RECENSIONE - Dalla 26. Settimana Internazionale della Critica di Venezia - Dal 31 AGOSTO
"EL CAMPO è il racconto di un incubo, di un ricordo o di un immaginario viaggio nel futuro. L’azione non si svolge all’interno della normale relazione causa-effetto, ma è il prodotto di 'tagli' che corrispondono più ad una logica soggettiva ed irrazionale - essenzialmente legata allo stato d’animo di Elisa - che ad una logica oggettiva e sensata. Forse nulla di tutto ciò che vediamo accade effettivamente nella realtà di questa coppia, ma è come se ci fosse una segno, una traccia, un leggero movimento che lentamente fa vacillare il precario equilibrio in cui essi vivono. A poco a poco, nel momento in cui inizia a precepire la crisi di Elisa e ad esserne coinvolto, Santiago diventa un osservatore ravvicinato, attraverso cui lo spettatore vede e vive questa storia.
Elisa e Santiago si svegliano dal sogno della civilizzazione, dall’illusione dell’ ubiquità e dell’abolizione del tempo che dominano la nostra moderna società . L’uomo e la donna prendono così coscienza della fragilità del loro mondo, di qualcosa che non avevano mai sospettato prima: la concreta possibilità della morte".
Il regista Hernà n Belòn
(El Campo; ITALIA/ARGENTINA 2012; Drammatico; 85'; Produz.: Bastiana Films/Skydancers/Cine-Sud Promotion in collaborazione con Cinecittà Luce e Zona Audiovisual con il sostegno di INCAA - Instituto Nacional De Cine Y Artes Visuales; Distribuz.: Cinecittà Luce)
Cast: Leonardo Sbaraglia (Santiago) Dolores Fonzi (Elisa) Matilda Manzano (Matilda) Pochi Ducasse (Odelsia) Juan Vellegas (Alberto)
Musica: Antonio Fresa e Luigi Scialdone
Costumi: Anna Franca Ostrovsky
Scenografia: Walter Cornà s
Fotografia: Guillermo Nieto
Montaggio: Natalie Cristiani
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
Sinossi:
Santiago ed Elisa, una giovane coppia, decidono di trasferirsi con la loro piccola figlia Matilda in una casa in campagna, per vivere un periodo lontani dalla frenesia della città e del lavoro. Di notte, al loro arrivo, il luogo si presenta con il decadente fascino di una casa da lungo tempo disabitata. Santiago ne è entusiasta, mentre Elisa avverte, senza riuscire a spiegarselo, uno strano senso di inquietudine. Nel cuore della notte Elisa si desta improvvisamente dal sonno. Sente dei rumori provenire dall’interno della casa, e il vento battere alla finestra dalla vasta, oscura campagna circostante. Corre d’istinto in camera della figlia, per rassicurarsi che stia bene. Nei giorni seguenti la vaga inquietudine di Elisa si acuisce; l’incontro con dei vicini molto strani, la calma e la desolazione del luogo, il comportamento del marito – che le appare mutato, come se si trattasse di una persona diversa da quella che le sta accanto da anni – portano la donna ad un costante stato di insicurezza, di apprensione e di non appartenenza; e alla percezione sempre più forte che qualcosa, fuori e dentro la casa, si muova e stia occupando la sua vita, erodendo quelli che erano dei legami solidi fino a qualche giorno prima. Santiago non riesce a capire cosa stia succedendo alla compagna. Il loro rapporto inizia a incrinarsi, in modo forse inesorabile. Tutto cambia. Nulla sarà più come era.
Commento critico (a cura di ANDREA FACCHIN)
“Sullo sfondo di una natura inquietante e sinistra, i cui suoni alterano ogni percezione, il primo lungometraggio di Hernà n Belòn racconta la profonda crisi di una donna e della sua famigliaâ€.
Santiago ed Elisa, due giovani felicemente sposati, con la loro figlioletta Matilda decidono di trascorrere un periodo di vacanza in una vecchia casa di campagna disabitata da diversi anni, per staccare dai ritmi veloci e stressanti di città e lavoro. Una volta sul posto, però, Elisa avverte sin da subito uno strano senso di inquietudine, che le pessime condizioni dell’edificio non fanno che aumentare: salta ad ogni rumore ed è in costante ansia per la figlia. Santiago, al contrario, è entusiasta, e pensa che un po’ di tempo a contatto con la natura sia proprio quello di cui la sua famiglia ha bisogno. Col passare del tempo, Elisa si fa sempre più diffidente nei confronti dell’ambiente circostante, troppo tranquillo ed
isolato, non riuscendo a vedere di buon occhio nemmeno i due anziani e gentili vicini di casa. Quella che all’inizio era solo una sensazione di disagio, a poco a poco si trasforma in un autentico desiderio di fuga e la campagna, prigione per Elisa e simbolo di libertà per Santiago, diventa il teatro dello sgretolarsi del loro rapporto.
Con il suo film d’esordio, il documentarista Hernà n Belòn esplora la rottura degli equilibri di una relazione, facendo leva sulla soggettività dei protagonisti. Elisa e Santiago sono il ritratto di una crisi profonda, dovuta alla perdita di punti di riferimento e alla presa di coscienza della fragilità dei loro mondi: lontana dai suoi ritmi abituali, la donna si sente intrappolata nella vastità della campagna, ritrovando un minimo di serenità in una semplice serata passata in paese; l’uomo, di fronte al progressivo allontanarsi della compagna, vede i suoi progetti sgretolarsi inesorabilmente.
Il ritorno a casa,
così, non rappresenta altro che la consapevolezza di un cambiamento radicale per tutti, lasciando la sensazione che nulla sarà più come prima.