007)
    TUTTI MATTI PER IL CAPPELLAIO in ‘ALICE IN WONDERLAND’ di TIM BURTON - Se oggi JOHNNY DEPP può ormai dirsi un habituè della ‘famiglia lavorativa’ di TIM BURTON si deve alla loro evidentemente armonica intesa creativa che - ad oggi sono giunti alla settima collaborazione - da lunga data gode di ottima salute: a cominciare dall’epoca di EDWARD SCISSORHANDS-EDWARD MANI DI FORBICE (1990), la cui coinvolgente interpretazione di DEPP nelle vesti del protagonista ne ha fatto il talent più richiesto di Hollywood. Una collaborazione che, nel sancire il patto di lunga vita della coppia più ‘extravagante’ della celluloide, non ha mancato di dare i suoi frutti a colpi di riconoscimenti ufficiali. Con Edward DEPP dà il via alla sua prima Nomination ai Golden Globes cui fa seguito subito un’altra con ED WOOD. Il percorso burtoniano di JOHNNY DEPP prosegue e passa per SLEEPY HOLLOW-IL MISTERO DI SLEEPY HOLLOW (1999) prima di raggiungere l’altra Nomination ai Golden Globes per il ‘Miglior Attore Protagonista di una Commedia o un Musical’ con CHARLIE AND THE CHOCOLATE FACTORY-LA FABBRICA DEL CIOCCOLATO (2005), mentre a ruota, il film TIM BURTON’S CORPSE BRIDE-LA SPOSA CADAVERE (2005), cui DEPP presta la voce, riceve la Nomination all’Oscar come ‘Miglior Film d’Animazione’. La Nomination all’Oscar ad personam come ‘Miglior Attore Protagonista’ raggiunge invece DEPP all’altezza (2007) del mirabile SWEENEY TODD: THE DEMON BARBER OF FLEET STREET-SWEENEY TODD: IL DIABOLICO BARBIERE DI FLEET STREET. Finché DEPP non ha dato di matto con il Cappellaio in ALICE IN WONDERLAND. Un personaggio alquanto soggetto a sbalzi di umore, il Cappellaio Matto, ma anche quello che, dopo aver atteso a lungo il ritorno di Alice è probabilmente il solo ad esserle veramente amico. E in linea con i sentori ‘gotici’ burtoniani DEPP - che non a caso viene frequentemente salutato come l’alter ego di Tim Burton - vede così il suo Cappellaio:

    Ho sempre visto il Cappellaio come una figura tragica. Per molti aspetti è una vittima. Il mercurio ha sicuramente avuto il suo impatto, ma c’è un elemento tragico in questa particolare versione che ha un peso importante nel personaggio… Il detto inglese 'matto come un cappellaio' deriva dai veri cappellai, quando realizzavano questi magnifici prodotti di castoro. La colla che utilizzavano aveva un alto contenuto di mercurio che macchiava le loro mani e quindi per questo loro impazzivano… Per qualche ragione, conoscevo bene il suo aspetto - al punto da dipingerlo in un acquerello con i capelli arancioni, il volto da clown con occhi verdi a dimensione variabile - Una delle cose di cui ho parlato subito con Tim (Burton) era l'idea che lui (il Cappellaio) fosse puro, nel senso che si capisce immediatamente quello che prova, tanto che i vestiti, la pelle, i capelli e tutto il resto riflettono le sue emozioni. Così, quando splende, c'è questo effetto luminoso per cui tutto prende vita, come un fiore che sboccia in maniera molto rapida. Le sue emozioni sono evidenti”.
    Johnny Depp

    (A cura di PATRIZIA FERRETTI)
    JOHNNY DEPP è Paul Kemp in THE RUM DIARY - CRONACHE DI UNA PASSIONE (già 'DIARIO DEL DESIDERIO') di BRUCE ROBINSON

    "Mi sono avvicinato al personaggio di Paul Kemp come se fosse Raoul Duke che sta imparando a parlare. E’ stato come interpretare lo stesso personaggio solo 15 anni prima. C’è qualcosa dentro di lui, un’energia che brucia e che è pronta a esplodere."
    Johnny Depp
    JOHNNY DEPP veste ora i panni del vampiro Barnabas Collins in DARK SHADOW di TIM BURTON:

