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UN RAGAZZO D'ORO: PUPI AVATI IN UN FILM MOLTO PERSONALE RACCONTA LO SPECIALE FEELING DI UN FIGLIO (RICCARDO SCAMARCIO) CON IL PADRE, AL PUNTO DA ECCEDERE NELL'ONORARNE, A SUO MODO, LA MEMORIA, CON LA COMPLICITA' DI SHARON STONE
RECENSIONE ITALIANA IN ANTEPRIMA - Dal 18 SETTEMBRE
"La mia ostinazione sulla figura paterna (Il papà di Giovanna, Il figlio più piccolo e La cena per farli conoscere) - è dovuto al fatto che io e i miei fratelli non abbiamo avuto un papà, è morto quando io che sono il maggiore avevo 12 anni. Nessuno è più presente di chi è assente, se da ragazzo mia madre ha saputo supplire completamente quando ho cominciato a realizzare qualcosa ho sentito sempre più forte la sua mancanza. Inoltre mi colpisce molto il fatto che lui, che di mestiere faceva l'antiquario ed era abbastanza benestante, insieme a due amici da Bologna era venuto a Roma a Cinecittà con il progetto di produrre un film. Progetto che poi non si è realizzato perché è morto. Immaginare di poter raccogliere un testimone da padre a figlio è quello che mi intenerisce e che mi ha fatto pensare a questo film".
Il regista e co-sceneggiatore Pupi Avati
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