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    Home Page > Movies & DVD > Tomorrowland - Il mondo di domani

    TOMORROWLAND - IL MONDO DI DOMANI: DOPO 'GRAVITY' DI ALFONSO CUARON, GEORGE CLOONEY FA IL BIS, ABBRACCIANDO ANCORA IL GENERE SCI-FI, QUESTA VOLTA GUIDATO DA BRAD BIRD ('RATATOUILLE', 'MISSION: IMPOSSIBLE - PROTOCOLLO FANTASMA')

    THE BEST OF 'CINEMA SOTTO LE STELLE' (Cinema all'aperto - Estate 2015) - Dal 21 MAGGIO - RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by JUSTIN CHANG (www.variety.com)

    "Ogni volta che si ha a che fare con un futuro incerto, ci sono due modi diversi di guardarlo: o lo si immagina vuoto, oppure come un luogo pieno di possibilità. È così che mi piace immaginare il futuro: un mondo pieno di possibilità. È un punto di vista che, negli anni, è stato abbandonato... Walt Disney era un instancabile innovatore. Non aveva mai paura di essere la prima persona a fare qualcosa. Fu uno dei primi animatori a utilizzare il sonoro e il colore. Con Fantasia introdusse la stereofonia al cinema con quindici anni di anticipo. Quando decise di costruire Disneyland tutti pensarono che fosse pazzo. Prima si lanciava dall’aeroplano e poi costruiva il paracadute. La possibilità di viaggiare nello spazio lo elettrizzava. È sufficiente guardare gli speciali realizzati alla fine degli anni Cinquanta insieme a Ward Kimball per capire quanto Walt s’interessasse al progresso. Tomorrowland, l’Esposizione Mondiale ed Epcot rappresentano la sua profonda curiosità in merito... Una delle citazioni più note di Disney è ‘Non faccio film per fare soldi, faccio soldi per fare film’. Era un individuo perfetto? No. Ma nel corso della sua vita, ha superato una sconcertante quantità di traguardi. Lo considero un innovatore. Aveva un approccio molto attivo e positivo in merito al futuro. Mi piace pensare che avrebbe apprezzato il nostro film... È una storia poco convenzionale, con dei protagonisti atipici. Capita raramente di poter realizzare un film che sia spettacolare e sorprendente al tempo stesso. Incarna i due aspetti del futuro – la paura e la meraviglia – ed entrambi sono impossibili da prevedere, in qualche modo. È un viaggio davvero interessante... Abbiamo perso qualcosa. Il pessimismo sembra l’unico modo accettabile di guardare al futuro, e non sono d’accordo. La mia paura è che possa avverarsi. Se tutti si convincono che le cose non miglioreranno, allora state certi che non accadrà. È un punto di vista che genera passività: se le persone pensano che sia tutto inutile, non potranno mai creare un grande futuro. Quando ero bambino, nonostante succedessero tante cose brutte – che purtroppo sono sempre accadute e non smetteranno mai di accadere –, era accettabile guardare al futuro con ottimismo: pensavamo che la qualità di vita sarebbe migliorata, che il razzismo sarebbe cessato, che l’ineguaglianza sociale avrebbe avuto fine, e tante altre cose. Oggi c’è una sorta d’indifferenza cosmica, che io detesto. Non è per questo motivo che ci troviamo su questo pianeta. Abbiamo il potere di essere responsabili e cambiare il corso del futuro".
    Il regista, co-soggettista e co-sceneggiatore Brad Bird

