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PALERMO SHOOTING: PER LA PRIMA VOLTA DOPO QUINDICI ANNI WIM WENDERS RIPORTA IL SUO SGUARDO IN GERMANIA, NELLA SUA CITTA' NATALE DI DUSSELDORF OLTRE CHE IN EUROPA, CON PALERMO E GIOVANNA MEZZOGIORNO COME PERLE ITALIANE
Dal 61. Festival del Cinema di Cannes
(Palermo Shooting GERMANIA 2008; 124'; Drammatico; Produz.: Wenders Images GmbH con i fondi della Provincia Regionale di Palermo - AAPIT (POR Sicilia), Comune di Palermo, NRW Filmstiftung e Medienboard Berlin-Brandenburg in collaborazione con ZDF, ARTE e Pictorion DAS WERK; Distribuz.: BIM )
See 'ENGLISH PLOT'
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Titolo in italiano: Palermo Shooting
Titolo in lingua originale:
The Palermo Shooting
Anno di produzione:
2008
Anno di uscita:
2008
Regia: Wim Wenders
Sceneggiatura:
Wim Wenders e Norman Ohler
Cast: Campino (Andreas Frege -) Giovanna Mezzogiorno (Flavia) Dennis Hopper (Frank) Inga Busch (Carla) Jana Pallaske (studente) Alex Sichrovsky (Hans) Gerhard Gutberlet (Gerhard) Sebastian Blomberg (manager) Wolfgang Micheal (Erwin ) Lui MeMe (Lou Reed) Udo Samel (Banchiere ) Alessandro Dieli (medico)
Musica: Irmin Schmidt
Costumi: Sabina Maglia
Scenografia: Sebastian Soukup
Fotografia: Franz Lustig
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
IN BREVE:
Fotografo di grande successo conosciuto in tutto il mondo, Finn (Campino) vive una vita brillante ma alquanto disordinata. Non dorme mai, il suo cellulare suona in continuazione e la musica che ascolta in cuffia è praticamente il suo unico e fedele compagno. E quando all’improvviso la sua vita va in pezzi, Finn decide di abbandonare tutto e di andare a Palermo dove comincerà una nuova ed elettrizzante vita e una nuova storia d’amore.
ENGLISH PLOT
As a successful photographer of world-wide renown, Finn leads a life that is as prominent as it is hectic. He gets by with very little sleep, his cell phone is never still, and the music from his headphones is his most constant companion. But when his life suddenly spins out of control, Finn takes off and leaves everything behind. His journey leads him from Düsseldorf to Palermo. There he finds himself persecuted by a mysterious shooter who's after him with vengeance. At the same time a whole new life is beginning for Finn. And a grat love...
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
PRELIMINARIA:
Wenders ha affidato il ruolo del protagonista al cantante del leggendario gruppo rock tedesco 'Die Toten Hosen' di Düsseldorf. Wenders e Campino sono amici da tanto tempo e hanno già collaborato diverse volte, la prima delle quali risale al 1999 e riguarda la realizzazione del video musicale di Warum werde ich nicht satt, che Wenders ha diretto per il gruppo. Successivamente i Die Toten Hosen hanno prestato un loro brano (Stand up!) alla colonna sonora del film Land of Plenty (...) Oltre a Campino, il film è interpretato da tante altre leggende del cinema e della musica quali Dennis Hopper e Lou Reed.
PRELIMINARY NOTES
After 12 years in which Wim Wenders made all his feature films in the USA, the director is returning home - and to Europe - with Palermo Shooting. He films for the first time in his home town of Düsseldorf, and he discovers Palermo, |
one of the most exciting cities in Europe.
Wenders wrote the screenplay to measure for the lead singer of Die Toten Hosen: Campino plays the highly successful photographer Finn, whose life goes off the rails and who ends up coming face to face with Death (personified by Dennis Hopper, a cinematic reunion 30 years The American Friends) before finally encountering love. The italian actress Giovanna Mezzogiorno was Wim Wenders' first choice for the mysterious beauty Flavia.
Palermo Shooting is also an homage to music - with a special guest appearance by Lou Reed and with songs that were in part written specially for this film, including Nick Cave (with Grinderman), Portishead, Iron & Wine, Calexico, Jason Collett, Beth Gibbons, Beirut, Bonnieb 'Prince' Billy, Thom, Get Well Soon and Monta. The Score was written by Irmin Schmidt, head of the legendary German Group CAN, who have hugely influenced the contemporary music scene.
