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    Home Page > Movies & DVD > Senna

    SENNA: LA STORIA DI UN CAMPIONE, CON LE SUE CONQUISTE FISICHE E SPIRITUALI, LA SUA RICERCA DELLA PERFEZIONE E LO STATUS DI LEGGENDA CHE SI ERA AGGIUDICATO, IN UN FILM-DOCUMENTARIO CHE RACCONTA IL SUO STRAORDINARIO PERCORSO SPORTIVO, ABBANDONANDO LE TECNICHE DOCUMENTARISTICHE IN FAVORE DI UN APPROCCIO PIU' SQUISITAMENTE CINEMATOGRAFICO, CON UNA GRANDE QUANTITA' DI FILMATI DI REPERTORIO INEDITI

    RECENSIONE n. 1 e RECENSIONE n. 2 - Dall'11 FEBBRAIO

    (Senna GRAN BRETAGNA 2010; biopic documentaristico-sportivo; Produz.: Midfield Films/Working Title Films; Distribuz.: Universal Pictures)

    Locandina italiana Senna

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Senna

    Titolo in lingua originale: Senna

    Anno di produzione: 2010

    Anno di uscita: 2011

    Regia: Asif Kapadia

    Sceneggiatura: Manish Pandey

    Cast: Ayrton Senna
    Alain Prost
    Frank Williams
    Ron Dennis
    Viviane Senna
    Milton da Silva
    Neide Senna
    Jackie Stewart
    Sid Watkins
    Galvao Bueno
    Reginaldo Leme
    Gerhard Berger
    Nelson Piquet
    Nigel Mansell
    Jean-Marie Balestre
    Cast completo

    Musica: Antonio Pinto

    Montaggio: Chris King e Gregers Sall

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Un documentario sul campione di Formula Uno brasiliano Ayrton Senna che vinse il campionato mondiale per ben tre volte prima della sua scomparsa all'età di 34 anni.

    IN DETTAGLIO:

    Era una domenica del giugno 1984, al Gran Premio Automobilistico di Monaco. Sotto un diluvio torrenziale, sul circuito prendeva posizione una delle più straordinarie griglie di partenza nella storia delle gare automobilistiche. In pista quel giorno c’erano almeno sei futuri campioni del mondo, compresi il recente campione del mondo Keke Rosberg; uno stoico, impavido inglese di nome Nigel Mansell; l’austriaco Niki Lauda, due volte Campione del Mondo; il roboante Nelson Piquet, anche lui due volte Campione del Mondo; e l’uomo soprannominato ‘Il Professore’, il francese Alain Prost, che verrà di lì a poco considerato da molti il pilota più completo di tutti i tempi. In tredicesima posizione nella griglia di partenza, nel frattempo, lontano dalle attenzioni nella sua Toleman, c’era uno spigoloso e focoso giovane pilota, appena alla sua sesta gara di Formula 1.
    Mentre i motori rombavano e i piloti sfrecciavano sulle strade della città, l’uomo in tredicesima posizione si faceva largo tra tutti, dimostrando una tecnica da virtuoso ed un coraggio fuori dal comune, mentre sorpassava ad una ad una tutte le vetture che lo precedevano, compresa quella di Prost al 23° giro. Quell’uomo era Ayrton Senna, che faceva il suo ingresso nel mondo della Formula Uno con una gara spettacolare.
    Come si sa, Senna non vinse la gara; perse perché fu sospesa per la pioggia e fu Prost ad aggiudicarsi il primo posto. Ma Senna non si amareggiò, si trattava comunque del suo primo fine gara sul podio, sebbene ciò che accadde quel giorno si sarebbe spesso ripetuto nella carriera del giovane brasiliano; avrebbe spesso vinto sul tracciato, ma alla fine la palma della vittoria sarebbe stata assegnata a qualcun’altro, e lui avrebbe spesso lottato contro quelle che considerava ingiustizie di uno sport altamente politicizzato. Nonostante tutto, riuscì a superare molti ostacoli che gli avevano fatto incontrare, a vincere tre Mondiali - e durante gli anni con la McLaren a stabilire una vivace competitività con il rivale e membro della sua stessa scuderia, Prost - e a conseguire uno status da superstar in tutto il mondo. Agli occhi della stampa internazionale si rivelò un campione carismatico e ardito; mentre i media del nativo Brasile lo consideravano un uomo umile e religioso.
    Al vertice della carriera però, mentre affrontava il tracciato di Imola, a San Marino, avvenne il disastro. Era la terza gara della stagione del 1994 e durante i giri di qualificazione il protetto di Senna, Rubens Barrichello, ebbe un incidente e si fece male. Il giorno dopo il pilota austriaco Roland Ratzenberger andò a sbattere contro un muro a 200 miglia all’ora, decedendo all’istante. Senna ne rimase profondamente colpito e si chiese se era il caso di continuare a correre. Il suo grande amico e medico della Formula Uno, il Professor Sid Watkins, suggerì a Senna di non correre quella domenica. Ma l’orgoglio di Senna, il suo senso di responsabilità nei confronti della sua squadra e dello sport, ed il suo bisogno assoluto di vincere la paura, lo spinsero ad andare avanti.
    La domenica della gara, Senna riuscì a fare appena due giri prima che la safety car si fermasse, schiantandosi subito dopo nella velocissima curva Tamburello, urtando un muro di cemento a più di 130 miglia orarie. Nel 1987, Nelson Piquet aveva avuto un incidente su quella stessa curva, uscendone appena contuso; nel 1989 Gerhard Berger era uscito dalla Tamburello con la vettura trasformata in una palla di fuoco. Rimase ferito ma sopravvisse. Nel 1994, quando Senna ebbe il fatale incidente, la sua vettura urtò il muro con un’angolazione diversa e parte delle sospensioni gli finirono addosso, bucandogli il casco e causandogli delle fratture al cranio che si rivelarono fatali. I medici trovarono una bandiera austriaca nella sua vettura: voleva rendere omaggio a Ratzenberger alla fine della gara.

