RECENSIONE - VINCITORE di un Golden Globe 2018 come 'Miglior Film Straniero' - Palma d'Oro alla 'Miglior Attrice' (Diane Kruger) al Festival del Cinema di Cannes 2017 - Dal 15 Marzo
La vita di Katja (Diane Kruger) viene improvvisamente sconvolta dalla morte del marito Nuri (Numan Acar) e del figlioletto Rocco, rimasti uccisi nell'esplosione di una bomba. Grazie al sostegno di amici e familiari, Katja riesce ad affrontare il funerale e ad andare avanti. Ma la ricerca ossessiva degli assassini e delle ragioni di quelle morti insensate la tormenta, riaprendo ferite e sollevando dubbi. Danilo, avvocato e miglior amico di Nuri (Denis Moschitto), rappresenta Katja nel processo finale contro i due sospetti: una giovane coppia appartenente a un'organizzazione neonazista. Il processo è un’esperienza durissima per Katja, che però non si arrende. Vuole giustizia.
Synopsis:
Katja's life collapses after the death of her husband and son in a bomb attack. After a time of mourning and injustice, Katja seeks Revenge.
L'ombra lunga di un passato non propriamente immacolato è la prima ad entrare in scena. Gli si affianca l'entusiasmo di un futuro diverso e pulito come il ritratto di famiglia che sboccia di lì a poco dal tipico montaggio cinematografico che comprime il tempo reale. Ad aprire Oltre la notte del regista tedesco di origine turca Fatih Akin - Orso d'Oro a Berlino nel 2004 per La sposa turca e Leone d'Argento-Gran Premio della Giuria a Venezia nel 2009 per Soul Kitchen - è difatti l'uscita dal carcere di Nuri (Numan Acar), plateale e applaudita come l'entrata trionfale sul palcoscenico di una nuova fase di vita. Il futuro si trova, per così dire, dietro l'angolo, con una bellissima sposa, abito bianco e bouquet, fremente per l'attesa. E' questa la Katja Sekerci di una Diane Kruger che ben si è meritata la Palma d'Oro alla 'Miglior Attrice' a Cannes. Un
ruolo con cui Diane ha toccato in maniera viscerale ogni corda possibile dell'universo emotivo, abbrancato da una tragedia tanto improvvisa quanto devastante. E la circostanza di poter recitare nella lingua madre tedesca ha per lei rappresentato senz'altro un valore aggiunto, per quanto i momenti più toccanti siano i suoi dilanianti silenzi o certe sue isterie del tutto comprensibili e assolutamente in parte. E proprio Diane Kruger, commossa all'ennesima potenza a Cannes per il Premio, ha voluto sottolineare l'omaggio accorato che questo film indirizza alle vittime di terrorismo. Il film si ispira per l'appunto ad alcuni omicidi realmente commessi dall'NSU (Nationalsozialistischer Untergrund o Clandestinità Nazionalsocialista) in Germania nel 2011. Omicidi a sfondo razziale, fraintesi dalla polizia al punto da condurre le indagini negli ambienti della droga e del gioco d'azzardo delle comunità dei quartiere locali, invece di inoltrarsi in uno sguardo a più ampio spettro per incontrare i veri responsabili. Tutto
ciò viene visto come uno scandalo inaccettabile e forse sentito come una questione personale dallo stesso regista che, d'altra parte, in Oltre la notte, ha finito pian piano per perdersi nelle aule di tribunale, attardandosi più del dovuto sulle sponde del 'legal thriller'.
Così, vorremo poter condividere lo stesso entusiasmo provato per il premio all'interprete di cui sopra, anche per la vittoria del Golden Globe al 'Miglior Film Straniero', ma non ci è possibile. La seconda parte del film si sgretola così come la speranza di venire a capo della sua tragedia personale (la perdita di marito e del figlioletto nell'attentato) da parte della stessa Katja/Kruger. E si sgretolano anche gli ultimi ancoraggi di credibilità nelle dinamiche di ricerca di una giustizia sempre più personale e isolata, e soprattutto, svincolata oramai dalle istituzioni. Neppure l'amico del marito Danilo (Denis Moschitto), che in veste di avvocato la seguirà nelle fasi processuali
per il risarcimento dovuto, potrà salvarla dal destino il cui copione Katja ha deciso di scriversi da sola, dopo che i giovani coniugi imputati dell'attentato vengono assolti. Il comprensibile crollo interiore, per quanto non sempre apertamente manifesto ma incassato nel profondo, non condiviso del tutto neppure con l'amica Birgit (Samia Muriel Chancrin) - con tutte le motivazioni del caso, lasciate tra le righe ma proprio per questo elevate a libro aperto per chiunque - la fa agire forse, e ribadisco forse, come non dovrebbe. Ma chi se la sente di giudicare? Peccato che le dinamiche che la trovano sul percorso dell'epilogo siano più vicine alla fiction che alla realtà netta e cruda, marcata invece stretta soprattutto nella prima parte del film. Con la Katja Sekerci di Diane Kruger Kruger si direbbe essersi affacciata all'orizzonte una nuova 'giustiziera della notte' - a quanto pare personaggio sempre più attuale di questi tempi
- per abbracciare un altro finale amaro, mentre va ad innescare la bomba di un dibattito che potrebbe non aver mai fine.