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PREMIO BLOCKBUSTER NELLA SEZIONE 'PREMIERE' al 'ROMACINEMAFEST'
I bellissimi di ‘CelluloidPortraits’
"Lo spunto per questo film proviene da un fatto di cronaca, un ritaglio di giornale letto anni fa, in cui una donna fa figli per commissione, con la complicità del marito. Sono partito da qui per poi prendere altre strade. Non è un film di denuncia, il mio, anche perché credo che oggi i film di denuncia non abbiano ragione di esistere visto che l'informazione arriva ovunque. La location è Trieste, ma io ho cercato di concepirla come una città immaginaria, per sfuggire ad una identificazione, così come gli attori. Ho pensato che Trieste fosse il posto ideale".
Il regista Giuseppe Tornatore
(La sconosciuta, ITALIA/FRANCIA 2006; drammatico; 118'; Produz: Medusa Film/Manigolda Film; Ditribuz.: Medusa Film)
(Comment by PATRIZIA FERRETTI) -
Exceptional director Giuseppe Tornatore (Nuovo Cinema Paradiso and La Leggenda del Pianista sull’Oceano) opens many windows on our modern dramas like the illegal commerce of children, the exploitation of minor labour; from marital crisis, to children adoption as recruits for housework but the core of the film is the exploitation of the prostitution coming from the east. An intimate cross-section pointed to an incredible leading actress, Ksenia Rappoport, who marries cruelty to great feelings. Great feelings cultivated shattered or gushed back from a past that comes back only to leave its worst pieces. Into this dramatic, and teaching outline a complete honest, open look is created; a look free from any rhetoric, that is capable to observe, nor by judgment or compassion, straight into the eyes of reality. A reality bigger than any possible imagination, because it’s real and therefore calls it by the appropriate name. “Mould†seems the most suitable one, “mould†gives the perfect idea trough the ungrateful character plays by Michele Placido, never seen him so cruel before. Everything ends to find the answer, moreover beautiful, moving and acceptable to a focal question: “Can we have a true dream among so many nightmares?†-(Translation by MARTA SBRANA, Canada USA)
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Titolo in italiano: La sconosciuta
Titolo in lingua originale:
La sconosciuta
Anno di produzione:
2006
Anno di uscita:
2006
Regia: Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura:
Giuseppe Tornatore
Soggetto: Giuseppe Tornatore
Cast: Ksenia Rappoport (Irena) Michele Placido (Muffa) Claudia Gerini (Valeria) Piera Degli Esposti (Gina) Alessandro Haber (portiere) Clara Dossena (Tea) Angela Molina (Lucrezia) Margherita Buy (Avvocato) Pierfrancesco Favino (Donato) Nicola Di Pinto (Pubblico Ministero) Paolo Elmo (Nello) Simona Nobili (Dirigente di polizia) Elisa Morucci (Cameriera bar) Giulia Di Quilio (Segretaria Adacher) Pino Calabrese (Gip) Cast completo Gisella Marengo (Agente polizia) Gabriella Barbuti (Infermiera)
Musica: Ennio Morricone
Costumi: Nicoletta Ercole
Scenografia: Tonino Zera
Fotografia: Fabio Zamarion
Scheda film aggiornata al:
18 Marzo 2014
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Sinossi:
"Una città italiana, ai giorni nostri. La 'sconosciuta' si chiama Irena, è arrivata anni prima dall'Ucraina e vive nella città tra i fantasmi del suo passato e la ricerca del presente: su due piani temporali che si intrecciano e si sovrappongono componendo un puzzle intrigante e pieno di costanti tensioni narrative. Chi è veramente Irena? Lo si scopre via via che il racconto procede. E' venuta come tante ragazze dei Paesi dell'Est, diventando preda di uomini senza scrupoli, tra violenze e umiliazioni di ogni specie che la memoria non è riuscita a intrappolare e a risolvere. Un solo bel ricordo, quello di un amore malinconico, struggente e perduto.
Oggi la ritroviamo misteriosa e sfiorita ma ancora affascinante nelle dimensioni di un personaggio che nonostante tutto ha conservato, sotto un carattere apparentemente dimesso, una sua fierezza ed un suo potenziale di ribellione. Sembra avere un obiettivo preciso quando riesce, con l'aiuto di un portinaio interessato, a trovare un lavoro di pulizia in un palazzo di fronte al quale è andata ad abitare facendone oggetto di osservazione. Lustra le scale del palazzo, Irena, ma il suo vero bersaglio è una famiglia di orafi che vi abita, gli Adacher, la moglie VAleria, il marito Donato e la figlioletta Tea. Per lavorare da loro, con freddo calcolo diventa amica della vecchia domestica Gina, col risultato di prenderne il posto: di qui il disegno della 'sconosciuta' prende forma di un inesorabile, progressivo inserimento in quella famiglia, dove si conquista fiducia e, in qualche modo, potere.
