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MINE VAGANTI: QUESTA VOLTA FERZAN OZPETEK, CON UNA DELLE SUE TANTE FAMIGLIE IN CELLULOIDE, MIGRA DA ROMA OSTIENSE ALLA PUGLIA
60. Festival del Cinema di Berlino (11-21 Febbraio 2010) - RECENSIONE - Dal 12 MARZO
"Per me la famiglia è quella classica e specie in questo film ho sentito la presenza e la forza del rapporto padre, madre e figli. Ci tengo però nello stesso tempo a considerare la famiglia degli amici e degli affetti sinceri al di là dei legami di sangue. La scelta di Lecce risale alla mia prima visita della città , otto anni fa, e ne rimasi subito affascinato. In ogni caso per questo film io volevo il Sud con le sue particolarità , la classicità e le tradizioni. E Lecce ha una splendida atmosfera, dall'estetica dell'architettura agli ambienti naturali, al cibo eccellente, tutto un insieme di cose che da tempo mi spingevano a cercare laggiù la collocazione del mio film. E il risultato è stato meraviglioso, un'accoglienza straordinaria. Devo dire che dopo l'esperienza di Lecce mi sento più forte nell'affrontare la vita, sono entrate tante persone nuove nella mia esistenza, una serie di amici salentini che spero possano rimanere a lungo nella mia vita... Sono partito da una idea che riguardava un fatto vero accaduto ad un mio amico, all'inizio c'èra una confessione-rivelazione tra due fratelli, una cosa da cui il mio amico è uscito quasi distrutto. Poi ho steso la sceneggiatura con Ivan Cotroneo che ha continuato a frequentare il set mentre si girava, giù in Puglia, e insieme cambiavamo dialoghi e modificavamo le scene a seconda dell'atmosfera del set. Ci sono stati in effetti vari interventi e trasformazioni.
Il regista, co-soggettista e co-sceneggiatore Ferzan Ozpetek
(Mine vaganti ITALIA 2009; drammatico; 110'; Produz.: Fandango in collaborazione con Rai Cinema e Apulia Film Commission; Distribuz.: 01 Distribution)
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Titolo in italiano: Mine vaganti
Titolo in lingua originale:
Mine vaganti
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2010
Regia: Ferzan Ozpetek
Sceneggiatura:
Ferzan Ozpetek e Ivan Cotroneo
Soggetto: Ferzan Ozpetek e Ivan Cotroneo.
Cast: Riccardo Scamarcio (Tommaso) Nicole Grimaudo (Alba) Alessandro Preziosi (Antonio) Ennio Fantastichini (Vincenzo) Lunetta Savino (Stefania) Elena Sofia Ricci (Zia Luciana) Ilaria Occhini (Nonna) Bianca Nappi (Elena) Massimiliano Gallo (Salvatore) Daniele Pecci (Andrea) Carolina Crescentini (Nonna giovane) Carmine Recano (Marco) Paola Minaccioni (Teresa) Gianluca De Marchi (Davide) Mauro Bonaffini (Massimiliano) Cast completo Gea Martire (Patrizia) Giorgio Marchese (Nicola) Matteo Taranto (Domenico) Giancarlo Montigelli (Brunetti) Crescenza Guarnieri (Antonietta) Emanuela Gabrieli (Giovanna)
Musica: Pasquale Catalano
Costumi: Alessandro Lai
Scenografia: Andrea Crisanti
Fotografia: Maurizio Calvesi
Montaggio: Patrizio Marone
Scheda film aggiornata al:
27 Marzo 2014
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Sinossi:
Non farti mai dire dagli altri chi devi amare, e chi devi odiare. Sbaglia per conto tuo, sempre. È il monito che l'anziana nonna rivolge al nipote Tommaso rientrato a casa da Roma deciso ad affermare le proprie scelte personali anche a costo di scontrarsi con la famiglia.
Quella di Tommaso, il figlio minore dei Cantone proprietari di un pastificio in Puglia, è una famiglia numerosa e stravagante. In casa c'è molta attesa per il suo ritorno: la nonna ribelle e intrappolata nel ricordo di un amore impossibile, la mamma Stefania, amorosa ma soffocata dalle convenzioni borghesi, il padre Vincenzo deluso nelle aspettative sui figli, la zia Luciana a dir poco eccentrica, la sorella Elena che rifugge un destino da casalinga, il fratello Antonio da affiancare nella nuova gestione del pastificio di famiglia. Insieme a loro Alba, la cui strada incrocia professionalmente quella dei Cantone.
Non mancano però sorprendenti rivelazioni e colpi di scena. Ed anche per questo il soggiorno di Tommaso dovrà protrarsi ben più a lungo del previsto…
Dal >Press Book< di Mine vaganti
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
"Sei felice?".
Una sola domanda il leitmotiv, perché il nostro modo di essere non è un’etichetta; Mine vaganti è una storia sulla vita e sulla personalità , sul capire l’altro e andare al di là delle apparenze, l’omosessualità solo un pretesto per raccontare storie di vita e di solitudine, vagamente onirico, un po’ teatrino dell’assurdo.
Un ritratto dove la famiglia classica, caotica, confusionaria, assume tratti biografici per Ozpetek, da sempre attento ai legami ed agli affetti e che in questo caso sceglie Lecce come culla della particolarità e dei valori classici e più tradizionali, cogliendone atmosfera, dettagli monumentali, delizie culinarie, tutto ciò che è genuino ma permeato qui da piccole discordie e silenzi, ipocrisie, taciti consensi e voci.
E' il rimando alla commedia italiana d’autore, omaggio ai maestri del genere attraverso l’occhio attento di un regista delicato e peculiare che richiama al cinema classico, ritornando al raccordo sugli sguardi, soggettive, movimenti di macchina intimi |
vorticosi, inquadrature che scompongono "come mine vaganti, fatte a posta per mescolare le carte, e per sconvolgere tutto", voci di un'anima e dei protagonisti.
Fortemente fotografico, con attenzione minima al dettaglio, Mine vaganti porta inscritte le cifre conoscitive del linguaggio cinematografico di Ozpetek, con uno spiccato gusto per le inquadrature che diventano cammei, dipinti, in un attento gioco di luce ed ombra, senza dimenticare quel tocco caratteristico e identificativo che per il regista è l’ossessione dolceamara per i dolci.
Qui ritroviamo l’importanza della tradizione, il valore antico, la famiglia, il continuo rimando fra passato e presente e le amicizie autentiche, condito da quel pizzico retrò creato dalla colonna sonora, perché i sentimenti non hanno un tempo, un essere e uno spazio ma sono ovunque e in ogni luogo.
Ironico, a tratti surreale, Mine vaganti presenta una serie variegata di emozioni e di personalità , rivelando e confermando un cast che si inserisce perfettamente negli |
schemi della trama e divenendo parte del contesto, su tutti una Nicole Grimaudo non estranea a ruoli drammatici e che qui appare particolarmente sofferente ed espressione di un realismo vitale e vibrante, ed un Riccardo Scamarcio intenso, profondo e maturato, portavoce del ponte fra passato e presente del quale allo spettatore è concesso immaginare un finale non aperto, ma spalancato.
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Pressbook:
PRESSBOOK Completo in ITALIANO di MINE VAGANTI
Links:
• THIS MUST BE THE PLACE - INTERVISTA in ANTEPRIMA al regista PAOLO SORRENTINO (A cura dell'inviata CARLA BERGAMINI) (Interviste)
Galleria Fotografica:
Mine vaganti - trailer.flv
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