    "Non c'era nulla di simile (si riferisce al 'Dark Shadows' televisivo), sicuramente non nei programmi trasmessi di giorno, con quei vampiri, i fantasmi e le streghe. Sono sempre stato attratto da quel genere, anche da bambino, quindi quando sono arrivato a ‘Dark Shadows,’ non me lo sono fatto scappare... Ci ha dato tutta una serie di idee. Il pensiero di questo uomo elegante del 1700 (il suo personaggio Barnabas), che era stato maledetto e rinchiuso per 200 anni, e che ritorna nell'anno 1972, forse il periodo peggiore, dal punto di vista estetico, dell'esistenza dell'uomo, dove le persone accettavano tutto, dalle piccole bamboline mostruose ai gioielli di macramè e di resina alle lampade fatte di lava. Abbiamo pensato che sarebbe stato bellissimo mettere a questo vampiro gli occhi che non eravamo riusciti ad avere a quel tempo, occhi che potessero vedere l'assurdità di queste cose... In ogni inquadratura che provavo, tornavo sempre alla performance iconica di Jonathan Frid. Era riuscito a realizzare un qualcosa di sensazionale con quel personaggio, quindi il mio Barnabas si basa molto sul suo personaggio, con qualche elemento diverso e con un linguaggio un po' più ricco... diciamo uno stile un po' più vocale in termini di enunciazione... Le mani hanno veramente contribuito a realizzare il personaggio, anche se ho dovuto imparare a toccare le cose o a prendere gli oggetti da una distanza di 50 cm da dove si trovavano realmente le mie dita. Mi ci è voluto un po' ma poi mi ci sono abituato, e questo ha veramente completato il look".
    Johnny Depp
    JOHNNY DEPP è Tonto in THE LONE RANGER di GORE VERBINSKI:

    "Il Cavaliere solitario era uno dei programmi che si guardavano regolarmente da bambini in televisione. Lo guardavo e mi identificavo sempre con Tonto. E anche da bambino mi sono sempre chiesto perché l’indiano dovesse essere la spalla. E non è che il Cavaliere solitario mancasse di rispetto nel modo in cui trattava Tonto, ma pensavo ‘Perché è sempre lui che deve andare e fare questo e quello? Perché non è lui l’eroe?’. Così questa è una cosa che mi è sempre rimasta in testa. Da piccolo mi è stato detto che la nostra famiglia ha un po’ di sangue indiano nelle vene… chissà quanto, magari molto poco, non so... Così, quello che volevo fare era interpretare questo personaggio non come la spalla di Lone Ranger. Volevo interpretarlo come un guerriero e come un uomo di grande integrità e dignità. È il mio piccolo contributo nel cercare di rimediare agli errori che sono stati commessi in passato".
    Johnny Depp
    JOHNNY DEPP è il gangster irlandese James "Whitey" Bulger in BLACK MASS di SCOTT COOPER:

    "Southie era ed è tuttora un quartiere molto unito, e sono in tanti ad aver dimostrato fedeltà a Jimmy. Molte persone sono cresciute idolatrandolo; molti avrebbero voluto essere lui, perché ha fatto sempre le cose a modo suo e, la maggior parte delle volte, ha avuto successo. Ma era anche un uomo molto carismatico. Attirava la gente. Volevano conoscerlo. Volevano sapere tutto di lui. Ho trovato James Bulger un personaggio affascinante, ed ero interessato a saperne di più sulla sua figura".
    Johnny Depp
    Johnny Depp è Luigi XV in Jeanne du Barry di Maïwenn:

    "Mi interrogo su questa parola come back, perché in realtà io non sono andato da nessuna parte. Tutti viviamo un po' un ritorno, siamo stati lontani negli anni del Covid, ma non vivo questo film come un ritorno. Forse per un po' di tempo le persone hanno smesso di chiamarmi per chissà quale paura ma io non mi sono mai mosso da dove ero... Quando ti viene chiesto di abbandonare un film che stai facendo a causa di parole che fluttuano nell'aria, sì, ti senti boicottato. Ma io non mi sento boicottato da Hollywood perché a Hollywood non penso".
    Johnny Depp

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