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AMELIA: IL BIOPIC DI MIRA NAIR SULLA CELEBRE PIONIERA DELL'AVIAZIONE AMELIA EARHART, MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA NEGLI ANNI TRENTA. HILARY SWANK INTERPRETA QUELLA DONNA VISIONARIA, APPASSIONATA, SOGNATRICE, LEGGENDARIA E ICONICA. SUO MARITO, OLTRE CHE MAGNATE DELLA STAMPA E SUO SOSTENITORE E' RICHARD GERE , MENTRE EWAN MCGREGOR VESTE I PANNI DEL PILOTA SUO VECCHIO AMICO E AMANTE
Dal 23 DICEMBRE
"'Amelia' è una storia d’amore, un film d’azione e avventura per tutta la famiglia sulla vita di una giovane donna per la quale non esistevano ostacoli invalicabili e che ha dato tanto a molte persone diverse. Volevo che il film fosse un ritratto vivo e pulsante della donna che ha osato sognare come nessuna aveva fatto mai fino ad allora. Amelia viveva il più pienamente possibile e non poneva confini alle sue emozioni o ambizioni. Ha lasciato dietro di sé una leggenda che spero continuerà ad alimentare la passione nelle persone, spingendole a non accettare limiti... Da qualunque angolazione la si osservi, la storia di Amelia è una vicenda affascinante di mistero e tragedia. Ma ciò che mi ha colpito nella sceneggiatura di 'Amelia' è il fatto di vederla rappresentata come prima vera icona americana, il cui nome è addirittura diventando un marchio. Amelia era una donna che amava una cosa soltanto – volare – ma, dal momento che ciò era quanto mai rivoluzionario per l’epoca, la sua figura ha iniziato ad essere vista come un emblema di molte altre cose, inclusi i diritti delle donne. Amelia ha iniziato a provare la responsabilità di rappresentare qualcosa di più per le persone e ha cercato di trovare un punto d’incontro tra ciò che aveva bisogno di fare per denaro e per la società e ciò che riteneva di dover fare per se stessa. Questo è un ‘gioco’ che le donne moderne continuano a praticare... Il modo in cui Amelia si è addestrata a superare la paura e a inseguire ciò che sembrava impossibile è una lezione per tutti. In ogni caso, io sono stata colpita da un ritratto che va oltre la figura iconica e mette in luce la stravaganza, il bisogno d’amore, gli errori commessi e anche il suo essere tanto coraggiosa da diventare spericolata... Più imparavo a conoscerla, più rimanevo colpita da una sorta di tenera umiltà che Amelia ha conservato fino alla fine. Penso che l’umiltà e la passione siano un mix interessante e molto raro da trovare. Come regista, questo aspetto mi ha molto emozionata... Ho visto Amelia in estasi nel cielo, ma anche fortemente radicata alla terra. Amava la natura e credeva nella sua forza, quindi trovo molto commovente il fatto che, alla fine, sia stato l’oceano o il cielo a inghiottirla... Ripercorrendo la vicenda di Amelia, è emersa una storia indimenticabile e ricca di dettagli, dalle sequenze tratte dai cinegiornali ai manufatti, dalle biografie ai racconti in prima persona. La vita di Amelia è stata all’insegna dell’amore, della perdita, del dolore e del successo. Durante la realizzazione del film, ho avuto il privilegio di conoscere bene la sua storia non solo quando era in volo, ma anche quando si trovava a terra, attraverso personaggi quali Amy Guest, Dorothy Putnam, Mabel Boll e altri che le sono stati vicini. Nonostante abbia delineato il mondo che circonda Amelia, ho dovuto compiere delle scelte per rendere più incisivo il viaggio di questa donna estremamente moderna che ha vissuto in equilibrio tra l’esaltazione che provava quando era in cielo e le responsabilità che aveva quando si trovava con i piedi per terra. Alla fine, il mio film si è evoluto, diventando l’analisi di una donna e della sua ‘estasi nel cielo’. Spero che 'Amelia' getti una nuova luce su questo personaggio affascinante e incoraggi il pubblico ad approfondire la conoscenza della donna, della sua storia e delle persone che hanno condiviso la sua avventura. Amelia Earhart mi ha indubbiamente dato una chiave di accesso al cielo".