    SYNOPSIS:

    The story of the monumental life and tragic death of legendary Brazilian motor-racing Champion, Ayrton Senna. Spanning the decade from his arrival in Formula One in the mid 80's, the film follows Senna's struggles both on track against his nemesis, French World Champion Alain Prost, and off it, against the politics which infest the sport. Sublime, spiritual yet, on occasion, ruthless - Senna conquers and transcends Formula One to become a global superstar. Privately, he is humble, almost shy, and fiercely patriotic, donating millions to his native Brasil and contemplating a life beyond motor-racing. Yet he is struck down in his prime on the blackest weekend in the history of the sport, watched live on television by 300 million people. Years on he is revered in Formula One as the greatest motor racing driver of all time - and in Brasil as a Saint.

    Commento critico (a cura di ENRICA MANES)

    Per coloro che hanno vissuto il Senna dal vivo, in uno dei periodi più intensi del mondo delle corse e della Formula1, il documento a lui dedicato è un piacere non solo fatto di ricordo ma di valori veri che ritornano, a distanza di tempo e di una commozione che non si può scacciare anche se il film, il documento, non ha come primo intento quello di muovere emozioni.
    La vita di Ayrton non è un dramma ma è qui tratteggiata per momenti, gli istanti che hanno formato un campione e lo raccontano attraverso la sua stessa voce, quella di chi lo ha conosciuto da vicino e quella di chi nella famiglia ha vissuto con lui fino in fondo la sua gioia di correre, quando invece sarebbe stato facile cadere nel pietismo e scegliere soltanto quegli scatti di archivio fatti per suscitare commozione.
    Kapadia traccia un ritratto del campione e dell’uomo,

    tratteggia e declina la tenacia, il correre oltre il limite, la ricerca di una perfezione inarrivabile, della soddisfazione, del donare ad altri facendo quello che amava fare, e che ama fare anche oggi perché non sembra solo un ricordo ma per chi lo ha amato e vissuto, Ayrton resta vivo.
    Eppure non si tratta di un dramma, di una storia fatta per muovere gli animi, e nemmeno di una propaganda, dal momento che la scelta degli episodi narrati si muove verso una direzione di documentario, creato attraverso interviste e riprese dei gran premi, delle glorie del pilota, senza fatalismi.

