I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dal 31 Agosto
(L'homme de la cave (The Man in the Basement); FRANCIA 2021; thriller drammatico; 114'; Produz.: Les Films des Tournelles, Big Sur Films, France 2 Cinéma in associazione con: La Banque Postale Image 14, Cinémage 15, Manon 11; Distribuz.: BIM Distribuzione)
Titolo in lingua originale:
L'homme de la cave (The Man in the Basement)
Anno di produzione:
2021
Anno di uscita:
2022
Regia: Philippe Le Guay
Sceneggiatura:
Philippe Le Guay, Gilles Taurand, Marc Weitzmann
Cast: François Cluzet (Jacques Fonzic) Jérémie Renier (Simon Sandberg) Bérénice Bejo (Hélène Sandberg) Jonathan Zaccaï (David Sandberg) Victoria Eber (Justine Sandberg) Denise Chalem (Nelly Sandberg) Patrick Descamps (Nonno Gérard) Sharif Andoura (Luka Steiner) François-Éric Gendron (Avvocato Massard) Laëtitia Eïdo (Avvocato Vasquez) Martine Chevallier (Avvocato Rivière) Patrick D’Assumcao (Signor Leroux) Éric Genovese della Comédie Française (Signor Martini)
Musica: Bruno Coulais
Costumi: Elizabeth Tavernier
Scenografia: Emmanuel De Chauvigny
Fotografia: Guillaume Deffontaines (AFC)
Montaggio: Monica Coleman
Casting: Constance Demontoy (ARDA)
Scheda film aggiornata al:
15 Marzo 2023
Sinossi:
In breve:
A Parigi Simon (Jeremie Renier) ed Hélène Sandberg (Berenice Bejo), una coppia, mette in vendita la cantina del palazzo in cui risiedono. A rispondere all'annuncio è un uomo, che l'acquista per viverci in modo stabile.
Lo sconosciuto si trasferisce nella cantina senza prima avvisare i due ex proprietari e la sua presenza nell'edificio finirà per portare squilibri e turbare la vita dei Sandberg.
In dettaglio:
Il film è ambientato a Parigi e racconta la storia di Simon (Jeremie Renier) ed Hélène Sandberg (Berenice Bejo), una coppia che ha messo in vendita la cantina del palazzo in cui risiedono. A rispondere all'annuncio è un uomo all'apparenza totalmente anonimo, il signor Fonzic (François Cluzet), che l'acquista. I due, però, ignorano che l'intento dell'uomo sia viverci in modo stabile ed è così che lo sconosciuto si trasferisce nella cantina senza prima avvisare i due ex proprietari. Quando scoprono la verità, Simone ed Hèléne cercano di annullare il contratto di vendita, ma ormai è troppo tardi.
La presenza dell'uomo nell'edificio finirà per portare squilibri e turbare la vita dei Sandberg. Prima saranno i condomini a lamentarsi con la coppia della presenza di Fonzic nello scantinato, in seguito l'uomo inizierà a minare anche il loro equilibrio familiare, stringendo amicizia con la figlia dei due e arrivando a mettergliela contro...
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
In una narrazione fin troppo classica si prende a pretesto la vendita privata di una cantina, in un palazzo cittadino di Parigi, per innescare un caso a carattere legale, per poi andare a scoperchiare ben altre pentole. Così L'homme de la cave (‘l’uomo della cantina’), il Jacques Fonzic di François Cluzet, semplicemente perfetto come ‘intoccabile’, dal punto di vista sociale, si rivelerà un vero ‘incubo’ da cui non sarà certo facile uscire, nel film di Philippe Le Guay, L’ombra sulla verità. Al punto da mandare letteralmente fuori di testa il capofamiglia Sandberg - il Simon di Jérémie Renier - che gli ha elargito, sulla fiducia, alcune concessioni prima della firma del contratto di vendita: una madre morta da due mesi, un appartamento non ancora libero, insomma, un bel po' di problemi che possono intenerire. Salvo poi ricevere in cambio la pretesa non di usare il locale come ricovero di cose,
magazzino insomma, bensì come abitazione. Ma mentre iniziano le lotte furibonde per rivendicare una giustizia che si rivela alquanto più complicata del previsto, si incrina qualcosa nel già precario equilibrio della famiglia Sandberg.
Sembrerebbe questo il tessuto connettivo per un interessante ‘legal thriller’, prima di scoprire che invece si tratta di ben altro, e che di contro alle ombre della buia cantina, la luminosa abitazione dell’architetto Simon/Renier e della moglie medico Hélène (Bérénice Bejo), con la figlia Justine (Victoria Eber), adolescente seguita a suon di facili concessioni da parte della madre e di diktat da parte del padre che poi finisce per cedere, più assorbito dal lavoro che dalla famiglia, ha dal canto suo le sue ombre e contraddizioni in seno alla stessa famiglia, con un certo mal celato imbarazzo nei rispetti della propria identità e del relativo passato. Così, l’intruso della cantina, manipolatore abile e bugiardo che si rivela
in un’identità ben diversa da quella presentata, diventa il pretesto narrativo cinematografico per affrontare proprio quell’ombra su certe verità storiche che vanno a scontrarsi con i cosiddetti ‘negazionisti’, in particolare a proposito di ebrei ed Olocausto, ma non solo. Tutto però è piacevolmente scorrevole sul filo dell’intrattenimento e niente è affrontato veramente, mirando all’effetto sorpresa finale che rivela, ben più tristemente di quanto ci si era potuti immaginare, quale che sia l’ombra e quale la verità: sull’uomo della cantina, così come sulla Storia. Salvo poi, confondere le acque, o quanto meno gettare un velo di pesante ambiguità, tra quel che è il Negazionismo e il Nazismo.
Perle di sceneggiatura
Denise Chalem (Nelly Sandberg): “Quei brutti ricordi legati al nostro appartamento sono anche la storia della nostra famiglia”
Jérémie Renier (Simon Sandberg): "Non voglio rimanere bloccato nel passato come mio fratello, perché io voglio andare avanti"