    "Volevo riuscire a esprimere quell’ottimismo che un tempo caratterizzava il mondo... Walt Disney credeva nel futuro, possedeva quella tipica prospettiva modernista sviluppatasi a metà del secolo scorso. Era molto ottimista. Era convinto che la tecnologia fosse la chiave per costruire un mondo migliore. Inoltre, credeva che la tecnologia potesse rappresentare una fonte d’intrattenimento. In occasione dell’Esposizione Mondiale del 1964, la Walt Disney Company costruì tre attrazioni, tra cui la memorabile 'It’s a Small World'. Le altre due attrazioni, 'Carousel of Progress' e 'Great Moments with Mr. Lincoln', oggi appaiono antiquate, ma nel 1964 erano rivoluzionarie: utilizzavano la tecnologia robotica per dare vita a un’esperienza intensa ed emozionante"
    Il co-soggettista e co-sceneggiatore Damon Lindelof

    (Tomorrowland (giĂ  1952); USA 2013; Thriller Sci-Fi; 130'; Produz.: Walt Disney Pictures; Distribuz.: Walt Disney Pictures)

    Locandina italiana Tomorrowland - Il mondo di domani

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    See SHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Tomorrowland - Il mondo di domani

    Titolo in lingua originale: Tomorrowland (giĂ  1952)

    Anno di produzione: 2013

    Anno di uscita: 2015

    Regia: Brad Bird

    Sceneggiatura: Damon Lindelof e Brad Bird

    Soggetto: Damon Lindelof, Brad Bird e Jeff Jensen

    PRELIMINARIA - LE ORIGINI:

    La storia di Tomorrowland – Il Mondo di Domani ha avuto inizio con una scatola risalente al 1952, ritrovata per caso negli archivi dei Disney Studios. La misteriosa scatola conteneva moltissimi modelli e cianografie affascinanti, fotografie e lettere relative alla creazione di Tomorrowland e all’Esposizione Mondiale del 1964... Il successo dell’Esposizione Mondiale permise a Disney di ottenere i fondi necessari per il suo progetto successivo, il Prototipo Sperimentale di Comunità del Futuro (Experimental Prototype Community of Tomorrow), anche detto Epcot. Disney voleva costruire il modello sperimentale di una città all’avanguardia, organizzata e sviluppata in modo innovativo; una vera e propria Città del Domani, dove la tecnologia e la pianificazione urbanista si sarebbero unite per creare l’ambiente ideale in cui vivere. Purtroppo, Walt Disney morì prima della costruzione di Epcot e la Walt Disney Company decise di non poter gestire una vera città senza il suo sostegno. Il progetto di una comunità ideale fu abbandonato e rimpiazzato con una grande Esposizione Mondiale permanente, con due piccole aree residenziali riservate agli impiegati e ai loro familiari. Il parco si trova ancora oggi a Lake Buena Vista, in Florida.

    Cast: George Clooney (Frank Walker)
    Britt Robertson (Casey Newton)
    Judy Greer (Mamma)
    Kathryn Hahn (Ursula)
    Tim McGraw (Eddie Newton)
    Hugh Laurie (David Nix)
    Matthew Kevin Anderson (Harold)
    Lochlyn Munro (Zio Anthony)
    Paul McGillion (Inglese)
    Chris Bauer (Pa)
    Pierce Gagnon (Nate)
    Aliyah O'Brien (Funzionario)
    David Nykl (Insegnante di scienze)
    Raffey Cassidy (Athena)
    Thomas Robinson (Giovane Frank Walker)
    Cast completo

    Musica: Michael Giacchino

    Costumi: Jeffrey Kurland

    Scenografia: Scott Chambliss

    Fotografia: Claudio Miranda

    Montaggio: Walter Murch

    Effetti Speciali: Kelly Coe, Jayme Smith e Brad Zehr

    Casting: April Webster e Alyssa Weisberg

    Scheda film aggiornata al: 25 Agosto 2015

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Tomorrowland – Il Mondo di Domani racconta la storia di Frank (George Clooney), un ex enfant prodige ormai disilluso, e Casey (Britt Robertson), un’ottimista ed intelligente adolescente della Florida che trabocca di curiosità scientifica. Casey si ritrova in possesso di una misteriosa spilla. Non appena la tocca, si scatena una visione di un mondo non molto diverso dal suo, ma che le appare semplicemente… migliore. Il suo cammino si intreccerà con quello di Frank.
    Legati da un destino comune, i due intraprendono una pericolosa missione insieme, per svelare i segreti di una misteriosa dimensione spazio-temporale nota come 'Tomorrowland'. Le loro imprese cambieranno sia il mondo che la propria vita, per sempre.