La regista Mira Nair
(Amelia USA 2009; drammatico; 111'; Produz.: AE Electra Productions/Avalon Pictures/Fox Searchlight Pictures; Distribuz.: 20th Century Fox)
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Titolo in italiano: Amelia
Titolo in lingua originale:
Amelia
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2009
Regia: Mira Nair
Sceneggiatura:
Ronald Bass e Anna Hamilton Pelhan
Soggetto: Storia ispirata alla biografia di Susan Butler, East to the Dawn - che esplora aspetti poco noti della vita di Amelia, quali l’amicizia con la First Lady Eleanor Roosevelt, primo libro a documentare la relazione segreta con l’aviatore e uomo d’affari Gene Vidal - e alla biografia di Mary S. Lovell, The Sound of Wings - che si focalizza sull’intricato rapporto di Amelia con il marito agente e la complessa macchina pubblicitaria che ruotava intorno a lei.
PRELIMINARIA:
Dalle biografie ufficiali nasce a storia della donna che ha conquistato il cuore di una nazione con il suo audace sogno di volare. Celebrata per essere stata la prima aviatrice ad attraversare in solitario l’oceano Atlantico, Amelia Earhart ha vissuto l’esistenza coraggiosa e senza compromessi di una donna in anticipo sui tempi, una donna a caccia di avventura per la quale non esistevano limiti, una donna il simbolo dello spirito americano.
Il film AMELIA è la cronaca dell’ascesa vertiginosa alla celebrità dell’aviatrice: i voli con cui ha battuto i record dell’epoca e che hanno dato origine al suo soprannome di “Lady Lindyâ€; la vita sentimentale complicata dalla totale devozione per il volo e dal desiderio di libertà ; lo spirito coraggioso, indipendente e fermamente convinto dell’utilità sociale delle sue imprese.
Comprimendo dieci anni in un paio di ore, le due sceneggiatrici Phelan e Bass hanno rivelato le molteplici sfaccettature di Amelia: donna d’affari, scavezzacollo, icona della moda, promotrice dei diritti delle donne, moglie, amante, individualista irremovibile, ma soprattutto donna dotata di un’umanità tangibile ed emozionante quanto le sue imprese da record.
GLI AMORI DI AMELIA:
Tutti erano innamorati di Amelia Earhart, ma le relazioni con due uomini in particolare l’hanno aiutata ad affermarsi nella professione e ad acquistare celebrità . Il primo è stato l’uomo che ha contribuito a forgiare l’immagine pubblica di Amelia e che sarebbe diventato suo marito: George Palmer Putnam. Figlio del fondatore della casa editrice G.P. Putnam’s Sons, George ha vissuto all’insegna dell’avventura prima di incontrare Amelia. Aveva studiato a Harvard, aveva guidato spedizioni per conto del National Geographic, era stato sindaco di Bend, nell’Oregon, e aveva diretto diversi quotidiani, dopodiché aveva preso in mano le redini dell’attività di famiglia con un colpo di genio: pubblicando l’autobiografia di Charles Lindbergh We. Era il 1928 ed era in cerca di una donna che, per prima, volesse cimentarsi nella trasvolata atlantica, quando George conobbe l’allora sconosciuta Amelia Earhart. Si sposarono nel 1931, quando lei era ormai uno dei personaggi più celebri del mondo.
La sua relazione con il pilota Gene Vidal, con il quale aveva fondato la Northeastern Airlines, è per George una ferita che complica notevolmente il loro matrimonio.
Vidal è stato un altro personaggio affascinante dei primi anni del ‘900. Ora è più conosciuto per essere il padre del celebre scrittore Gore Vidal ma, ai suoi tempi, Gene ha insegnato aeronautica a West Point, ha fondato tre compagnie aeree ed è stato Direttore del Bureau of Air Commerce dal 1933 al 1937.
