Dal 1° Marzo su Apple TV+ - RECENSIONE - Joaquin Phoenix torna al registro storico sotto l'egida di Ridley Scott dopo Il gladiatore, per incarnare nientemeno che Napoleone Bonaparte dalle origini alla rapida e spietata scalata al potere - Uscito al cinema il 23 Novembre 2023
Cast: Joaquin Phoenix (Napoleone Bonaparte) Vanessa Kirby (Giuseppina di Beauharnais) Rupert Everett (Duca di Wellington) Tahar Rahim (Paul Barras) Catherine Walker (Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena) Ben Miles (Armand Augustin Louis de Caulaincourt) Ludivine Sagnier (Teresa Cabarrus) Matthew Needham (Luciano Bonaparte) Youssef Kerkour (Louis Nicolas Davout) Phil Cornwell (Charles-Henri Sanson) Edouard Philipponnat (Alessandro I di Russia) Ian McNeice Scott Handy (Louis Alexandre Berthier) John Hollingworth (Marshal Ney) Alfredo Tavares (Comandante di plotone) Cast completo
Il film è uno sguardo originale e personale alle origini di Napoleone Bonaparte (Joaquin Phoenix) e alla sua rapida e spietata scalata all'imperatore, vista attraverso il prisma del suo rapporto avvincente e spesso volatile con la sua prima moglie e vero amore, Josephine (Vanessa Kirby).
Short Synopsis:
The film is an original and personal look at Napoleon Bonaparte's origins and his swift, ruthless climb to emperor, viewed through the prism of his addictive and often volatile relationship with his wife and one true love, Josephine.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
La ‘destrutturazione di un mito’ nella visione artistica di un regista come Ridley Scott, incomparabile ‘esteta’, oltre che ‘investigatore viscerale’ di personalità complesse e controverse. A dominare un cast stellare, Joaquin Phoenix, davvero superbo in una recitazione per lo più ‘compressa’, ma, all’occorrenza, pronta ad esplodere come dinamite
Persino una locandina, o character poster che dir si voglia, richiama l’arte: ed è quella in cui, il Napoleone di Joaquin Phoenix, è abbandonato in posa, sul suo trono, come nel famoso dipinto Napoleon I a Fontainebleau, di Paul Delaroche. D’altra parte, il Napoleon di Ridley Scott è pieno zeppo di citazioni artistiche: dal neoclassico Jacques-Louis David - vedi la scena dell'Incoronazione di Napoleone - o da Francois Bouchot, per quanto riguarda il subbuglio nel Consiglio dei Cinquecento. Ma si può dire che l’Arte pervada l’intera ‘epopea filmica’ di Napoleon, peraltro di grande appeal e non solo estetico, andando a rimarcare
(Vanessa Kirby) durante la loro ascesa al potere sulla Francia e su tutta l’Europa, partendo dalle prime mosse, quando Napoleone era visto come un semplice ‘cavaliere corso’, poco più tardi definito, poco simpaticamente, ‘delinquente corso’. Indubbiamente contraddittorio, questo Napoleon/Phoenix, in grado di far sparare tempestivamente sulla folla, pur di uscire vittorioso da un qualsiasi conflitto, ma anche di commuoversi o scoppiare in lacrime, generalmente per rabbia, di contro ad un qualsivoglia affronto alla sua persona. Ma tutto è calibrato e plausibile, oliato a dovere per far funzionare la grande ‘macchina’ del tempo, con l’obiettivo di ‘gloria e onore alla Francia’, grazie al suo operato. Sul campo di battaglia sono di scena i silenzi compressi nell’attesa di dare l’ordine di agire, magari solo con minimi cenni del capo. Ma se tutto funziona, al punto da incantare e non far sentire il peso dei 158 minuti di durata del film, è proprio
Così, partendo da lontano, con Maria Antonietta in odore di ghigliottina - più tardi derisa sul palcoscenico di un teatro, da attori maschi vestiti da donna, in un cabaret atto ad alimentare l’orgoglio patriottico francese e quello del regista nel portare un altro pezzo di arte nel cinema - Ridley Scott procede a grandi passi, a cadenza ‘epistolare’, oltre che cronologico-operativa, verso l’ascesa di questo ‘piccolo’ uomo verso il soglio regale da ‘Imperatore’. Tra meschinità a grappolo, furore di folle - sono ben noti i bollenti spiriti del popolo francese ridotto
meno opportune; la mosca annegata nel bicchiere di vino - metafora di oscuri presagi? - o certi scorci ravvicinati in battaglia, magari sotto il ghiaccio, dove il sangue di corpi in lotta tra la vita e la morte, ci restituisce frammenti di magistrali riprese. E che dire di città evacuate in fiamme pur di non accordarsi con Napoleone? Le manipolazioni e gli oscuri giochi di Palazzo non sono nati oggi, e i confini di accordi e alleanze possono mutare di abito molto velocemente. Perciò, fuori dai denti di sedicenti campanilismi, è sostanzialmente questo il nocciolo della questione. Ed è già uno spettacolo nello spettacolo osservare come la frustrazione repressa prende corpo e anima in Joaquin Phoenix che aveva già scaldato i motori molto tempo fa con il suo perfido Commodo ne Il gladiatore. E, francamente, chi ha ridotto la sua interpretazione ad un Napoleone ‘con la feluca (l’iconico cappello), o
senza la feluca’, ha visto un altro film.
Un glossario intimista che d’altra parte coinvolge gli splendidi scorci cittadini che sembrano respirare l’epoca storica da ogni poro, nelle cromie desaturate, seppiate e polverose. Così come i sontuosi notturni, o le cruente battaglie, veri e propri quadri d’epoca, mai ‘doppiate’ e mai senz’anima, al contrario, ricchissime, e persino strabilianti, negli scenari nebulosi ed innevati da favola, ma di elettivo realismo, così come certi ‘spettacolari rallenti’, mai artificiosi. Affreschi di conquista e di sconfitta che, passando per un divorzio obbligato, in funzione di un erede mancato, portano il nostro Napoleon/Phoenix al ben noto doppio esilio, prima all’Isola d’Elba e dopo a Sant’Elena. Anche qui, scartando dall’idea di spaccare il capello in quattro sul rigore storico, a Scott interessa completare il ‘ritratto’ del suo Napoleone, aggiungendo dettagli che vanno a tornire i tratti più sottesi della sua complessa personalità . Curioso l’episodio in cui