(The Card Counter; REGNO UNITO/CINA/USA 2021; thriller; 109'; Produz.: Focus Features in associazione con LB Entertainment, Bona Film Group, Carte Blanche, Convergent Media, HanWay Films, Lucky 13 Productions; Distribuz.: Lucky Red)
Cast: Oscar Isaac (William 'Tell' Tillich) Tiffany Haddish (La Linda) Tye Sheridan (Cirk Beauford) Willem Dafoe (Maggiore John Gordo) Ekaterina Baker (Sara) Joel Michaely (Ronnie) Amye Gousset (Judy Baufort) Billy Slaughter (Fiddle) Alexander Babara (MR. USA)
Musica: Robert Levon Been e Giancarlo Vulcano
Costumi: Lisa Madonna
Scenografia: Ashley Fenton
Fotografia: Alexander Dynan
Montaggio: Benjamin Rodriguez Jr.
Makeup: Ryan McCormick (direttore trucco); Kathy Mills Lynch (direttrice parrucco)
The film, written and directed by Schrader, follows William Tell (Isaac), a gambler and former serviceman who sets out to reform a young man seeking revenge on a mutual enemy from their past. Tell just wants to play cards. His spartan existence on the casino trail is shattered when he is approached by Cirk, a vulnerable and angry young man seeking help to execute his plan for revenge on a military colonel. Tell sees a chance at redemption through his relationship with Cirk. Gaining backing from mysterious gambling financier La Linda, Tell takes Cirk with him on the road, going from casino to casino until the unlikely trio set their sights on winning the World Series of poker in Las Vegas. But keeping Cirk on the straight-and-narrow proves impossible, dragging Tell back into the darkness of his past.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Uno dei registi e sceneggiatori cardine della Nuova Hollywood, Paul Schrader si lascia alle spalle un ‘lavoro di scavo’ nel cinema, quasi sempre fuori dagli schemi commerciali e, indubbiamente, con un motivo firma che continua ad accompagnarlo tutt’oggi nel suo percorso ‘non allineato’: nei film da lui scritti e diretti, la solitudine regna sovrana, portandosi al seguito i temi di colpa e redenzione dei protagonisti delle sue storie. Già sceneggiatore del mitico Taxi Driver, Toro scatenato e L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese, del Mosquito Coast diretto da Peter Weir con Harrison Ford ed Helen Mirren, regista nientemeno che di American Gigolò con Richard Gere e di molto di altro, tra cui First Reformed-La creazione a rischio (2017) con Ethan Hawke e Amanda Seyfried, Schrader approda oggi a The Card Counter (assolutamente fuorviante il titolo italiano Il collezionista di carte, in tutta fedeltà ai suoi caposaldi stilistici: un’altra storia
di solitudine con sensi di colpa a grappolo dove la redenzione possibile non può evitarsi di andare a braccetto con la vendetta.
Ad incarnare il tormentato primo protagonista è un convincente Oscar Isaac con il ‘contatore di carte’ William Tell Tillich, giocatore d’azzardo più per ossessione che per professione, aspetto molto meno interessante rispetto al suo oscuro passato da ex militare. Passato intessuto a stretto giro di posta con l’addestratore Maggiore John Gordo di Willem Dafoe (che peraltro aveva già lavorato per Schrader ne Lo spacciatore, 1992). La macchina da presa pedina il nostro protagonista da una bisca all’altra, lasciando solo intravedere le schegge di quel passato - di cui ci parla in voice over lo stesso protagonista dedito alla scrittura di una sorta di diario di memorie – che giustificano in qualche modo quello che ‘Tell’/Isaac è oggi: un uomo assolutamente chiuso in se stesso, raccolto su se stesso,
criptico e apparentemente tanto assente quanto estremamente controllato al limite dell’automatismo emotivo. Un passato che squarcia appena qualche spiraglio in quell’emisfero in cui dovrebbero nascere le migliori armi umane votate all’ordine e alla sicurezza, laddove invece, germina un putridume senza limiti e confini, al punto che ad essere marcio è lo stesso cestino prima ancora che delle mele che contiene. Laddove ogni genere di tortura diventa il pane quotidiano per ‘formare’ il corpo militare speciale in cui, paradossalmente la giustizia è letteralmente capovolta. Il mandante, il vero colpevole la fa franca, lasciando che l’esecutore sia confinato in carcere per anni.