Ma l'equilibrio, cui corrisponde il perfezionamento del disegno di Irena, dura poco. Non più solo incubi e visioni, adesso: il materializzarsi del suo vecchio aguzzino dal sinistro soprannome di 'Muffa' reca con sé nuovi orrori, nuove violenze, nuove tragedie. E serve, al tempo stesso, a disvelare lentamente il misterioso accanimento col quale Irena s'è legata a quella famiglia. Come una nebbia che a poco a poco si apre ad una serie di verità reali e apparenti. E ad apparenze smentite da nuove verità . Con una intensa serie di colpi di scena che introducono quello finale, affascinnate e profondo come la figura della 'sconosciuta'".
Dal >Press-Book< de La sconosciuta
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
DA UN DRAMMATICO E LETTERALMENTE SCIOCCANTE MARASMA DI GRANDE ATTUALITA’ CON L’EPICENTRO NEL GIRO E SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE RECLUTATA AD EST, LO STRAORDINARIO REGISTA DI ‘NUOVO CINEMA PARADISO’ E ‘LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL’OCEANO’, GIUSEPPE TORNATORE, APRE MOLTE ALTRE FINESTRE SU ALTRETTANTO CONCRETE REALTA’ PROTAGONISTE, DIETRO LE QUINTE, DELLA NOSTRA QUOTIDIANA CONTEMPORANEITA’: DALLA ILLEGALE COMPRAVENDITA DI BAMBINI, A ULTERIORI SOTTERRANEI SFRUTTAMENTI ANCHE IN AMBITI NON PROPRIAMENTE CRIMINALI, LA’ DOVE OCCHIEGGIANO SUBBAPPALTI A PERCENTUALE, SENZA UNA LEGITTIMA RAGIONE DI ESSERE. DA CRISI MATRIMONIALI A DINAMICHE DI ADOZIONE DI FIGLI E DI RECLUTAMENTO DI ASSISTENTI DOMESTICHE. UNO SPACCATO INTIMISTA APPUNTATO SULLA INCREDIBILE ATTRICE PROTAGONISTA, KSENIA RAPPOPORT, CHE SPOSA CRUDITA’ DA FAR DISTOGLIERE LA VISTA, A DELICATI SPUNTI DI GRANDI SENTIMENTI COLTIVATI, INFRANTI, O RIGURGITATI DA UN PASSATO CHE TORNA INVECE SOLO A PORGERE LE SUE SCHEGGE PEGGIORI. IN QUESTO DRAMMATICO E ANCHE PROFONDAMENTE ‘DIDATTICO’ TRACCIATO, SCANDITO EFFICACEMENTE DA UN REITERATO |
ALTERNARSI DI REALTA’ VISSUTA E FLASHBACKS, NASCE E CRESCE UNO SGUARDO COMPLETAMENTE APERTO, LIBERO DA OGNI FILO DI RETORICA, CAPACE DI OSSERVARE, NON PER GIUDIZIO NE’ PER COMPASSIONE, QUANTO PER FISSARE IN FACCIA UNA REALTA’ CHE PURTROPPO NON DEVE NIENTE ALL’IMMAGINAZIONE, PERCHE’ VERA, CONOSCERLA E POTERLA CHIAMARE CON IL NOME PIU’ APPROPRIATO, DI CUI ‘MUFFA’ RENDE METAFORICAMENTE L’IDEA ATTRAVERSO L’INGRATO PERSONAGGIO DI MICHELE PLACIDO, MAI COSI’ TRUCE PRIMA D’ORA. IL TUTTO VOLGE A TROVARE UNA RISPOSTA - BELLISSIMA, COMMOVENTE E PLAUSIBILE - AD UNA DOMANDA FOCALE: ‘SI PUO’ AVERE UN SOGNO VERO IN MEZZO A TANTI INCUBI?’.