    SHORT SYNOPSIS:

    Bound by a shared destiny, a bright, optimistic teen bursting with scientific curiosity and a former boy-genius inventor jaded by disillusionment embark on a danger-filled mission to unearth the secrets of an enigmatic place somewhere in time and space that exists in their collective memory as 'Tomorrowland'.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    LA CAPACITA' DI GUARDARE OLTRE... CON IL LUSSO DELL'OTTICA OTTIMISTA, A DISPETTO DI TUTTO. UN FANTASY O UN SOGNO POSSIBILE ANCORA OGGI? IL REGISTA BRAD BIRD E L'ATTORE GEORGE CLOONEY PALADINI DELLE NUOVE GENERAZIONI, I DESTINATARI DI QUESTO FAVOLISTCO 'LUNA PARK' E POTENZIALI 'ARCHITETTI' DI UN FUTURO MIGLIORE

    "E' accesa? Ciao, io sono Frank. Come va?... Questa è una storia che parla del futuro e il futuro può spaventare... governi instabili, sovrappopolazione, disastri ambientali, carestie, catastrofi ...". E' proprio il Frank di George Clooney ad entrare in scena per primo e, sguardo dritto in macchina, a fare un discorso del genere appello - testimonianza. Ma viene continuamente interrotto da una giovane voce femminile di cui ci viene nascosta l'identità. Un gran bell'inizio incastonato in una struttura anulare che scopre le carte, si fa per dire, in un altrettanto gran bella conclusione, in cui i due protagonisti principali, dopo averne passate di

    cotte e di crude, passano le consegne a nuovi 'reclutatori', con una precisa 'missione', indispensabile a salvare il futuro del mondo, vale a dire 'Il mondo di domani' del titolo italiano, la Tomorrowland del titolo inglese, quella abitata dai Plus Ultra (piĂš oltre) e sognata da Walt Disney. E la vitale missione si traduce in "trovate coloro che non si arrendono. Sono loro il futuro".

    Peccato che la spina dorsale che collega la testa ai piedi di questo rumoroso e caotico Tomorroland - Il mondo di domani diretto da Brad Bird (Il gigante di ferro, Gli Incredibili, Ratatouille, Mission: Impossible - Protocollo fantasma) soffra di tutte quelle lesioni e schiacciamenti vertebrali che negano il sostegno necessario ad una vera e propria stabilitĂ . Tomorrowland si fregia di nobili intenzioni ma anche di tutti i limiti del racconto di formazione che una sceneggiatura fin troppo elementare e diluita (condivisa da Bird con

    Damon Lindelof), finisce, sia pure involontariamente, per limitare la platea di destinatari all'infanzia e, comunque, non oltre l'adolescenza. Anche tuffandosi nella metafora, nella chiave di lettura allegorica che dall'aura favolistica impone di tirar fuori il reale messaggio con il relativo contenuto, traducibile al livello della sfera adulta - vedi gli emblematici 'prescelti' del finale - non rende immacolata una pellicola ad effetto - fin troppo! - che ci sommerge letteralmente di effetti, appunto, visivi e speciali, di 'trovate' varie, senza mai, o quasi mai, darci il tempo di 'gustare'. Con Tomorrowland si finisce solo per 'trangugiare' un vomito inarrestabile di scoppi, esplosioni, scarrozzamenti da una parte all'altra su mezzi di trasporto avveniristici e cosĂŹ via. Avvenirismo futuribile che caratterizza il volto della civiltĂ  utopica e strabiliante di Tomorrowland - pane per i denti dello scenografo Scott Chambliss - dai tratti architettonici sinuosi ed avvolgenti simili a certa edilizia contemporanea londinese

    o degli Emirati arabi, con un effetto panoramico cuneiforme che dĂ  l'impressione di un omaggio allo stesso marchio Disney.

