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    PERFECT DAYS

    Dal 4 Gennaio - RECENSIONE - Vincitore della Palma d'oro per il 'Migliore Attore' (Kôji Yakusho, Memorie di una geisha, 2005; Babel, 2006; Il terzo omicidio, 2017) e Premio della Giuria Ecumenica a Cannes 2023 - Wim Wenders (già pluripremiato autore de Il cielo sopra Berlino), offre qui una riflessione commovente e poetica sulla ricerca della bellezza nel mondo che ci circonda.

    "Ho immaginato un uomo con un passato privilegiato e ricco. Il quale, a un certo punto, aveva avuto un'illuminazione, quando la sua vita si trovava al punto più basso, mentre guardava il riflesso delle foglie creato dal sole che splendeva miracolosamente nell'inferno in cui si stava svegliando. La lingua giapponese ha un nome speciale per queste fuggevoli apparizioni che compaiono dal nulla: 'komorebi': la danza delle foglie nel vento, che cadono come un gioco d'ombra su un muro di fronte a te, creato dal sole, la fonte di luce là fuori nell'universo. Questa apparizione aveva salvato Hirayama e lui aveva scelto di vivere un'altra vita, fatta di semplicità e modestia, diventando l’addetto alla pulizia dei bagni della nostra storia"
    Il regista e co-sceneggiatore Wim Wenders

    (Perfect Days; Giappone 2023; drammatico; 124'; Produz.: MASTER MIND LTD, Spoon Inc., Wenders Images GbR; Distribuz.: Lucky Red)

    Locandina italiana Perfect Days

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Perfect Days

    Titolo in lingua originale: Perfect Days

    Anno di produzione: 2023

    Anno di uscita: 2024

    Regia: Wim Wenders

    Sceneggiatura: Takuma Takasaki, Wim Wenders

    Soggetto: Preliminaria - coproduzione Giappone-Germania:

    Perfect Days è un lungometraggio girato in poco più di due settimane a Tokyo. L’opera nasce da una sceneggiatura lavorata a quattro mani dallo stesso regista e dal produttore nipponico Takuma Takasaki, i quali appaiono entrambi anche come produttori: si tratta infatti di una coproduzione tra Giappone e Germania.

    Cast: Koji Yakusho (Hirayama)
    Tokio Emoto (Takashi)
    Arisa Nakano (Niko)
    Aoi Yamada (Aya)
    Yumi Asô (Keiko)
    Sayuri Ishikawa (Mama)
    Tomokazu Miura (Tomoyama)
    Min Tanaka (Senzatetto)

    Musica: Matthias Lempert (Dream sound design & re-recording mixer); Frank Kruse (sound designer)

    Costumi: Daisuke Iga

    Scenografia: Towako Kuwajima

    Fotografia: Franz Lustig

    Montaggio: Toni Froschhammer

    Makeup: Katsuhiko Yuhmi

    Casting: Masunobu Motokawa

    Scheda film aggiornata al: 22 Gennaio 2024

    Sinossi:

    E' la storia di Hirayama (Koji Yakusho), un uomo che parla poco, umile ma sereno, che lavora come addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. Hirayama vive in una piccola casa, circondato da piante, e segue un'assidua e tranquilla routine, che gli permette di coltivare le sue passioni: la musica, i libri, la fotografia e gli alberi.
    Il suo quartiere è pieno di piccoli caffè, frequentati sempre dalle stesse persone ogni giorno, di librerie, che vendono principalmente opere di Patricia Highsmith o romanzi di giovani scrittori giapponesi contemporanei. Hirayama preferisce recarsi a lavoro con il suo minivan, perfettamente equipaggiato di ogni attrezzo per pulire, mentre nelle sue orecchie risuonano i testi dei Rolling Stones, di Patti Smith o di Lou Reed. Attraverso quello che ascolta o legge e le foto che scatta, vengono rivelati la sua storia e il suo passato.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Il tocco d’autore c’è tutto. Ed è anche piuttosto ardito, direi! Tale da tenere incollato lo spettatore - tirando forse un pò troppo la corda! - su ogni momento di routine quotidiana del protagonista. Un personaggio, a suo modo! Eccentrico introverso da reggere tutta la prima parte del film senza dire una parola. E mentre Wim Wenders costeggia il documentario e una formulazione tipica da ‘Grande fratello’, si può dire che scarti da entrambe le modulazioni stilistiche per sfumature: variabili minimaliste appuntate sul cuore della stessa routine, che esprimono efficacemente il suo tocco di sintesi cinematografica, pur non tradendo il concetto di fondo. E il concetto di fondo è che Hirayama (Palma d'oro per il 'Migliore Attore' a Kôji Yakusho), che solo nella seconda parte si capirà aver avuto una vita ben diversa da quella che conduce al momento, di quella routine, semplice e senza pretese, ha fatto la sua