Non poteva essere più emblematica la locandina del film che ritrae una giovane donna con la mano sulla bocca, ingrandimento di uno specifico fotogramma indicativo di una situazione particolare in cui si trova la nostra protagonista, Irena, (notevole performance dell’attrice russa Ksenia Rappoport). Emblematica del clima tensivo e carico di quel senso di mistero |
torvo e oscuro che è poi l’anima inquieta della poliedrica storia cui si legano parecchie altre realtà scomode della nostra contemporaneità . Un mistero sbriciolato pian piano fin dall’inizio da un montaggio che alterna continuativamente le vicende del presente della protagonista con incalzanti flashbacks del suo passato tutt’altro che glorioso, ma soprattutto sofferto oltre ogni immaginabile livello di umana sopportazione. Flashbacks che nascono e si sviluppano magari proprio muovendo da un dettaglio di quel suo stesso, incerto, presente. Rigurgiti che tornano a galla ineluttabili e più forti che mai, a rinverdire quel viatico di sofferenza che in qualche modo alita ancora sul suo volto, finchè non torna reale in tutta la sua portata, traboccante di quella ferocia e truce violenza già subite. Dispiace un po’ che a dare anima e corpo all’essenza di questo genere di nefandezze sia Michele Placido, nel significativo ruolo di ‘Muffa’, il carnefice aguzzino più bestiale che |
umano di Irena. La sua performance è talmente aderente al personaggio, da non fare grinza alcuna in direzioni magari un po’ meno luciferine. D’altra parte è di fatto un bene per lui, per il servizio impeccabile reso alla storia tramite un personaggio che è specchio amaro di un problema realmente esistente, nonché per la sua carriera d’attore, là dove questo ruolo negativo che più negativo non si può, paradossalmente gli merita un elogio speciale. All’apice di questo caleidoscopio di nefandezze, con radici fondate nello sfruttamento della prostituzione, inclusa la compravendita di maternità su commissione, si appunta la sequenza in flashback, d’impatto agghiacciante, in cui il parto e dunque gli spasmi di dolore della protagonista sono coperti, ovattati, dalla musica da discoteca e dalle danze di giovani all’esterno. Un contrasto da brivido coronato dall’estorsione del neonato (o neonata) alla madre. Madre per pochi secondi, ma per molte volte, troppe: nel caso |
della nostra Irena, come farà notare più avanti Margherita Buy nelle vesti di avvocato difensore, nove parti in dodici anni, tutti bambini di cui Irena non ha saputo più nulla. Solo sull’ultima neonata, di cui sapeva chi era il padre - il giovane intenzionato a toglierla dalle strade che le aveva offerto delle fragole, mai più dimenticate - si era messa sulle tracce, convinta di avere estorto al suo aguzzino il cognome dei genitori adottivi. Un altro capitolo che le porterà un nuovo carico di amarezze e di tragedia (vedi l’altra agghiacciante sequenza ancora in un flasback che questa volta diventerà persino doppio).
Sullo sfondo, la crisi coniugale in atto dei due coniugi orafi Adacher (Claudia Gerini e Pierfrancesco Favino) la famiglia rintracciata e avvicinata con sottili e non propriamente ortodossi escamotages da Irena. Crisi celebrata in pompa magna da una lite furibonda impossibile da ignorare, anche per Irena, per quanto |
sempre estremamente taciturna e apparentemente riservata. Eh si, apparentemente, perché di fatto il suo percorso è quasi interamente punteggiato e scandito da un’indagine sua propria, condotta con determinazione e sagacia senza pari, proprio dietro le cortine di quel silenzio interrotto da conversazioni essenziali e dietro il paravento del profilo esteriore che porge di se stessa, il più semplice e limpido possibile.
Sempre sullo sfondo, e in qualche modo primo imput per la riuscita d’intenti di Irena, il portiere (Alessandro Haber), la cui generosità apparentemente disinteressata si trasforma ben presto in un meschino strozzinaggio a percentuale della protagonista.
Sullo sfondo c’è anche la vecchia domestica Gina (Piera Degli Espositi), raggirata, danneggiata e paradossalmente confidente amica passiva, oltre che inconsapevole sponsor, quando è ricoverata in clinica, ridotta a vegetale proprio a causa di Irena.
E ancora sullo sfondo, ma al centro di tutto, il rapporto con la bambina ritenuta sua figlia, la |
piccola Tea (Clara Dossena), affetta da una rara malattia che le impedisce di proteggersi secondo i normali canoni comportamentali delle persone comuni.
Giuseppe Tornatore troverà qui, su questo registro, la straordinaria risposta alla domanda che Irena si pone fin dalle prime battute del film: “Si può avere un sogno vero in mezzo a tanti incubi?â€. Ma la risposta piena arriverà - non quella che ci si aspetterebbe - solo alla fine, senza retorica, bella, fresca, possibile, e dopo una lunga fase ‘depurativa’ per un percorso comunque non certo immacolato della protagonista. Una risposta basata sulla promessa di uno scambio di contatti a distanza, in attesa di poter ascoltare direttamente da chi, meno distratto e più lucidamente consapevole, potrà raccontare, come ci si sente a diventare donne.
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Pressbook:
PRESSBOOK Completo in ITALIANO de LA SCONOSCIUTA
Links:
• NOI 4 - INTERVISTA all'attrice KSENIA RAPPOPORT (Interviste)
Galleria Fotografica:
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