    CosÏ, dopo un iniziale flashback che ci porta indietro nel tempo fino al 1964, momento in cui, seguendo il racconto del protagonista, incontriamo il Frank/Clooney da piccolo (Thomas Robinson), alle prese con gli effetti collaterali delle sue prime invenzioni, tra cui un rudimentale jet pack presentato all'Expo mondiale dell'epoca, 'il mondo di domani' in 'Tomorrowland' si traduce ben presto in un gigantesco 'luna park' che mantiene il retrogusto di fondo patinato (persino il titolo originale del film, 1952, era retrò) di tutta la classicità d'avventura piÚ o meno Sci-Fi possibile, annusata qua e là e qui variamente omaggiata. Annusata: un pò sulle spiagge spielberghiane di E. T. o delle Amazing Stories (lo stesso Bird è regista di una di queste 'storie incredibili'); un pò su quelle di Star Wars, cui si

    ispira il contrasto di fondo tra avvenirismo tecnologico e primitivismo estetico, e a cui inneggia lo stesso merchandising del negozio cui fa visita la giovane eroina 'prescelta' Casey Newton (Britt Robertson); un pò su quelle scottiane dell'imprescindibile Blade Runner, cui ammicca piÚ e piÚ volte, lambendo alla lontana le coste dell'ancora spielberghiano A.I., il personaggio di Athena (Raffey Cassidy).

    Il 'realismo magico' sembra tornato di moda. Magari lo si preferisce mixato, o per meglio dire, shakerato, ad altri sottogeneri. Ma se si vuole porgere omaggio a qualche cult sci-fi per darci un tono e non permettere ad alcuno di etichettarci superficialmente come fantasy, allora ci si ricorda pure di qualche sequenza memorabile. Ed ecco servita la citazione di spicco. In Tomorrowland non potrà sfuggirvi quella a Il pianeta proibito, appuntata sulla tempestiva chiusura di finestrature in rapida successione. Tomorrowland è del resto pieno zeppo di citazioni e omaggi di vario

    tipo. Ma quando dici 'viaggi nel tempo', la mente corre inevitabilmente a quel memorabile Ritorno al futuro che Robert Zemeckis ha frazionato in trittico perfetto, dove ogni cosa è al suo posto e dove ci è consentito tutto il tempo necessario per gustare timori e meraviglie. Bird in Tomorrowland sembra averne omaggiato lo scheletro di base: non solo il Frank di Clooney, umoristico e spigoloso genio inventore, ora fallito e pessimisticamente disilluso, sembra la versione piÚ seria ed accademica del Doc di Ritorno al Futuro, ma la stessa iconica coppia dell'adulto piÚ o meno geniale, piÚ o meno pazzoide, o quanto meno 'originale', al fianco di un ragazzino o, come in questo caso, ragazzina, ammicca all'illustre precedente. I tempi si evolvono, cosÏ l'avventura si colora di rosa e la Casey/Robertson di Tomorroland sembra peraltro anche meno sprovveduta e disincantata del Marty di Ritorno al futuro, quasi un segugio - irresistibile!

    - dei guazzabugli inventivi di Doc. Entrambi però, Marty e Casey, ognuno a suo modo, si nutrono di analoghi timori e bevono lo stupore che gorgoglia dalla fonte della stessa meraviglia.

