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GALANTUOMINI: NEL NUOVO DRAMMA DI EDOARDO WINSPEARE UN'EROINA TRAGICA COME DONATELLA FINOCCHIARO CHE VALE IL PREMIO 'MARC'AURELIO D'ORO' ALLA III. FESTA DEL CINEMA DI ROMA
Dal III. Festival Internazionale del Film di Roma - 'MARC'AURELIO D'ORO' come 'MIGLIOR ATTRICE' a DONATELLA FINOCCHIARO
"Ă una storia dâamore sullo sfondo di una terra che è cambiata, che ha perso la sua innocenza, è stata contaminata, da isola felice qual era â dichiara Winspeare. Il film pone un dilemma shakespeariano che ha una dimensione universale: la scelta tra la legge (la propria legge), le regole e lâamore, la passione, il sentimento. Per lui la scelta è essere uomo di giustizia o dare ascolto allâamore. Per lei, tra la sua legge â i codici della criminalitĂ - e la passione. Una storia dâamore impossibile. Una storia che si muove nel classico terreno del melodramma".
Il regista e co-sceneggiatore Edoardo Winspeare
(Galantuomini ITALIA 2008; drammatico; 100'; Produz.: ACABA PRODUZIONI
in collaborazione con RAI CINEMA; Distribuz.: 01 Distribution)
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Titolo in italiano: Galantuomini
Titolo in lingua originale:
Galantuomini
Anno di produzione:
2008
Anno di uscita:
2008
Regia: Edoardo Winspeare
Sceneggiatura:
Andrea Piva, Alessandro Valenti e Edoardo Winspeare
Soggetto: Edoardo Winspeare e Alessandro Valenti
Cast: Donatella Finocchiaro (Lucia) Fabrizio Gifuni (Ignazio) Gioia Spaziani (Laura) Marcello Prayer (Barabba) Lamberto Probo (Fabio) Antonio Carluccio (Donato) Fabio Ponzo (Rocco) Antonio Perrotta (Claudio) Claudio Giangreco (Pino) Lorenzo NicolĂŹ (Biagio) Federico Codacci Pisanelli (Ignazio Bimbo) Filippo Massari (Infantino Bimbo) Sofia Chiarello (Lucia Bimba) Luigi Ciardo (Fabio Bimbo) Giorgio Colangeli (Carmine Zaâ) Cast completo Beppe Fiorello (Infantino)
Musica: Gabriele Rampino
Costumi: Silvia Nebiolo
Scenografia: Sabrina Balestra
Fotografia: Paolo Carnera
Scheda film aggiornata al:
20 Marzo 2013
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Sinossi:
IN BREVE:
Ambientato in un periodo che va degli anni Settanta ai Novanta, il film racconta la tormentatanstoria dâamore tra un magistrato (Fabrizio Gifuni) e Lucia, una donna che la vita ha portato a diventare una criminale (Donatella Finocchiaro). Due persone di estrazione sociale diversa: lui appartiene allâalta borghesia, alla societĂ dei 'galantuomini', mentre lei è una figlia di contadini che poi diventa una boss della Sacra Corona Unita.
IN DETTAGLIO:
Lecce, anni â90. Ignazio è uno stimato giudice che è da poco rientrato in cittĂ dopo aver lavorato per molti anni al Nord. Rivede Lucia, la donna di cui è sempre stato segretamente innamorato fin da piccolo. La donna lavora come rappresentante di profumi, ma si tratta di una copertura. In realtĂ Lucia è diventata il braccio destro del boss Carmine ZĂ , uno dei capi della Sacra Corona Unita, la nuova organizzazione criminale che in quegli anni raggiunge il suo apice di potenza e ferocia. Ignazio ritrova anche il suo amico dâinfanzia Fabio, con cui insieme allâindomita Lucia formava un terzetto indivisibile, negli anni della loro giovinezza. Erano gli anni Sessanta, quando il Salento era considerato ancora unâ âisola feliceâ. Una sera Fabio si ferma a giocare a biliardo al bar di Infantino, uno dei piĂš attivi
spacciatori della zona e anche padre del figlio avuto con Lucia. Il giorno dopo Fabio viene ritrovato senza vita per una dose di droga tagliata male. A Ignazio, sconvolto per lâaccaduto, viene affidato il caso. Ma nel cercare di smascherare lo spaccio di droga che fa capo alla SCU, scopre che Lucia non solo è coinvolta, ma che è addirittura una sorta di boss della malavita organizzata. Il mondo di Ignazio va in crisi. Dilaniato dal conflitto, si dimette dal caso. Ma una notte, dopo uno scontro a fuoco tra cosche rivali, Lucia - braccata da tutti - bussa alla porta di Ignazio.
