Soggetto: Storia di Robert Kouba e Sebastian Cepeda.
Cast: John Cusack (Elias Van Dorne) Julian Schaffner (Andrew Davis) Jeannine Wacker (Calia) Carmen Argenziano (Damien Walsh) Eileen Grubba (Veronica Davis) Pavlo Bubryak (Cassiem)
Musica: Tobias Enhus, Scott Kirkland
Scenografia: Timothy Stuart Hildebrandt
Fotografia: Jesse Brunt, Sebastian Cepeda
Montaggio: Robert Kouba, Kyle Tekiela
Scheda film aggiornata al:
13 Maggio 2022
Sinossi:
La storia è ambientata in un futuro prossimo e altamente tecnologico, il 2020. Sono trascorsi tre anni da quando Elias van Dorne (John Cusack), a capo delle VA Industries, la più grande azienda di robotica esistente, ha progettato Kronos, un super computer capace di porre fine a ogni conflitto e riportare la pace sulla Terra. Kronos individua come causa delle guerre e dei vari problemi del mondo l'intera umanità e decide che questa minaccia va annientata. Dà il via quindi a una guerra per depurare il mondo dalla sua peggiore infezione, l'uomo, e si serve dei vari robot presenti sul pianeta per estirparla.
In un salto temporale di 97 anni, il film trasporta lo spettatore nel 2117, quando gli unici superstiti della razza umana sono un piccolo gruppo di persone perennemente in fuga dall'esercito di robot che li perseguita. L'unica loro fonte di salvezza è Aurora, un luogo sconosciuto a Kronos in cui gli esseri umani possono vivere in tranquillità senza la minaccia robotica. I giovani Andrew (Julian Schaffner) e Calia (Jeannine Wacker) formano un'alleanza per raggiungere questo posto sicuro senza sapere se esista veramente o no. I due riusciranno a raggiungere Aurora e sfuggire alle persecuzioni di Kronos?
Synopsis:
In 2020, Elias van Dorne (John Cusack), CEO of VA Industries, the world's largest robotics company, introduces his most powerful invention--Kronos, a super computer designed to end all wars. When Kronos goes online, it quickly determines that mankind, itself, is the biggest threat to world peace and launches a worldwide robot attack to rid the world of the "infection" of man. Ninety-seven years later, a small band of humans remain alive but on the run from the robot army. A teenage boy, Andrew (Julian Schaffner) and a teenage girl, Calia (Jeannine Wacker), form an unlikely alliance to reach a new world, where it is rumored mankind exists without fear of robot persecution. But does this world actually exist? And will they live long enough to find out?
Ma andiamo per gradi. ‘Nel 2017 una società per azioni rivoluzionò la robotica sotto la
guida del suo geniale inventore Elias Van Dorne’. Peccato che all’interprete doc designato per questo fantomatico inventore, vale a dire John Cusack, sia riservato un minimale spazio defilato, quasi da dietro le quinte. Un ‘Deus Ex Machina’ neppure troppo benevolo, si direbbe, nei confronti dell’umanità : la sua creazione robotica più innovativa, Kronos, ha come unico obiettivo per l’appunto la distruzione del genere umano per preservare la sopravvivenza del pianeta Terra. La precisazione motivazionale scritta declama che nel 2019 tre famiglie su quattro possedevano un robot della ‘Va’ (l’azienda di Elias/Cusack), con il conseguente miglioramento esponenziale della qualità della vita. La ‘va produsse anche una linea di robot ad uso militare per mettere fine alle guerre globali. Ma questo non arrestò l’inclinazione naturale dell’umanità alla violenza. Anzi, aumentò. Così nel 2020 Elias/Cusack partorì la sua scoperta più rivoluzionaria in fatto di robotica e la chiamò Kronos, l’unico, a sua dichiarata convinzione,
in grado di salvare la Terra dall’autodistruzione.
A queste premesse vanno ad aggiungersi il fantomatico fratello dello stesso Elias/Cusack, dall’identità ibrida, osservatori manovratori al tempo stesso di quanto succede all’esterno, e un ragazzo, l’Andrew Davis di Julian Schaffner, con la madre malata. Ci viene in mente che Andrew era anche il nome de L’uomo bicentenerario interpretato dal compianto Robin Williams. Del resto in Singularity non mancano le citazioni a target ‘Sci-Fi’, tra cui ad esempio La guerra dei mondi o, l’immancabile Blade Runner sul filo dei ricordi. Beh, comunque sia, in uno scarto temporale repentino ci troviamo all’altezza cronologica di ben 97 anni più tardi. L’epurazione della Terra dall’umanità sarebbe ormai completata se non fosse per pochi superstiti che si dice abitino un luogo a cui le macchine non hanno accesso, il cui nome, Aurora, è l’evidente sinonimo metaforico di rinascita, ribadito dalla visione incantata delle spettacolari aurore boreali.
Leggenda o
realtà ? Allo spettatore non è dato di vedere altro che lo stesso Andrew/Schaffner annaspare da solo in un ambito territoriale desolato, ‘allietato’ solo dall’incontro fortuito con una ragazza, la Calia di Jeannine Wacker. Per quanto i giovani interpreti non riescano a superare la soglia del ‘televisivo’ come acerbo tocco di stile, il film affida a loro il corpo centrale della storia. Davvero si tratta di due umani sopravvissuti? Davvero si sono incontrati per caso? Alla ragazza il padre ha dato un ciondolo particolare che tiene costantemente al collo mentre si chiede dove si trovi l’isola felice Aurora, e, riluttante, si porta dietro il ragazzo. Sia la ragazza che lo spettatore condividono l’inconsapevolezza che quel ciondolo rappresenti la chiave per il ‘decollo’ verso Aurora. Uno spazio e una dimensione dove ancora l’umanità più buona può sperare di avere un futuro, meno tecnologico ma indubbiamente più autentico, di cui non abbiamo modo