Uno dei personaggi principali del film non è in carne e ossa, ma di metallo, ed è stato uno dei grandi amori nella vita di Amelia Earhart. Si tratta del Lockheed L-10 Electra (*), il celebre bimotore color argento e arancio con il quale Amelia è scomparsa. L’aereo, costruito su un progetto innovativo di Hal Hibbard, ha volato per la prima volta nel 1934 e si è presto affermato come uno dei velivoli all’avanguardia più utilizzati per i voli a lungo raggio, oltre a diventare per Amelia oggetto di desiderio. Quando acquistò l’aeroplano, Amelia ebbe la possibilità di inseguire il suo sogno più grande: essere la prima donna pilota a circumnavigare il globo.
(*) L’Electra del film è di proprietà di un giornalista e pilota veterano francese, Bernard Chabbert, il cui padre, anch’egli aviatore, aveva conosciuto Amelia Earhart in Senegal, e questa è stata una curiosa coincidenza che ha legato Chabbert alla storia. Per il pilota francese, l’Electra è il tipo di aereo che suscita una profonda passione in tutti gli amanti del volo... L’Electra di Chabbert, chiamato 'Hazy Lily' o più brevemente 'Lily', ha volato per oltre sei decenni ed è anche stato usato come limousine volante durante la Seconda Guerra mondiale dal pilota britannico e presunta spia Sydney Cotton, che in seguito ha ispirato il personaggio di James Bond.
Cast: Hilary Swank (Amelia Earhart) Ewan McGregor (Gene Vidal) Richard Gere (George Putnam) Virginia Madsen (Dorothy Binney Putnam) Mia Wasikowska (Elinor Smith) Christopher Eccleston (Fred Noonan) Joe Abrams (Bill Stultz) Aaron Abrams (Slim Gordon) Marina Stone (Persona che fa vita mondana) Dylan Roberts (Leo Bellarts) William Cuddy (Gore Vidal) Duane Murray (Reporter di Cleveland) Gord Rand (Sam Chapman) Scott Anderson (Reporter) Mark Caven (Hilton Railey) Cast completo Ryann Shane (la giovane Amelia) James Byron (Charlie)
Musica: Gabriel Yared
Costumi: Kasia Walicka-Maimone
Scenografia: Stephanie Carroll
Fotografia: Stuart Dryburgh
Montaggio: Allyson C. Johnson e Lee Percy A. C. E.
Effetti Speciali: Woiciech Zielinski
Makeup: Vivian Baker (per Hilary Swank)
Casting: Avy Kaufman C.S.A.
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
IN BREVE:
Il mistero della sparizione della pilota americana degli anni '30 Amelia Earhart che, partita il 1 giugno 1937 per una trasvolata dell'intero globo terrestre, non fece mai ritorno a casa.
IN DETTAGLIO:
Visionaria. Appassionata. Sognatrice. Combattiva. Leggendaria. Iconica. AMELIA.
Un’esistenza straordinaria all’insegna dell’avventura, della celebrità e del mistero: questo è AMELIA, film sulla vita travolgente ed emozionante della indimenticabile pioniera dell’aviazione Amelia Earhart (interpretata dalla due volte vincitrice di un Academy Award Hilary Swank).
Dopo essere stata la prima donna a trasvolare l’Atlantico, Amelia viene catapultata nel ruolo per lei nuovo di eroina americana: la memorabile “dea della luceâ€, nota per il carisma e il coraggio incontenibile. Eppure, nonostante la fama raggiunta, non vengono mai meno la determinazione a flirtare con il pericolo e il desiderio di mettersi alla prova. Amelia è stata fonte d’ispirazione per tanti, dalla First Lady Eleanor Roosevelt (Cherry Jones) agli uomini che più le sono stati vicini: il marito, il magnate della stampa e suo fermo sostenitore George P. Putnam (interpretato dal vincitore di un Golden Globe Richard Gere), e il vecchio amico e amante, il pilota Gene Vidal (Ewan McGregor). Nell’estate del 1937 Amelia intraprende la missione più difficile della sua vita: il volo in solitario intorno al mondo, che lei e George attendevano con trepidazione, sapendo che, qualunque fosse stato l’esito, il viaggio sarebbe sempre stato ricordato come una delle imprese più straordinarie nella storia dell’aviazione.