    Senna resta un mito ed un esempio attraverso il suo carisma, le sue parole che vanno oltre ogni tempo e generazione, le sue scelte e le sue prese di posizione ed una vita non soltanto vissuta al limite come la vita degli eroi, ma fatta anche di piccole cose e di una ricerca

    di sé mai colmata. Ayrton colpisce come uomo e lascia il segno, sempre, perché queste interviste ed il notevole materiale di archivio non ne alterano la figura ma contribuiscono a tracciarne un ritratto fedele e delicato. Ciò che manca è forse un taglio tematico più netto, più deciso, quello che avrebbe potuto fare del documento un unicum nel suo genere e spezzare definitivamente il limite tra filmato e vita vissuta, e dispiace davvero che il regista non sia voluto andare oltre rischiando un montaggio più ardito che non mirasse ad un pubblico del ricordo o alle giovani generazioni per portare un messaggio di valori veri e di un uomo che ha fatto la storia non solo delle corse, ma guidasse ad una chiave di lettura precisa, ad un punto di vista. E potevano essere molteplici, l’uomo, l’eroe di un mondo e di un paese intero - il Brasile - il

    campione e il suo mondo da corsa fatto del vivo rumore dei motori, il confronto con i contemporanei e con gli avversari che si riduce ad una antinomia classica con il Prost professore, quasi senza anima e al rapporto politico di contrasto con Balestre.
    Dispiace così non assistere anche a molti degli episodi che hanno visto duellare Ayrton con i molti protagonisti degli anni Ottanta, (e ci auguriamo che la versione in dvd di prossima uscita e quella giapponese già edita, comprenda una durata più lunga in filmati ed inediti), perché anche attraverso questi si sarebbe arrivati a dare un senso più preciso alle immagini e alla storia.

    Secondo commento critico (a cura di JONA CECILIOT)

    Il documentario, che negli intenti degli autori prefiggeva di descrivere la carriera del pilota Senna e di far conoscere Ayrton come uomo, provoca alcune perplessità su chi ha seguito, tifato, gioito e pianto per uno dei massimi esponenti della storia dell'automobilismo. Quanto segue non vuole assolutamente criticare o biasimare l'impegno di chi ha profuso energie e denaro nel confezionare questo lavoro, sono solo alcune impressioni personali di chi ha assistito alla proiezione con l'occhio critico dell'appassionato dello sport del motore. La parte iniziale, con le immagini del giovane Ayrton alle prese con i kart e le prime vetture da competizione, è senza dubbio il giusto viatico per addentrare lo spettatore negli aspetti meno conosciuti o semplicemente troppo lontani nel tempo della vita di Ayrton, l'infanzia agiata, le prime corse, la famiglia con mamma Neide, papà Milton, Viviane e Leonardo e il distacco da loro per le prime stagioni in

    Inghilterra.

    Già in queste prime battute si può notare come la ricostruzione della vita di Ayrton non sia completamente fedele alla realtà, difatti non viene fatta menzione del matrimonio in giovanissima età in terra inglese e della fine di esso, con la conseguente crisi esistenziale di un giovane ragazzo distante migliaia di chilometri dal natìo Brasile. L'epoca della Formula 1 esordisce, quasi in modo scontato, con il Gran Premio di Montecarlo del 1984, fermato dalla bandiera rossa per l'eccessiva quantità d'acqua presente in pista, sottolineando più volte come la vittoria di Prost, a dire il vero a punteggio dimezzato, fosse stata decisa in modo politico dalla direzione gara e dalla Fisa.

    Fin qui la storia è nota e ognuno può interpretarla a modo suo, però un cenno all'esito del campionato 1984, con Prost che perse il mondiale proprio per il punteggio dimezzato di quella gara lo potevano fare per onore

    di cronaca e rendere in qualche modo giustizia ad Ayrton. Degli anni in Lotus viene descritta la prima vittoria del 1985 sulla pista bagnata dell'Estoril, tralasciando completamente le bellissime e feroci battaglie in pista del triennio dal 1985 al 1987 a bordo delle monoposto Lotus, contro piloti del calibro di Piquet, Mansell, Prost, Rosberg e Alboreto che, con i loro sorpassi, la loro audacia e la loro rivalità con Ayrton contribuirono nel rendere immortali, negli occhi degli appassionati, gli anni dei motori turbo.