    oasi di pace: lo sguardo sempre fisso al cielo ogni mattina, in coda al risveglio indotto dal fruscìo di quella scopa che il netturbino non manca di passare per le strade cittadine. I suoi sono Perfect Days, giorni perfetti, e sono la spina dorsale della sceneggiatura così come le note musicali della canzone omonima di Lou Reed, e il titolo di questo film che ha riportato magicamente Wim Wenders nel cuore del Giappone: con i suoi usi e costumi cittadini di zone periferiche in quel di Tokyo, che possono diventare scrigni di serenità se accordati con musiche - di Lou Reed ma anche di Patti Smith, The Animals, Otis Redding e Nina Simone - con buone letture, con amabili frequentazioni da caffetterie, con ristoratrici soste nella natura: ottime occasioni per scattare foto in bianco e nero, da catalogare meticolosamente come reliquie. Il fatto poi che Hirayama - già nome della

    famiglia che il Maestro YasujirŠOzu raccontava nel suo ultimo film, Il gusto del sakè - ogni mattina, insieme all’igiene personale non manchi mai una sola volta di spruzzare d’acqua le sue piante, e che talvolta catturi fuori un virgulto degno di essere trapiantato e aggregato alla sua famiglia green di casa, è uno di quegli aspetti che rappresentano semplicemente il respiro della cultura giapponese. Perché quello che, in pausa dal lavoro, Hirayama cattura con la sua obsoleta macchinetta fotografica, è il ‘komorebi’, ovvero ‘la luce che filtra attraverso le fronde degli alberi’. Uno spettacolo sempre vario e degno di attenzione, nonché, di gran fascino poetico.

    Scrupoloso e soddisfatto delle poche cose che ha, Hirayama estende la sua meticolosa cura anche nel suo lavoro. Lavoro che, agli occhi occidentali, ma non solo, sembra uno dei più umili al mondo. Hirayama ha l’ingrato compito di pulire i bagni, e lo fa

    in un modo talmente lenticolare da lasciare esterrefatti. Sorprende anche la modalità di massimo rispetto che Hirayama ha con l’utenza occasionale: interrompendo la pulizia in corso e uscendo fuori per consentire la massima privacy a chi sta usando il bagno in quel momento. Insomma, un altro mondo! Hirayama ha un animo gentile e romantico che predilige i cenni del capo alle parole, e che ama conservare cimeli della sua giovinezza, come i libri tascabili, ma soprattutto una vera e propria collezione di cassette e un vecchio registratore, tanto quanto la macchina fotografica. E questo quando l’uso quotidiano collettivo è, ovviamente, il cellulare. La sua vita scorre misteriosa e silenziosa, anche di notte, quando, immancabilmente, nel sonno scorrono schegge da sogno in bianco e nero, come fluttuanti nell’acqua, e comunque non abbastanza lunghe, non sufficientemente nitide, da fa trapelare qualcosa in più sul suo conto. Tutto il mondo intorno è rumore

    - il giovane e logorroico collega tocca l’apice! - ma Hirayama sembra filtrarlo mentre lo percorre immancabilmente in bici, a prescindere dalle condizioni atmosferiche. E’ solo con l’arrivo improvviso della giovane nipote, e successivamente di sua sorella, nonché madre della ragazzina, che Hirayama inizia a sciogliere i nodi della sua anima, specchio di un trascorso familiare turbolento. E’ indubbio che fare pace con gli affetti primari rassereni l’animo: ce lo conferma Wim Wenders nel suo finale da manuale, con la macchina da presa puntata su Hirayama, andando ad immortalare uno dei più lunghi e intensi piano sequenza che si siano mai visti al cinema. Occasione per Kôji Yakusho di esprimere l’inesprimibile con un silenzioso ed oltremodo cangiante sguardo in macchina, mutevole tra l’imminente sorriso e l’imminente pianto. Una sorta di trascendenza emotiva altrimenti declinata da Robert de Niro nella celebre sequenza finale in C’era una volta in America di Sergio

    Leone. Tocchi d’autore, appunto!

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di PERFECT DAYS

    Links:

    • Wim Wenders (Regista)

    • Koji Yakusho

    • PERFECT DAYS - INTERVISTA al regista WIM WENDERS (Interviste)

    1 | 2

    Galleria Video:

    Perfect Days - trailer ufficiale

    Perfect Days - trailer ufficiale (V.O. sub ENG)

    Perfect Days - clip 'Grazie'

    Perfect Days - clip 'Foto'

    Perfect Days - clip 'Dov'eri?'

    Perfect Days - clip 'La canzone'

    Perfect Days - clip 'Patti Smith'

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