    L'alito favolistico, con la sua morale, con il suo opportuno e centrale messaggio, si respira fin dalle prime battute di Tomorrowland, con quella sorta di parabola del lupo che Casey torna a rammentare al padre, ingegnere della Nasa licenziato per chiusura del programma spaziale: 'ci sono due lupi che si combattono, l'uno è buio e disperazione, l'altro è luce e speranza. Chi vince?' La risposta è piuttosto lapidaria ma eloquente: 'Quello che nutri'. Se nutri il lupo sbagliato... Quel che si dice, l'anima semplice ma luminosa, trasparente dal corpo obeso di Tomorrowland. E come in ogni favola che si rispetti non poteva mancare l'oggetto simbolo elettivo della catarsi dell'eroe o dell'eroina in campo: nel caso di Tomorrowland è una

    spilla. Quella che Casey/Robertson si ritrova per caso tra gli effetti personali una volta uscita di prigione e che la porta negli anfratti più disparati di Tomorrowland. Ma è quella distesa di grano il suo primo approdo, la fonte primigenia del sostentamento dell'uomo sulla terra, simbolo elettivo da preservare onde evitare il rischio sopravvivenza. No, non siamo nei paraggi de I giorni del cielo di Terrence Malick, ma quei 'teletrasporti' via 'spilla' nel grano, hanno comunque quella vena di poetica spiritualità vagante, sia pure presto annientata da un dominante e schiacciante fragore. E c'è una ragione precisa per questo: ed è che 'la Tomorrowland del 1964, quella che Frank vede per la prima volta, e quella del 1984, che Casey vede in una visione provocata dalla sua spilla, avrebbero entrambe dovuto rappresentare 'una società molto equilibrata', da coltivare e mantenere come tale, secondo la visione per cui 'l’uomo era una

    sorta di pastore del mondo, oltre che un pioniere'. Per questo 'la città si erge nel mezzo della natura, come se si sviluppasse a partire da essa. E man mano che ci si allontana dal centro di Tomorrowland, è come se la città tornasse a far parte della natura'.

    Tre spazi temporali - il 1964, ossia l’anno in cui Frank vede la città per la prima volta; il 1984, dov’è ambientata la campagna pubblicitaria presente nella visione provocata dalla spilla di Casey; e il 2014, dove si svolge il resto della storia - sono occorsi a Brad Bird per tradurre in immagini un pensiero universalmente condivisibile e dichiarato a chiare lettere, che si nutre del timore che l'uomo non possa più essere in tempo per rimediare (visione nichilista rappresentata anche dal David Nix di Hugh Laurie, contraltare più negativo di Frank/Clooney): "Abbiamo perso qualcosa. Il pessimismo sembra l’unico modo accettabile

    di guardare al futuro, e non sono d’accordo. La mia paura è che possa avverarsi. Se tutti si convincono che le cose non miglioreranno, allora state certi che non accadrà. È un punto di vista che genera passività: se le persone pensano che sia tutto inutile, non potranno mai creare un grande futuro. Quando ero bambino, nonostante succedessero tante cose brutte – che purtroppo sono sempre accadute e non smetteranno mai di accadere – era accettabile guardare al futuro con ottimismo: pensavamo che la qualità di vita sarebbe migliorata, che il razzismo sarebbe cessato, che l’ineguaglianza sociale avrebbe avuto fine, e tante altre cose. Oggi c’è una sorta d’indifferenza cosmica, che io detesto. Non è per questo motivo che ci troviamo su questo pianeta. Abbiamo il potere di essere responsabili e cambiare il corso del futuro". E' qui che la missione dei nuovi reclutatori - "trovate coloro che non si

    arrendono. Sono loro il futuro" - da ideale prende anima e corpo in identità tanto simboliche quanto concrete e reali. Ed è qui che vediamo chi e come riesce ad evitarsi di nutrire il lupo sbagliato.

    Secondo commento critico (a cura di JUSTIN CHANG, www.variety.com)

    BRAD BIRD'S SCIENCE-FICTION ADVENTURE RUNS HEAVIER ON CANNED INSPIRATIONALISM THAN ON ACTUAL INSPIRATION.

