AMICI, AMANTI E...

L’espressione “friends with benefits” è ormai entrata nel linguaggio comune. Gli amici con benefici, per chi non lo sapesse, sono quegli amici che consensualmente decidono di fare sesso fra loro senza alcun coinvolgimento sentimentale. E di commedie su questo binomio se ne stanno producendo a iosa recentemente. Dal recente mediocre e melenso Amori & altri rimedi con Jake Gyllenhaal e Anne Hathaway, al coming soon Friends with Benefits con Mila Kunis e Justin Timberlake.

Quando a Hollywood va di moda qualcosa se ne raschia il barile fino in fondo, specie quando si tratta delle commedie romantiche; ne esce una settimana con sempre gli stessi argomenti, tematiche e intrecci. Copioni scritti con il copia e incolla, dove si rispettano secondi, minuti. La commedia di per sé è un genere, se lo si vuole definire con questa parola ancora oggi nel 2011, che vuole analizzare la società ad essa contemporanea. Lo è

stata quella italiana, lo è stata quella classica americana. Luoghi, situazioni, certezze dello stile di vita, generalmente borghese o comunque economicamente solido, viste raccontate attraverso il costume sociale. Si prendono in esame i sentimenti e l’approccio ad essi. Purtroppo, il suo intento originario è un po’ sfumato perché anche se la società é sicuramente mutata, mostrare la disinvoltura con la quale l’amicizia porta al sesso senza coinvolgimenti è un aspetto comprovato e interessante nel suo approfondimento antropologico odierno, la tridimensionalità della scrittura e della qualità filmica, però, in questo ambito non regala assolutamente nulla.

Certo la commedia è il genere che soffre di più nella sua contemporaneità, generalmente per trovare un suo valore deve sopravvivere alla prova del tempo molto di più di tanti altri generi cinematografici: perché è proprio col tempo che dimostra la sua giovinezza, l’analisi di una società dimostratasi veritiera sui propri tempi successivamente divenuti storici. Cosa

resterà fra trent’anni di Amici, amanti e…? La brutta scrittura? La pessima recitazione? Il fatto che ad ogni ventesimo minuto di un film, in base al target, se maschile o femminile, viene mostrato il sedere dell’attore opposto? Giusto per farlo vedere e non in base alla sua funzionalità, al suo significato. Gli anni Sessanta, gli anni Settanta o certo cinema indipendente dove il nudo aveva un significato di rottura, una sua funzione etica, una ribellione interiore qui non diventa nemmeno voyeurismo quanto una forma pubblicitaria al film stesso che altrimenti andrebbe a vedere una minor quantità di pubblico. In questo caso il target è tendenzialmente femminile, quindi a mostrarlo il sedere è Ashton Kutcher. Un film dove i due protagonisti sono come i cavoli a merenda! Natalie Portman e Ashton Kutcher? Insieme in una commedia? Fisicamente non c’entrano nulla l’uno con l’altro! E quel che è ancora più triste è

che un tempo la recitazione di un attore da Razzie con quella di un’attrice da Oscar avrebbe causato una differenza stridente e crudele nel film. Pensate a Meryl Streep negli anni Ottanta che fa una commedia romantica con Sylvester Stallone o Christopher Atkins di Laguna blu oppure Al Pacino e Dustin Hoffman con Pia Zadora o Bo Derek! Ora questa differenza non si nota affatto, quel che è scialbo è scialbo.
Ma c’è anche da dire che all’epoca venivano considerati i peggiori film opere di culto come I cancelli del cielo, Vestito per uccidere. La prospettiva è un attimino cambiata. E in una stessa categoria agli Oscar ci potevi trovare Ben Kingsley, Peter O’Toole, Jack Lemmon, Paul Newman e Dustin Hoffman, mentre la Jessica Lange di Frances perdeva contro la Meryl Streep de La scelta di Sophie. Lotte all’ultimo sangue dove c’era l’imbarazzo della scelta all’interno di un cinema ricco. Oggi

resta Sandra Bullock che una sera va a ritirarsi il Razzie e la sera dopo l’Oscar con molta noncuranza. E in fondo non importa molto perché non ci sono stati grandi torti. Siamo davvero alla frutta! E forse per capire la vera amicizia con benefici è meglio dare una rispolverata a Un tocco di classe con George Segal e Glenda Jackson. Il bellone americano e la dura donna inglese! Ma prima di essere ciò che erano erano due grandi attori con un copione scoppiettante. Quella sì che era classe! Qui restano invece le battute sul maschio orgoglioso della bellezza del suo pene e la donna tanto moderna che non vuole coinvolgimenti. Ma alla fine, lui è un tontolone romantico che vuole mettere su famiglia e lei lo segue a ruota. Probabilmente nel copia e incolla della sceneggiatura qualche povero stagista sfigato deve essersi dimenticato di incollare il periodo storico: XVII

secolo, quello dei coloni puritani che si stabilivano nel New England!