COMMENTO |
CRITICO:
Bisognerebbe dare un giudizio distinto fra la storia e l’effetto con cui essa è resa, e allora forse si potrebbe dire che l’opera del tutto riuscita non è, così criticabile nella trama e in quella sceneggiatura che non dice molto, costringendo i personaggi a puri esercizi di stile e dialoghi circoscritti che non portano ad una soluzione che già di per sé non ha molto ancora da interpretare.
Non aiuta la complessa scatola di recitazione in cui anche i protagonisti finiscono per perdersi, prede di una trama che non consente interpretazione precisa e di spessore, così intrappolata fra senso di ovvietà e desiderio di poter andare oltre a quanto invece è già bruciato in principio, svelato e insieme svilito.
Un contenuto che non decolla ed una trama che in sé e per sé non è, e non comunica, lasciando appese le parole e rendendo effimeri i dialoghi in un cerchio di riflessione |
che resta perennemente aperto. E dire che Giovanna Mezzogiorno, intrappolata in una particina, e Campino ce la mettono tutta per uscire per tentare di uscire dai propri ruoli stregati e comunicare qualcosa di sé.
Pur funestato dal tentativo di discutere fra essenza e superficie, là nelle stanze della morte che svela se stessa e fa di Finn il tramite, attraverso la promessa di nuovi scatti che avrebbero lo scopo di portare ad una nuova vita, non viene meno il linguaggio e quella cifra conoscitiva del Wenders meglio conosciuto e di bergmaniane reminescenze oniriche.
Pura arte creata attraverso movimenti di macchina estremamente mobili, in scene scentrate, angolate e metafisiche negli ampi stanzoni del cubo-bunker in interni e negli esterni, mentre appare illuminato da una luna magrittiana che si specchia sulla superficie di una tenda e diventa orologio evanescente le cui ore sono destinate a non passare mai.
Notte e giorno di scatti, grattacielo |
e skyline, luce, bianco ed assi spiccatamente verticali mentre la camera procede oscillando da sinistra a destra o tracciando fotogrammi dal basso, verticali dall’alto, minuscole carrellate e rapide soggettive on board car in un rapporto spiccato fra luce e buio, silenzio e musica, rumore e flusso di pensieri.
Artificio del sonoro intradiegetico attivato e disattivato degli auricolari del lettore musicale che Finn porta sempre con sé mentre oniriche presenze visitano le sue lunghe veglie senza tempo e spazio.
Si gioca su senso e non senso, della vita e del sogno; il viaggio è musicale, fisico e mentale, la veglia meditata e che diventa riflessione sulla morte in un insistente gioco di contrasti cognitivi.
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Links:
Galleria Fotografica:
1
Palermo Shooting.mov
Il giudizio della critica
The Best of Review
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International Press
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Italian
Press
STENIO SOLINAS ("Il Giornale"):
"... è lo scarto fra le intenzioni, come dire, filosofiche, e la loro realizzazione cinematografica ad aver scatenato la reazione e se l'interrogarsi sull'amour fou, l'amor passione, di Garrel più che il tragico sfiorava il ridicolo, qui è l'interrogarsi sulla morte, ovvero sul senso della vita, ad accumulare noia e, purtroppo, banalità ...".
EMANUELA MARTINI("Film TV"):
"Il titolo avrebbe dovuto mettere sull'avviso: 'Palermo Shooting', dove 'to shoot' significa contemporaneamente sparare, colpire, fotografare, riprendere. Scivolone conclusivo per il festival di Cannes, la cui competizione si chiude con il nuovo film di Wim Wenders che, lasciato da parte lo sguardo lineare dei suoi ultimi film americani, si abbandona a derive lynchiane che, privo com'è di senso dell'umorismo, non padroneggia. Malamente influenzato dal barocco siciliano, Wenders non ci risparmia niente: fotografie che si animano e sogni espressionisti, Escher e Murnau, sermoni su fotografia, cinema, pittura e 'cammei' filosofeggianti di Lou Reed e Leoluca Orlando, Bergman e Antonioni (ai quali 'Palermo Shooting' è dedicato e che sono citatissimi) e una 'trionfale' apparizione conclusiva di Dennis Hopper nei panni di una Morte piuttosto bonaria e ridanciana, forse per abbassare i toni deliranti del film...".
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