    In his Pixar triumphs “The Incredibles” and “Ratatouille,” writer-director Brad Bird proved himself not just a wizardly storyteller but also an ardent champion of excellence — of intelligence, creativity and nonconformity — in every arena of human (and rodent) accomplishment. All the more disappointing, then, that the forces of mediocrity have largely prevailed over “Tomorrowland,” a kid-skewing adventure saga that, for all its initial narrative intrigue and visual splendor, winds up feeling like a hollow, hucksterish Trojan horse of a movie — the shiny product of some smiling yet sinister dimension where save-the-world impulses and Disney mass-branding strategies collide. A sort of “Interstellar Jr.” in which the fate of humanity hinges on our ability to nurture young hearts and minds, the picture runs heavier on canned inspirationalism than on actual inspiration, which won’t necessarily keep it from

    drawing a hefty summer audience with its family-friendly elements, topnotch production values, Imax rollout, endless tie-in potential and a top-billed George Clooney.

    There’s something to be said, of course, for a big-budget studio entertainment sly enough to retain a proper sense of mystery over its story and concept; much of the early buzz around “Tomorrowland” has swirled around the question of what it’s about — and exactly how much it has to do with its namesake neighborhood at Disneyland. With one mercifully brief, tongue-in-cheek exception, scribes Bird and Damon Lindelof (who together conceived the story with Jeff Jensen) avoid exploiting such theme-park attractions as Space Mountain, Star Tours and the dearly departed PeopleMover; if anything, their vision of Tomorrowland draws more heavily on Epcot Center, the ultimate representation of Walt Disney’s guiding belief in science and technology as a force for good in the world.

    Few filmmakers would seem as ideally suited

    to honor that utopian ideal as Bird, who previously tapped into the enterprising, anything-is-possible ethos of 1950s-’60s America in movies like “The Incredibles,” with its snazzy, retro-futuristic aesthetics, and “The Iron Giant,” with its sweet, resonant treatment of Cold War anxieties. And there are setpieces in “Tomorrowland” — a famous international landmark that suddenly bursts open like a Faberge egg, or an ordinary-looking house that turns out to have so many gizmos, pulleys, booby traps and escape pods it might have been designed by Wallace and Gromit — which duly explode with a welcome sense of invention and limitless possibility (most of it springing from Scott Chambliss’ wondrous production design). But these moments are relatively few and far between — separated across long stretches of clunky storytelling, overbearing action and tiresome character interplay, and undermined by a narrative that never delivers the surge of escapist excitement seemingly promised at the

    outset.

    Striking a worrisome note early on is an overly cutesy framing device that introduces two narrators who can’t stop arguing over how to tell their respective stories. The first of these is Frank Walker (Clooney), a curmudgeonly scientist who recounts how, as a young boy (played by Thomas Robinson), he attended the 1964 New York World’s Fair with his first big invention, a jet pack that (sort of) gives its wearer the power of flight. Dismissed by a supercilious judge (Hugh Laurie), Frank manages to attract the interest of a sly, watchful young girl named Athena (Raffey Cassidy), who hands him a small lapel pin marked with the letter “T.” One bumpy elevator ride later, Frank finds himself deposited in Tomorrowland, a city of towering robots and sleek, ivory-toned buildings, where one’s imagination can presumably run wild.

    But before we can learn why Frank was brought to Tomorrowland and what he

    accomplished there, the film abruptly shifts to the present day. Our second narrator, Casey Newton (Britt Robertson), is an extremely bright young woman in her 20s who lives with her father (Tim McGraw) and her little brother (Pierce Gagnon) in the shadow of the NASA station in Cape Canaveral, Fla. Like Frank before her, Casey boasts such keen intelligence and scientific acumen that she, too, receives a mysterious “T” pin; whenever (and only whenever) she touches it, she’s suddenly whisked off to Tomorrowland, necessitating several seamless, rapid-fire shifts in scenery. It’s the film’s niftiest visual trick, as well as a prelude to the one setpiece here that feels honestly transporting: an extended tracking shot in which we follow Casey on a monorail ride through the city, reveling in every otherworldly detail. (The context-free synchronized diving routine is a particular treat.)

