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    THE KILLER INSIDE ME: LO SCERIFFO CASEY AFFLECK HA UN KILLER DENTRO SE STESSO

    Dal 60. Festival del Cinema di Berlino (11-21 Febbraio 2010) - RECENSIONE - Dal 26 NOVEMBRE - 20. Courmayeur Noir Film Festival (Courmayeur 7-13 Dicembre 2010

    "(…) l'aspetto interessante del romanzo è più che altro l'idea che Thompson scelga di ritrarre un universo in cui le persone distruggono ogni cosa, senza voler fornire spiegazioni psicologiche. Perché questo è quello che succede, è quello che fa la gente: rovina tutto, distrugge la propria vita. Per qualche strano motivo, gli esseri umani sono distruttivi. Thompson coglie qualcosa di vero della natura umana: non è necessario cercare di spiegarlo, occorre solo mostrare che è così. (…) Spesso le persone che compiono azioni violente sono interessanti. Lou è sia una vittima che un carnefice, è il prodotto della sua infanzia e di suo padre. Per questo è diventato l'uomo che è diventato. Le semplificazioni sono una scorciatoia crudele. Una spiegazione semplice non basta mai, è solo una formalizzazione. Il fascino del personaggio deriva dal fatto che noi vediamo Lou compiere delle azioni perverse e distruggere le persone che sembrano amarlo e che lui sembra amare e con cui potrebbe essere felice. Ma è proprio questa prospettiva di amore che sembra far scattare in lui il desiderio di ucciderle, di annientarle".
    Il regista Michael Winterbottom

    (The Killer Inside Me USA 2010; Thriller western drammatico; 120'; Produz.: Revolution Films/Hero Entertainment/Indion Entertainment Group; Distribuz.: BIM)

    Locandina italiana The Killer Inside Me

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: The Killer Inside Me

    Titolo in lingua originale: The Killer Inside Me

    Anno di produzione: 2010

    Anno di uscita: 2010

    Regia: Michael Winterbottom

    Sceneggiatura: John Curran

    Soggetto: Tratto dal romanzo (edito in Italia da Fanucci)L’assassino che è in me di Jim Thompson, maestro del noir americano.

    PRELIMINARIA - IL ROMANZO (A cura di ENRICA MANES)

    Sull’onda dell’uscita nelle sale di The Killer Inside Me, per la regia di Michael Winterbottom, segnaliamo l’uscita del romanzo da cui il film è tratto.

    The killer inside me, scritto nel 1952 dall’autore e sceneggiatore Jim Thompson, racconta la storia, tutta in soggettiva, del vicesceriffo Lou Ford, protagonista tragico del suo male personale che lo imprigiona e lo tiene avvinto al suo passato ed alla città in cui é nato ed alla quale resta indissolubilmente legato.

    Colpiscono la tecnica e l’amarezza con la quale si dipana la matassa del disastro finale della vita privata e sociale di Lou Ford, un personaggio feroce in netto contrasto con la sua apparenza normale, di personaggio popolare, amato, quasi un beniamino per la piccola cittadina cresciuta sull’onda del boom petrolifero e nella quale si insinuano ben presto i sospetti e le trame degni di una metropoli.

    Lo spirito nero di Thompson si insinua con ironia pungente e con un marchio caratteristico nel tratteggiare i personaggi, abilmente descritti qui con ampia focalizzazione sul protagonista, quel Lou Ford che accompagna la lettura con la sua voce narrante. Una voce fuoricampo di narratore contemporaneamente interno ed esterno alla storia, protagonista e artefice, punto di vista e occhio della trama che ruota attorno a lui autore e narratore onnisciente di se stesso.

    Jim Thompson d’altronde, non è nuovo al connubio tra letteratura e cinema.
    Da un suo romanzo è stato tratto nel 1972 Getaway, mentre a dargli fiducia era stato per primo Stanley Kubrick che nel 1955 gli aveva affidato la sceneggiatura di Rapina a mano armata e, due anni dopo, di Orizzonti di gloria.

    Dal 1952 al 1964, Thompson ha dato alle stampe capolavori oggi editi in Italia da Fanucci Editore.
    Ricordiamo che The killer inside me è inserito a pieno titolo nella raccolta della prestigiosa Library of America nel volume dedicato agli anni Cinquanta.