Dal >Press-Book< di Amelia
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
ECCO QUEL CHE SI DICE UN FILM FUORI FUOCO, SENZ’ANIMA, CHE DA’ L’IMPRESSIONE DI AVER TRASFERITO LA ‘MECCANICA’ DEGLI AEREI A SCENEGGIATURA E RECITAZIONE. TUTTI SEMBRANO FUORI POSTO: DALLA REGIA DI MIRA NAIR, EVIDENTEMENTE FUORI DAI SUOI RANGHI ‘BOLLYWOODIANI’, ALLE FREDDE E COMPASSATE PERFORMANCE Del ‘PRETTY MAN’ RICHARD GERE, FIN TROPPO PATINATO E AFFETTATO, E DI HILARY SWANK, RISTRETTA E COSTRETTA IN LARGHI E REITERATI SORRISI TRA CUI SI FA LARGO UNA SCHEGGIA APPENA DI LABILE TREMORE CHE SCIVOLA VIA SENZA LASCIARE TRACCIA. TUTTI QUANTI SONO DOMINATI FINO ALLO SCHIACCIAMENTO DA UNA SNERVANTE VOCE FUORI CAMPO CHE NULLA LASCIA ALL’IMMAGINAZIONE E ALLA RIFLESSIONE, OLTRE CHE DA FITTE DIDASCALIE DI TAPPE E MIGLIA DI PERCORSO E DA INCALZANTI INSERTI CRONACHISTICI IN BIANCO E NERO RIMARCATI DA ROBOANTI TITOLI DA PRIMA PAGINA. LA NOIA IMPLORA UNA TREGUA CHE GIUNGE, APPENA ACCENNATA, VERSO LA FINE DEL FILM, OVVERO, UNA LIBERAZIONE PER LO SPETTATORE |
CHE DI ‘AMELIA’ AVRA’ SOLO IL DESIDERIO DI DIMENTICARSI IL PIU’ IN FRETTA POSSIBILE.
Si resta amaramente sorpresi da un film come questo, alla stregua di un didascalico bloc notes per appunti piuttosto che per un copione compiuto, soprattutto se si considera chi sta dietro la macchina da presa - la Mira Nair di Monsoon Wedding – Matrimonio indiano e lo straordinario The Namesake – Il destino nel nome - e chi sta davanti: Richard Gere patinato e affettato come non mai in una sorta di Pretty Man con il pallino del ‘businness’, e il duplice Premio Oscar Hilary Swank (Boys don’t Cry, 2000 e Million Dollar Baby, 2005) che, al di là dell’aderenza fisica col personaggio Amelia, sembra essersi, per così dire, ‘arrabattata’ come meglio poteva, date le condizioni. E per condizioni non intendiamo certo quelle atmosferiche, bensì quelle in cui si è trovata a lavorare: vale a dire un |
contesto dove a nessuno è stato consentito il tempo necessario per esprimersi appieno. I tempi esasperatamente corti e innaffiati fino all’inondazione da insistiti flash di reportage di cronaca in bianco e nero - con i roboanti titoli di giornali inneggianti alle imprese record alla luce dell’epoca di riferimento - oltre che dal dedalo di didascalie di luoghi e date, tappe e miglia di percorso, non lasciavano scampo. Ma forse ben più snervante, fino a soffocare ogni opportunità di riflessione al di fuori delle righe del compito scritto - e in tal senso siamo certi che le biografie di Susan Butler e di Mary S. Lovell cui si ispira il film lasciassero ben più ampio margine al riguardo - si è rivelata quell’insistita voce fuori campo della protagonista Amelia /Swank che informa, fino alla noia, anche su ciò che avremmo preferito leggere, indovinandolo, nei suoi occhi, magari beneficiando di |
qualche primissimo piano azzeccato, o di qualche ossigenante soggettiva pulsante di emozioni palpabili, piuttosto che raccontate o ‘scritte’ usando il grande schermo come fosse una pagina bianca da riempire.