    Le stagioni del periodo Lotus, esaltate dalle struggenti immagini della livrea JPS e dall'urto dei motori turbo, mancano completamente della descrizione del conflitto umano, pesante e difficile da sopportare, con Nelson Piquet, il quale non riusciva ad accettare l'astro nascente di Ayrton sostituirlo nel cuore dei brasiliani, ferendo più volte con la dialettica e con atteggiamenti di dubbio gusto verso la stampa la sensibiltà di Ayrton e

    di chi gli era vicino.

    La narrazione, trascurando tutta la triste vicenda umana fra Ayrton e Piquet, si sofferma molto sul controverso rapporto tra Ayrton e Alain Prost, enfatizzando più volte il legame di amicizia fra il pilota transalpino e il Presidente della Fisa Jean Marie Balestre suo connazionale.

    Sicuramente dal 1989 alla fine del 1993 i rapporti fra Ayrton ed Alain non furono idilliaci, anzi, resta però un po' l'amaro in bocca per come sono stati ricostruiti gli episodi della crisi fra i compagni alla Mclaren, visti solamente sotto l'aspetto che Ayrton era il 'buono' e Alain il 'cattivo' della situazione assieme al Presidente Balestre.

    Con l'occhio del tifoso sennista nulla da obiettare, con l'occhio di chi ama studiare la storia del motorsport qualcosa da dire ci sarebbe, come ad esempio l'aver tralasciato l'antefatto di questa battaglia fra i due alfieri Mclaren, la partenza di Imola '89, o

    aver osannato la collisione, premeditata, di Ayrton nei confronti di Prost a Suzuka '90, per non dire della mancanza di spirito critico nel giudicare i fatti di Suzuka '89. Lotte intestine con Prost che non possono obiettivamente venir giudicate a senso unico per uno o l'altro pilota; così facendo verrebbe meno la veridicità storica dei fatti e si rischierebbe, come fatto in questo documentario, di dipingere Ayrton Senna come un eroe assoluto senza macchia ed Alain Prost come un meschino alleato con i potenti, questo non rende giustizia nè ad Ayrton né ad Alain. Senna andrebbe ricordato, e nel filmato se ne è parlato molto poco, per la meravigliosa velocità nelle qualifiche, per la precisione nei sorpassi, per la sensibilità tecnica nel percepire ogni minimo cambiamento nell'assetto, per la concentrazione nel lavoro e per le innate doti di governare il veicolo sotto la pioggia, questo secondo me è stato lasciato

    da parte dal regista, forse per sua scelta, forse per imposizione.

    Per chi magari sapeva di Ayrton solo marginalmente, quanto visto oggi può incuriosirlo ad andare a documentarsi per 'conoscere' meglio l'asso paulista, non vorrei però che idealizzassero Ayrton per come è stato descritto in questo lungometraggio, Ayrton non era così. Mancano infatti i risvolti umani con i colleghi piloti, come l'amicizia forte con Gerhard Berger, il rispetto che provava in pista per Nigel Mansell e la rivalità nascente con Michael Schumacher che tanto lo preoccupava nel maledetto 1994, e poi la vicinanza con Jo Ramirez, l'ammirazione estatica verso il culto del lavoro dei giapponesi della Honda, il maniacale perfezionismo nelle riunioni e la voglia enorme di essere il migliore, sempre e ovunque. Le premesse sulla riuscita di questo documentario c'erano tutte, putroppo non ho ritrovato l'Ayrton che ho 'conosciuto' ed interiorizzato negli anni dopo la sua scomparsa, d'altronde

    in 90 minuti è francamente difficile riassumere la vita di un uomo complesso, contradditorio e per certi versi quasi mistico, per fortuna ci rimangono le foto, i filmati tv, le cronache dell'epoca ed i tanti libri che ogni giorno ci ricordano della presenza di Ayrton.

    Perle di sceneggiatura


    Pressbook:

    PRESSBOOK di SENNA in ITALIANO

    Links:

    • Asif Kapadia (Regista)

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    Galleria Video:

    Senna - trailer (versione originale)

    Senna - trailer (versione originale per il Giappone)

    Senna - spot (versione originale)

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