    Cast: Casey Affleck (Lou Ford)
    Jessica Alba (Joyce Lakeland)
    Kate Hudson (Amy Stanton)
    Ned Beatty (Chester Conway)
    Elias Koteas (Joe Rothman)
    Tom Bower (Sceriffo Bob Maples)
    Simon Baker (Howard Hendricks )
    Bill Pullman (Billy Boy Walker)
    Brent Briscoe (Vagabondo)
    Matthew Maher (Vice Jeff Plummer)
    Liam Aiken (Johnnie Pappas)
    Jay R. Ferguson (Elmer Conway)
    Ali Nazary (Max Pappas )

    Musica: Melissa Parmenter

    Costumi: Lynette Meyer

    Scenografia: Mark Tidesley

    Fotografia: Marcel Zyskind

    Montaggio: Mags Arnold

    Effetti Speciali: Andrew Newton

    Makeup: Darin Moore

    Casting: J. C. Cantu e Mary Vernieu

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE

    Profondo Sud degli Stati Uniti, primo dopoguerra: Lou Ford (Casey Affleck) è il vice sceriffo di una piccola cittadina del Texas. Si direbbe un pilastro per la comunità, inappuntabile tutore dell'ordine e, all'apparenza, un uomo persino indolente e noioso. Ma alle volte, anche una piccola provincia americana dietro la sua maschera di rispettabilità può nascondere orrori incredibili. Nessuno conosce ancora quella che Lou chiama la sua 'malattia', rimasta in letargo per anni e che ora è in procinto di riaffiorare all'improvviso con conseguenze brutali e devastanti... Una spirale di violenza sta difatti per avvolgere la piccola cittadina texana...

    IN ALTRE PAROLE:

    E' la storia di Lou Ford (Casey Affleck), bello, affascinante e riservato vicesceriffo di una piccola città. Lou ha una serie di problemi. Problemi con le donne, problemi a far rispettare la legge, un numero sempre crescente di vittime di omicidio nella sua giurisdizione nel Texas occidentale. E il fatto che è lui stesso un sadico, uno psicopatico e un assassino. I sospetti iniziano a ricadere su di lui e nel giro di poco tempo resterà a corto di alibi. Ma nel selvaggio, feroce e tetro universo di Thompson, che è più nero di un noir, nulla è mai come sembra e gli investigatori che gli stanno dando la caccia potrebbero anch'essi nascondere un segreto.

    Commento critico (a cura di ENRICA MANES)

    Sembra che manchi sempre qualcosa, che salti il nesso, spezzato da una scena all’altra in cui i salti logici superano la trama tanto solidamente ben fatta del libro, quanto affastellata nel film.

    Quasi completamente annullata la personalità del protagonista che, creata attraverso la voce fuori campo di Lou, si sarebbe potuta agilmente ottenere anche nella resa cinematografica sfruttando una delle caratteristiche più spiccate del noir. Ma qui sono annullate anche queste, e non ci sono omaggi al genere; nemmeno un virtuosismo, un gioco di campo e contro campo, nemmeno una soggettiva, un piano sequenza ed anche i ricordi, il passato, sono affidati a labili flashback che non aggiungono né tolgono nulla né al film nè al genere. Non era facile, certo, raggiungere il lirismo tragico di Thompson, ma qui decisamente non basta la colonna sonora o la musica suonata al pianoforte che inframmezza i dialoghi spezzati di Lou con la fidanzata

    Amy o con l’amante Joyce. Non basta per dare vigore e senso alle scene che si accostano spesso con una giustapposizione non sempre chiara, perché non basta usare qualche battuta scelta bene tra le originali del romanzo e messa in bocca ad un labile Lou Ford in celluloide.

    In effetti non bastano nemmeno gli attori, così tristemente inseriti in panni non loro, si voglia per la poca somiglianza o per la poca capacità di intuire il verso spirito delle parti. Non sono donne fatali quelle del romanzo, non sono conformi al genere, ma qui le protagoniste appaiono quasi leziose, seducenti e troppo ammaliatrici, ben poco inserite nel contesto, nel luogo e nel mondo spietato di Jim Thompson. E anche chi non abbia letto il libro certo non impiega molto ad accorgersi di quello che manca, di nessi che sembrano non combaciare con intuizioni però giuste in cui il noir cerca sottilmente

    di fare capolino ma rischia di essere soltanto un’ombra fuggevole e che passa.
    Alcune scene riescono a risultare fin troppo inverosimili, quasi comiche per la maniera in cui sono interpretate dalla sceneggiatura o per la modalità in cui la scena stessa si svolge. (Uno su tutti l’inseguimento da parte di Lou di quel barbone che lui vorrebbe accusare di omicidio.)