Niente in questo biopic è stato dotato dello spessore necessario, a cominciare dalla stessa Amelia, ridotta ad un manichino schizofrenico in materia affettiva e non solo, divisa tra il marito manager (Gere) - sposato quasi per opportunismo - e l’amante (McGregor). Per non dire della dimensione acquisita dalla Amelia reale, di faro di speranza sull’onda degli albori di avanguardismo femminile e della sua attenzione alle cause sociali! Dimensione che il film riduce ad uno sguardo fugace accompagnato da un cenno di riflessione espresso alla vista della fila di gente in strada per un po’ di cibo. A questo proposito, sono sempre gli anni Trenta, quelli della storica Depressione economica, ben altro aveva trasmesso Cinderella Man – Una ragione per lottare (2005) di |
Ron Howard, film che vedeva protagonista Russell Crowe alle prese, per l’appunto, con povertà da fame nera e con il mondo della boxe.
In conclusione, in tale contesto, traballante fin dalle fondamenta dell’impostazione generale, agli attori protagonisti di Amelia non sembra essere stato concesso respiro sufficiente per rimediare alcunché, al punto che - la ‘comparsata’ di Ewan McGregor poco toglie o aggiunge all’insieme - a Richard Gere ed Hilary Swank non è riuscito di meglio che instaurare una ‘chimica’ assolutamente fittizia, senza cuore, fragile come gli ingranaggi di taluni di quei pionieristici velivoli che tanto affascinavano all’epoca, ed evanescente come il carburante in essi contenuto. Purtroppo, qui di elettrizzante non resta che il nome dell’aereo che arriverà a pilotare l’indomita Amelia senza peraltro concederle di far ritorno: l’Electra.
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Perle di sceneggiatura
Amelia (Hilary Swank): "Tutti noi abbiamo degli oceani da traversare finchè abbiamo il coraggio di farlo. E' incoscienza? Forse. Ma quel'è quel sogno che si pone dei limiti?!".
Commenti del regista
A proposito dei due arditi e affascinanti uomini di Amelia: il brillante socio d’affari e poi marito George Putnam, e l’affermato pilota e pioniere dell’industria aeronautica americana Gene Vidal:
"George è stato il primo nel nostro paese a occuparsi di quelle che oggi vengono chiamate pubbliche relazioni. Era anche un amante dell’avventura, ma sapeva di non possedere le qualità necessarie per diventare come Amelia Earhart o Charles Lindbergh, perciò ha aiutato e sostenuto Amelia a modo suo, finanziandone i viaggi attraverso sponsorizzazioni ed eventi pubblici. Sì, Putnam ha fatto diventare Amelia un prodotto commerciale, ma è stato lui a permetterle di coltivare la sua passione trovando il modo di trasformarla in una fonte di guadagno... Anche Gene ha avuto un ruolo fondamentale nella vita di Amelia, perché entrambi erano i volti più noti dell’aviazione americana. Credo fossero profondamente attratti l’uno dall’altra, ma Gene è stato l’unico a dire ad Amelia senza peli sulla lingua ciò che pensava, cioè che le sue imprese stavano diventando spericolate, e forse Amelia ha visto i propri sogni intralciati dalle sue parole. I tre personaggi erano legati e guidati sia dall’amore sia dal conflitto".
