CelluloidPortraits Vintage - RECENSIONE - Stephen Frears arruola un trittico d'eccezione e nel pieno della gioventu': Anjelica Huston, John Cusack e Annette Bening - Dal 15 Febbraio 1991
(The Grifters; USA 1990; Thriller drammatico; 109'; Produz.: Cineplex Odeon Films; Distribuz.: Medusa)
Academy Awards (1991): 4 nomination
Golden Globe Awards (1991): 1 nomination
Cast: Anjelica Huston (Lilly Dillon) John Cusack (Roy Dillon) Annette Bening (Myra Langtry) Pat Hingle (Bobo Justus) Henry Jones (Simms) Gailard Sartain (Joe) J.T. Walsh (Cole) Charles Napier (Hebbing) Xander Berkeley (Tenente Pierson) Stephen Tobolowsky (Gioielliere) Jan Munroe (Ragazzo al bar) Jimmy Noonan (Barista) Lou Hancock (Infermiera) Eddie Jones (Mintz) Micole Mercurio (Cameriera) Cast completo
Michael Laskin (Irv)
Musica: Elmer Bernstein
Costumi: Richard Hornung
Scenografia: Dennis Gassner
Fotografia: Oliver Stapleton
Montaggio: Mick Audsley
Casting: Juliet Taylor e Victoria Thomas
Scheda film aggiornata al:
19 Marzo 2024
Sinossi:
In breve:
Roy (John Cusack), un gangster che vive di piccole truffe, rifiuta l'invito di Myra (Annette Bening) di mettersi insieme per tentare colpi più grossi. A questo punto la donna si vendica con una soffiata al boss per il quale lavora Lilly (Anjelica Huston), la madre di Roy, accusandola di aver rubato del denaro...
In altre parole:
In America tre individui vivono di espedienti e di truffe: Lilly Dillon, ancora giovane e bella, che fa scommesse sui cavalli per conto di Bobo Justus, un potente boss; Myra Langtry attraente, molto disinibita e disponibile, che vive di piccoli furtarelli; ed infine Roy Dillon, giovanotto con aspirazioni di baro e truffatore con fortune alterne. Infatti un barman, accorgendosi del trucco di Roy, gli sferra un poderoso pugno nello stomaco che lo spaccierebbe se non intervenisse l'ancora piacente Lilly che, a sue spese, lo fa ricoverare in ospedale.
distribuito nel lontano 1991. Una parabola esistenziale plausibile che rapportata all’oggi fa molto pensare ai famigerati sottoboschi in quel di Wall Street. Mondi dagli orizzonti talmente atroci e spietati da far crollare persino i vincoli di sangue. Reali o fittizi che siano.
problemi ad offrirsi pure in un avvenente nudo integrale, quanto tenera e avvinghiata dai sensi di colpa nell’A proposito di Henry di Mike Nichols. Correva l’anno 1991: il trampolino di lancio per una carriera all’insegna del talento da vendere, per Annette Bening!
The Grifters (Rischiose abitudini) incarna dunque, quel che si dice, il ‘sogno americano’ rovesciato, il cui sporco epilogo, vi lascerà talmente spiazzati da dare l’impressione di essere stati in qualche modo ingannati. Che con una storia di questo genere non ci potesse essere un lieto fine potevamo anche immaginarlo, ma forse non l’avremmo pensato declinato tanto in dark, come di fatto si è manifestato, in chiusura di sipario. Non per tutti la partita è persa però, ed è proprio questa la cosa più scioccante e anche meno accettabile. Un intarsio che incastra le sue tessere con la precisione ermetica di un algoritmo matematico, sebbene applicato a psicologie e comportamenti
off limits. Nessun giudizio, nessuna concessione sentimentale, semmai, a certe venature di macabra violenza! Il tutto stilisticamente condiviso anche dallo sguardo lungo dell’autoriale produzione di Martin Scorsese. Una complicità artistica che ha in ogni modo dato i suoi frutti.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)