    But Casey’s trip is short-lived. After about two minutes of enraptured

    sight-seeing, she’s unceremoniously returned home, leaving her desperate to find her way back. By this point the viewer is likely to understand all too well how she feels, as “Tomorrowland” increasingly suggests a version of “The Wizard of Oz” that, despite numerous attempts at liftoff, never quite manages makes it over the rainbow. Indeed, Casey herself comes to resemble a sort of reverse Dorothy Gale figure — one eager to leave her humdrum existence, not return to it — as she hits the road and tries to find out who gave her the now-defunct pin. It’s not long before she finds her answer in the form of the mysteriously ageless Athena, who, with typically well-meaning vagueness, warns our heroine that she is in grave danger.

    What little sense of wonder remains at this point is decisively zapped away when “Tomorrowland” suddenly morphs into a paranoid thriller/road movie, where danger lurks noisily

    behind every bend, as signaled by the busy workings of Michael Giacchino’s score. Athena persuades Casey to pay a visit to the cranky, hermitlike Frank, whom the android leaders of Tomorrowland banished years ago for making a startling discovery about the world’s impending doom. It’s here that the “Interstellar” connection kicks in, complete with (surrogate) father-daughter bond, as Casey’s inherent optimism becomes the necessary counterweight to Frank’s pessimism in the battle to save mankind. It’s here, too, that the film reveals its intent as a humanitarian/ecological call to arms, delivering an attack on widespread cynicism and apathy.

    These are weighty, provocative, worthwhile themes to implant in a PG-rated family film, but the glaring failure of “Tomorrowland” is that its central premise — children are the future — is almost completely negated by the preachiness of the execution and the clumsiness of the storytelling. This is not, frankly, a movie that evinces

    much faith in the cognitive and imaginative powers of young people. Its attitude toward the tykes in the audience can be more or less summed up by the aggressively cheeky interplay between Clooney and Robertson, and by the blunt, often poorly motivated chase/action sequences (none of which rise to the level of Bird’s previous live-action feature, “Mission: Impossible — Ghost Protocol”).

    There is, perhaps, something almost perversely admirable about a movie called “Tomorrowland” that spends so little time in Tomorrowland, effectively treating that storied kingdom less as an actual place than as a state of mind. Still, it’s hard not not to feel cheated, or to wonder if it was Lindelof, still best known for his work as a showrunner on “Lost,” who effectively turned this movie into such an evasive and unsatisfying game of narrative keepaway — one whose final revelations are dispensed in haste, and with a frustrating lack

    of rigor.

    Indeed, for all its insistence on the rational, the picture at times gives off a bizarre, faux-spiritual vibe — not least in the recurring shots of the golden wheat fields outside Tomorrowland, which look so vast and ripe, they might have been filmed by Terrence Malick. (Claudio Miranda is credited with the cinematography, which looks particularly lustrous in Imax projection.) These images figure prominently in the film’s jaw-droppingly misguided final scene, a calculated bid for we-are-the-world sentimentality that plays out with the mildly unsettling overtones and forced multiculturalism of a cult recruitment video. Is this Tomorrowland or Heaven’s Gate?

    Robertson, who bears an apt resemblance to Brit Marling, is thoroughly winning in her first major starring role, even if we must take Casey’s much-vaunted brainpower on confidence (a montage of her raising her hand repeatedly in class is the script’s convenient way of signaling “She’s smart!” without actually giving her

    anything smart to do or say). And the surprise of the picture may well be the young English actress Cassidy, giving a small wonder of a performance that balances humor and poignancy in a deliberately narrow range. Comedy fans will smile — briefly, anyway — at the sight of Keegan-Michael Key and Kathryn Hahn as a pair of geek enthusiasts who run a Houston shop crammed with classic sci-fi movie memorabilia (cue obligatory nod to the recently Disney-acquired “Star Wars” franchise).

