/B>, "www.celluloidportraits.com") Il regista DARREN ARONOFSKY (π - π-il teorema del delirio, 1998; Requiem for a Dream, 2000; The Fountain - L'albero della vita, 2006; Leone d'Oro per The Wrestler, 2008), figura chiave del cinema contemporaneo e talento artistico spiccatamente creativo nei termini di un'inedita familiarità con i nuovi linguaggi delle arti visive, ha inaugurato la 67. Mostra del Cinema di Venezia con IL CIGNO NERO (BLACK SWAN), IN CONCORSO e in PRIMA MONDIALE. Un thriller psicologico ambientato nel mondo del balletto newyorkese per un viaggio in cui le emozioni sfiorano il terrore interiorizzato. A tratteggiare i chiaroscuri di questo suo nuovo affresco sono chiamati in causa NATALIE PORTMAN (Nina), MILA KUNIS (Lily), VINCENT CASSEL (il produttore teatrale Karolyevnae), WINONA RYDER (Beth). Ben lontano dal classico thriller ambientato in un ambiente criminale o in case infestate, il ritratto intimo che DARREN ARONOFSKY realizza di una donna che svela i lati più nascosti della sua psiche si svolge in un luogo inatteso, il mondo eccitante e faticoso del balletto professionale. Per il regista, si trattava dell'ambiente perfetto per dar vita a un racconto visivamente esplosivo sulla pressione legata al fatto di raggiungere la perfezione. Come avveniva con The Wrestler, la pellicola gli ha anche offerto la possibilità di immergersi in un mondo poco conosciuto e far notare le cose che spingono le persone a compiere sacrifici enormi. Sebbene abbia iniziato a pensare a questa storia quindici anni fa, ARONOFSKY fa notare come IL CIGNO NERO (BLACK SWAN) sia volutamente collegato al suo film più recente, THE WRESTLER. Anche se il wrestling e il balletto potrebbero sembrare due mondi agli antipodi, IL CIGNO NERO (BLACK SWAN) offre momenti di puro horror psicologico, diversi da tutto quello che ARONOFSKY ha fatto finora. Questi due titoli sono collegati dalle tematiche di corpi estremi, anime in pena e da uno stile realizzativo che pone il pubblico all'interno degli affascinanti mondi abitati dai personaggi: "Alcune persone considerano il wrestling come la più bassa delle forme d'arte, mentre altri ritengono che il balletto sia la più alta, ma in realtà hanno qualcosa di molto simile. Mickey Rourke come wrestler viveva delle esperienze assolutamente paragonabili a quelle di Natalie Portman come ballerina. Entrambi sono degli artisti che utilizzano i loro corpi per esprimersi, ma sono minacciati dai malanni fisici, perché i loro corpi sono gli unici strumenti che hanno per comunicare. La cosa interessante per me era trovare due storie collegate in quelli che potrebbero sembrare dei mondi distanti. I due film sono legati anche da un'interpretazione principale che va ben oltre quello che appare in superficie... Il ruolo di Nina è decisamente diverso da tutto quello che Natalie ha fatto finora e lei è arrivata a un altro livello. Interpretare Nina è stato un impegno atletico tanto quanto recitativo... Il balletto è qualcosa per cui devi iniziare ad allenarti quando hai quattro o cinque anni, cambia i corpi e li trasforma. E' veramente difficile che un'attrice che non abbia vissuto questa esperienza possa interpretare una ballerina professionista in maniera convincente... Sono convinto che questo lavoro fisico le abbia permesso di trovare un collegamento con l'impegno emotivo che doveva esprimere". Darren Aronofsky (P. Ferretti>/B>, "www.celluloidportraits.com") Darren Aronofsky" />
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Alla 63a Mostra con THE FOUNTAIN - IN CONCORSO, l'acclamato regista di Requiem for a Dream spiazza con questa personale, millenaria, sfaccettata e intrecciata odissea, una plurima trasfigurazione temporale che si ricongiunge sul binario di un unico obiettivo: cercare l'incontro con la morte per la fonte della vita. ("www.celluloidportraits.com")