    Il mondo di Winterbottom è decisamente diverso, assai meno riuscito, perché qui la freddezza e la compostezza di Ford si caratterizzano con un senso incomprensibilmente impalpabile da inizio a fine, senza evoluzione, senza un’espressione mutata, senza introspezione, perché nulla dai tratti del protagonista pare tradursi in sentimento, nemmeno per un attimo. Non c'è reazione, ed anche la sottile ironia che tinge i personaggi nel romanzo, qui rischia di tradursi in un gioco di macchiette attorno alle quali si compie la trama che le vede loro malgrado coinvolte.
    Unica eccezione il finale, con la

    scena di chiusura della casa in fiamme, in contrasto netto con la musica di sottofondo e l’amara scritta 'the end', e la straordinaria interpretazione di un personaggio minore ma che qui spacca più del cast di importanti interpreti.

    Unico personaggio davvero calzante, perfettamente inserito nel suo ruolo e capace di usare in maniera credibile ed efficace gli splendidi dialoghi usciti dalla penna di Jim Thompson, è l’avvocato Billy Boy Walker, interpretato da un vivace e brillante Bill Pullman.

    Commenti del regista

    Sulla scelta dell’attore protagonista:

    "(…) Lou è un individuo che finge di essere quello che non è e interagisce con le persone come se stesse facendo un gioco, ragionando sulle cose con grande incertezza. Per questo ho cercato un attore capace di rendere la complessità e l'interesse del mondo che esiste dentro la sua testa. Trovo che Casey sia un attore brillante ed è stato disposto ad accettare questa sfida".

    Sulla scelta del noir:

    "Mi piacciono molto sia i film che i romanzi noir. Trovo che questo romanzo rifletta magistralmente quello che il genere noir consente, offrendoci una grande storia divertente, cupa, sensuale, violenta, estremamente gradevole da leggere e mi auguro anche da guardare. Ma, allo stesso tempo, contiene degli elementi che la collegano a concetti più ambiziosi e articolati sul nostro modo di relazionarci e di confrontarci con il mondo, con noi stessi e con gli altri e su come le persone possono distruggersi o deviarsi a causa dei rapporti con gli altri e della società. In questo senso è un vero e proprio schema, grande e ambizioso, che riflette qualcosa della vita. Credo sia stato questo a stimolarmi: non è solo una storia che parla di donne e di uomini cattivi e violenti, è anche una storia che ti porta a riflettere sul mondo e sulla tua vita".

    Commenti dei protagonisti:

    JESSICA ALBA sul suo personaggio:

    “Quando mi hanno dato il copione, mi hanno proposto il ruolo di Amy, ma a me piaceva di più quello di Joyce. Lo trovavo più interessante, soprattutto perché è sempre divertente interpretare la 'ragazza cattiva'. Ma Joyce è un personaggio molto sfaccettato. È proprio per questo che il film è così interessante: nessuno è come sembra. In realtà, io non considero Joyce cattiva, ma triste. Mi è piaciuto l'aspetto tragico di questa storia d'amore, il fatto che sia lei a scatenare la passionalità di Lou e la sua vera natura, che è quella di un assassino. L'ho trovato un modo molto interessante e oscuro di trattare una storia d'amore.â€

    Pressbook:

    PRESSBOOK COMPLETO in ITALIANO (con: INTERVISTA al regista MICHAEL WINTERBOTTOM, all'attore CASEY AFFLECK, alle attrici JESSICA ALBA e KATE HUDSON)

    Links:

    • Michael Winterbottom (Regista)

    • Casey Affleck

    • Kate Hudson

    • Jessica Alba

    • Bill Pullman

    • THE KILLER INSIDE ME - INTERVISTA al regista MICHAEL WINTERBOTTOM (Interviste)

    • THE KILLER INSIDE ME - INTERVISTA all'attore CASEY AFFLECK (Interviste)

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    Galleria Video:

    The Killer Inside Me - trailer

    The Killer Inside Me - trailer (versione originale)

    The Killer Inside Me - La colonna sonora che accompagna il video è uno dei più importanti brani R&B americani degli anni ’50. Si tratta infatti della celebre canzone “Fever†del 1956 cantata da Little Willie John.

    The Killer Inside Me - clip 'Non potevo farne a meno'

    The Killer Inside Me - clip 'Vuoi qualcosa per scaldarti?'

    The Killer Inside Me - clip 'Amavo Joyce'

    The Killer Inside Me - clip 'Dove sei stato?'

    The Killer Inside Me - clip 'Rinchiuso in un albergo'

    The Killer Inside Me - clip 'Joyce'

    The Killer Inside Me - clip 'Non sei adatto a fare l'assassino'

    The Killer Inside Me - clip 'L'idea folle'

    The Killer Inside Me - clip 'Non dire niente'

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