Al cinema: le uscite della settimana 15-21 Giugno - RECENSIONE
"Se fai un film su un personaggio che è amato a livello globale, stai danzando con il pericolo. Chiedi a chiunque abbia recentemente girato un film di 'Star Wars' della pressione a cui sei sottoposto quando assumi qualcosa di così iconico e amato. Con 'L'uomo invisibile' ho sentito che c'era una libertà lì. Certo, la gente conosce questo personaggio, ma ho sentito che era un po 'sfavorito quando si tratta dei cattivi dell'orrore. È stato emozionante pensare a cosa avrei potuto fare con questo personaggio e come avrei potuto svilupparlo un po'"
-------------------------------------------------------------------- If you make a film about a character that is globally beloved, you’re dancing with danger. Ask anyone who’s made a Star Wars movie recently about the pressure that you’re under when you take on something that iconic and beloved. With the Invisible Man, I felt that there was a freedom there. Of course, people know of this character, but I felt he was a bit of an underdog when it comes to the horror villains. It was exciting to think about what I could do with this character and how I could stretch him a bit"
Il regista e sceneggiatore Leigh Whannell
Basato sul personaggio creato dalla penna di H.G. Weels nel 1881 e divenuto nei primi anni del Novecento uno dei mostri emblematici del primo filone horror della storia del cinema, in questa nuova versione, l'uomo invisibile si trova al centro di un'altra agghiacciante vicenda.
Cast: Elisabeth Moss (Cecilia Kass) Oliver Jackson-Cohen (Adrian Griffin) Storm Reid (Sydney Lanier) Aldis Hodge (James Lanier) Michael Dorman (Tom Griffin) Amali Golden (Annie) Harriet Dyer (Emily Kass) Nash Edgerton (Guardia di sicurezza) Sam Smith Zara Michales Benedict Hardie Bianca Pomponio (Impiegata) Anthony Brandon Wong Serag Mohamed (Guardia Taser) Michael Knott (Paziente bendato)
Musica: Benjamin Wallfisch
Costumi: Emily Seresin
Scenografia: Alex Holmes
Fotografia: Stefan Duscio
Montaggio: Andy Canny
Effetti Speciali: Dan Oliver (supervisore effetti speciali); Jonathan Dearing (supervisore effetti visivi)
Casting: Sarah Domeier Lindo e Terri Taylor
Scheda film aggiornata al:
23 Novembre 2020
Sinossi:
Il film racconta la storia di Cecilia Kass (Elisabeth Moss), succube di una relazione malsana e violenta con Adrian (Oliver Jackson-Cohen), uno scienziato ricco e brillante, ma manipolatore e folle. Stanca di quel legame tossico, la donna fugge nel bel mezzo della notte. Grazie all'aiuto della sorella (Harriet Dyer), di un amico di vecchia data (Aldis Hodge) e della giovanissima figlia di quest'ultimo (Storm Reid), Cecilia riesce a far perdere completamente le sue tracce allo scienziato.
Scosso dall'abbandono, l'uomo si suicida tagliandosi le vene e lascia in eredità a Cecilia una grande fortuna: 5 milioni di dollari. Ma il testamento contiene una clausola, la donna infatti riceverà l'ingente somma solo se non verrà dichiarata mentalmente disturbata. Proprio questo vincolo convince Cecilia che il suo ex le abbia riservato qualche spiacevole sorpresa e che la sua morte celi qualcosa di oscuro. Col tempo inizia a sentirsi osservata e ad avvertire una presenza in casa, tanto da convincersi che Adrian in verità non sia mai morto, ma sia semplicemente diventato invisibile...
Short Synopsis:
When Cecilia's abusive ex takes his own life and leaves her fortune, she suspects his death was a hoax. As a series of coincidences turn lethal, Cecilia works to prove that she is being hunted by someone nobody can see
nuovo a pieno titolo, ritrovandosi al centro di una nuova, splendida, stagione.
E’ già un incanto scenico quello in cui si stagliano i titoli di testa, troneggianti nella fascia bassa di una scogliera, ogni volta che vi si infrange l’irruenta onda marina, pronta ad arretrare e scomparire mentre cede il passo alla prossima in arrivo. Il fraseggio metaforico che traspare tra le righe di questa geniale apertura, spedito all’indirizzo di quel che c’è ed esiste ma che sa rendersi invisibile, dissolversi nell’aria, è un fiore all’occhiello della creatività al servizio del cinema d’autore. Albo a cui può iscriversi di diritto questa solidissima ed affascinante pellicola che ci cattura nella spirale dell’ansia fin dalle primissime sequenze e non ci dà mai tregua, permettendosi persino di scompaginare la narrazione originale fin dal punto di vista: l’ottica femminile è qui difatti assoluta ed incontrastata, sempre in bilico tra realtà e follia, tra assennata veritÃ
e deviazione psichiatrica. La protagonista scelta doveva perciò reggere senza cedimento alcuno una sorta di ‘one woman show’, e non vi è dubbio che Elisabeth Moss (The Handmaid's Tale) abbia sostenuto la sua Cecilia Kass a testa alta, con tutta la forza di un gladiatore determinato a combattere la sua feroce battaglia nella propria ‘arena’ domestica. Un’arena grande come una porta aerei, ed estremamente lussuosa, con una vista mare ‘da paura’, appunto, ma pur sempre un’arena. Il tema della violenza e della sottomissione della donna è la chiave del soggetto, peraltro di grande attualità , ma si relega qui a serpeggiare dietro le quinte per offrire il primo piano assoluto alla controparte combattiva della protagonista, scossa dal terrore fin dai primissimi fotogrammi, quanto assolutamente determinata ad allontanarsi dalle tenaglie di quella schiavitù coniugale che si dà per scontata e che resta alle spalle. La tensione che sprigiona la prima scena, bellissima,
elegante, misteriosa, foraggia la curiosità dello spettatore che mentre si chiede il motivo di tanta ansia, assimila i tempi e i modi in cui la nostra Cecilia/Moss orchestra la sua fuga notturna.
La pellicola palpita dall’inizio alla fine, mentre tallona la nostra protagonista, alle prese con una sorta di fantasma in azione alla stregua di un pericoloso stalker. L’annuncio della morte del ricco e brillante scienziato, non a caso un genio dell’ottica, da cui è fuggita la nostra Cecilia/Moss, è proprio l’inizio della fine della sua ricerca di pace. E’ difatti il momento da cui parte un vero e proprio incubo, dapprima quasi impercettibile, poi sempre più spinto, lanciato in quella spirale in progress, che sopraggiunge a torturare la mente, prima ancora che del corpo, della nostra vittima. Al servizio dell’ottica della protagonista, la regia colloca sul campo un egregio corollario dei personaggi - tra cui la sorella, l’amico con la
figlia, il fratello dell’uomo da cui va fuggendo - lasciando per ultima, la conoscenza dell’aguzzino che agisce per la quasi totalità del tempo, nella sfera invisibile, grazie ad effetti speciali mai troppo invasivi o meccanicamente grossolani. Fatta eccezione per qualche sequenza in cui la regia si lascia andare più del consentito ad una serialità di omicidi favoriti dall’invisibilità dell’aguzzino - azioni che ricadono regolarmente sulla nostra malcapitata ritenuta nell’opinione pubblica come un’autentica psicopatica criminale - L’uomo invisibile di Leigh Whannell tiene così alta la testa per l’intero ‘viaggio del terrore’, mentre guadagna, sempre in punta di un’impeccabile eleganza stilistica, il gran finale. Finale per il quale mai battuta è stata più calzante: ‘sorpresa, sorpresa’!
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)