    Clooney seems to have been cast as much for his liberal credentials as for his star power, and it’s a choice that can’t help but leave a somewhat smug aftertaste; he’s almost too fitting a spokesman for a movie that urges humanity to end all wars, take responsibility for the environment, and foster a greater, more alert engagement with the world around us. All worthy and admirable objectives, to be

    sure, but they can’t help but feel like platitudes in the absence of an adventure that compels and sustains dramatic interest on its own terms. Even when delivered with the best intentions, a lecture is a wretched substitute for wonder.

    Perle di sceneggiatura


    Altre voci dal set:

    Il produttore esecutivo JEFF JENSEN:

    “si pensava che il futuro potesse essere costruito un passo alla volta. C’era la convinzione di poter migliorare il mondo da un punto di vista tecnologico, sociale e politico. In latino, ‘Plus Ultra’ significa ‘più avanti’ ed era il motto degli esploratori spagnoli. Eiffel e i suoi colleghi si consideravano degli esploratori: non cercavano nuove terre, ma esploravano le potenzialità della razza umana. Walt Disney era un elemento perfetto per l’organizzazione e fu reclutato proprio per la sua capacità di guardare oltre. Ma le cose cambiano e oggi il futuro appare molto più incerto e indistinto. Siamo cinici riguardo al progresso e siamo scettici che le cose possano migliorare. Pensiamo che il futuro non ci riguardi direttamente e non crediamo di poterlo influenzare. Ovviamente, anche in passato c’erano molti problemi: la situazione politica era molto più complessa di quanto crediamo e tante idee appartenenti agli anni Cinquanta e Sessanta apparirebbero retrograde al giorno d’oggi. Ma la domanda è: c’è un modo per recuperare l’ottimismo di quel periodo? E soprattutto, quegli ideali sono ancora attuali?... 'Tomorrowland'. È una parola evocativa che rappresenta tutti i temi di cui stiamo parlando. Rappresenta il futuro. Rappresenta il progresso. Rappresenta una cultura in cui si lavora insieme – non senza discussioni – per costruire un futuro migliore. Vogliamo che la gente reagisca a questi temi”.

    Bibliografia:

    Nota: Si ringraziano Walt Disney Pictures, Giulia Arbace (Ufficio Stampa) e Cristiana Caimmi.

    Pressbook:

    PRESSBOOK COMPLETO in ITALIANO di TOMORROWLAND - IL MONDO DI DOMANI

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    Galleria Video:

    Tomorrowland-Il mondo di domani - trailer 3

    Tomorrowland-Il mondo di domani - trailer

    Tomorrowland-Il mondo di domani - trailer 2

    Tomorrowland-Il mondo di domani - trailer (versione originale) - Tomorrowland

    Tomorrowland-Il mondo di domani - featurette 'Tomorrowland secondo Walt Disney' (versione originale sottotitolata)

    Tomorrowland-Il mondo di domani - featurette 'Un posto per sognatori' (versione originale sottotitolata)

    Tomorrowland-Il mondo di domani - featurette 'Casey'

    Tomorrowland-Il mondo di domani - featurette 'Athena'

    Tomorrowland-Il mondo di domani - featurette 'Frank Walker'

    Tomorrowland-Il mondo di domani - featurette 'Il mondo di domani vi meraviglierĂ ' (versione originale sottotitolata)

    Tomorrowland-Il mondo di domani - featurette 'I progetti inventati alla CittĂ  della Scienza di Napoli'

    Tomorrowland-Il mondo di domani - featurette 'I progetti inventati alla Fondazione Mondo Digitale di Roma'

    Tomorrowland-Il mondo di domani - featurette 'I progetti inventati al Muse di Trento'

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