A proposito di 'Amelia' e della sua interprete ideale, Hilary Swank:
"Un elemento straordinario riguardo a Hilary è che, al di là della padronanza totale di ciò che appare esternamente, riesce a comunicare i lati più intimi di Amelia: la schiva umiltà , la goffaggine, gli inaspettati comportamenti da ragazzina. Hilary è un’attrice spirituale, recita veramente dal profondo di sé ed è stata felice di scoprire il personaggio di Amelia, trascorrendo quasi un mese per mettere a punto il look giusto. I capelli, il modo di camminare e soprattutto quello di parlare: con la sua interpretazione è stata veramente e profondamente Amelia".
Un legame fortissimo con la natura:
"Amelia aveva un legame fortissimo con la natura, con gli elementi, con il cielo e l’oceano. Queste erano le cose che amava e che l’hanno assorbita totalmente. Ecco perché ho voluto usare i paesaggi, che catturano quella parte di mondo da cui Amelia era attratta più che mai. Le riprese in Sud Africa, in Nuova Scozia e a Terranova ci hanno permesso di ottenere questo risultato".
Commenti dei protagonisti:
HILARY SWANK (Amelia):
"Amelia è stata una vera pioniera e dobbiamo esserle grati se oggi le donne pensano che sia giusto coltivare un sogno. Amelia aveva una qualità che io ammiro: l’energia di seguire il suo cuore, a prescindere da tutto, anche in un mondo prettamente maschile. Il film mostra che Amelia ha vissuto secondo i suoi termini, credendo fosse giusto divertirsi e fare ciò che si ama, e pensando anche di poter aiutare le persone, cosa che ha fatto grazie alle sue imprese... Non ti puoi prendere molte libertà con un personaggio come Amelia, che è un’icona. Abbiamo visto di lei così tante immagini che queste si sono quasi radicate nella nostra mente. Per me la difficoltà è stata di immedesimarmi completamente in ciò che credo lei fosse... Ho capito che lei amava volare perché voleva sentirsi libera dai vincoli che percepiva quando si trovava a terra. Penso anche che le piacesse andare in giro a vedere il mondo – non dimentichiamo che, a quei tempi, molte poche persone avevano questa opportunità – e confrontarsi con nuove culture. Soprattutto, era spinta dal desiderio di mettersi alla prova. Ecco perché era sempre a caccia di nuovi record o di nuove mete da raggiungere, e questo è qualcosa in cui mi identifico... Quasi tutte le donne pilota che ho incontrato hanno detto che Amelia è stata per loro una fonte d’ispirazione. Amelia sarebbe stata felice di questo e ancor di più nel vedere che oggi le donne pilotano voli di linea che attraversano l’Atlantico".
RICHARD GERE (George Palmer Putnam):
"Era uno di quegli uomini complicati che generalmente non piacciono, ma ad Amelia sì che piacque. Lei ovviamente lo amava e questo mi ha colpito. Volevo sapere di più del loro legame. Che cosa vedevano l’uno nella vita privata dell’altra che forse nessun altro riusciva a percepire? Che cosa li univa? Erano due individualisti, con una personalità forte e una chiara idea dei propri obiettivi che, per un colpo di fortuna, si sono incontrati proprio nel momento giusto... Aveva una capacità tutta speciale, un tocco magico, riuscendo a far emergere Amelia dall’oscurità e ideando per lei la nuova immagine di ‘Lady Lindy’. Vi erano altre donne pilota che erano più belle e avrebbero potuto essere migliori, ma forse ciò che George vide in Amelia fu il suo genuino amore per il volo e la grande disponibilità , caratteristiche che l’avrebbero fatta diventare un modello per tutte le altre donne".
EWAN MCGREGOR (Gene Vidal):
"È stato interessante cercare di ricreare sullo schermo il rapporto tra lui e Amelia, che è abbastanza ambiguo. Si capisce che hanno avuto una relazione, ma i dettagli non sono noti. Nel film abbiamo una sorta di tacito triangolo amoroso, dove nessuno parla veramente di ciò che sta accadendo e questo aspetto mi ha molto affascinato".