Dal >Press-Book< di Galantuomini
Commento critico (a cura di MARIA PAOLA FORLANI)
Galantuomini (Gentiluomini) ha il pregio di muoversi attorno alla straordinaria interpretazione della catanese Donatella Finocchiaro, di stupefacente bellezza e temperamento tipicamente meridionale. Il multiforme personaggio che interpreta (Lucia), attorno al quale si sviluppa una storia dâamore, che ha radici nellâadolescenza, ma soprattutto un film antropologicamente duro nei volti, nel dialetto, con sfumature politiche e carnali nei rapporti spontanei tra crudeltĂ ed affetti. Il titolo ironicamente rappresenta gli appartenenti alla Sacra Corona Unita, lâorganizzazione mafiosa che prese il controllo delle terre salentine durante gli anni â80, e che ha tenuto quel territorio nella piĂš crudele e desolante corruzione e violenta criminalitĂ , perdendone tutti i contorni di gioia, dâinnocenza di quella terra solare ricca dâarte e di storia. Il film, al contrario della tradizionale analisi di denuncia di un certo cinema politico italiano degli anni â70, trascende dalla descrizione di quel fenomeno violento, che fa piĂš che altro da |
sfondo alla difficile e problematica storia dâamore tra il magistrato Ignazio e il boss Lucia. La donna con forza cinica, cupa e decisa guida una squadra di criminali organizzati. Come una âfemmina tragicaâ, Lucia nasconde quel suo segreto malvagio che minaccia la sua esistenza in apparenza solare, mentre lâamore ancora racchiuso per lâamico dâinfanzia Ignazio De Reo, il giudice che potrebbe redimerla da quellâabisso, non trova la âcatarsiâ sospesa nel dramma. Non câè redenzione per i due amanti, dopo unâ unica notte dâamore, in cui il tempo sembra si sia arrestato. Ritorna alla memoria lâ innocente adolescenza tra i caldi colori della campagna salentina e i luminosi cieli azzurri che accoglievano i loro giochi, le loro corse cariche di fantasie e gioiose speranze. Il giudice Ignazio, per lâamore verso la donna di cui conosce, ormai, anche, il volto scellerato, gli impedisce di denunciarla e Lucia, alla fine, |
che non vuole compromettelo, fugge senza scampo. Melodramma quello di Winspeare, però carico di vita, di suggestioni popolari, di tenerezze che sfociano dalla calda e cromatica terra salentina. Allâinizio il film ha un ritmo rapidissimo, con veloci movimenti di macchina, denso di umori e di colori forti e luminosi, come la loro gioiosa giovinezza. Poi i colori diventano piĂš cupi, pastello o ombrosi, violente le scene di morte, ma veloci passaggi di montaggio tra interni (Lucia e il figlio) e la tragedia che si consuma allâesterno. Prodotto da un mondo criminale, il mĂŠlo del galantuomo e della malavitosa si chiude senza possibilitĂ di uscita, proprio come qualsiasi melodramma che si rispetta e cioè: vite umane travolte dai propri errori, mentre i loro destini troveranno espiazioni in un desolante abbandono, in un esodo di frustrazione per la carente assenza dâamore, realizzando, cosĂŹ, quella fase che riflette il compiersi |
inesorabile della tragedia greca. |
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