Altre voci dal set:
Il produttore TED WAITT:
"Fin da bambino, sono rimasto affascinato dal mistero della scomparsa di Amelia. Quando ho iniziato a leggere i libri che parlavano di lei, la sua vita ha iniziato a interessarmi anche di più della sua sparizione. Amelia ha dimostrato un coraggio incredibile ed è stata una vera pioniera sia per le donne sia per l’aviazione. Al giorno d’oggi tutti sanno della scomparsa di Amelia, ma pochi conoscono la sua vita. Per quanto mi riguarda, la vita di Amelia poteva rappresentare una fonte d’ispirazione, oltre ad essere interessante, piacevole e anche divertente. Amelia figura tuttora tra le dieci donne più famose d’America e la gente è naturalmente curiosa, anche se non molti conoscono la sua vera storia.
BERNARD CHABBERT (giornalista e pilota veterano francese proprietario dell'aereo Electra utilizzato nel film):
"L’Electra è un capolavoro di macchina volante, è un aereo dal design Art Déco, sofisticato, raffinato, con un potenziale quasi magico per l’avventura. Se possiedi un Electra – e ormai ve ne sono in giro appena una dozzina – sogni il giorno in cui ti chiamerà una produzione cinematografica per chiederti di usare il tuo aereo per un film su Amelia Earhart... Il vecchio aereo non ha mai tossito. Abbiamo realizzato alcune scene in volo difficili, come l’ultimo decollo di Amelia da Lae, in Nuova Guinea, quando il suo Electra era talmente sovraccarico da costringerla a un rullaggio fin quasi all’acqua per acquistare la velocità necessaria a sollevarsi dal suolo. La scena è stata girata ventidue volte. Abbiamo filmato il decollo notturno di Amelia da Calcutta sotto le piogge monsoniche quattro volte di seguito, su una lingua di terra polverosa sulle alture a nord di Città del Capo. Abbiamo vissuto momenti unici, ad esempio volando bassi con l’aereo sopra le cascate Vittoria, sfiorando il deserto in prossimità del delta dell’Okavango, scivolando tra pareti rocciose a strapiombo, accarezzando le infinite dune di morbida sabbia dorata vicino a Port Elizabeth. Per tutta la durata della produzione l’aereo è sembrato essere un vero attore, molto più di un semplice accessorio di scena... 'Lily' (l'aereo 'Hazy Lily') ha volato per un totale di 170 ore in otto settimane e non ha mai perso un colpo. È passato per le mani di sette aviatori, non semplici piloti, che hanno condiviso con lui l’avventura di una vita. L’aereo ci ha portati tutti a compiere un viaggio indietro nel tempo e ci ha fatto capire nel profondo di noi stessi quale sia stata la verità personale di Amelia Earhart".
Il direttore della fotografia STUART DRYBURGH:
"Dopo tutto, Amelia era una donna all’avanguardia. L’idea era di non rappresentare lo stile dell’epoca, ma di far esprimere le persone, i paesaggi e l’aeroplano... (Il film è stato girato in formato ‘widescreen anamorphic’) Volevamo che il pubblico si identificasse con il suo desiderio d’avventura e con l’amore profondo per il volo che supera tutti gli altri amori terreni... Marc (il regista della seconda unità Marc Wolff, elicotterista veterano e uno dei maggiori esperti di fotografia aerea) ha utilizzato tutti gli aerei che avevamo e che potevano effettivamente volare, tra cui un biplano acrobatico d’epoca, un Ford Trimotor stupendamente restaurato e, ovviamente, l’amato Electra di Amelia. Queste scene trasmettono veramente la gioia provata da Amelia quando volava e il senso profondo della sua esistenza".
Links:
• TOP GUN: MAVERICK di JOSEPH KOSINSKI: Operazione sequel a trentacinque anni di distanza dal cult movie 'Top Gun' del compianto Tony Scott, cui la nuova pellicola è dedicata 'in memoria' (A cura di Patrizia Ferretti) (CineSpigolature)
Galleria Fotografica:
Amelia - trailer.flv
Amelia - trailer (versione originale).flv
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